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10 Regole per Investitori
Scritto il 30.05.2023In letteratura ci sono tante pubblicazioni dove più o meno esperti dispensano consigli e segreti su come investire nei mercati finanziari. Anche uno dei più famosi analisti negli USA Bob Farrell (il quale è stato per moltissimi anni a capo dell’ufficio analisi presso Merrill Lynch) ha provato a redigere il suo decalogo. Come tutti i decaloghi non vanno mai presi alla lettera, però sicuramente ogni tanto è bene consultarli per ricordarsi i principi di base: I mercati tornano alla loro media: Che si trovino di fronte a un estremo ottimismo o pessimismo, i mercati alla fine tornano a livelli di valutazione più equilibrati e a lungo termine Gli eccessi in una direzione portano ad eccessi nella direzione opposta: possiamo immaginare il mercato come un elastico di gomma, quando lo tiriamo verso di noi e lo lasciamo andare andrà lontano in direzione opposta Gli eccessi non sono mai permanenti: i trend in aumento o in discesa non sono mai continui, quindi se stai guadagnando da un trend inizia a monetizzarlo, altrimenti resterà un guadagno solo potenziale. Rialzi e ribassi esponenziali procedono oltre a quanto si immagina e non si correggono lentamente: i movimenti di prezzo possono essere rapidissimi e tornare indietro altrettanto velocemente, non bisogna aspettarsi momenti di tranquillità per assumere decisioni. La massa degli investitori spesso compra in alto e vende in basso: spesso il piccolo e medio investitore attratto dalle notizie sulla stampa, on line e in TV acquista quando il movimento dei prezzi è giunto al termine e sta per invertire Paura e avidità sono più forti della determinazione a lungo termine: il tuo peggior nemico ti guarda la mattina allo specchio; senza un piano e un programma sarai vittima sempre delle tue emozioni. Mercati forti se ampi e deboli se ristretti: se un indice di mercato sale grazie a pochi titoli seppur importanti, il movimento sarà più fragile ed effimero rispetto ad un movimento guidato dalla maggior parte dei titoli dell’indice. I mercati ribassisti hanno tre fasi: usualmente un mercato ribassista ha una prima fase di ribassi intensi anche del 20%, a seguire una fase di rialzo che illude molti investitori ad acquistare a prezzi convenienti ed infine una brusca correzione al ribasso che porterà ad una situazione di depressione generale Fare attenzione agli esperti e alle previsioni: se tutti sono ottimistici chi resta che ancora deve comprare ? se tutti sono pessimistici chi ancora ha titoli da vendere ? quando gli esperti di mercato dicono di comprare bisogna assicurarsi che non tutti lo stiano facendo, altrimenti è probabile che poco dopo il movimento sarà opposto I mercati rialzisti sono più divertenti di quelli ribassisti: questo è vero quando hai posizioni lunghe e guadagni se i prezzi salgono, oppure sei costretto ad essere sempre completamente investito, ma per un ribassista che ha posizioni corte o inversamente correlate sorriderà e si divertirà anche quando ci saranno ribassi.
Continua a leggereCOME I TASSI REALI INFLUENZANO L’ECONOMIA
Scritto il 15.05.2023I Tassi Reali sono molto importanti ed hanno la capacità di influenzare notevolmente le scelte economiche degli operatori commerciali e degli investitori sia istituzionali che semplici risparmiatori. Cosa sono i Tassi di Interesse Reali I Tassi di Interesse Reali sono la differenza tra i Tassi di Interesse Nominali e il Tasso di Inflazione Atteso nel futuro. Quando si parla di Tassi Reali ci si riferisce sempre ai Tassi a medio e lungo termine e non ai tassi ad oggi, quindi non bisogna fare la differenza tra un tasso di interesse nominale a breve termine con il tasso di inflazione attuale. Il Tasso Reale di Riferimento è il Tasso a 10 anni: Tasso Reale 10 anni = Tasso Nominale 10 anni – Tasso Inflazione Atteso a 10 anni Un modo semplice per verificare il tasso reale è guardare il tasso reale delle Obbligazioni indicizzate al tasso di inflazione. Siccome uno dei tassi reali più importanti al mondo è quello degli USA allora è sufficiente osservare il Tasso Reale dei TIPS a 10 anni ovvero delle Obbligazioni del governo USA indicizzate all’inflazione Nel grafico è possibile vedere come il tasso reale sia stato negativo nel periodo tra il 2020 e la fine del 2022 con valori fino al – 1,20% Un tasso reale negativo di – 1,20% vuol dire che il rendimento atteso a 10 anni sarà inferiore al tasso di inflazione e quindi il nostro capitale si deprezzerà ovvero perderemo potere di acquisto. Rischio Inflazione Un investimento finanziario deve essere in grado almeno di contrastare l’erosione dell’inflazione e se un’obbligazione a tasso fisso con rischio moderato non riesce a farlo sarò costretto a rivolgermi ad investimenti con un rischio maggiore. E’ quello che è accaduto negli anni passati quando i rendimenti delle obbligazioni governative come anche i nostri BTP hanno avuto rendimenti nominali tendenti allo zero e con inflazione attesa del 1,50% davano un rendimento reale molto negativo. Un risparmiatore, così come un grande investitore istituzionale era costretto ad assumere maggiori rischi ed investire il proprio capitale in strumenti e prodotti con maggiore volatilità e rischio specifico. Le Aziende Commerciali beneficiano dei Tassi Reali Negativi Chi invece beneficia dei Tassi reali negativi sono le aziende commerciali perché hanno la possibilità di indebitarsi più facilmente e hanno maggiore capacità di rimborsare il debito e gli interessi ai finanziatori. Ad esempio con un tasso di interesse debitore nominale del 1,00% e un tasso di inflazione atteso del 2,00% ( quindi tasso reale negativo del -1,00%), l’azienda sa che le sue entrate finanziarie saranno maggiori nel futuro (maggiori ricavi del + 2,00%) mentre le uscite di cassa per pagare gli interessi saranno sempre dell’1,00% e il debito residuo si svaluterà del 2,00% Quindi i tassi reali negativi avvantaggiano le aziende commerciali che trovano più conveniente indebitarsi e fare investimenti operativi e trovano più Investitori Istituzionali e Risparmiatori disposti ad assumersi più rischi e fornire loro capitali. Esempio: