Ogni scelta che prendiamo sul mercato è dettata da logiche di market timing, anche quelle fatte per ridurre il rischio di market timing; un esempio è proprio il PAC.
Sebbene il PAC sia un ottimo strumento per ridurre il rischio di investire nel momento sbagliato, portandoci a pensare di limitare l'effetto market timing, in realtà questa soluzione è una scelta stessa di market timing, in quanto sposta semplicemente il rischio più avanti nel tempo.
Se infatti l'ingresso graduale sul mercato aiuta notevolmente l'investitore qualora pronti via ci trovassimo ad affrontare un ribasso, o un Bear Market azionario, dalla parte opposta ci penalizzerebbe qualora Mr Market pronti via decidesse di crescere a dismisura, e crollare proprio sul finale del nostro percorso di accumulo. In quel caso, la salita iniziale impatterebbe poco, essendo calcolata su cifre investite ridotte, mentre la discesa finale, calcolata sull'intero capitale investito, farebbe danni notevoli.
Il PAC in questo senso può essere visto come una scelta di market timing che segue una view di ribasso nel breve termine dei mercati.
In alternativa, il PIC diventa la soluzione migliore.
Naturalmente, il problema nasce dal fatto che nessuno sa cosa farà il mercato nel momento in cui iniziamo a mettere i nostri soldi al lavoro sulle Borse mondiali.
Investire resta quindi una materia complessa.
Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto.