Wealth Route

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SIM e Società di consulenza finanziaria

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Il peggior inizio d’anno dal 1940

Scritto il 23.05.2022

Nemmeno nel 2008-2009, momento clou della Grande Crisi, si era visto un inizio d’anno così negativo per gli investitori in quanto l’anomalia del 2022 sta nel fatto che oltre a vedere un forte ribasso sui listini azionari anche la parte obbligazionaria del portafoglio segue a ruota. Dallo scorso venerdì anche l’indice americano più importante, l’S&P500, è entrato ufficialmente nel cosiddetto “mercato orso”, perdendo oltre il 20% dai massimi assoluti. Guardando al comparto tecnologico, il Nasdaq, dopo anni frizzanti troviamo il listino quasi a -30% dai massimi con la maggior parte dei titoli che hanno perso oltre il 50% della loro capitalizzazione in pochi mesi. La riduzione di stimoli monetari della Fed per fronteggiare l’impennata inflativa unita ad un rallentamento dell’economia mondiale sembra aver tolto tutta la fiducia degli investitori sui mercati e in questa fase nemmeno l’oro riesce a reggere l’urto essendo anch’esso 200$ sotto i massimi di inizio Marzo. Gli unici campioni in questa prima metà d’anno sono il dollaro americano e le materie prime legate all’energia che hanno rivisto prezzi che non toccavano da quasi un decennio. La capitolazione nelle scorse giornate è avvenuta nel mondo Crypto, dove il Bitcoin perde “solo” il 60% dai massimi dello scorso Novembre che hanno toccato quota 69.000$ e oggi viaggia più o meno sui livelli di 30.000$; mentre le altre Crypto fanno decisamente peggio perdendo in media tra il 75% e l’80% dai massimi storici raggiunti nel 2021. Vediamo per esempio Cardano a 0,55$ che 9 mesi fa scambiava appena sotto i 3 dollari, Solana a 55$ che aveva visto i 257$, Ether a 2000$ dopo aver raggiunto i 4800$. È evidente che chi ha comprato a quei prezzi, se non ha già venduto, non lo farà più essendo troppo in perdita e d’altro canto per tutti gli altri che seguono le quotazioni a questi prezzi posso solo pensare che sia interessante posizionarsi al rialzi nonostante la paura che serpeggia in queste settimane che consci del fatto che non siamo più nel 2020 dove con un forte rimbalzo si recuperava tutto.  Probabilmente adesso dovremmo aspettare un po’ di più, forse qualche anno, ma credo che il premio valga l’attesa e che nel prossimo ciclo rialzista chi avrà comprato, sofferto e aspettato in questa fase sarà ampiamente ricompensato. In ottica di breve ho già visto movimento d’inversione dei bond, specie quelli americani.  Speriamo che sia il primo segno positivo dopo oltre sette settimane di ribassi e che i listini azionari seguano a ruota.   Buona settimana a tutti!

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Flash sui mercati del 16.06.22

Scritto il 17.05.2022

I fatti principali India ha annunciato il divieto sull’export di grano verso Europa e Stati Uniti per salvaguardare il proprio mercato interno dalle carenze nella catena di approvvigionamento causata dall’instabilità in Ucraina e per contrastare il conseguente aumento dei prezzi; le vendite al dettaglio, in Cina, sono diminuite dell’11,1% nel mese di aprile rispetto ad un anno fa; UE taglia le stime di crescita per il 2022 passando dal 4% indicato a febbraio al 2,7%, mentre per il 2023 è stata fissata al 2,3%, al ribasso dello 0,4%;  il vicesindaco di Shanghai, Zong Ming, ha affermato che le riaperture procederanno per step con la normalizzazione della produzioneprevista per fine giugno; secondo i dati raccolti da CoinGecko, nel corso dell’ultima settimana sono stati rimossi dal mercato delle criptovalute oltre 400 miliardi di dollari. Nel frattempo il “Fear & Greed Index” sul Bitcoin è attualmente ad uno dei suoi punti più bassi; il ministero russo dell’Industria e del Commercio conferma il trasferimento delle attività presenti nel paese della casa automobilistica francese, Renault, al governo di Mosca.   Turismo in ripresa Con l’estate ormai alle porte e grazie anche agli allentamenti sulla normativa anti-COVID, il settore turistico-alberghiero sta registrando segnali positivi, con un aumento delle prenotazioni last minute e un ottimismo generalizzato tra la popolazione. Nel Bel Paese, secondo le stime di Demoskopika (istituto di ricerca , indagini e servizi di Roma), la spesa turistica per il 2022 è prevista per 26 miliardi di euro (+11,8% rispetto al 2021). A contorno di ciò si inserisce il nuovo decreto PNRR2 di attuazione del PNRR, il quale prevede la valorizzazione del settore turistico in ottica 4.0 grazie alla digitalizzazione dei servizi attraverso lo stanziamento di risorse destinate ad incrementare la dotazione finanziaria del credito d’imposta dell’80% e del contributo a fondo perduto a favore delle imprese turistiche per la riqualificazione delle strutture. Tra gli obiettivi della riforma troviamo la volontà di innovare e connettere digitalmente l’offerta e la promozione turistica del Paese, rafforzare la competitività delle imprese turistiche con la riqualificazione eco-sostenibile e il miglioramento degli standard dei servizi di ospitalità, sostenere la transizione verde dell’intero settore.   Stop forniture di grano dall’India Sabato 14 maggio il governo indiano ha annunciato che vieterà con effetto immediato qualsiasi nuova richiesta di esportazione di grano dal proprio paese. Questo per contrastare i recenti aumenti di prezzi nella propria economia domestica e per avere preventivamente delle riserve in più nel caso in cui gli sviluppi macro-economici nei prossimi mesi dovessero essere sfavorevoli. Nonostante l’India non sia uno dei maggiori esportatori di grano, il divieto imposto potrebbe portare i prezzi globali a nuovi massimi, colpendo inoltre in modo ancor più negativo buona parte della popolazione asiatica e africana. I ministri dell’agricoltura del G7 hanno immediatamente risposto alla decisone da parte dell’India: il ministro dell’agricoltura tedesco, Cem Ozdemir, ha affermato che se tutti iniziassero ad imporre restrizioni di questa entità o di chiudere il proprio mercato, la crisi non farebbe altro che aggravarsi e prolungarsi.  

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Cripto e minacce

Scritto il 16.05.2022

Fallimenti e nuove minacce (anche in Veneto) Quella appena trascorsa sarà ricordata a lungo da tutti nel mondo delle criptovalute. Dopo settimane di lenta e inesorabile discesa delle quotazioni di tutte le principali coin, sempre più correlate all’andamento dei mercati finanziari, l’implosione della cripto Luna ha provocato un terremoto che si è allargato a tutte le criptovalute, con discese dei prezzi che hanno superato il 40% in una singola giornata. La volatilità del mondo cripto e la velocità con cui varia il mercato possono offrire grandissime opportunità ma dall’altra parte espongono a notevoli rischi, sia di fallimento dei progetti, come accaduto per Luna, che di investimento in strumenti non del tutto trasparenti. Quando una stablecoin non è più così stable Il progetto Terra Luna si componeva di due pilastri: da un lato la stable coin UST e dall’altra la cripto Luna. Il motivo d’essere di una stablecoin è quello di vedere il suo valore ancorato a quello di un’altra entità, spesso il dollaro americano, come nel caso delle principali Tether e USDC e, per l’appunto anche per la stablecoin di Terra. Ma mentre le prime riescono a garantire il peg al dollaro, ovvero il mantenimento costante del cambio, grazie al deposito fisico dell’equivalente in dollari, nel caso di UST l’ancoraggio era garantito da un complesso sistema algoritmico. La discesa del mercato cripto e i primi segnali di disallineamento tra UST e dollaro americano, hanno scatenato un‘ondata di vendite che ha portato la cripto Luna dai quasi 80$ di quotazione di venerdì scorso ai 0,00005$ di oggi, con la sospensione della blockchain nella mattinata di oggi. Stessa sorte quasi raggiunta da UST, che dovrebbe garantire il valore di 1$ e quota nel momento in cui scrivo 0,125$.  Questo evento segna definitivamente la fine delle stablecoin algoritmiche. Il fondatore del progetto Terra Luna, che era arrivata ad essere tra le criptovalute più capitalizzate prima del tracollo, ha confermato che se dovesse ripartire il progetto, lo farebbe tramite l’accantonamento fisico della liquidità, accantonando quindi il peg algoritmico. E’ presto per dire se il progetto sia o meno definitivamente morto, quel che è certo è che le possibilità di ripresa sono molto risicate, vista la perdita totale di fiducia da parte del mercato. Con l’azzeramento dei valori di Luna, centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo hanno visto azzerato anche il loro investimento, rimarcando ancora una volta come le criptovalute siano ancora ben lontane dall’essere un bene rifugio come da molti viene ipotizzato. Ed è stato un duro colpo anche per le altre stablecoin, che hanno visto momentaneamente dissallineato il loro valore rispetto al dollaro, anche se i valori stanno lentamente rientrando nei ranghi. Quali altri rischi si corrono e come evitarli L’esplosione delle criptovalute negli ultimi anni ha visto tantissime persone arricchirsi in modo apparentemente semplice. Quello che però non si vede è quante, dietro a queste, abbiano dilapidato ingenti capitali alla ricerca della pepita d’oro, spesso senza mai riuscirci davvero. Ogni giorno nascono nuovi progetti, con gli scopi più disparati. La non tracciabilità della blockchain permette a chiunque di raccogliere denaro e purtroppo, non sempre risultano essere meritevoli d’investimento o, nei peggiori casi, si rivelano delle truffe, utilizzando lo strumento cripto e fantomatici progetti rivoluzionari al solo scopo di raccogliere capitali, salvo poi dissolversi senza possibilità di recupero. Per evitare di cadere in questi scam, è fondamentale come sempre l’informazione. Il consiglio può essere quello di investire solo nei progetti principali, anche se nel caso di Terra Luna questo non è bastato. In secondo luogo, un’attenta analisi del white paper con la spiegazione del progetto, le sue finalità e le modalità di realizzazione dello scopo possono rendere evidenti la sostenibilità o meno della moneta. Come per le aziende, anche le criptovalute possono fallire, ma un conto è un fallimento per motivi esogeni o per incapacità gestorie, diversa è l’ipotesi in cui il progetto fin dall’inizio ha intenzioni poco serie. Il caso a Treviso In altri casi, le criptovalute sono solo lo strumento utilizzato per costruire l’investimento. Un esempio evidente è New Financial Technology LTD un’azienda nata a Silea (TV), salita alla ribalta negli ultimi mesi e che vanta un sempre maggior numero di utenti nel trevigiano e nelle provincie limitrofe, arrivando fino al Friuli e alla Lombardia. In questo caso le criptovalute sono lo strumento che genera il profitto riconosciuto su base mensile e fissa al 10% tramite un supposto sistema di arbitraggio sulle criptovalute, ovvero l’acquisto e la vendita fatte sfruttando leggere differenze di prezzo tra i vari exchange. Quello che balza all’occhio, oltre all’entità del rendimento, è il fatto che esso sia garantito in misura fissa. Anche UST garantiva una remunerazione fissa elevata a chi lasciava in deposito i token e purtroppo come appurato in precedenza, non ha avuto un lieto fine. Quanto meno curioso risulta poi il nome scelto, dove l’acronimo di New Financial Technology, NFT per l’appunto, è il medesimo dei ben più noti Non Fungible Token. Sicuramente un’abile mossa di marketing per attrarre investitori, sfruttando la popolarità dello strumento finanziario di nuova generazione.  Il principale campanello d’allarme però è quello relativo alla trasparenza. Ad oggi il sito non risulta più raggiungibile perché in fase di migrazione, da quanto comunicato dalla società agli aderenti, ma anche prima di questo oscuramento, le informazioni fornite erano molto vaghe e lacunose. E’ previsto poi il lancio di una vera e propria criptovaluta per il mese di giugno, emissione atta a raccogliere ulteriori capitali dal mercato. Ma anche in questo caso, il white paper risulta estremamente vago e non spiega nel dettaglio come e perché il suo valore dovrebbe crescere nel tempo, ma soprattutto perché dovrebbe diventare di utilizzo comune.  Rendimenti garantiti elevati, discutibili politiche di marketing, poca trasparenza sulla società e sui relativi progetti.  I campanelli d’allarme ci sono tutti.