un Fondo Pensione e un semplice Risparmiatore deciderà di non acquistare un BTP con un rendimento reale negativo e di acquistare invece quote di un Fondo Azionario o quote di un Fondo Obbligazionario High Yields (cedole elevate ma rischi di credito elevati). Tassi Reali Positivi Cosa accade invece quando i tassi reali diventano positivi come è accaduto a partire dalla metà del 2022 ? Accade il contrario: le aziende commerciali percepiranno maggiore rischio ad indebitarsi e realizzare nuovi investimenti, in quanto la attese di crescita dei ricavi saranno inferiori rispetto agli interessi debitori che dovranno pagare in futuro. Gli investitori istituzionali e i singoli risparmiatori troveranno più conveniente acquistare un Titolo Obbligazionario “sicuro” con un rendimento nominale del 5% piuttosto che assumersi maggiori rischi acquistando quote di Fondi Azionari o fare scommesse sulle Cripto Valute. Le Scelte delle Banche Centrali Le Banche Centrali influenzano attivamente i valori dei Tassi Reali attraverso le scelte di politica monetaria in modo da incentivare o meno gli operatori commerciali ad investire nelle proprie capacità produttive e gli investitori / risparmiatori a collocare i propri capitali in attività prive di rischio o piuttosto con diversi gradi di maggior rischio. Osservare l’andamento dei Tassi Reali ci permette di comprendere meglio in quale fase del ciclo economico stiamo vivendo ed operare scelte di investimento più appropriate.
Continua a leggereDEBITO PUBBLICO & DEBITO PRIVATO
Scritto il 03.05.2023In un periodo storico in cui il Debito Mondiale (pubblico + privato) è circa 300.000 miliardi di dollari cioè pari al 350% del PIL mondiale, molto spesso ci si pone queste due domande: è giusto indebitarsi ? è meglio il debito pubblico o il debito privato ? Come sostiene Draghi il debito deve essere diviso in due parti, debito buono e debito cattivo: Il debito buono è quando si danno risorse a una società, in modo che questa riesca a fare riforme tali da diventare autonoma, e iniziare a volare con le proprie ali Il debito cattivo è fatto di quei sussidi che vengono erogati senza che ci sia un piano industriale” La risposta alla domanda se è giusto indebitarsi è si, solo se però è un debito buono ! Attualmente il livello di debito pubblico in percentuale sul PIL di molti paesi è molto elevato e l’Italia è un sorvegliato speciale tra i paesi più importanti in Europa: Italia: 142,20% Spagna: 111,90% Francia: 109,60% Germania: 64,00% Ma guardare solo il debito pubblico non è corretto, è necessario guardare anche il debito privato e sommando i due debiti la graduatoria dei paesi più indebitati si modifica: Francia: 340,01% Spagna: 263,60% Italia: 254,40% Germania: 193,20% Livello del Debito Aggregato rispetto al PIL Guardando il debito totale (pubblico + privato) il rischio di credito per paese cambia notevolmente, l’Italia non è più al primo posto ma scende addirittura al terzo, con la Francia capolista e la Germania sempre virtuosa, sebbene il distacco con l’Italia sia sceso molto, passando da un rapporto di 2,20 ( 142,20 / 64,00 ) ad un rapporto di 1,31 ( 254,40 / 193,20 ) E’ più pericoloso un Debito Pubblico elevato o un Debito Privato elevato ? Guardando il Giappone che ha un debito pubblico pari al 248,00% ovvero doppio rispetto all’Italia, si potrebbe dire che il debito pubblico elevato può non essere un grande problema, ma forse qui è più un caso unico che raro. Spese dello Stato = Trasferimento di Ricchezza ai Privati In linea generale si può invece dire che le spese sostenute in deficit dallo Stato sono in sostanza dei trasferimenti di ricchezza verso i privati cittadini e aiuta a tenere più basso il loro debito personale. Lo Stato non ha bisogno di moneta per spendere. Lo Stato crea moneta per il settore privato quando spende in deficit. Lo Stato quando spende in deficit si finanzia emettendo titoli pubblici (es: BTP o BOT) i quali saranno acquistati da Banche, Assicurazioni, Risparmiatori utilizzando i loro depositi aumentati grazie alle spese statali. 100 euro spesi dallo Stato si trasformano in sostanza in maggiori depositi bancari di 100 euro, ecco creata la moneta e maggiore ricchezza per i privati. Lo Stato crea Moneta Questo vuol dire che uno Sato può spendere (e creare nuova moneta) illimitatamente senza conseguenze ? ovviamente NO. I limiti alla spesa pubblica in deficit e al debito sono: Inflazione Risorse reali Le spese dello Stato in deficit possono creare troppa nuova moneta per il settore privato se l’offerta di lavoro e di risorse reali non si espandono rapidamente e ciò può portare ad un aumento del Tasso di Inflazione. Rischio Inflazione Tutto ciò è accaduto ad esempio negli USA dove grazie ai forti sussidi dello Stato (5 trilioni di dollari) nel periodo 2020-2021 per superare la crisi del covid, l’inflazione è decollata a livelli record del 8,00% Stessa cosa, seppur in misura minore (causa incidenza dei costi energetici e guerra in Ucraina) è accaduta in Italia con i vari Bonus Edilizi: elevata domanda di lavoro e forniture e ridotta offerta delle medesime. Per spingere in consumi dei privati lo Stato ha “finanziato” in deficit le spese di ristrutturazione delle case ( anche fino al 110% delle spese) in un periodo in cui la disponibilità nazionale ed internazionale di merci e materie prime era stata ridotta a causa della pandemia covid. In Conclusione: Debito Pubblico elevato SI, ma Debito Buono In conclusione l’ossessione al contenimento della spesa pubblica in deficit porta solo ad un maggior indebitamento dei privati e cittadini e il debito privato è più rischioso del debito pubblico: Il privato ha bisogno di moneta per spendere e per rimborsare i suoi debiti Lo Stato invece non ha bisogno di moneta per spendere, è sufficiente che spenda in deficit e crea nuova moneta. In caso di crisi il settore privato avrà maggiori difficoltà ad adempiere alle proprie obbligazioni rispetto allo Stato che invece creerà nuova moneta per superare la crisi ( controllando ovviamente il rischio inflazione ). L’ossessione deve essere posta sempre solo sulla qualità del Debito Pubblico, ovvero al Debito Buono, come dice Draghi !
