Matteo Giovagnoni

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Consulente finanziario

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I soldi sono il mezzo per costruirsi un futuro migliore

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 26.05.2023

“Il tempo è denaro”, recita un vecchio adagio. Ma potremmo dire che è vero anche il contrario: il denaro è tempo. Sì, perché ci vuole tempo per pianificare i guadagni e ci vuole tempo per gestirli. Ma bisogna anche darsi il tempo per capire quale destinazione dare loro, verso quale progetto di vita indirizzarli: una nuova casa, un’auto nuova, una famiglia, un’attività imprenditoriale o artistica, la scuola e l’università dei figli, gli anni della pensione altrove, magari al mare, magari all’estero. Quando si parla di progetti di vita, o semplicemente di serenità finanziaria, il pensiero degli italiani corre spesso alle cose che contano: persone, affetti, avvenimenti, momenti, come segnala Research Dogma in una recente indagine. Per ciò che conta va trovato il tempo, certo, ma non solo: occorrono anche le risorse. Anche sotto questo punto di vista, secondo Research Dogma il 64% degli italiani ha buone intenzioni: ritiene infatti che sia importante dedicare del tempo a ragionare sui vari progetti di vita con un buon consulente finanziario, in grado di aiutarli a trovare le soluzioni che consentano di tramutarli in realtà. Fatto sta che l’orizzonte temporale è fondamentale nella definizione degli obiettivi, di qualunque tipo essi siano. La buona finanza sa fare anche questo: aiutare a costruire un progetto finanziario di medio-lungo periodo, evitando a chi vi si affida di perdersi nelle ansie quotidiane dei mercati e di prendere quindi la decisione sbagliata nel momento sbagliato. Il ruolo del tempo nella gestione del denaro Nella gestione del denaro, il tempo è una leva fondamentale. Solo dando tempo al tuo denaro puoi ottenere risultati importanti, a prescindere dal tuo capitale di partenza. Su questo gli italiani interpellati da Research Dogma hanno espresso posizioni molto sagge, con tre convincimenti sui quali possiamo tutti concordare. • Pianificare bene la gestione dei risparmi (piccoli o grandi che siano) nel tempo, senza preoccuparsi degli alti e bassi dei mercati, rende più sereni e libera tempo per le cose che contano (77%). • Meglio sfruttare il tempo investendo i risparmi un poco per volta per ottenere migliori risultati e accumulare un capitale, piccolo o grande che sia (72%). • Mantenere un investimento in azioni/fondi azionari per diversi anni aiuta a diminuire il rischio e aumenta i risultati (58%). Basta avere buone idee per adottare buoni comportamenti? No, non basta. Un conto, infatti, è identificare le cose importanti per noi e ciò che ci fa battere il cuore, un altro è dedicare tutto il tempo necessario a questi elementi di valore, per il nostro benessere e per quello dei nostri cari. Lo stesso accade con le strategie finanziarie: gli italiani hanno le idee, ma per passare dal piano teorico a quello pratico e concreto queste idee hanno bisogno di un supporto concreto, dalla consulenza finanziaria innanzitutto. E la consulenza serve appunto a questo: a tracciare e lastricare la strada verso la realizzazione delle tue idee.  

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Cosa è successo ad Aprile sui mercati?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 05.05.2023

Il mese appena concluso si è caratterizzato per una riduzione dell’inflazione, ma anche per una continua fase di stabilizzazione dei mercati che ancora attendono dei segnali forti confortanti per riprendere la corsa. Il settore bancario resta ancora il protagonista anche nel mese di aprile. In America la crisi della First Republic, che si aggiunge a quelle della Silicon Valley Bank e della Signature Bank, ha avuto riflessi sui mercati azionari: è stato così anche in Italia, dove i titoli bancari pesano molto sul paniere principale. Forti i riflettori sulle decisioni delle banche centrali, mentre l’inflazione, che a marzo aveva segnato una robusta frenata in Europa, ad aprile ha cominciato a rialzare la testa. Anche se c’è un aspetto positivo: l’inflazione core, ossia al netto di beni energetici e alimentari, è rimasta stazionaria nel mese. I principali fatti del mese A seguito di un periodo di calma, negli Stati Uniti è riesplosa la bufera sul settore bancario. Dopo i casi Silicon Valley Bank e Signature Bank, infatti, nella parte finale del mese si è riacutizzata la crisi di First Republic, dopo che l’istituto ha annunciato di aver perso 100 miliardi di dollari di depositi nell’ultimo trimestre. La Federal Deposit Insurance Corporation, quindi, ha deciso di intervenire dopo aver cercato, invano, di trovare una soluzione tra privati. L’agenzia federale ha quindi posto in amministrazione controllata l’istituto e aggiudicato l’asta a Jp Morgan Chase, la più grande banca degli Stati Uniti. La vera domanda che si pongono i mercati, ora, è se quello di First Republic sarà l’ultimo salvataggio oppure se ne saranno necessari altri.   In Europa, nonostante le perdite in Borsa dei titoli bancari, sono arrivati segnali incoraggianti. Deutsche Bank, per esempio, ha chiuso il trimestre con conti molto robusti. Era un test molto importante, poiché la banca tedesca era stata bersagliata dalle vendite e considerata dal sistema bancario mondiale il prossimo anello debole dopo Credit Suisse.   Lato macro, negli Stati Uniti la crescita trimestrale è frenata al +1,1%, rallentando più delle previsioni degli analisti, che ora temono una recessione in avvicinamento. In Europa, i dati sul Pil sono stati nel complesso buoni: se da una parte un Paese importante come la Germania ha avuto una flessione dello 0,1%, l’Italia e la Spagna hanno registrato un +0,5% nel trimestre e pure la Francia ha riportato un dato positivo (+0,2%).   Inflazione in chiaroscuro: nell’Eurozona è tornata a salire al 7% (dal 6,9%). In Italia, il dato aggregato ha fatto segnare un +8,3%, ma la buona notizia è che l’inflazione core è rimasta stabile al +6,3%, senza salire ulteriormente. E in Usa? Meglio: le strette della Fed cominciano a funzionare, con il dato complessivo sceso al 5%, oltre le aspettative al 5,6%.   In Usa sono arrivati i conti trimestrali delle grandi banche (tutti molto positivi). Bene anche i conti di Meta e di Amazon, nonostante quest’ultima abbia registrato una frenata sul cloud.   Nel resto del mondo, la crescita cinese va forte e traina i titoli del lusso. Basti pensare che Lvmh è diventata la prima azienda europea a sforare il mezzo miliardo di capitalizzazione di mercato. Conclusioni Il mese che si apre offre ancora spunti sui conti trimestrali in Italia: Intesa Sanpaolo li pubblicherà il 5 maggio, UniCredit il 3 maggio. Buoni risultati rafforzerebbero ancora di più la visione di un sistema bancario solido. Resta ancora l’inflazione il driver del prossimo futuro anche per comprendere la strada che dovranno ancora percorrere le banche centrali. A distanza ormai di più di 15 mesi, per gli investitori di lungo periodo questo non può che essere un momento adatto per rivisitare la propria pianificazione cercando di comprendere possibili miglioramenti e occasioni per aumentare i rendimenti medi dei propri portafogli. Per l’investitore prudente e con orizzonti temporale breve/medio se ha preso le giuste decisioni negli anni passati sembra sempre più vicino il ritorno ad una “normalità” o meglio confidenza con l’immaginario italiano di “investimenti a basso rischio” con il ritorno prepotente dei rendimenti sugli asset obbligazionari.