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Mercati che scendono, vino che sale. L’importanza delle componenti reali del portafoglio

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  • Titoli di Stato, Spread e Tassi di i
Scritto il 13.05.2022

Il mese di aprile, per il mondo del vino è stato un mese breve, ma ricco di eventi con le festività pasquali, Vinitaly a Verona e le degustazioni En Primeur a Bordeaux. I critici sembrano concordare sul fatto che la nuova annata 2021 non sia “grande”, anche se non mancano alcune eccezioni. Dato importante anche per gli investitori in vino, con l’annata 2021 di Bordeaux che nei prossimi anni probabilmente vedrà performance inferiori rispetto ad esempio alla 2015, ritenuta in modo unanime un’ottima annata. I prezzi dei vini pregiati sono continuati a salire a livelli record, ma il ritmo di crescita è leggermente rallentato. L’indice Liv-ex 100 è cresciuto dello 0,7% ad aprile, in linea con il mese precedente, mentre il Liv-ex 1000 addirittura del 1,3%, anche se al suo interno le sotto aree geografiche si sono mosse in modo difforme.  Scarecrow Cabernet Sauvignon 2019 è stato il vino più scambiato in termini di valore nel mese di aprile, mentre Chateau d’Armailhac (Bordeaux) ha registrato i maggiori volumi. Chi spicca per performance invece è la Borgona, con l’indice Liv-ex Burgundy 150 che ha raggiunto il suo nuovo record storico con un incremento del 3,5% nel solo mese di aprile e portandosi addirittura al +18,6% da inizio anno. In un contesto macroeconomico come quello attuale, dove i mercati finanziari, senza distinzione di asset class, materie prime a parte, hanno registrato performance estremamente negative da inizio anno, il vino da investimento si dimostra ancora una volta per quello che è: un bene fisico, in grado di offrire una remunerazione stabile nel tempo e non soggetto alle turbolenze dei mercati. L’inizio del 2022 è infatti il peggior anno dal 1950 per i mercati, ma per le sue caratteristiche intrinseche, il vino da investimento non ne ha minimamente risentito, riportando per il quarto mese consecutivo una crescita del suo valore. Mentre gli indici azionari registrano perdite a doppia cifra, indistintamente dall’area geografica, con il Nasdaq arrivato a perdere il 22% da inizio anno a fine aprile (e valori nettamente peggiori oggi alla metà di maggio) l’indice principale, il Liv-ex 100 segna un rendimento positivo del 3,6%, mentre arriva addirittura al 8,6% il Liv-ex 1000. Ma ancor più del rendimento, la principale peculiarità dell’investimento in vino è la bassa volatilità. E anche in questo caso nasce spontaneo il paragone con i mercati finanziari che vedono in questi giorni l’indice della volatilità, il Vix, costantemente sopra al livello chiave di 30, mentre il valore delle bottiglie di vino pregiato si muove sempre senza grossi scossoni. In contesti di elevatissima incertezza e forte inflazioni, i beni reali sono uno strumento assolutamente necessario per diversificare il portafoglio, ottimizzando il rendimento dell’asset class a basso rischio e immunizzando dalla volatilità dei mercati una quota del portafoglio.

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Indovinare il “Bottom”

Scritto il 11.05.2022

La settimana scorsa scrivevo il mio solito diario guardando i mercati finanziari registrare giorno dopo giorno sempre nuovi minimi di periodo in un contesto generale non favorevole allo sperato rimbalzo degli indici azionari. Nel corso della settimana è successo di tutto e per fare l’esempio del Nasdaq dai minimi in area 12.700 è ritornato con estrema forza nella serata di mercoledì sopra i 13.500 punti per poi iniziare una brusca discesa iniziata giovedì e culminata lunedì sera poco sopra i 12.000. Circa un 10% lasciato sul terreno in soli tre giornate di contrattazione.  Non è andata meglio agli altri indici, specialmente quelli cinesi “bastonati” dalle continue notizie riguardanti nuovi lockdown e quindi possibili rallentamenti sulla produzione e sulla crescita del gigante orientale. La giornata di lunedì 9 Maggio 2022, non ha risparmiato praticamente nessuno. Hanno chiuso col segno meno tutti gli indici azionari, con ribassi medi tra il 2 e il 4%; anche oro e materie prime hanno lasciato sul terreno una buona fetta dei rendimenti ottenuti nel mese di Aprile e per finire le Crypto stanno attraversando una delle situazioni più difficili degli ultimi due anni con Bitcoin ed Ether che hanno perso oltre il 50% dai loro massimi storici e le altre sotto mediamente del 70%. Uno schiaffo non facile da sopportare per chi è a mercato. L’unico bagliore verde di profitto è stato messo a segno dagli obbligazionari che dopo un inizio d’anno disastroso iniziano ad avere rendimenti decenti ed appetibili per mercato per cui presumo che alcuni investitori inizino a posizionarsi al rialzo anche in questa asset class che negli ultimi anni era stata totalmente resa schiava della generosità monetaria delle banche centrali. Personalmente ho passato giornate veramente toste sui mercati, e il forte swing tra mercoledì e giovedì ha messo a dura prova i miei nervi, addirittura di più del tonfo delle giornata di ieri. Nella mia operatività quotidiana ho registrato molte operazioni in perdita cercando di andare al rialzo contro trend sul crollo degli indici, ma mi sono sempre ritrovato a chiudere in perdita a fine serata le operazioni fatte. Stessa cosa sulle crypto. Nonostante ciò e guardando sia a valori attuali che alla situazione in generale, confido per me stesso che un aumento del rischio sia nel trading per le posizioni di breve che nell’asset allocation per le posizioni di lunga, offra oggi un favorevole rapporto tra rischio e rendimento atteso per cui persevero nella mio tentativo di comprare “a sconto” questi mercati fiducioso di una futura ripresa e normalizzazione delle quotazioni. Solo il tempo ci dirà se ho anticipato troppo oppure se in maniera un po’ folle e coraggiosa ho provato a comprare i minimi di mercato. Ad maiora 