Continua a leggereCHATGPT e BLOOMBERGGPT: INTELLIGENTI O PAPPAGALLI STOCASTICI ?
Scritto il 12.04.2023Prima il Bitcoin, poi le Cripto Valute, poi gli NFT, poi il Metaverso, adesso è il grande momento dell’Intelligenza Artificiale. Il Bitcoin era l’oro digitale, riserva di valore e utile per contrastare l’inflazione. Le Cripto Valute dovevano sostituire il dollaro e l’euro Gli NFT portavano l’arte digitale nei musei e nei salotti delle case Il Metaverso ci portava nel web 3 o 4 o 5 dove spostare i nostri uffici e sperimentare la vita su Pandora Adesso arriva l’intelligenza artificiale che vuole replicare la mente umana e sostituire artisti, professionisti, lavoratori in ogni settore e luogo. ChatGPT in tutti i settori e BloombergGPT in Finanza sono i prodotti che oggi vanno di moda come rappresentanti dell’Intelligenza Artificiale. Intelligenza Artificiale che per adesso non è né Intelligente e né Artificiale, ma bensì solo Algoritmi Pappagallo Stocastici Come Funzionano Davvero Come funzionano davvero? Buttano fuori frasi o spezzoni di frasi basandosi su un calcolo delle probabilità. Immaginiamo che io voglia scrivere un testo sull’Inflazione. ChatGpt è basato su un algoritmo che avendo visitato tutti i siti in cui si parla di Inflazione, prende dei brani e li assembla in quelle che ritiene, in base a un gioco di probabilità, delle frasi sensate. Sembra che la sua risposta sia pertinente e brillante, in realtà è frutto non della sua, ma della nostra intelligenza collettiva depositata su internet, riproposta in modo più o meno fedele. A volte con qualche allucinazione. Gli esperti chiamano questo tipo di algoritmi "Pappagalli Stocastici". Ripetizioni e Allucinazioni È proprio così: i Language Models non fanno che ripetere quello che hanno sentito da noi. Siccome lo riassemblano con sofisticatezza, le loro esternazioni sembrano autentica produzione umana e destano meraviglia, proprio come i pappagalli. Ma come questi non hanno la benché minima comprensione di ciò che dicono. I Language Models sono essenzialmente distribuzioni di probabilità di sequenze di parole. Producono testi cercando di predire la prossima sequenza come noi proviamo a prevedere che tempo farà. Consumo elevato di Energia Come i Bitcoin che consumano l’energia di un interza Nazione anche questi algoritmi Pappagalli Stocastici sono ingrassati a dismisura di parametri e dataset di addestramento con un colossale impiego di energia per i calcoli che portano a costi ambientali devastanti. Vuoi investire nel settore dell’Intelligenza Artificiale ? Ti consiglio di leggere prima qualche buon libro con approcci realistici, ad esempio “Né Intelligente Né Artificiale. Il Lato Oscuro dell’IA” di Kate Crawford Privacy Violata L’attuale pervasiva cultura dell’estrazione dei dati continua a crescere nonostante le preoccupazioni sulla privacy, l’etica e la sicurezza. Ogni forma di dati anagrafici, inclusi quelli forensi, biometrici, sociometrici e psicometrici, viene acquisita e registrata nei database affinché i sistemi di intelligenza artificiale possano trovare modelli ed effettuare valutazioni. I set di addestramento sollevano questioni complesse dal punto di vista etico, metodologico ed epistemologico. Molti sono stati realizzati all’insaputa o senza il consenso delle persone e sono stati raccolti da fonti online
Continua a leggereDONAZIONE AL FIGLIO TRAMITE BONIFICO: QUALI RISCHI ?