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Cosa è successo a Marzo sui mercati?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 14.04.2023

Si chiude un mese all’insegna delle montagne russe. Crisi bancarie partite dagli Stati Uniti e poi approdate in Europa, il crollo di #CreditSuisse poi acquistato da #Ubs sono stati i driver. Il timore che il contagio si potesse propagare ulteriormente ha inizialmente fatto scendere le Borse, in particolare i titoli bancari e finanziari. A ciò ha fatto però seguito un corposo recupero, in scia alle rassicurazioni delle principali autorità mondiali. Lato opposto, a dare manforte alla ripresa una serie di buoni dati sull’inflazione, che hanno cominciato a far prezzare ai mercati il possibile raggiungimento del picco sui tassi d’interesse da parte della Federal Reserve e, a breve, della Banca centrale europea. I principali fatti del mese Come si accennava, le protagoniste assolute dell’ultimo mese sono state le banche. Tutto è partito dalla Silicon Valley Bank, la sedicesima banca degli Stati Uniti, che è crollata per aver cercato invano un aumento di capitale dopo aver subito una perdita di 1,8 miliardi di dollari. L’istituto, trovatosi in crisi di liquidità a seguito della stretta monetaria della Fed, si è visto costretto a dismettere una parte del suo portafoglio di bond a lunga scadenza, che a causa della crescita dei tassi avevano perso valore. Il 9 marzo l’istituto californiano ha perso il 62% in Borsa, con conseguente fuga dei depositi che ha reso necessario, il giorno successivo, un intervento delle autorità federali, le quali hanno nominato la Federal Deposit Insurance Corporation come curatore fallimentare. Il contagio si è poi propagato ad altre banche Usa, dalla Signature Bank (poi fallita) alla First Republic Bank, facendo temere per la tenuta delle banche regionali, al centro di una crisi di fiducia.   In un mondo iperconnesso, non ci è voluto molto affinché un altro grande istituto in salute precaria, la svizzera Credit Suisse, finisse in difficoltà. La Saudi National Bank, primo azionista con il 9,9%, ha dichiarato con il suo presidente che non avrebbe partecipato a un nuovo aumento di capitale, facendo deflagrare la crisi. A tal punto che il 19 marzo, in un salvataggio concertato dalla Banca nazionale svizzera, Ubs è arrivata ad acquisire la banca rivale per 3 miliardi di franchi.   Ha fatto discutere, nel salvataggio della banca elvetica, la scelta di sovvertire i criteri di assorbimento del capitale. L’aver azzerato prima una particolare categoria di bond, gli AT1, ha spaventato i mercati, innescando una nuova pioggia di vendite. A pagarne le conseguenze è stata un’altra grande banca europea, Deutsche Bank, che è arrivata a perdere in Borsa fino all’11,6%. I timori sono poi rientrati, con le rassicurazioni delle autorità europee sul rispetto delle regole del bail-in (che prevedono prima l’azzeramento degli azionisti, poi quello degli obbligazionisti) e sulla solidità di Deutsche Bank e del sistema nel suo complesso.   Tra le buone notizie c’è la discesa dell’inflazione, che a marzo è calata sensibilmente in Germania, Spagna e Italia. In particolare, nel nostro Paese, l’inflazione annua è scesa al 7,7%, rispetto al 9,1%, trascinata principalmente dal ribasso dei prodotti energetici.   Conclusioni Continua la guerra di nervi tra i mercati e gli investitori, quindi sarà fondamentale aver ben salde le proprie convinzioni sul “perché” state investendo. Da tenere sotto la lente per questo mese i dati sull’inflazione e le prossime mosse di politica monetaria. Gli analisti scommettono ora su un rallentamento dei rialzi, ma per scoprirlo bisognerà attendere le riunioni in programma a maggio, per le quali saranno fondamentali i dati sui prezzi di aprile e i primi risultati sul Pil del 2023. Lato Cina il conseguente ritocco verso l’alto delle stime economiche potrebbe portare qualche rialzo sui prezzi del petrolio, mentre in Europa il focus sarà sull’inizio della stagione di riempimento degli stoccaggi, che tuttavia non dovrebbe serbare particolari sorprese. Ultimo, ma non certo per importanza, il conflitto russo-ucraino, in caso di svolte (positive come negative) potrebbero esserci ripercussioni sui corsi azionari. Al momento, si attende una possibile controffensiva dell’Ucraina a primavera o comunque prima dell’estate. Nonostante i fatti di quest’ultimo mese, che ci sono ed è normale ci siano come sempre, i mercati continuano la marcia verso la ricerca di un equilibrio macinando performance positive da inizio anno.

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Prima di investire in azionario devi essere pronto a farlo

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 07.04.2023

Ci troviamo di fronte alla più grande guerra di nervi tra mercato ed investitore degli ultimi 20 anni. L'ultimo nuovo massimo storico per S&P 500 è stato il 3 gennaio 2022. Sono passati 450 giorni, più di un anno dal picco del mercato americano, ma anche similmente degli altri mercati principali globali. Può sembrare un’eternità ma numeri alla mano non è proprio così. Esaminando ogni mercato ribassista a partire dal 1950 i dati dicono che: Includendo l'attuale mercato ribassista: il drawdown medio dal picco al minimo è una perdita di poco inferiore al 35%; il numero medio di giorni per passare dal picco al minimo è 381, quindi poco più di un anno; il numero medio di giorni per passare dal picco precedente ai nuovi massimi storici è di 1.166 giorni o più di 3 anni. Il premio al rimbalzo più veloce da un picco all'altro è stato il crollo del Covid nel marzo 2020. Sono bastati “solo” 6 mesi per i nuovi massimi. Prima di questo, il periodo di tempo più breve per vedere di nuovo nuovi massimi era di 436 giorni ed è successo nel 1950. Quindi può volerci del tempo per riprendersi completamente da un mercato ribassista. Non so quanto tempo ci vorrà stavolta, ma non è insolito che il mercato azionario ti faccia sentire malissimo regolarmente. Funziona così il mercato azionario, ed è bene saperlo prima di investire i nostri risparmi per non incorrere in errori comportamentali e bias cognitivi. Sono due le armi di cui devono munirsi gli investitori per uscirne vincitori, anche in questa ultima battaglia. Un buon piano patrimoniale, personalizzato che ti permetta di sentirti SOLIDO ogni giorno della tua vita, ORGANIZZATO e CERTO che stai prendendo oggi la migliore decisione per il tuo domani. Un buon bagaglio di nozioni che tengano a bada le emozioni nei momenti di stress. A riguardo, uno dei miei grafici preferiti del mercato azionario a lungo termine mostra il tasso di successo storico su vari orizzonti temporali: Storicamente più lungo è il tuo orizzonte temporale, maggiori sono le tue possibilità di vedere rendimenti positivi. Su base giornaliera, il tasso di successo storico è solo del 55% circa, il che significa che il 45% di tutti i giorni di negoziazione sono stati perdite. E solo il 5% di tutti i giorni di negoziazione si è chiuso a nuovi massimi storici. Ricorda: Negli investimenti mettiti sempre dalla parte giusta delle probabilità. Fondamentalmente, più spesso guardi i tuoi investimenti nel mercato azionario, peggio ti sentirai dal momento che passiamo così tanto tempo in uno stato di ribasso. Il famoso, Richard Thaler, ha anche dato un nome a questa perversa mania dell’investitore, ossia, miope avversione alla perdita. L'avversione alla perdita è l'idea che le perdite facciano male il doppio dei guadagni che ci fanno sentire bene. E la miopia è l'idea che più frequentemente guardi il tuo portafoglio, più è probabile che tu provi la puntura dell'avversione alla perdita. Più guardi, peggio ti sentirai riguardo alla tua performance. Meno guardi, più spesso vedrai guadagni nel tempo. Inoltre, non è che prestare maggiore attenzione al tuo portafoglio garantirà risultati migliori. Per la maggior parte degli investitori, prestare maggiore attenzione può portare a più errori perché quella miope avversione alla perdita ti tenta ad apportare più modifiche al tuo portafoglio, il che può portare a più errori dalle tue emozioni. Certo, al giorno d'oggi non è facile ignorare i propri investimenti o il mercato azionario. Le informazioni sono ovunque ed anche consultare i propri portafogli è diventato a portata di click. Forse un po' troppo, quindi tieni a mente questi insegnamenti ed il mercato ti premierà. Seguimi su http://www.mgfinancialadvisor.com