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Diplomazia, petrolio e inflazione

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 10.05.2022

I fatti principali in aumento la volatilità sui mercati in attesa dell’uscita dei dati sui prezzi al consumo negli USA e in Cina fissata questo mercoledì; Emmanuel Macron oggi in visita in Germania per incontrare il cancelliere tedesco Olaf Scholz per parlare di difesa e politica energetica; BCE in procinto di rialzare i tassi. Francois Villeroy de Galhau ha affermato che “è plausibile avere i tassi in positivo a fine anno”; Bitcoin crolla sotto i $ 34 mila confermando, momentaneamente, la correlazione con il mercato azionario recentemente colpito da costanti sell-off; il Regno Unito impone un nuovo giro di sanzioni pari a £ 1,7 miliardi verso Russia e Bielorussia, attraverso l’aumento delle tasse sull’import di alcuni metalli preziosi e il blocco dell’export di prodotti chimici, plastica, gomma e macchinari; EasyJet sta pianificando di rimuovere posti a sedere in alcuni dei suoi aerei in modo tale da poter operare con un minor numero di personale, vista la difficoltà nell’assumere nuovo staff.   Fino a quanto potrà aumentare l’inflazione? L’attuale situazione economica, in un certo senso rivitalizzata visti i recenti dati sui livelli di occupazione, assieme al contestuale aumento della richiesta di beni e servizi che, dato il protrarsi del conflitto in Ucraina e la meno discussa invasione cinese a Taiwan, sta continuando a porre maggiori pressioni sulle catene di approvvigionamento di materie prime e fonti energetiche, sta mettendo in discussione quali potrebbero essere le conseguenze di una politica monetaria non allineata con l’andamento dell’economia reale. Il problema probabilmente colpirà maggiormente l’Europa che si è preposta di attendere fino ad almeno l’inizio del terzo trimestre prima di ricalibrare il costo del denaro, mentre gli Stati Uniti hanno deciso di muoversi più rapidamente per non perdere il controllo dell’inflazione. In questo caso però la FED vuole evitare una potenziale spirale inflazionistica scatenata dagli aumenti dei salari. Dai dati preliminari dell’Istat per il mese di aprile, però, è stato comunicato che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi) ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e una crescita del 6,2% su base annua (dal +6,5% del mese precedente). Ciò vorrebbe dire che il picco potrebbe essere già stato raggiunto e che la domanda sta rallentando in modo naturale, il che renderebbe un po’ più facile il lavoro della BCE. In ogni caso si dovrà attendere il dato ufficiale, anche a livello europeo, prima di poter determinare quale strada intraprendere, oltre a tener monitorata la situazione in Ucraina e le possibili conseguenze di una nuova serie di sanzioni (soprattutto per quanto riguarda i rifornimenti di gas).   Cina: importazioni di petrolio dalla Russia in aumento Durante la pandemia la Cina aveva iniziato ad ampliare il numero di cisterne onshore disponibili per lo stoccaggio di petrolio ed ora potrebbe trovarsi in prima linea come acquirente dalla Russia nel caso in cui l’Europa confermasse l’embargo. Lo scorso mese Beijing ha ricevuto 43 milioni di tonnellate di petrolio (o 10,5 milioni di barili al giorno), secondo i dati forniti da Bloomberg. Le raffinerie indipendenti, le cosiddette “teapots”, sono riuscite a reperire ad un prezzo scontato delle partite di petrolio degli Urali rispetto ai prezzi del Brent ICE. Dall’altra parte, il gigante a partecipazione statale PetroChina Co., ha affermato di non aver stipulato nessun nuovo contratto di fornitura a prezzo scontato con la Russia, ma che sta acquistando le quantità definite da contratti esistenti da prima del conflitto.

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LE BUONE AZIONI: L’innovazione in borsa è spesso un buon affare