Scritto il 04.04.2023Frequentemente i Genitori donano ai propri figli somme di denaro tramite un bonifico, ovvero mediante addebito del conto corrente del genitore e relativo accredito sul conto corrente del figlio. La domanda che spesso ci si pone è se questa donazione sia valida e se deve essere assoggettata ad imposta di donazione. Secondo la Cassazione (SS.UU. 1875 / 2017) le Donazioni realizzate con bonifico non sono da qualificare come Donazioni Indirette, ma bensì come Donazioni Formali / Dirette La Donazione tramite Bonifico è una Donazione Formale La differenza tra Donazioni Dirette / Formali e Indirette è rilevante in quanto le prime devono rispettare la forma scritta, ovvero devono essere effettuate tramite atto notarile e alla presenza di due testimoni, pena la nullità e relativa inefficacia (art 782 c.c.) mentre le seconde sono valide indipendentemente dalla forma assunta. Quindi la Donazione del Genitore al Figlio effettuata tramite bonifico è nulla e la nullità può essere fatta valere da chiunque abbia interesse ed è imprescrittibile. Il contratto nullo non produce effetti tra le parti ed è come se non fosse mai stato stipulato, quindi il Genitore può in ogni momento richiedere al figlio la restituzione delle somme di denaro trasferite con il bonifico e magari se ci sono fratelli / sorelle quest’ultimi potrebbero avere interesse ad annullare questo trasferimento. La Donazione senza Atto Notarile è Nulla Alla morte del Genitore ai fini successori risulterebbe un debito del figlio nei confronti del genitore scomparso con obbligo di restituzione. In assenza di altri eredi non ci sarebbero grossi problemi ai fini pratici, cosa ben diversa se ci sono fratelli / sorelle e/o il genitore superstite. Ipotizziamo che gi eredi siano due figli: Tizio e Caio Tizio ha ricevuto €. 500.000 tramite bonifico dal genitore scomparso e l’eredità è pari ad €. 1.000.000 In assenza di testamento l’eredità viene ripartita a metà tra i due figli e Caio sapendo del bonifico ricevuto da Tizio ne invoca la nullità, per cui l’eredità diventa €. 1.500.000 e ai due figli spetteranno €. 750.000 ciascuno Se invece la Donazione di €. 500.000 fosse stata fatta con atto notarile e con dispensa da collazione, Tizio avrebbe potuto beneficiare dei €. 500.000 donati a cui aggiungere metà dell’eredità di €. 1.000.000, pari quindi ad un totale di €. 1.000.000 mentre Caio si sarebbe dovuto accontentare solo della metà dell’eredità di € 500.000 Alle Donazioni Nulle si applica il Regime Ordinario Dal punto di vista fiscale secondo la giurisprudenza della Cassazione (sentenze n. 634/2012 e 22118/2010) alle donazioni nulle si applica il regime ordinario delle donazioni. Nel caso del figlio l’imposta è pari all’aliquota del 4,00% da applicare sugli importi maggiori della franchigia di €. 1.000.000, quindi nell’esempio del bonifico di €. 500.000 non ci sarebbe imposta di donazione da corrispondere, sempre che non ci siano stati precedentemente altre donazioni che hanno eroso la franchigia. L’Agenzia delle Entrate potrebbe però accertare redditi non dichiarati, presumendo che i soldi trasferiti con bonifico possano essere la remunerazione per attività lavorative / professionali svolte dal figlio a favore del genitore. Rischio Accertamento Sintetico da parte dell’Agenzia delle Entrate Nel caso in cui il figlio faccia delle spese abbastanza rilevati, l’Agenzia delle Entrate potrebbe effettuare un accertamento sintetico tramite il redditometro di reddito imponibile non dichiarato. Il Figlio ha sempre la possibilità di dimostrare che l’importo oggetto del bonifico fatto dal genitore è una liberalità donativa supportato dalla testimonianza di quest’ultimo, comunque è sempre una prova che deve essere fornita per convincere l’amministrazione finanziaria a desistere dall’accertamento. Meglio formalizzare la Donazione In conclusione vista la rilevante franchigia di €. 1.000.000 a favore dei figli per l’applicazione dell’imposta di donazione sarebbe usualmente preferibile formalizzare l’atto donativo presso il Notaio con un costo medio di circa €. 2.000 e €. 200 per l’imposta di registro. La Donazione sarà efficace comportando una definitiva acquisizione del patrimonio da parte del figlio e non sarà esposto a future vicende famigliari negative, sempre nel rispetto delle quote di legittima in caso di successione.