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Il capitale “protetto” dal tempo

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 31.03.2023

Sin dagli studi di filosofia e fisica delle superiori sono rimasto affascinato dal concetto di tempo e del suo legame con la nostra vita. Il tempo è gratis ma è senza prezzo. Non puoi possederlo ma puoi usarlo. Non puoi conservarlo ma puoi spenderlo. Una volta che l’hai perso non puoi più averlo indietro. L’autore è Harvey Mackay  un uomo d'affari americano, autore e editorialista sindacato di Universal Uclick. La sua rubrica settimanale fornisce consigli sulla carriera e ispirazione ed è presente in oltre 100 giornali. Mackay è autore di sette libri bestseller del New York Times, inclusi tre bestseller numero uno. Nel suo pensiero, ci sono molti insegnamenti validi anche nel mondo degli investimenti. Infatti nell’equazione del successo finanziario la variabile TEMPO è sempre la principale. Negli ultimi giorni siamo stati tempestati da notizie sulla guerra tra Russia ed Ucraina e su crac bancari spesso super inflazionati e che hanno riportato alla mente il 2008. Funziona così il mercato, e continuerà a farlo anche nel futuro quindi meglio imparare a dare il giusto peso agli eventi in base al tempo del nostro piano. Questo è uno dei grafici di borsa a lungo termine preso da Ritholtz Wealth Management LLC, che spiega tantissimo sul mondo in cui vivranno i tuoi progetti finanziari. E’ evidente la natura casuale del mercato azionario e di quanto possa essere irregolare la tua esperienza come investitore in azioni. Ecco la seconda variabile che dovrai farti amica per vincere negli investimenti: la volatilità. Se desideri ottenere rendimenti a lungo termine, non puoi sbarazzarti degli alti e bassi del mercato a breve termine. Questo è il compromesso che fanno e facciamo tutti quando decidiamo di beneficiare del mercato per ottenere “più soldi”. Ci sono solo 2 modi per rendere complementare la variabilità del mercato alla nostra emotività da investitore: Potresti detenere più liquidità o obbligazioni per smorzare la volatilità del tuo portafoglio complessivo; Estendere il tuo orizzonte temporale. Ora cerchiamo di spiegare il titolo dell’articolo con alcuni dati esaminando la gamma di risultati su intervalli di tempo più lunghi. Ecco i rendimenti annuali migliori e peggiori per lo S&P 500 su periodi di 1, 3, 5, 7, 10, 15, 20 e 30 anni  dal 1926 al 2022: Ci sono evidenze clamorose che risaltano qui: La gamma di risultati si restringe man mano che vai avanti. Più è lungo l’orizzonte temporale più sparisce la parola “worst”,  peggiore, dalle possibilità di rendimenti. Hai presente quando il tuo consulente, se lo hai, di lungo periodo? Bè non è una frase fatta ma ha prove statistiche che lo fanno essere un mantra negli investimenti con elevata percentuale di azionario. Infatti puoi rimanere schiacciato dal caso per un periodo di 1-5 anni. È possibile ma altamente improbabile che accada se resisti per 20-30 anni. Puoi ancora avere scarsi risultati a lungo termine, ma non nulla di simile al tipo di mercati negativi che vedrai a breve termine. ATTENZIONE: Non ti viene garantito nulla estendendo il tuo orizzonte temporale. Ma i numeri storici mostrano che il rischio della coda sinistra di essere annientato si allontana lentamente man mano che gli anni si sommano. Il tempo aumenta le tue probabilità di vincente sul mercato. Le probabilità storiche favoriscono l'investitore a lungo termine. Oltre il 75% dei periodi di 20 anni ha registrato rendimenti annuali dell'8% o superiori. Quasi il 96% dei periodi di 30 anni ha avuto rendimenti annuali del 9% o più. In 30 anni si tratta di un rendimento totale di oltre il 1.300%. Il peggior rendimento di 30 anni è stato di oltre l'800%! Il profilo di rendimento a lungo termine del mercato azionario ha più che compensato le sue carenze occasionali a breve termine. Vedremo una ripetizione di questi risultati in futuro? Non lo so. Ma non vedo che la relazione tra l'esperienza di lungo periodo e quella di breve termine dell'investimento nel mercato azionario cambierà presto. La pazienza sarà comunque premiata. Gli investitori a lungo termine avranno sempre una maggiore probabilità di successo rispetto agli investitori a breve termine. La variazione dei rendimenti sarà sempre maggiore nel corso di giorni e mesi che di anni e decenni. Investire a lungo termine non sarà mai facile, ma rimarrà la soluzione migliore per la stragrande maggioranza degli investitori per ottenere solidi rendimenti nel mercato azionario.

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10 giorni per capovolgere le previsioni

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 13.01.2023

2023 Europa in sofferenza per la crisi energetica Cina lontana dalla riapertura Consenso generalizzato che il peggio per economia e mercati in arrivo nel primo trimestre per poi invece vedere un recupero nel secondo trimestre. ... ???? 10 ?????? ??? 2023 In Europa, l’ondata di clima mite ha permesso di sopportare l’inverno senza intaccare più di tanto le riserve di gas. Nessuno poteva aspettarsi un aiuto dal clima. Nuovi problemi potrebbero presentarsi nel 2023 ma il prossimo inverno è comunque lontano e tante altre cose possono succedere.  La Cina ha a sorpresa riaperto e in maniera sostenuta l'economia. Ad aumentarne la portata il fatto che il governo sembra aver assunto un atteggiamento meno ostile verso le società tech e abbia aiutato il settore immobiliare con provvedimenti sostanziosi. Continua l'opera del la banca centrale di politiche espansive in controtendenza rispetto alle altre banche centrali. Si allontana il rallentamento dell’economia che molti si aspettavano per il primo trimestre. Una recessione resta possibile ma oggi è certo sarà affrontata con un mercato del lavoro forte e con bilanci di banche, imprese e famiglie solidi. La parte difficile della previsione del futuro nei mercati o nell'economia è che è difficile prevedere il futuro. Peter Bernstein una volta scrisse: "?? ??????????à ?? ?????? ????? ?????? ?????? ???????????, ??? ??? ?????? ?? ??????, ?'???????? ?????????? ?? ???????, ??? ??????????? ???? ?????? ????????, ?'????? ??????????? ? ??ò ??? ?????????????? ????????". Nel mondo degli investimenti, quindi, è sin da subito fondamentale mettersi dal lato giusto delle probabilità dandogli una interpretazione funzionale al nostro piano. 55% sono i giorni di mercato positivo degli ultimi 100 anni quasi di mercato statunitense. Ciò significa che nei restanti 45% i nostri investimenti saranno negativi. Sulla base di ciò per il 2023 sicuramente dovremmo aspettarci giorni in rosso e correzioni. dal 1928 il 94% delle correzioni nell'anno sono state del 5% o superiori Nelle 10 decadi passate 8 volte ha avuto rendimenti molto positivi ma sempre passando attraverso numerose correzioni ??? 1928 ?? 2022 ?'?????? ?&? 500 è ????????? ???????? 0 ? 3900 Quindi cosa succederà nel 2023? Qualunque siano i rendimenti alla fine dell'anno, il mercato azionario subirà una sorta di correzione durante i prossimi mesi. Il rischio è più facile da prevedere rispetto ai rendimenti quando si tratta del mercato azionario. Per questo alla base di ogni protocollo di investimento ci sono metodologie di controllo e monitoraggio del rischio, non di promesse di rendimenti. Ed ora ad ognuno le sue considerazioni.