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 04.05.2022

Osservatori dallo spazio Fintech, industria 4.0, intelligenza artificiale, biotecnologie, robotica, realtà aumentata e molto altro. In questa rubrica scopriamo alcune tra le più interessanti realtà operanti in settori ad alto contenuto tecnologico. Ad oggi siamo pervasi da dispositivi e da tecnologie che sono in grado di cambiare radicalmente, nel giro di pochi anni, il modo in cui siamo abituati a muoverci, a comunicare, a passare il tempo libero. Sempre più spesso ci capita di leggere o sentir parlare di notizie riguardanti nuove scoperte mediche, nuove metodologie di produzione, nuovi servizi. Per questo motivo ciò che andremmo a trattare in questo articolo (e nei prossimi) potrà essere un buon modo per avere uno spunto e una panoramica generale sui potenziali player che andranno a plasmare il mondo come lo conosciamo oggi. Iridium Communications Iridium Communication è una società che si occupa di comunicazione satellitare a livello globale, fornendo l’accesso a servizi per diverse industrie nel settore dell’aviazione, dei trasporti, della logistica, del settore navale, energetico e a livello governativo. I servizi di tipo commerciale rappresentano circa il 60% dei propri introiti. La società realizza una serie di prodotti che includono telefoni satellitari, terminali IoT, soluzioni per la connettività mobile e dispositivi GPS. Attualmente Iridium può contare su 66 satelliti in orbita che seguono un’architettura reticolata con copertura totale della Terra e, grazie all’utilizzo di satelliti a orbita terrestre bassa (LEO = Low Earth Orbit), è in grado di offrire servizi a bassa latenza e resistenti alle condizioni meteorologiche più estreme. Tra le partnership di rilievo troviamo quelle con Garmin, AT&T, Thales e più di recente quella con Relativity Space, la quale diventerà il suo secondo provider, dietro a SpaceX, per il lancio di ulteriori satelliti. Iridium Communications Inc., quota sul mercato NASDAQ (Ticker: IRDM) Rocket Lab Fondata a giugno 2006 da Peter Beck, con sede a Long Beach in California, Rocket Lab è un’azienda che fornisce servizi di lancio, design e produzione di veicoli spaziali, componenti satellitari, software di volo e sistemi di gestione in orbita. La società ha già lanciato oltre 100 satelliti per diversi clienti tra cui la NASA, DARPA, Plante Labs, Canon. Il vantaggio competitivo dell’azienda è la sua capacità di produrre dei veicoli leggeri, a basso costo e riutilizzabili. Grazie al loro nuovo razzo, Electron, sono in grado di mettere a disposizione dei lanci a meno di $ 5 milioni, il che rappresenta una drastica riduzione di prezzo se rapportata alle altre soluzioni esistenti ad oggi. L’obiettivo del management è quello di riuscire a rompere le barriere all’ingresso per permettere ad un numero sempre maggiore di enti l’accesso a servizi commerciali e la possibilità di sperimentare nuove tecnologie in orbita. Rocket Lab USA Inc., quotata sul mercato NASDAQ (Ticker: RKLB) Planet Labs Planet Labs, con sede a San Francisco, è una società che sta rivoluzionando il modo in cui imprese e governi di tutto il mondo utilizzano le immagini e i dati raccolti dai satelliti, fornendo informazioni quotidiane sui cambiamenti a livello terrestre. La qualità e la differenziazione dei dati raccolti da questi dispositivi permettono ad una vasta gamma di industrie tra cui quella agricola, forestale, governativa e di mappatura commerciale, di prendere decisioni in maniera più incisiva e in linea con la continua evoluzione dell’ambiente che ci circonda. Planet Labs è in grado di produrre immagini giornaliere dell’intera superficie terrestre ad una velocità maggiore rispetto ai suoi competitors e con una risoluzione molto elevata. Recentemente l’azienda ha acquisito VanderSat, una piattaforma di analisi dati per l’industria agricola, con l’obiettivo di sviluppare assieme al team di data science una propria piattaforma di analisi e machine learning da integrare al proprio database, in modo tale da poter commercializzare direttamente le informazioni raccolte in base alle richieste e alle necessità dei propri clienti. Tra i maggiori investitori troviamo Google, che è da molti anni azionista della società (nel 2017 ha venduto a Planet Labs la sua costellazione di satelliti Terra Bella), BlackRock e Time Ventures di Marc Benioff. Attualmente l’azienda conta su più di 34 mila utenti, 700 clienti e 200 partners sparsi su 65 paesi.  

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WR // Mimini nasdaq

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 03.05.2022

Oggi, lunedì 2 maggio 2022, il future del Nasdaq ha toccato il prezzo più basso delle ultime 52 settimane a 12.742.  Se pensiamo che solo 4 mesi fa il prezzo si aggirava sui 16.500 capiamo bene la paura degli investitore che oggi vedono l’indice più performante dell’ultimo decennio perdere oltre il 22% dai massimi e da inizio anno e non riescono a capire se abbiamo toccato il fondo e se davanti a noi ci saranno altre giornate di affondo come venerdì scorso dove l’indice ha perso quasi il 5% affossato dal -14% di Amazon. Il Nasdaq è un catalizzatore e i titoli che lo compongono sono le aziende che tutti noi conosciamo ed utilizziamo ogni giorno. Il settore tecnologico ha avuto una spinta propulsiva in avanti negli ultimi anni e le aziende leader di questo settore sono diventate le più capitalizzate del mondo. Ora sembra che sia tutto passato, che la tecnologia non abbia più la stessa valenza di prima e che a livello borsistico quello che prima veniva valutato con un certo criterio ( di crescita diciamo ) oggi viene valutato con un criterio da azienda “old economy” e quindi con multipli totalmente ridimensionati. Ed è così che ci ritroviamo questi big player in fondo alla classifica della crescita degli ultimi mesi e solo per fare alcuni esempi oggi vediamo: Amazon -33% dai massimi Apple -20% dai massimi Netflix -70% dai massimi Google -25% dai massimi Tesla -25% dai massimi E così via con poche eccezioni. Erano molti anni che non si vedeva una situazione come questa in quanto nelle ultime crisi, Covid in primis, abbiamo avuto da un lato un crollo verticale delle quotazioni azionarie ma dall’altro un apprezzamento consistente delle obbligazioni che in generale portavano un certo beneficio ai portafogli bilanciati. Oggi invece vediamo una discesa più dolce, ma persistente, degli indici azionari e sul fronte obbligazionario la stessa situazione il che a mio avviso è molto peggio perché lascia ben poche certezze all’investitore. Anche le materie prime che hanno corso parecchio da qualche settimana sono entrata in trading range; conseguenza delle aspettative recessive dell’economia globale. I crypto asset hanno consolidato i minimi, circa -50% dai massimi per Bitcoin ed Ethereum e circa -75% per le altre e adesso tutti gli addetti ai lavori sono alla finestra cercando di capire se la ripresa sarà a breve e se avremmo davanti un lungo periodo di stagnazione prima della prossima ripartenza, magari tra un paio di anni in occasione del prossimo halving. Personalmente sono un trader a cui queste situazione piacciono e mi piace affrontarle di petto prendendo una posizione.  La mia idea è la seguente: Bond: non ho capito se siamo sul fondo o c’è ancora stazione per cui non opero in euro. In usd il T-Note 10y al 3% di resa inizia ad essere interessante. Azioni: credo che il Nasdaq abbia toccato il fondo, o quasi, e per cui mi sono posizionato al rialzo con un prezzo medio circa a 13.000 punti, target da definire in corso d’opera ma almeno poco sotto i 14.000. Oro: aspetto ancora a comprare verso area 1800 Crypto: acquisto forte a questi prezzi tutte le principali crypto in ottica di medio periodo pensando ad un aumento dei prezzi tra il 20% e il 50% in base alla capitalizzazione.  Credo che ognuna di queste scelte sia molto rischiosa oggi con questa volatilità ma credo anche che tutte abbiano un ottica remunerazione in termini di rischio/rendimento atteso. Tutto quello che scrivo lo applico nel contesto della gara IT Cup che per il momento non ho iniziato nel migliore dei modi, circa -30% dopo una settimana, ma che spero mi veda tra i primi alla fine dei giochi come nelle ultime 3 edizioni.  

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WR// Flash Mercati Bollettino settimanale

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 02.05.2022

I fatti principali Annalena Baerbock, ministra degli Esteri tedesca, ha dichiarato che la Germania si sta preparando ad imporre l’embargo sul petrolio russo e si sta muovendo per tagliare “il prima possibile” la su dipendenza energetica da Mosca; il CFO di Apple, Luca Maestri, ha ribadito che le problematiche sulle catene di approvvigionamento potrebbero rallentare ancora le vendite, con una diminuzione del fatturato compresa tra i 4 e gli 8 miliardi di dollari; Cdm conferma il decreto legge che proroga all’8 luglio il taglio delle accise sui carburanti; il ministro dell’agricoltura ucraino, Taras Vysotskiy, ha affermato che le forze militari russe hanno rubato centinaia di migliaia di tonnellate di grano oltre a diversi macchinari agricoli; ad aprile aumenta nel Canale di Suez il traffico di petroliere che, secondo i dati resi noti dall’Autorità egiziana, ha visto un incremento del 25%; venerdì 29 aprile una nave con a bordo 71 mila tonnellate di grano proveniente dall’Ucraina è partita dal porto rumeno di Costanta, sul Mar Nero.   Apprezzamento del dollaro statunitense Il valore di un dollaro americano continua a salire raggiungendo a metà aprile un nuovo massimo rispetto gli ultimi 2 anni. L’aumento della domanda di asset denominati in dollari è spinta dal fatto che le aspettative d’inflazione futura sono in crescita o perlomeno sono previste a livelli elevati per i prossimi mesi a venire e perché, a seguito di ciò, la FED è stata tra le prime banche centrali ad alzare i tassi d’interesse e prevede ulteriori aumenti consistenti nel corso dell’anno. Ciò sta piano piano attirando maggiori capitali esteri, che vedono i Treasury americani come un luogo sicuro dove metter al riparo i propri investimenti. Se da una parte questo può favorire le importazioni e la possibilità per un cittadino americano di “spendere meno” o meglio “ottenere di più” per ogni dollaro speso all’estero, dall’altra parte potrebbe portare a delle ripercussioni maggiori sulla bilancia commerciale del paese, rischiando di mettere in crisi quelle attività che generano la maggior parte dei propri ricavi attraverso le esportazioni.   Italia: occupazione ai massimi dal 2004 Nonostante in Italia ci siano quattro (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia) delle cinque regioni in Europa con il più basso tasso di occupazione (dove la quinta è la Guyana francese), secondo l’ultima rilevazione Istat il numero di occupati registrati a fine marzo è risultato il più alto dall’inizio della serie storica (dal 2004), con un aumento rilevante dei contratti a termine. La percentuale di occupazione si è attestata al 59,90%, in aumento di 0,60 punti percentuali rispetto ai livelli pre-pandemici (febbraio 2020). Sicilia e Campania hanno registrato i dati peggiori, rispettivamente del 41,10% e del 41,30%; seguono la Calabria con il 42% e la Puglia con il 46,70%, mentre la media nazionale è del 63,40%. La disoccupazione è pari all’8,30% mentre il tasso di inattività raggiunge il 34,50% (in diminuzione rispetto ad inizio 2020). Complessivamente i dati sono in aumento da inizio anno, cosa che fan ben sperare in una ripresa concreta della produzione e delle esportazioni (grazie anche al deprezzamento attuale dell’euro). Di fatto se il dollaro statunitense dovesse mantenersi ai livelli attuali o addirittura rafforzarsi ancor di più, potrebbe essere un segnale positivo per il Made in Italy e per sostenere la crescita nel paese. Allo stesso tempo si andrebbe ad incentivare indirettamente il consumo sia a livello nazionale che europeo, dando ulteriore slancio all’economia interna ed aumentando la richiesta di lavoro.    

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Portogallo, primo paese crypto friendly in UE

Scritto il 27.04.2022

Il Banco de Portugal pochi giorni fa ha autorizzato Bison Bank, tramite Bison Digital Asset, a diventare la prima crypto banca nel paese e all’interno dell’Unione Europea. Bison Bank è una banca portoghese che offre prevalentemente servizi di Wealth Management e Investment Banking detenuta per la maggior parte da una holding cinese con base ad Hong Kong. Il management della banca crede sin dalla sua fondazione in un approccio digitale, moderno e al passo con tempi, portando servizi bancari pensati per essere innovativi in un panorama europeo che spesso resta sempre un po’ inseguitore dei modelli americani e negli ultimi anni anche asiatici. La scelta di avere base in Portogallo garantisce alla banca l’accesso totale a tutto il mercato unico europeo e devo dire che la scelta è in controtendenza rispetto allo standard. Difatti oggi stiamo assistendo ad un proliferare di banche o istituti di pagamento digitale con sede nei paesi baltici, giurisdizioni che hanno saputo cavalcare il fenomeno post Brexit e attrarre il business che fino a poco tempo fa era una prerogativa britannica. Ammiro invece la scelta di Bison di posizionarsi in Portogallo in quanto credo che il paese iberico abbia degli ottimi punti di forza: per prima cosa ha attratto negli scorsi anni un numero sempre crescente di pensionati che allettati dal regime fiscale favorevole hanno scelto di trasferire lì la loro residenza. Il paese è stato capace di recuperare prima di molti altri il gap dovuto dalla crisi del 2008 proprio grazie alle politiche fiscali e di sostegno all’economia che sono state in grado di attrarre non solo pensionati ma anche società e professionisti internazionali. Con queste premesse quando ho saputo che la banca centrale del Portogallo aveva anticipato tutti in Europa autorizzando una crypto banca non sono nemmeno rimasto così sorpreso. Del resto il mondo crypto cresce anno dopo anno e se all’inizio sembrava quasi essere una sorta di forma di protesta alternativa al sistema bancario tradizionale oggi ci rendiamo conto che l’industria che si è sviluppata attorno a questa rivoluzione tecnologica ha comunque bisogno di un supporto anche dal canale bancario ed per questo che sia il Portogallo che Bison Bank vogliono cavalcare l’onda ed essere i primi a poter offrire questi servizi nella totale trasparenza e legalità all’interno di un enorme mercato come quello europeo. Credo che nei prossimi mesi vedremmo altri istituti mettersi in scia perché l’economia generata da questo nuovo settore fa gola a molti.

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Nel dubbio, i mercati scendono

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 27.04.2022

Le ultime settimane sui mercati finanziari hanno visto una netta predominanza dei segni rossi su quelli verdi, con alcuni mercati che hanno performato negativamente in modo importante. Il peggiore, tra i mercati di riferimento, è senza dubbio il Nasdaq, in ribasso del 8,09% da inizio aprile e del 16,80% da inizio anno. Movimenti molto più contenuti ma stessa direzionalità per l’S&P500, con una performance negativa del 3,50% nel mese di aprile e del -8,13% YTD. Nel mese di marzo gli indici americani avevano mostrato un buon rimbalzo, capace di annullare le perdite di febbraio, ma l’escalation sull’inflazione e le conseguenti aspettative di rialzo dei tassi ha fortemente penalizzato i titoli tech. Difficile capire però se i mercati oggi abbiano già scontato la politica restrittiva della FED, che dovrebbe portare i tassi oltre il 2% dallo 0,25% attuale, o se ci sia ancora spazio per ulteriori correzioni. La stagione delle trimestrali ha visto le prime pubblicazioni con un buon andamento delle banche americane, seguite dal tonfo di Netflix e da utili record da parte di Tesla. Gran parte delle società avevano rivisto al ribasso la guidance per il 2022 nelle scorse trimestrali di gennaio. Saranno state sufficienti o l’attuale contesto avrà penalizzato in modo importante i bilanci aziendali? Impossibile saperlo, lo scopriremo nel corso dei prossimi giorni. Paradossalmente sta meglio l’Europa, nonostante il conflitto in Ucraina e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento in diverse filiere produttive, quella energetica in primis. Aprile ha visto infatti discese moderate degli indici, con il FTSE MIB a -2,55% e il DAX a -1,25%, anche se YTD mostrano entrambi cali a doppia cifra, rispettivamente -11,26% e -10,44%. Fa impressione vedere come questo sia il quarto mese consecutivo di discesa, e per trovare una situazione simile bisogna tornare a fine 2018 per il DAX, e addirittura all’estate 2014 per il FTSE MIB. Non se la passa meglio l’Asia, anche qui con tutti gli indici principali in rosso da inizio anno: Shanghai Composite (Cina) -15,80%, Kospi (Corea del Sud) -8,11%, Hang Seng (Hong Kong) -12,18% e Nikkei 225 (Giappone) -5,67%. Si salva solo, relativamente l’India, con il suo indice Nifty50 in negativo solo dello 0,92%. Per concludere la carrellata, anche la componente low risk del portafoglio, investita nel comparto obbligazionario non lascia dormire sogni tranquilli con i fondi global aggregate bond in ribasso di oltre il 10%, e andamento simile anche per gli euro aggregate, mentre il ribasso arriva anche al 20% per gli ETF su Treasury con duration superiore al decennale. Questa lunga premessa non ha lo scopo di creare panico ma di far comprendere come ci si trovi oggi in una situazione globale, dove la concomitanza di diversi fattori critici (guerra, inflazione, rialzo dei tassi, scarsità di materie prime, Covid), sta penalizzando la totalità delle asset class, ad eccezione delle materie prime. I periodi di discesa però, sono anche caratterizzati dalla presenza di opportunità d’acquisto, a prezzi decisamente inferiori e più competitivi. Ma l’elevata incertezza di queste settimane suggerisce comunque prudenza e quindi di limitare gli acquisti, tenendosi magari la porta aperta per frazionare l’investimento in successivi ingressi in caso di ulteriore discesa. Non potendo mai prevedere quando e dove sarà il minimo del mercato, la soluzione più efficiente è sempre quella di non andare all in ma di mantenere una quota di liquidità per eventuali ulteriori acquisti. La predominanza di titoli tech nel portafoglio, fa muovere il suo andamento in modo quasi lineare a quello del Nasdaq con un ribasso del 6,58% nel mese di aprile, ciò nonostante viene incassato comunque un buon flusso cedolare, con il recupero anche di alcuni premi finiti in memoria nel mese di maggio come nel caso del Meta/Snap/Twitter e del BioNTech/Moderna. Il rialzo della volatilità tra ieri e oggi non aiuta sui prezzi dei prodotti, anche se al momento la maggior parte dei certificati prezza a premio rispetto al reale valore e alla lineare dei sottostanti. Non è raro infatti trovare anche recenti emissioni con sottostanti a -10 o -15% da strike quotare tranquillamente 97/98. Stavo valutando l’ingresso sul DE000VX9KQE3 con sottostanti Uber/AirBnB/Carnival per sfruttare anche la stagionalità del settore dei viaggi, dato che al momento è sottoposto nel portafoglio, ma a fronte di due sottostanti su tre lontani oltre il 10% da strike il prezzo di acquisto è pari a 96,40€, per cui per ora rimango alla finestra.  