Continua a leggereDONARE AI FIGLI FA RISPARMIARE LE TASSE
Scritto il 27.03.2023L’imposta di Donazione e Successione si applica sul valore attuale dei beni devoluti ai figli ( e ai nipoti ) con un’aliquota del 4,00% con una franchigia di €. 1.000.000 per ciascun figlio ( e per ciascun nipote ). Ad esempio se sono il padre di n. 2 figli e nonno di n. 4 nipoti, potrei donare €. 6.000.000 ( n. 6 donazioni da €. 1.000.000) senza dover pagare l’imposta di donazione. Se invece preferissi non anticipare in vita alcun passaggio generazionale ma attendere la mia morte, potrei disporre per testamento la devoluzione di beni a favore dei miei due figli e quattro nipoti sempre per un totale di €. 6.000.000 ( €. 1.000.000 x n. 6 ) in esenzione dall’imposta di successione. Secondo l’Agenzia delle Entrate (circolare 3/E – 2008) le donazioni sono però soggette al Coacervo, ovvero ai fini dell’imposta sulle successioni e donazioni la franchigia ai discendenti (figli e nipoti) di €. 1.000.000 è una sola e se utilizzata totalmente per le donazioni non risulterà disponibile per la successione. Ad esempio se faccio una donazione a mio figlio di €. 800.000 al momento della successione mio figlio potrà godere solo di una franchigia residua di €. 200.000 (in realtà meno perché il valore della donazione dovrà essere rivalutata alla data dell’apertura della successione). L’istituto del Coacervo (ad ogni donazione si deve tener conto delle donazioni precedenti e sommarle tra di loro) era necessario fino al 2000 (quando vigeva il sistema di calcolo con aliquote progressive) per individuare l’aliquota progressiva corretta da applicare. Se non si procedeva a cumulare tutte le donazioni ricevute, sarebbe stata applicata sempre l’aliquota più bassa con evidente elusione dell’imposta di donazione da pagare. La stessa cosa valeva per l’imposta di successione, era necessario sommare ai beni oggetto della successione anche tutti i beni donati in vita dal genitore, in modo da individuare la corretta base imponibile e la relativa aliquota progressiva (come accade con l’Irpef dove le aliquote progressive sono 23% - 25% - 35% - 43%). Quindi fino al 2000 vigeva l’istituto del coacervo sia tra donazioni successive ai fini del calcolo dell’imposta di donazione ( art 57 TUS), sia tra donazioni effettuate dal defunto e i beni da lui lasciati per successione ereditaria ( art. 8 TUS). Secondo l’Agenzia delle Entrate sebbene dal 2000 sia stato soppresso il sistema di aliquote progressive, sostituito dalla franchigia e dal rapporto di parentela, però la sommatoria delle donazioni con i beni oggetto della successione è comunque necessario al fine di verificare l’erosione delle franchigie. La Cassazione invece con alcune sentenze conferma un orientamento basato (Cass n. 7272 / 201, n. 24940 / 2016 , n. 12779 / 2018, n. 758 / 2019 ) su questi principi: il coacervo è vigente tra donazioni che si succedono (ai fini della franchigia di €. 1.000.000 devono essere sommate tra di loro); non sono oggetto di coacervo: le donazioni effettuate nel periodo in cui l’imposta di donazione non era vigente ( dal 25/10/2001 al 29/11/2006); le donazioni che risultavano esenti al momento della donazione stessa; le donazioni che risultano esenti al momento del coacervo; non è più vigente il coacervo tra donazioni e devoluzioni ereditarie ( quindi doppia franchigia: €. 1.000.000 per le donazioni e €. 1.000.000 per la successione ) In conclusione per i figli e nipoti è possibile beneficiare di una doppia franchigia di €. 1.000.000 La prima franchigia di €. 1.000.000 è possibile utilizzarla per le donazioni e la seconda di €. 1.000.000 per la successione. Tornando all’esempio iniziale, il Genitore con n. 2 figli e n. 4 nipoti potrebbe devolvere a loro favore un patrimonio in esenzione di imposta di successione e donazione fino ad €. 12.000.000 ( €. 6.000.000 donazioni + €. 6.000.000 eredità ) con un risparmio di imposta pari ad €. 240.000 ( €. 6.000.000 x 4%) Donare in vita parte del proprio patrimonio, oltre a fare felici subito Figli e Nipoti, che ne possono godere in giovane età, può far risparmiare anche un po' di tasse. Altro vantaggio di effettuare donazioni è che ad oggi l’Italia è un paradiso fiscale ai fini del passaggio generazionale, ma a causa dell’enorme debito pubblico (insostenibile) nei prossimi anni è molto probabile che le franchigie si ridurranno e le aliquote aumenteranno sensibilmente. Quindi in questo caso è meglio “ l’uovo oggi che la gallina (che non ci sarà) domani “. Rischi I rischi di puntare sulla doppia franchigia (assenza di coacervo) sono legati al fatto che: l’Agenzia delle Entrate non condivide molto i principi espressi dalla Cassazione e tende a non riconoscere la doppia franchigia; la liquidazione dell’imposta di successione ovvero il calcolo dell’importo che gli eredi dovranno pagare viene realizzato dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate in base ai dati forniti da chi compila la Dichiarazione di Successione; nella Dichiarazione di Successione devono essere indicati gli importi di tutte le donazioni effettuate dal genitore a favore dei figli / nipoti (ex art 29 co. 1 lett f TUS ). In sostanza l’ADE tenderà ad applicare il coacervo ai fini della liquidazione dell’imposta di successione. Gli eredi possono allegare una Dichiarazione facendo riferimento ai principi sull’assenza di coacervo sanciti dalla Cassazione e chiederne la non applicazione. Se arriverà l’avviso di liquidazione di imposta di successione da parte dell’ADE dove ha applicato il coacervo, all’erede non resterà che procedere ad impugnare l’atto impositivo presso la Corte di Giustizia Tributaria ex Commissione Tributaria L’erede dovrà valutare il rapporto costi / benefici derivanti dall’instaurazione di un contenzioso tributario, ovvero il rapporto tra il risparmio di imposta e i costi legali, perché si può arrivare fino in Cassazione, con il rischio (sempre potenziale) di un futuro cambio di orientamento degli Ermellini.
Continua a leggereINADEMPIMENTO OBBLIGHI INFORMATIVI: IL RISPARMIATORE HA SEMPRE DIRITTO AL RISARCIMENTO DELLE PERDITE SUBITE
Scritto il 22.03.2023In tutti i casi di Inadempimento degli Obblighi Informativi da parte dell’Intermediario Finanziario, il risparmiatore (non professionale) ha il diritto di ricevere il rimborso delle perdite subite dagli investimenti finanziari, salvo prova contraria che deve fornire l’Intermediario. La Cassazione con la recente Ordinanza n. 7932 del 20/03/2023 conferma l’orientamento prevalente della Suprema Corte ( Cass n. 33596/2021 – Cass n. 7905/2020 ) sul nesso tra la violazione degli obblighi informativi e il danno subito dal risparmiatore. Scelta REALMENTE Consapevole Se la Banca o qualsiasi Intermediario Finanziario non fornisce le informazioni necessarie per consentire al risparmiatore una scelta Realmente Consapevole, scatta automaticamente una presunzione legale di sussistenza del nesso causale tra inadempimento informativo e danno subito e diritto al risarcimento. L’Intermediario può fornire le prove per superare questa presunzione legale, ma la prova dovrà essere precisa e puntuale e certo non generica sulla presunta rischiosità di un investimento o sulle presunte esperienze di investimento pregresse del risparmiatore. VERA Informazione L’investitore deve ricevere una Vera Informazione, gli Intermediari devono fornire ai clienti: in una forma comprensibile, informazioni appropriate affinchè essi possano ragionevolmente comprendere la natura del SERVIZIO DI INVESTIMENTO e del tipo specifico di strumenti finanziari interessati e i rischi connessi e di conseguenza possano prendere le decisioni in materia di investimenti in modo consapevole. L’ordinanza della Cassazione aveva per oggetto titoli obbligazionari, ma il principio espresso “Inadempimento Informazione – Risarcimento Danno” ha per oggetto non solo specifici strumenti finanziari ma in generale il “Servizio di Investimento” fornito. In conclusione la Cassazione conferma che quando c’è inadempimento degli obblighi informativi e una perdita finanziaria subita dal risparmiatore, l’intermediario dovrà risarcire il danno subito.
Continua a leggereBond a Tasso Fisso o Indicizzato all’Inflazione ?
Scritto il 13.03.2023L’inflazione è tornata e molti risparmiatori si stanno domandando se conviene o meno utilizzare le Obbligazioni indicizzate all’Inflazione per difendersi dalla perdita di valore dei propri risparmi. La risposta è NI ovvero SI e NO….insomma dipende….e da cosa dipende ? Dipende da quanto sarà il Tasso di Inflazione Medio nei prossimi anni: se sarà maggiore dell’inflazione attesa allora avremo fatto bene, se invece sarà inferiore a quella attesa allora avremo fatto male e sarebbe stato meglio acquistare un Obbligazione a Tasso Fisso tradizionale. Per capire bene questo ragionamento dobbiamo fare un passo indietro e comprendere bene il meccanismo di funzionamento delle Obbligazioni Inflation – Linked dove le più diffuse sono le italiane BTPi, le francesi OATei e le USA TIPS (Treasury Inflation Protected Securities) Le Obbligazioni indicizzate all’inflazione vengono emesse (semplifichiamo) con valore 100 e con un tasso di interesse fisso più basso rispetto alle obbligazioni tradizionali, ipotizziamo 0,25% ( rispetto ad esempio a 2,50% dei bond tradizionali). Questo Tasso di Interesse viene definito come Tasso di Interesse Reale, perché è un valore che sarà al netto dell’inflazione che ci sarà nel futuro. Il Bond inflation linked distribuirà semestralmente una cedola pari al 0,125% (applicato al capitale rivalutato all’inflazione) e alla scadenza rimborserà il capitale investito moltiplicato per l’indice di inflazione. Se l’inflazione media a 10 anni fosse stata del 3,00% avremmo investito da esempio €. 1.000 e alla scadenza avremmo ricevuto €. 1.346 a cui sommare circa €. 29,00 di cedole L’importo di €. 29,00 è l’interesse reale percepito (0,25%) ovvero il reale guadagno al netto dell’effetto erosivo dell’inflazione che abbiamo recuperato pari ad €. 346,00 Questo importo reale di €. 29,00 sembra poco, ma spesso a fronte di un investimento di €. 1.000 il rendimento reale ( al netto dell’inflazione ) risulta negativo, ovvero gli interessi percepiti non sono riusciti a difendere il valore dei nostri risparmi. Quando dobbiamo scegliere tra investire in un Bond a Tasso Fisso o in un Bond Inflation-Linked dobbiamo guardare al Tasso di Inflazione Break Even o Tasso di Pareggio Semplificando il Tasso di Pareggio è la differenza tra il Tasso di Rendimento di un Bond a Tasso Fisso e il Tasso Reale di un Bond Inflation-linked e ci esprime il livello di inflazione attesa nel futuro dove è indifferente aver investito in un Bond tradizionale o in un Bond indicizzato all’inflazione. Facciamo un esempio e ipotizziamo: Rendimento del Treasury USA 10 anni: 3,70% Tasso Reale del TIPS 10 anni (USA Treasury Inflation Linked): 1,40% Tasso di Inflazione di Pareggio: 2,30% ( 3,70% - 1,40% ) Se nei prossimi 10 anni il tasso medio di inflazione sarà: maggiore del 2,30% allora sarà stato più conveniente e remunerativo aver investito in un Treasury Inflation Linked (TIPS) inferiore al 2,30% sarà stato più remunerativo aver investito in un Treasury a tasso fisso uguale al 2,30% sarà stato indifferente possedere un Bond a tasso fisso o indicizzato all’inflazione Qui sotto c’è una tabella dove è possibile verificare per i Bond USA decennali quando è stato più remunerativo acquistare Bond a Tasso Fisso o Bond Indicizzati all’Inflazione Ad esempio per i Bond decennali scaduti il 15/01/2023 ( periodo investito dal 15/01/2013 al 15/01/2023) è stato più remunerativo investire in TIPS rispetto ai Treasury seppur di poco: 0,11% per anno Le differenze più clamorose sono state + 1,59% a favore dei TIPS per il periodo dal 15/01/2009 al 15/01/2019 e viceversa + 0,99% a favore dei Treasury per il periodo dal 15/07/2008 al 15/07/2018 Nel primo caso in data 15/01/2009 il rendimento dei Treasury era 2,36% con un’inflazione media attesa molto bassa pari a 0,12% e il Tasso reale dei TIPS era 2,245% Nei successivi 10 anni il tasso medio di inflazione è stato molto più alto pari al 1,70% e quindi il rendimento è stato molto più elevato per i TIPS pari a 1,59% per ciascun anno. Come si può facilmente vedere il differenziale di rendimento è uguale alla differenza tra il Tasso di Inflazione Break Even ( Inflazione Attesa nel futuro) e il Tasso di Inflazione Storica (Inflazione Effettiva) Investire in un Bond a Tasso Fisso o in un Bond Indicizzato all’Inflazione è sostanzialmente una scommessa su quale sarà il tasso di Inflazione medio nei prossimi 10 anni, ovvero se sarà maggiore o minore del tasso di inflazione attesa oggi. In conclusione la risposta alla domanda iniziale sarà: dipende ! Dipende da quale sarà il Tasso di Inflazione medio nei prossimi anni rispetto a quello atteso ad oggi. Visto che nessuno è in grado di conoscere il futuro, sarà meglio utilizzare entrambi i Bond: nominali e indicizzati all’inflazione, così non avremo rammarichi.
Continua a leggereLA DONAZIONE DEGLI IMMOBILI AI FIGLI
Scritto il 01.03.2023Gli Immobili che vengono donati dai Genitori ai Figli pongono seri problemi alla loro futura circolazione, ovvero alla possibilità di essere successivamente rivenduti sul mercato. Il terzo acquirente rischia di poter subire un’azione di restituzione da parte di un erede leso o pretermesso nella propria quota di legittima. L’azione di restituzione può essere esercitata entro 20 anni dalla data della trascrizione della donazione; periodo ventennale che può essere aumentato nel caso in cui il coniuge e i parenti in linea retta del donante si oppongano a questa donazione, sempre che il donante sia in vita, altrimenti può essere esercitata entro 10 anni dalla sua morte. In sostanza colui che acquista un immobile di provenienza donativa, per molti anni è soggetto al rischio di dover restituire l’immobile senza ricevere alcun risarcimento ovvero perdere tutti i soldi investiti nell’acquisto dell’immobile. In conclusione quando il figlio riceve in donazione un immobile dai genitori, si ritrova un bene che difficilmente potrà rivendere sul mercato per molti anni, anche se oggi ci sono delle polizze assicurative che possono tutelare l’acquirente dal rischio di restituzione e quindi superare questa difficoltà nella circolazione del bene. Con la donazione indiretta degli Immobili questi problemi non si pongono. La Donazione Indiretta è un atto formalmente diverso dalla donazione, ma che in sostanza produce il medesimo risultato, ovvero di arricchire un soggetto senza ricevere niente in cambio solo per spirito di liberalità. Il caso più frequente di donazione indiretta è quella dell’intestazione di beni a nome altrui e in particolare quella dell’acquisto di un bene immobile con denaro dei genitori intestato a favore del figlio. In sostanza il figlio individua il bene immobile che desidera acquistare e alla stipula dell’atto notarile di compravendita paga il venditore con un assegno circolare emesso dal genitore e il Notaio specifica nell’atto che “il prezzo di acquisto è stato pagato dai genitori”. Dal punto di vista Civilistico e Fiscale non è una Donazione Formale ma bensì un Contratto di Compravendita per cui: non è necessaria la presenza di due testimoni (obbligatorio per la Donazione Formale); la trascrizione dell’atto in Conservatoria è “compravendita” e non “donazione”; non è soggetto all’imposta di donazione; è soggetto solo al pagamento dell’imposta di registro - Iva / imposta ipotecaria / imposta catastale (come per qualsiasi compravendita immobiliare); in caso di accertamento fiscale subito dal figlio è possibile giustificare la provenienza del denaro dai genitori (dichiarazione nell’atto pubblico); In caso di successiva Donazione o Successione, il figlio beneficierà sempre della franchigia piena di €. 1.000.000 (questa donazione indiretta è esente dall’imposta di donazione e quindi non erode la franchigia); in caso di successione il figlio imputerà alla propria quota di legittima il valore attuale dell’immobile (formalmente è una compravendita, ma sostanzialmente è una donazione di immobile e quindi all’apertura della successione il valore da dichiarare sarà quello attuale dell’immobile e non del prezzo storico pagato); in caso di successiva vendita dell’immobile e di azione di restituzione, il figlio venditore dovrà restituire il valore dell’immobile in denaro e il terzo acquirente non sarà mai chiamato a restituire l’immobile (il terzo acquirente non rischia niente). Come confermato dalla Cassazione ( Cass. 11496/2010 – Cass. 35461/2022 ) nell’ipotesi di donazione indiretta di un immobile, realizzata mediante l’acquisto del bene con denaro proprio del disponente ed intestazione ad altro soggetto, che il disponente medesimo intenda in tal modo beneficiare, la compravendita costituisce lo strumento formale per il trasferimento del bene ed il corrispondente arricchimento del patrimonio del destinatario, che ha quindi ad oggetto il bene e non già il denaro. Tuttavia, alla riduzione di detta liberalità indiretta non si applica il principio della quota legittima in natura (connaturata all’azione nell’ipotesi di donazione ordinaria di immobile ex art. 560 cod. civ.), poiché l’azione non mette in discussione la titolarità dei beni donati e l’acquisizione riguarda il loro controvalore, mediante il metodo dell’imputazione. Mancherebbe, secondo la Cassazione, il meccanismo di recupero reale della titolarità del bene. Il valore dell’investimento finanziato con la donazione indiretta, quindi, dev’essere ottenuto dal legittimario leso con le modalità tipiche del diritto di credito. In ipotesi di liberalità indiretta, dunque, l’azione di restituzione non sarebbe esperibile nei confronti del terzo avente causa dal “donatario indiretto”. Dal punto di vista fiscale l’atto di compravendita dell’immobile con pagamento effettuato dal genitore è esente dall’applicazione dell’imposta di donazione (ex art 1 co 4-bis TUS) e l’importo di questa donazione indiretta non rientra nel calcolo del coacervo (ex art 57 TUS) ovvero non erode le franchigie che per il figlio è pari ad €. 