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Lettera agli investitori di fine anno

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 31.12.2022

Siamo ai titoli di coda per il 2022 ed in vista di un nuovo anno con la fiducia che sia migliore di quello appena concluso. I principali mercati azionari del pianeta hanno avuto tutti ribassi a doppia cifra. Mentre la montagna di debito con tassi negativi o prossimi allo zero, frutto di un decennio di politica monetaria super accomodante, ha visto crollare le sue quotazioni su una politica di rialzi delle banche centrali che non solo è stata violenta, ma certe volte anche nebulosa negli obiettivi finali. Inflazione ritornata prepotentemente, celeri restrizioni di politica monetaria, crisi energetica subentrata in seguito alla guerra russa in Ucraina.  Questi i principali fattori, già di per sé sufficienti per innescare un trend ribassista, sono riusciti ad dar vita alla “tempesta perfetta” per ogni portafoglio riuscendo a mettere ko, insieme, il mercato azionario e quello obbligazionario. Il grafico della distribuzione dei rendimenti è un mantra che utilizzo con ogni investitore da anni perché con le dovute riflessioni permette a chiunque di crearsi una idea personale razionale sugli investimenti che andremo a fare. Ogni mattoncino rappresenta i rendimenti dei Treasury a 10 anni (a sinistra) e S&P 500 (a destra) degli ultimi 100 anni. E’ evidente come siano di gran lunga superiori i mattoncini con rendimenti positivi, ma al contempo anche che possono esserci anni negativi e che l’obiettivo di un investitore, quindi, deve essere quello di andare alla ricerca del miglior rendimento medio nel medio-lungo termine. Il 2022 si piazza come il peggior anno in assoluto per le obbligazioni e tra i peggiori per le azioni. Un anno che ha visto perfino cadere uno dei lazy portafoglio storici ossia il 60/40. La statistica però ci fa ben sperare, visto che generalmente ai peggior anni poi seguono delle ottime annate. ATTENZIONE: solo alla fine del 2023 vedremo dove cadrà in nuovo mattoncino. I fatti salienti dell’anno 2022 Ogni mese c’è stata una brutta notizia (alibì finanziario) per trovare un perché del ribasso ma vediamo i principali: L’evento indiscutibilmente più rilevante del 2022 è stato l’inizio della guerra in Ucraina: il 24 febbraio l’esercito russo ha varcato il confine e riportato un conflitto sul suolo europeo dopo decenni. Il mondo occidentale, con Stati Uniti e Ue in testa, ha comminato crescenti sanzioni economiche alla Russia, compreso un embargo e un price cap al suo petrolio a 60 dollari. In risposta, Putin ha tagliato in maniera importante le forniture di gas all’Europa, causando un’impennata spaventosa dei prezzi sul mercato Ttf di Amsterdam che ha costretto i governi europei a spendere massicciamente per proteggere le economie da bollette energetiche fuori controllo. In questo caso, l’approdo finale è stato un accordo su un price cap che entrerà in vigore a febbraio: la novità, arrivata a fine anno, ha contribuito, insieme all’entità considerevole degli stoccaggi in Europa, complici le temperature miti, ad abbassare i prezzi.   Nel frattempo, negli ultimi mesi dell’anno in Cina sono scoppiate violente proteste contro la politica zero Covid del presidente Xi Jinping, confermato nel 2022 alla leadership del Partito Comunista cinese. Il governo ha quindi deciso di allentare le restrizioni per placare la popolazione, facendo riprendere quota al prezzo del petrolio che si era fortemente contratto nella parte finale dell’anno sui timori di una recessione globale.   Grandi protagoniste le banche centrali, a partire dalle due più significative: la Federal Reserve e la Banca centrale europea. In Usa il banchiere centrale Jerome Powell, con l’inizio del 2022, e dopo aver considerato l’inflazione un fenomeno transitorio, ha repentinamente modificato la direzione della sua politica. Meeting dopo meeting, la Fed ha messo a segno diversi rialzi significativi, portando il costo del denaro tra il 4,25 e il 4,50% (e non ha ancora finito). Questo ha pesato sui listini azionari, che hanno continuato a ripiegare in preda alle ansie per le ripercussioni (recessione in vista?) di questa linea così aggressiva sull’economia, e ha portato il dollaro a un clamoroso sorpasso sull’euro. Scenario simile in Europa, con la banchiera centrale Christine Lagarde che ha messo insieme diversi rialzi dei tassi, portando quello principale al 2,5% e annunciando, da marzo, un restringimento del bilancio della Bce da 15 miliardi al mese. Una politica che ha portato i rendimenti dei titoli di Stato a crescere vertiginosamente, cosa che costituisce un rischio per la tenuta del debito sovrano. Imparare dal 2022 per affrontare al meglio i prossimi anni Il 2022 è stato un anno complesso e sicuramente sfidante per i nervi di ognuno. In particolare per tutti i neo investitori che di fatti hanno fatto i conti con uno degli anni peggiori di sempre. Nell’anno andato: ci siamo ritrovati alle prese con un mix senza precedenti di rischi geopolitici; l’inflazione è tornata a livelli che non si vedevano da decenni; il deterioramento del quadro macroeconomico è stato pronunciato; la politica monetaria, da una quindicina d’anni sempre pronta a intervenire, si è convertita a una linea prevalentemente restrittiva proprio per fronteggiare l’inflazione, determinando un importante aumento delle probabilità di recessione in varie aree del globo, seppure con differenze tra Usa, Cina ed Europa. Anni come il 2022 però rappresentano un vero test per capire la differenza tra propensione e percezione del rischio per ogni investitore. Tradotto, un conto è leggere -20% su un prospetto un altro è viverlo sulla propria pelle. Facendo una ultima considerazione tecnica la recessione è almeno in parte già scontata dal mercato oltre al fatto che si è concretizzato un importante “repricing” di molte asset class, che hanno potuto così spurgare anni e anni di mercato “toro” e di politiche monetarie storicamente anormali e di tassi d’interesse bassissimi. Dopo un anno “sfidante”, ci troviamo ora con rendimenti obbligazionari nuovamente appetibili e indicatori fondamentali azionari sui livelli decisamente bassi, che non molti investitori considerano altrettanto appetibili. Ciò detto, probabilmente nei primi mesi del 2023 dovremo ancora fare i conti con la coda dei vari shock economico-finanziari dell’anno concluso, ma è in situazioni così che si costruiscono i migliori rendimenti. Nel 2023 sarà fondamentale avere il giusto focus cercando di capitalizzare al meglio le opportunità di oggi per i propri piani finanziari futuri. Ricorda sempre questo MANIFESTO. È qualcosa su cui puoi riflettere se ti sei mai sentito bloccato nella tua vita di investimento. Se ci credi, lo segui e lo difendi, la tua vita da investitore sarà buona.  

