Volevo finalmente riprendere il mio percorso da perfetto stalker finanziario prendendo come mio punto di partenza una domanda: “perché si controllano così spesso i propri investimenti, sapendo che il tempo che si è scelto è di lungo periodo, nella consapevolezza che i mercati salgono in modo non lineare nel tempo?”. Naturalmente ci riferiamo ai mercati azionari, sui quali non mi soffermerò perché ne abbiamo già parlato troppe volte. Questa domanda, che ha una serie di risposte tutte diverse per ogni investitore, mi porta ad una considerazione che non riguarda gli investimenti ma il buon senso. L’evidenza dimostra che quando i mercati scendono la paura diventa compagna di chiunque abbia deciso di investire, proprio perché si stanno perdendo soldi. Quando invece i prezzi salgono, ci si comporta nel modo opposto: nessuno tende a vendere perché si pensa che farlo sia qualcosa di sconveniente. Tuttavia già sappiamo che i migliori affari si fanno quando i mercati scendono e si compra a sconto.
OCCASIONI D’ACQUISTO
Altra cosa che ogni investitore dovrebbe non dimenticare mai è che conviene sempre rispettare il tempo che si è dato all’investimento. Ciò naturalmente che l’asset sia progettato per il raggiungimento di rendimento e di rischio per il quale si è costruito. In senso generale chi investe sull’azionario pensando di guadagnare l’indomani o in pochi anni, si può definire speculatore; chi invece investe sull’obbligazionario per un decennio, normalmente acquistando titoli e mantenendoli in portafoglio per un periodo non inferiore a 10 anni, può anche essere definito folle. Certo conosco già l’obiezione che riguarda la paura del rischio e che ti fa acquistare un titolo con cedola nulla o tendente allo zero, solo perché la paura limita la visione verso un futuro che offre molte più possibilità. È questo lo stesso demone che fa perdere oltre il 20% ad un detentore di BTP acquistati pochi mesi prima quando l’inflazione è in rialzo. Oggi è persino troppo rischioso tenere liquidità sul conto, sapendo che l’inflazione sta erodendone il potere d’acquisto. In questo caso la perdita è certa e non probabile. A questo riguardo suggerisco una riflessione molto breve su quanto è invece consigliabile acquistare una parte i quei titoli. Certamente suscitano timore solo se si guarda il loro andamento grafico dell’ultimo periodo, ma che diventano appetibili per tutti coloro che hanno l’esperienza e la cultura finanziaria sufficiente per fiutare l’affare. Ma come qualcuno nel novembre del 2021 ha comprato a 100 un BTP scadenza 2032 (IT0005466013) con cedola allo 0,95% accontentandosi, oggi potrebbe ridurre la sua perdita mediando il primo acquisto. Infatti quello stesso titolo oggi sul mercato quota intorno a 74 offre una cedola netta di poco inferiore al 4% se tenuto sino a scadenza. Lo sento forte il coro degli scettici e io sono solidale con loro, essendo un investitore che crede nell’incertezza del risultato di ogni investimento. In particolare questo è valido oggi visto che le variabili in gioco sono molte. Tuttavia se ci si pensa di testa e non di pancia, questo BTP acquistato ad un prezzo di 74, darà a scadenza se tenuto in portafoglio, quel rendimento che sa di quasi certezza. Certamente poco con una inflazione superiore al 10%. Se solo però questa dovesse rallentare quel titolo tenderebbe a ritornare rapidamente verso quota 100, portandoci un guadagno molto prima della sua scadenza naturale.
ALTRE OPPORTUNITA’ PER CHI SA ASPETTARE
Ma proprio perché bisogna usare la storia come guida (spirituale) per ogni investimento, io sarei più tranquillo da investitore sapendo che esiste statisticamente un’alta probabilità che un mercato fosse portatore di maggiori ritorni rispetto ad altri, magari ancora maggiore di quel 4% che offre attualmente quel BTP decennale. Magari anche a parità di periodo. La statistica e la storia ci dicono che nel tempo dagli investimenti azionari, si possono ottenere risultati molto superiori a quelli obbligazionari, specialmente se lo si fa in momenti bui come quelli che stiamo vivendo. Perché non osare dunque? Naturalmente ciò nei limiti del rischio tollerabile, si intende. In questo caso possiamo comprare con ampio sconto e anche se il mercato tornasse alla pari senza crescere, non potremmo che esserne soddisfatti. Per questo però bisogna adottare qualche accorgimento quando investiamo, seguendo rigorosi processi d’investimento consolidati nel tempo, seguendo il nostro grado di rischio preferito e con una giusta tempistica, usando una diversificazione intelligente. Chi ha pazienza e metodo viene sempre ripagato per le scelte fatte.
COSA CI SUGGERISCONO I GRAFICI
Detto ciò, sapendo che i mercati azionari recuperano sempre e che oggi quelli obbligazionari, poveri di risultati sino a pochi mesi fa, oggi ora pagano cedole interessanti, possiamo trarre le opportune conclusioni. Per questo ci aiuteranno i due grafici che seguono, aggiornati al novembre scorso e forniti da T Rowe Price.
Il primo rappresenta il mercato obbligazionario attraverso il Bloomberg US aggregate Index, che è un indice obbligazionario ponderato per la capitalizzazione di mercato a grande diversificazione (Obbligazioni investment grade a medio termine negoziate negli Stati Uniti). La base dati tiene conto del periodo 1° gennaio 1988 a fine novembre 2022: da qui possiamo notare come l’andamento con riga nera sia nettamente il peggiore risultato degli ultimi 34 anni, se confrontato con la media dei migliori (verde) e dei peggiori (rossa). Ma proprio perché è il peggiore questo può diventare un momento molto interessante per acquistare, perché le mosse delle banche centrali tenderanno a frenare ancora l’inflazione alzando i tassi. Il punto nodale sta proprio qui: sino a quando potranno permettersi di farlo? Nel caso dovessero riuscire nel loro intento quella linea nera tenderà sicuramente a flettere verso il punto zero, portando interessanti guadagni a chi anche in questo mercato sta comprando a forte sconto.
Stessa situazione è rappresentata dal grafico che segue dell’indice MSCI AC WORLD, che valuta l’andamento dei mercati azionari mondiali. Anche in questo caso come nel precedente ci troviamo in una fase anomala, anche se peggiore dell’attuale si è riscontrata durante il periodo della crisi sub prime e del fallimento Lehman Brothers (2007-2009). Se ritorno con la mente in quel periodo rilevo come le cose non andarono male per chi decise di investire nel momento peggiore. La storia ci insegna che furono proprio quelli che uscirono dal mercato a perdere in modo pesante, non certo chi aveva deciso di rimanere comunque investito.
Per concludere, rispettando i criteri appena suggeriti (diversificazione, metodo, rispetto del tempo e scelta di un rischio tollerabile) credo che oggi, contrariamente al pensiero comune, si possa affermare di essere in un ottimo momento di mercato, specialmente per chi ha risorse nuove da investire, ma anche per chi sa approfittare dei ribassi per attuare opportune correzioni tattiche sui portafogli già esistenti. Lo sconto oggi sul mercato è notevole sia per la componente azionaria che per quella obbligazionaria, perché non approfittarne?