1.000.000 La dichiarazione del figlio nell’atto notarile che il denaro è fornito dai genitori, evita il potenziale accertamento delle liberalità indirette (ex art 56-bis TUS) da parte dell’Agenzia delle Entrate, dove ci sarebbe il rischio per il figlio di dover pagare un’imposta del 7,00% sul valore maggiore di €. 180.759,91. L’imposta del 7,00% sarebbe per il figlio una discreta sanzione, visto che se la donazione indiretta fosse stata dichiarata avrebbe goduto di una franchigia di €. 1.000.000 e una aliquota di imposta del 4,00% In realtà questa “sanzione” del 7,00% recentemente è stata messa in discussione dalla Cassazione ( n. 27665 / 2020) dove andrebbe applicata l’aliquota massima del 8,00% ma solo sugli importi che superano la franchigia di €. 1.000.000 per i figli Come si comporterà l’Agenzia delle Entrate quando prossimamente accerterà donazioni indirette non registrate volontariamente e confessate dal figlio (confessate per evitare l’accusa di redditi non dichiarati o riciclaggio) ? Magari applicherà l’aliquota massima del 8,00% ma sugli importi che superano la franchigia ridotta di €. 180.759,91 obbligando il figlio ad impugnare l’atto di accertamento e ricorrere in Commissione Tributaria magari fino a dover arrivare in Cassazione. Vale la pena rischiare ? Con una aliquota ridotta del 4,00% e una rilevante franchigia di €. 1.000.000 la risposta forse è scontata.
Continua a leggereGRIFTNOMICS – ECONOMIA DELLA TRUFFA
Scritto il 01.06.2022Stiamo vivendo un periodo storico dove: un file JPEG può essere venduto a $. 1.000.000 Attori di cinema e Influencer di moda promuovono schemi cripto ponzi Famosi Imprenditori trasformano Olio di serpente in nuova moneta Parlamenti e governi stanno dormendo Giornalisti pompano gli schemi piramidali nei loro articoli Benvenuti nell’era della GRIFTONOMICS ovvero nella ECONOMIA DELLA TRUFFA Jackson Palmer co-creatore della criptovaluta Dogecoin esplora il mondo del gigantesco cripto schema piramidale che ha contagiato negli ultimi anni il mondo intero inaugurando il suo nuovo sito web: http://griftonomics.com/ Lui conosce molto bene questo mondo ed è rimasto scioccato quando ha visto che la sua creazione Dogecoin nata per prendere in giro questo mondo, è diventata poi un asset di valore. Uno scherzo è diventato un Asset di Valore ? Qui si che ci sono ampi spazi per truffare e arricchirsi velocemente a scapito dei poveri pinocchi !!
Continua a leggereLE PREVISIONI DEL PREZZO DEL BITCOIN
Scritto il 25.05.2022Bitcoin crollerà ancora del 70% e scenderà a $. 8.000 Quasi tutte le cripto valute sono senza alcun valore e presto spariranno a causa della politica restrittiva della FED. Questa è la previsione di Scott Minerd responsabile degli investimenti della Guggenheim Investments con circa $. 350 miliardi AUM che ha fatto in questi giorni a Davos. Lo stesso Scott l'anno scorso aveva previsto che il BTC salisse a $. 600.000 e invece è arrivato a $. 65.000 per poi precipitare a $. 29.000 Fare previsioni in Finanza è sempre molto difficile, figurarsi in un settore wild west come quello cripto dove i prezzi sono movimentati dall'Hype ovvero da una montatura promozionale e pubblicitaria con riflessi spesso evangelici. Lasciamo perdere le previsioni sui prezzi come fa il buon Warren Buffet, il quale con il suo pragmatismo afferma che: << non lo so quale sarà il prezzo del Bitcoin tra 5 o 10 anni, l'unica cosa che so per certo è che non produce e non produrrà niente >> PS:....non produce niente, ma consuma elettricità come una nazione…
Continua a leggereCRIPTO FINANZA: G7 STRETTA REGOLATORIA IN ARRIVO
Scritto il 23.05.2022I Ministri delle Finanze del G7 hanno deciso di velocizzare la Regolamentazione del Wild West della Cripto Finanza. La disfatta della stablecoin Terra-Luna con la perdita del 100% dei soldi investiti dai piccoli risparmiatori ha dato una spinta ulteriore a porre fine (almeno a ridurre) alle truffe, inganni e illeciti che popolano questo settore. Gli indirizzi emergenti dal Documento finale della riunione del G7 Finanza tenuta in Germania dal 18 al 20 maggio 2002 sono in sintesi: sviluppo e promozione delle CBDC per i pagamenti internazionali tutti i cripto assets devono essere assoggettati alle medesime regole dei tradizionali assets: stessa funzione, stessi rischi, stesse regole nessuna stablecoin globale potrà essere operativa senza rispetto della regolamentazione adozione della Travel Rule, ovvero tutti gli scambi in cripto assets devono essere monitorati e identificati i contraenti ai fini Antiriciclaggio (anche ovviamente i wallet gestiti dai singoli privati) gli obiettivi ambientali dell'Accordo di Parigi 2030 e 2050 devono essere assolutamente raggiunti (quindi niente energivoro proof of Work)
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