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Cosa è successo a novembre sui mercati?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 09.12.2022

Prosegue la positività di ottobre anche per questo mese sulle Borse mondiali. A sostenere il rialzo sono stati i primi dati positivi sull’inflazione che sembra aver lasciato alle spalle il picco in America e rallenta in Europa. Tutto fa sperare ai mercati in una Fed meno aggressiva con i rialzi dei tassi di interesse. Resta ancora, però, incertezza sul conflitto in Ucraina che non sembra essere vicino a una risoluzione e i prezzi dell’energia, nonostante la vistosa discesa osservata a ottobre, hanno ripreso a salire. Continua la discesa dei prezzi del petrolio, di fronte ai timori per un rallentamento economico a livello globale e alla prosecuzione della politica zero Covid in Cina, malgrado l’insofferenza ormai conclamata della popolazione. Sui mercati è andata bene pressoché ovunque, a partire dall’Europa e dagli Stati Uniti. Più di tutti, però, si è evidenziata la grande rimonta dell’azionario cinese, che aveva vissuto momenti particolarmente grigi nel corso dell’anno.  I principali fatti del mese All’inizio dello scorso mese c’è stato l’atteso meeting della Federal Reserve, la banca centrale Usa, che ha decretato il quarto rialzo dei tassi d’interesse consecutivo da 0,75%, portando il costo del denaro nella forchetta fra il 3,75% e il 4%. Dai verbali della Fed, usciti verso fine mese, emerge però una maggioranza del board orientata verso un rallentamento del ritmo nel rialzo dei tassi, che nella riunione di dicembre dovrebbe essere di mezzo punto. A dare manforte a questo orientamento sono arrivati i buoni dati sul fronte del carovita: a ottobre, infatti, il dato sui prezzi al consumo è risultato al 7,7% su base annua, meno delle attese che avevano posizionato l’asticella al 7,9%. Sembrano andare meglio anche i dati in Europa. Nell’Eurozona il dato sull’inflazione si è attestato per il mese di novembre al +10% su base annua, dal +10,6% di ottobre. In Italia il dato è stato stabile al +11,8%, una novità se si pensa che la corsa dei prezzi continuava ad accelerare ormai da molti mesi consecutivi. Anche questo, secondo gli analisti, dovrebbe essere un buon viatico verso una marcia più mite della Bce sul fronte dei tassi d’interesse. Sempre a novembre si è tenuta la Cop27 a Sharm El-Sheikh, che per molti osservatori ha portato a pochi impegni concreti da parte delle potenze mondiali nella lotta al cambiamento climatico. In ogni caso, il risultato più tangibile è l’accordo sulla creazione di un fondo per compensare le drammatiche conseguenze degli eventi estremi nei Paesi più vulnerabili del mondo. È stato anche il mese del G20 di Bali, evento che può annoverare il ripristino del dialogo tra Stati Uniti e Cina come tra i risultati più degni di nota. In Cina, nel frattempo, è in atto un’ondata di proteste contro le restrizioni della politica zero Covid del governo di Pechino. Se da una parte il governo ha risposto allentando leggermente le restrizioni, dall’altra sta reprimendo il dissenso per riportare l’ordine. Conclusioni Sono stati 12 i mesi di ribasso, storicamente tra i più lunghi di sempre. Indubbiamente la prima e vera prova di tempra per gli investitori degli ultimi 10 anni. Mercati così portano una “naturale” selezione tra investitori occasionali e consapevoli. Anni di rialzi hanno portato snaturamenti e overconfidence sia tra che investe e chi fa investire, eccessi che nel 2022 si pagano cari. Per chi invece è arrivato all’ultimo mese dell’anno ancora convinto e sicuro del proprio piano finanziario si aprono portoni di opportunità. In questo grafico la differenza tra lo yield del 2021 ed oggi nelle principali asset class. Queste sono le occasioni che capitano poche volte in un percorso di investimento, i momenti in cui realmente si deve fare gestione attiva sui propri comportamenti e piani. Ricordo ancora nel 2021 tutti parlavano di mercati troppo alti, tanti leoni affermare “aspetto un ribasso per entrare” ma quanti realmente lo hanno fatto? Prova a chiederlo a chi ti è vicino o sai investe e la risposta sarà POCHI o NESSUNO. In questi momenti devi essere bravo nel guardare i tuoi denari con distacco, consapevole che non sai e nessuno sa se realmente siamo sui minimi, sforzandoti a ragionare in maniera cruda sui dati. Oggi investire nell’obbligazionario porta rendimenti doppi o tripli rispetto a 12 mesi fa, mediare sull’azionario rappresenta per dividendi e prezzi un occasione unica per migliorare il rendimento medio del tuo portafoglio.

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Sconfiggere il mercato orso è possibile?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 18.11.2022

Partiamo subito con una bella doccia fredda: SIAMO NEL PEGGIOR MERCATO RIBASSISTA DOPO QUELLO DEL 2007/09. Siamo ad oltre 9 mesi di ribasso con la S&P500 che segna un -28% circa, mentre il Nasdaq ed altri mercati indubbiamente non performano meglio. Bene, se ancora sei in piedi cerchiamo di vedere insieme cosa sta succedendo al comparto obbligazionario. Negli ultimi 27 mesi, il mercato obbligazionario statunitense è sceso di oltre il 17%, il calo più lungo e profondo della storia. Sulla stessa linea negativa quello europeo. L’aumento dei tassi di interesse ha poi dato in questo anno il colpo di grazie ai bond già in sofferenza dal coronavirus. Il noto portafoglio 60/40, infatti, registra nel 2022 il secondo peggior anno dal 1976 ma era scontato visto la negatività che riguarda le sue due principali asset. Intanto, se stai ancora leggendo, devo farti i complimenti perché sei un investitore migliore di quello che magari pensi. Sono due le principali domande che girano nella testa degli investitori oggi: Quanto dureranno i mercati ribassisti di azioni e obbligazioni? Quanto saranno profondi i cali prima che venga raggiunto un fondo? C’è chi cerca risposte nel web e chi invece le vende facendo i propri interessi, ma la realtà dei fatti è che sfortunatamente oggi le risposte nessuno può averle perché ogni crisi è diversa. Dal 1929, il mercato ribassista medio dell'S&P 500 è diminuito del 36% in 14 mesi, ma la deviazione attorno a tale media è stata estremamente elevata. E per quanto riguarda le obbligazioni, siamo già in un territorio inesplorato, ben oltre i cali storici sia in termini di durata che di entità. Il che significa che cercare di prevedere dove e quando si verificherà un fondo è un gioco inutile da giocare. In momenti di stordimenti finanziario come questo porsi le giuste domande è l’unico rimedio al senso di smarrimento che rischia di farti prendere decisioni devastanti per il tuo portafoglio d’investimento. Ecco una breve check list anti-ribasso di mercato che sono convinto ti aiuterà. 1) Conosci il tuo orizzonte temporale Quando i mercati stanno marciando costantemente al rialzo, il tuo orizzonte temporale può sembrare quasi irrilevante. Ma quando l’orso alza la sua brutta testa, niente potrebbe essere più importante. Come mai? Perché se stai investendo con denaro di cui hai bisogno nel prossimo mese o anno, è più probabile che tu diventi un venditore forzato, trasformando la volatilità a breve termine in una perdita permanente. Ma se stai investendo per il prossimo decennio o più, il tempo è dalla tua parte e tutto ciò di cui hai bisogno è la forza d'animo per mantenere il tuo portafoglio nei momenti difficili. Ciò che può aiutare in questo è la prospettiva, sapendo che ogni mercato ribassista del passato è stato infine seguito da un nuovo massimo storico ad un certo punto nel futuro. Dal 1950, il tempo medio di recupero (dal minimo al nuovo massimo) per l'S&P 500 (compresi i dividendi) è stato di 14 mesi, con il recupero più lungo di 48 mesi. Se sembra un'eternità, il tuo orizzonte temporale potrebbe essere troppo breve e non compatibile con un investimento in azioni. Come singolo investitore, il tempo è la tua più grande risorsa. Per utilizzarlo in modo efficace, conosci il tuo orizzonte temporale.   2) Assicurati di essere ben diversificato   La diversificazione è sempre importante, ma durante i lunghi mercati rialzisti questo concetto spesso cade nel vuoto. Durante i 40 anni di mercato rialzista secolare delle obbligazioni che si sono conclusi nel 2020, possedere il mercato obbligazionario totale ti avrebbe reso abbastanza bene (+7,6% di rendimento annualizzato da gennaio 1981 a dicembre 2020 in Bloomberg US Aggregate). Ma il passato non è un prologo negli investimenti e con i rendimenti che hanno toccato i minimi storici nel 2020, le obbligazioni come asset class sono diventate quasi tutte a rischio senza alcuna ricompensa. All'interno del mercato azionario, la diversificazione è stata ugualmente ignorata nell'ultimo decennio, con portafogli concentrati in titoli ad alta crescita (es: $ARKK ETF) e Nasdaq 100 ($QQQ ETF) che superano di gran lunga qualsiasi altra cosa. Ma c'è un ciclo in ogni cosa, e la corsa di 14 anni dei titoli growth ha iniziato a tornare alla media rispetto ai value. 3) Cerca opportunità per ribilanciare   La volatilità nei mercati tende a creare una più ampia dispersione nella performance delle asset class. Ciò può portare a grandi cambiamenti nelle ponderazioni del tuo portafoglio e opportunità di ribilanciamento. Una delle più evidenti di queste opportunità oggi è nelle azioni internazionali, che hanno sottoperformato le loro controparti statunitensi per quasi quindici anni. Il ribilanciamento è in definitiva uno strumento di gestione del rischio, che prende profitti in aree che hanno fatto molto bene su base relativa e si aggiunge ad aree che sono rimaste indietro. Va fatto quindi  non solo per aumentare l'esposizione alle aree in ritardo che sono spesso più economiche, ma soprattutto, come protezione contro brusche inversioni verso la media che possono aggiungere volatilità indesiderata al tuo portafoglio.   4) Concentrati sul lato positivo della situazione   Durante i mercati ribassisti, c'è sempre una lunga lista di cose di cui preoccuparsi, e questa non fa eccezione. Dai timori di recessione all'inflazione galoppante alla minaccia di una guerra nucleare, tutte le notizie di oggi sembrano essere cattive notizie. In questi periodi si è tentati di passare interamente alla liquidità (una quota per il tuo piano d’investimento devi sempre averla), che ha facilmente battuto sia le azioni che le obbligazioni nel 2022. Ma questo è focalizzato sul breve termine. Man mano che il periodo di tempo si allunga, le probabilità che la liquidità sia il miglior investimento svaniscono. Nell’immediato il contante può darti l’idea di sicurezza, ma nel breve e lungo termine è solo una perdita. Questo perché dopo lunghi mercati ribassisti di azioni e obbligazioni, le valutazioni scendono e i rendimenti aumentano, rendendo le azioni e le obbligazioni più difficili da battere. Nessuno può dirti dove e quando i mercati ribassisti di azioni e obbligazioni raggiungeranno il minimo. E va bene, perché prevedere il futuro non è un prerequisito per il successo negli investimenti. Conoscere il tuo orizzonte temporale, assicurati di essere davvero diversificato, cercare opportunità per riequilibrare e concentrati sul lato positivo, sono solo questi fattori che ti permetteranno di resistere a qualsiasi mercato ed ottenere risultati dai tuoi investimenti.

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Cos'è successo a ottobre sui mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 11.11.2022

Ottobre è stato un mese di rimbalzo per quasi tutti i mercati, dopo un agosto e un settembre parecchio difficili. Lo scenario inflattivo continua a persistere e, anzi, in Europa si è aggravato ulteriormente, però si vede qualche spiraglio di luce in lontananza, con il vistoso calo delle quotazioni del gas naturale scese a un certo punto addirittura sotto i 100 euro al megawattora. Il mercato europeo, beneficiando dei ribassi del gas, è stato quello più in salute. Mentre l’America, pur recuperando un po’ di terreno, ha patito gli orizzonti di nuove, forti, strette monetarie e la delusione sugli utili nelle trimestrali di diverse aziende importanti. A Tokyo, l’indice Nikkei si è posto a metà strada tra Europa e Stati Uniti e continua a essere una sorta di mosca bianca non toccata dall’inflazione, unico insieme alla Cina tra i grandi Paesi industrializzati a mantenere una politica monetaria largamente accomodante. Ultima, ma non per importanza, la Cina, di gran lunga il mercato azionario peggiore tra quelli principali: la perdita mensile è stata a doppia cifra in seguito ai nuovi focolai di Covid e alla riconferma di vertici del partito Comunista cinese che in questi anni hanno iniziato a intervenire pesantemente nell’economia. Un’economia che, tra l’altro, continua a crescere, ma a livelli nettamente inferiori a quelli a cui il Dragone ci aveva abituati. I principali fatti del mese Le banche centrali continuano a essere molto aggressive. A ottobre è stato il turno della Bce che ha varato un altro rialzo dei tassi da tre quarti di punto, il secondo di fila, portando il tasso di rifinanziamento principale al 2%. Le prospettive non sembrano essere di altro segno, con la banchiera centrale, Christine Lagarde, determinata a domare l’inflazione, arrivata in Italia a ottobre al record da 40 anni dell’11,9% mentre nell’Eurozona si è attestata al 10,7%. A fare da contraltare, un’economia italiana che dimostra ancora una certa resilienza con il Pil nel terzo trimestre che, secondo le stime Istat, è cresciuto dello 0,5% battendo le stime preliminari dell’Ufficio parlamentare di bilancio che si aspettava un -0,2%. Il Pil acquisito per il 2022 quindi si attesta al +3,9%. Tutto questo mentre il governo Meloni si è insediato nel corso del mese, salutando la fine dell’Esecutivo Draghi. Ultimo atto per il vice premier è l’accordo sul gas raggiunto in Europa. Intanto, nel suo World Economic Outlook, il Fondo monetario internazionale stima per l’Italia una crescita negativa nel 2023 (-0,2%). In ottica mondo, per il prossimo anno l’istituto prevede una crescita di solo il 2,7% (dal +3,2% stimato per il 2022). In Gran Bretagna, Liz Truss si è dimessa da primo ministro dopo appena 45 giorni pagando per il maxi taglio delle tasse a debito bocciato clamorosamente dai mercati. Al suo posto, Rishi Sunak, che è anche il nuovo leader del partito Conservatore. Conclusioni Con il mese di novembre si “festeggia” l’anno dai massimi sui principali mercati. Le principali banche centrali continuano a mantenere una linea forte di politica monetaria mantenendo la rotta dell’aumento dei tassi contro l’inflazione. Manovre che sembrano pian piano iniziare a far vedere una luce in fondo al tunnel. Occhi puntati sia su azionario ma soprattutto sul comparto obbligazionario. Lentamente ci stiamo allontanando da rendimenti bassi o negativi sui bond che tornano appetibili per ogni investitore con rendimenti che vanno dal 4 al 9% a seconda dell’asset class. L’investitore deve prendere coraggio, guidato anche da un professionista, e strattonare con forza le redini del proprio piano finanziario perché sono momenti rari come quest’anno che permettono di avere performance strepitose nel tempo.    

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Ora: meglio le obbligazioni o le azioni?

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 04.11.2022

  Mi è stato chiesto giorni fa da un lettore sui miei social se fosse meglio ora investire in obbligazioni o in azioni. E’ interessante vedere come durante le fasi di stress c’è pure chi riesce a porsi le giuste domande per andare oltre i segni negativi di questo 2022. Molti investitori, infatti, oggi sono in preda all’oblio da perdite focalizzati solo sul rischio di breve termine senza riuscire ad ampliare il focus e razionalmente vedere opportunità per i propri investimenti che magari cercavano fino a novembre scorso. Perdere denaro fa male, ma se entri in ottica che non stai perdendo nulla ma che è una normale onda da navigare nel mare del tuo percorso finanziario allora potrai guardare pure ai mercati ribassisti come un'opportunità. E con le azioni e le obbligazioni in forte calo quest'anno, le occasioni non mancano in questo momento. Obbligazioni I rendimenti del reddito fisso sono superiori a quelli degli ultimi anni: A seconda della tua tolleranza al rischio e alla volatilità delle obbligazioni, i rendimenti in questo momento variano dal 4 al 9% sulle varie asset class disponibili per ogni investitore. Ciò significa per l’investitore avere finalmente una valida alternativa all’azionario. E’ vero che i rendimenti reali con questa inflazione sono ancora negativi ma, per la prima volta da molto tempo, i rendimenti nominali forniscono una concorrenza al mercato azionario in un modo che non accadeva da molto tempo.  Nel mondo obbligazionario rendimenti più elevati sulle obbligazioni portano a rendimenti più alti nel lungo termine. Nel breve-medio termine, invece, la cosa che conta di più in termini di volatilità per il reddito fisso è la direzione dei tassi di interesse. Per semplificare le cose, ci sono fondamentalmente tre scenari per le obbligazioni da considerare: 1. I tassi di interesse scendono 2. I tassi di interesse rimangono dove sono 3. I tassi di interesse aumentano L'inflazione è il jolly in questo contesto per i rendimenti reali, ma diamo un'occhiata a ciascuno di questi scenari per capire come reagirebbero le obbligazioni. Se i tassi scendono, i prezzi delle obbligazioni aumenteranno. Maggiore è la durata o maggiore è la scadenza, migliore sarà la performance delle tue obbligazioni. Quando si combinano rendimenti iniziali più elevati con tassi di interesse in calo, si ha un buon risultato a breve termine per le obbligazioni. Ciò potrebbe essere causato dal calo dell'inflazione, dall'abbassamento dei tassi di interesse da parte della Fed altre banche centrali o da una possibile recessione in cui gli investitori si precipitano nella sicurezza delle obbligazioni. In realtà penso che questo sia lo scenario peggiore per gli investitori a reddito fisso perché significherebbe rendimenti migliori nel breve termine ma rendimenti inferiori per i rendimenti futuri nel lungo termine. E se i tassi continuassero a salire? I prezzi cadrebbero sicuramente nel breve periodo, ma oggi si hanno rendimenti iniziali molto più elevati rispetto a quando è iniziato questo ciclo di rialzo dei tassi. C'è un margine di sicurezza molto più grande a partire da tassi del 4-6% rispetto a tassi dello 0-2%. Se hai obbligazioni a breve termine, in questo scenario non perderebbero tanto denaro quanto le obbligazioni a lungo termine. Ricorda, le obbligazioni con duration più lunga hanno prestazioni relativamente migliori se i tassi scendono, ma una duration più breve fa meglio, relativamente parlando, quando i tassi aumentano. Se l'inflazione rimane alta e i tassi di interesse continuano a salire, ci sarà più dolore a breve termine per i prezzi delle obbligazioni, ma ciò significa anche rendimenti più elevati per i rendimenti futuri dopo aver recuperato quelle perdite. Infine, cosa accadrebbe se le quotazioni rimanessero ferme per un po' e rimanessero in un intervallo, diciamo, del 4-5%? Questo è lo scenario in cui gli investitori potrebbero aspettarsi la minor quantità di volatilità e semplicemente incassare quelle cedole e guadagnare un po' di rendimento.  Le obbligazioni in genere non sono così volatili come lo sono state negli ultimi 3 anni circa. Le obbligazioni dovrebbero essere noiose, quindi la maggior parte degli investitori accoglierebbe con favore un ambiente in cui i rendimenti si appiattiscano per un po'. Con rendimenti a livelli molto più elevati, la probabilità di buoni risultati nel mercato obbligazionario è alta come da anni. Azioni Se i tassi di interesse iniziano a cambiare, si presume che il mercato azionario andrà bene, ma non vi è alcuna garanzia che ciò accadrà. Il mercato azionario è una specie di ribelle a cui piace infrangere le regole. Se guardi i dati storici, i tassi di interesse in aumento o in calo non hanno un impatto così grande sulla performance del mercato azionario come potresti pensare: L'aumento o il calo dell'inflazione ha avuto un impatto molto maggiore sulla performance del mercato azionario rispetto all'aumento o al calo dei tassi di interesse. Tuttavia, se i tassi scendono, si presume che anche l'inflazione stia diminuendo nel contesto attuale. Ancora una volta (senza nulla di certo) la combinazione di calo dei tassi e inflazione sembrerebbe essere una buona cosa per le azioni. MA... Se inflazione e tassi di interesse scendono perché entriamo in recessione? È un bene o un male per il mercato azionario? Una recessione è già scontata o le cose peggiorerebbero ancora in quello scenario? Onestamente non ho idea per quanto tempo le cattive notizie dell'economia sarebbero considerate buone notizie per le azioni perché potrebbero significare che la Fed può fare marcia indietro ed abbassare i tassi. Le recessioni di solito non sono grandiose per il mercato azionario, ma una contrazione economica nel 2023 sarebbe il rallentamento più scontato della storia. Insomma nessuno ne rimarrebbe spiazzato. Come sempre, il breve termine del mercato azionario rimane poco chiaro. Tuttavia, l'acquisto di azioni quando sono in ribasso così tanto ha avuto la tendenza a funzionare bene per gli investitori nel lungo periodo. Il passato non è una garanzia di performance future e tutte le solite accortezze, ma l'acquisto di azioni quando sono in calo del 20-30% è una strategia vincente a patto che si abbia un orizzonte temporale sufficientemente lungo.

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Le opportunità del 2022 per gli investitori di ogni età

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 28.10.2022

Siamo a fine anno ma che siano stati mesi difficili per ogni investitore ed ogni asset penso sia noto a tutti. A rincarare la dose l’immagine che mostra i rendimenti da inizio anno di tutte le asset class principali. Come vedi il rosso in doppia cifra ha colpito l’intero mondo degli investimenti. Il mercato azionario statunitense è sceso fino al 25% nel 2022. A peggiorare le cose, quest'anno anche le obbligazioni sono in forte calo. In genere, quando il mercato azionario scende, le obbligazioni fungono da ammortizzatori per portafogli diversificati. Ma poiché i tassi di interesse stanno aumentando pure l'Obbligazionario aggregate è sceso di quasi il 15% quest'anno. Ciò significa che qualsiasi investitore esposto ad attività finanziarie tradizionali come azioni e obbligazioni è in calo di circa il 20% su base annua. E se ti trovi nelle parti più rischiose del mercato, sei ancora più in basso. Il Nasdaq, ricco di tecnologia, è sceso di oltre il 30% dai suoi massimi. Anche l'indice Russell 2000 delle azioni delle società più piccole è in calo di oltre il 30% dai massimi storici. E le criptovalute come Bitcoin sono diminuite del 70% nell'ultimo anno circa. A nessuno piace perdere soldi, ma i mercati al ribasso creano opportunità per rendimenti attesi più elevati in futuro. Non è mai bello essere investitori quando i mercati scendono, ma ogni mercato ribassista della storia sembra un'opportunità di acquisto con il senno di poi. Non ho idea di quando l'attuale contesto di mercato cambierà. Ma può essere utile per gli investitori riflettere su alcune delle opportunità che il mercato ci offre in questo momento. I mercati ribassisti non sono mai divertenti da vivere, ma ogni correzione del mercato azionario nella storia è stata un'opportunità e lo è anche questa volta per te, sia che tu sia un baby boomer, generazione X o millenials. Diamo quindi un'occhiata all'attuale panorama degli investimenti attraverso la lente di diverse generazioni di investitori: Baby boomer (pensionati) Le generazioni più anziane di investitori dovrebbero avere un portafoglio di attività finanziarie ma non molto in termini di risparmi futuri. Ciò ha rappresentato un enigma negli ultimi anni perché i rendimenti delle attività sicure sono stati così bassi da costringere i baby boomer ad uscire dalla confort-zone di rischio prendendosene maggiore alla ricerca di rendimenti attesi più elevati. Per molti investitori, ciò significava che il tradizionale mix 60/40 di azioni e obbligazioni avrebbe potuto essere più simile a 70/30 o 80/20 a favore delle azioni poiché i rendimenti obbligazionari sono stati molto bassi o nulli e per tanto tempo. Questa strategia può aiutare a migliorare i rendimenti a lungo termine, ma aggiunge anche un livello di volatilità con cui la maggior parte dei pensionati non si sente a proprio agio. La situazione è però cambiata in fretta quest'anno. Per la prima volta da prima della crisi finanziaria del 2008, gli investitori sono finalmente in grado di guadagnare un po' di rendimento sulla parte obbligazionaria. Basta guardare quanto sono aumentati i rendimenti nell'intero spettro delle scadenze per i titoli di stato statunitensi, ma anche europei, nell'ultimo anno: Il motivo per cui i rendimenti obbligazionari sono stati così terribili quest'anno è dato dalla combinazione aumento tassi di interesse e rendimenti iniziali bassi o bassissimi. La peggior combinazione per l’investimento in bond. Ma ora che quei rendimenti sono molto più alti, gli investitori hanno un margine di sicurezza molto più grande se i tassi dovessero continuare a salire. E la parte migliore per i pensionati è che le obbligazioni a breve termine come i Treasury a uno e due anni ora hanno rendimenti più elevati rispetto alle obbligazioni a lungo termine. Questa è una buona cosa perché, a parità di condizioni, minore è la durata dell'obbligazione o del fondo obbligazionario, minore è la volatilità del prezzo quando i tassi di interesse si muovono. Ciò significa che i pensionati possono ora bloccare i rendimenti del 4% su obbligazioni che hanno pochissima sensibilità ai tassi di interesse. Tradotto, se hai una età oltre i 65 e liquidità in conto probabilmente hai l’occasione per comperare ottimi nuovi rendimenti per la parte più difensiva del tuo portafoglio. Gen Z / Millennials (investitori più giovani) I giovani sono all'estremo opposto dello spettro di rischio rispetto ai pensionati. Il consiglio per i giovani durante un mercato ribassista è abbastanza semplice: continua a risparmiare, continua a investire e non farti spaventare dai mercati. La pazienza e un orizzonte temporale sufficientemente lungo possono appianare molti terribili scenari di mercato. Oggi il mercato ti rimette a disposizione l’occasione per costruire un FONDO IMPREVISTO dove parcheggiare al sicuro i tuoi risparmi per emergenze, acconti, matrimoni o qualsiasi altro obiettivo finanziario a breve termine e con rendimenti. Ma in questa parte della vita la maggiori risorsa dei giovani è il tempo, o meglio, l’orizzonte temporale e soprattutto il capitale umano. Hai tempo per permettere all’interesse composto di essere il vento alle tue spalle. Hai il tempo di aspettare un mercato ribassista prolungato. E il tuo potere di guadagno futuro equivale al risparmio futuro, che può essere messo in funzione periodicamente, indipendentemente dal fatto che i mercati siano alti o bassi. Le cattive notizie per coloro che sono completamente investiti sono buone notizie per chiunque in questo momento sta costruendo il suo FONDO PENSIONE con accantonamenti. Alla fine di settembre, l'indice S&P 500 è sceso del 25% dai massimi storici. Ho trovato un elaborato che mostra cosa succede ai rendimenti dell’indice americano al termine di ribassi oltre il 25% dai massimi: Puoi vedere che in tutti questi casi nonostante ribassi anche peggiori i rendimenti futuri a uno, tre, cinque e 10 anni sono stati fantastici nella maggior parte dei casi. Ogni periodo ha visto rendimenti positivi tranne un periodo di 12 mesi durante la Grande Crisi Finanziaria. Non ci sono garanzie che questa relazione esisterà in futuro. Ma i giovani dovrebbero essere felici di quando le azioni scendono perché verranno ricompensati più lautamente. È così che guadagni a lungo termine quando hai molti decenni davanti a te e lasci fare il lavoro pesante all’interesse composto al posto tuo. Questa è la mia situazione essendo nato nell’84, questo è quello che sto facendo nella mia pianificazione finanziaria. Generazione X (mezza età) I pensionati hanno generalmente molte attività finanziarie ma poco in termini di capitale umano in termini di capacità di guadagno futura. I giovani in genere hanno poche risorse finanziarie ma molto capitale umano da risparmiare in futuro. Ma che dire delle persone di mezza età? La generazione X è spesso la generazione dimenticata, dal momento che i baby boomer e i millennial ottengono sempre tanta attenzione. La generazione Reality Bites è nata tra il 1965 e il 1980, il che significa che hanno un'età compresa tra i primi quarant'anni e i cinquanta. Le persone di mezza età vivono nell’enigma del bicchiere mezzo pieno contro il bicchiere è mezzo vuoto. Brucia vedere il valore del tuo portafoglio diminuire, ma è anche bello acquistare azioni quando sono in svendita quando hai effettivamente della liquidità per farlo. Questa fascia di età dovrebbe avvicinarsi agli anni di picco dei guadagni, raggiungendo anche il massimo impiego in attività finanziarie. Probabilmente anche i più anziani della Generazione X, come me, dovrebbero pensare a diventare lentamente ma sicuramente più difensivi con il loro portafoglio man mano che invecchiano. La buona notizia oggi è che i rendimenti degli asset più difensivi come le obbligazioni sono ora molto più alti e i prezzi delle azioni sono molto più bassi. Insomma, il mercato finanziario oggi ti dà la miglior opportunità per fare qualsiasi investimento. È il meglio di entrambi i mondi. Il rischio è spesso negli occhi di chi guarda quando si tratta di investire. Non scompare mai completamente; cambia solo forma. Ma il rischio dipende molto anche da dove ti trovi nel tuo ciclo di vita come investitore. Capirlo, contestualizzare il mercato di oggi nella tua life cycle da investitore ti permette di trovare nel percorso d’investimento occasioni anche in quelle che sono semplici difficoltà di breve termine.      

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