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Dilaga lo shrinkflation

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 26.04.2022

Lo Yin e lo Yang finanziario del 26 aprile 2022 I prodotti rimpiccioliscono, i prezzi no. Sta tutta qui la trovata della shrinkflation, neologismo dall’inglese shrink, ridursi, e inflation, inflazione. La pratica sembra aver preso piede in Italia con confezioni di volume ridotto e prezzo inalterato. La denuncia arriva dal Codacons che ha segnalato dei casi concreti alle procure della Repubblica abruzzesi e all’Antitrust. Sul fronte delle buone notizie, affari turchi per la regina del cartongesso, la francese Saint-Gobain, mentre è ormai cosa fatta per il fascicolo sanitario elettronico. Primark cancella le perdite del Covid, si espande, ma non in rete e promette collezioni ecosostenibili entro il 2030. Di seguito è quanto abbiamo visto, sentito o letto nel periodo fino al 26 aprile. Lo Yin W1 – 23 aprile. La truffa bussa alla porta. Ex dipendenti Folletto prendono di mira centinaia di anziani W2 – 22 aprile. Buoni carburante della Regione Lazio offerti via sms W3 – 19 aprile. Lo shrinkflation dilaga, denuncia il Codacons   Lo Yang B1 – 25 aprile. La joint-venture del cartongesso B2 – 19 aprile. In arrivo il fascicolo sanitario elettronico B3 – 18 aprile. Primark torna al profit e resta fedele alle sole vendite in negozio   YIN Ex dipendenti Folletto truffano centinaia di anziani Quattro finti venditori dell’aspirapolvere ‘Folletto’ sono stati arrestati dopo aver truffato centinaia di anziani. Due genovesi, ex dipendenti della nota azienda tedesca Vorwerk, fingendosi ancora agenti della citata società, si presentavano presso le abitazioni delle vittime rappresentando un difetto di fabbrica nell’aspirapolvere da loro posseduto, inducendole a consegnare i ‘Folletti’ ed i vari accessori fittiziamente malfunzionanti, rassicurandone la riconsegna a riparazione effettuata. Gli aspirapolvere provento di truffa venivano o rivenduti a ignari acquirenti attraverso piattaforme di vendita online, tra cui ‘Market Place’ di Facebook, ovvero ricettati attraverso l’attività commerciale di altri due complici. È una truffa l’offerta di buoni carburante della Regione Lazio offerti via sms E’ una truffa l’sms proveniente dalla Regione Lazio, con il quale vengono offerti buoni benzina ai cittadini. L’allerta arriva dalla Polizia che su Twitter pubblica il falso messaggio nel quale si legge: “gentile utente, ricevi anche tu il buono benzina 2022!!”, seguito da un link. “Buono carburante dalla Regione Lazio via Sms? No, tutto falso – afferma la Polizia – Cliccando sul link viene richiesto di inserire dati personali e bancari che saranno sottratti tramite phishing. Dilaga lo shrinkflation Sullo ‘shrinkflation’, il fenomeno del prodotto a confezione leggermente ridotta anche di contenuto, ma a prezzo invariato, o di poco aumentato, il Codacons ha presentato un esposto alle procure della Repubblica del tribunale di Teramo, Chieti, L’Aquila e Pescara oltre che all’Antitrust, chiedendo di verificare se la prassi dei produttori, tesa a ridurre le quantità dei prodotti venduti ai consumatori senza abbassare il prezzo delle confezioni, possa costituire fattispecie penalmente rilevanti, dalla truffa alla pratica commerciale scorretta. “Un trucchetto che consente enormi guadagni alle aziende produttrici, ma di fatto svuota i carrelli e le tasche dei consumatori, realizzando una sorta di ‘inflazione occulta’ – ha spiegato in una nota il Codacons – Un fenomeno, lo ‘shrinkflation’, osservato anche durante il periodo di Pasqua: il peso di alcune colombe è passato magicamente da 1 kg dello scorso anno ai 750 grammi del 2022, mantenendo intatti prezzo e confezioni”, ha denunciato il Codacons chiedendo all’Autorità per la concorrenza e ad altri enti al vertice di acquisire elementi sul fenomeno molto diffuso anche in Abruzzo. YANG Joint Venture in vista per Saint Gobain e Dalsan Saint-Gobain azienda francese che produce e distribuisce materiali per l’edilizia, costruirà una joint venture con il produttore turco Dalsan attraverso la combinazione delle loro unità di gesso e cartongesso in Turchia. Le aziende avranno una capacità produttiva annua di 100 milioni di metri quadrati per il cartongesso, 2 milioni di tonnellate per l’intonaco e 50 milioni di metri per i profili metallici. Il completamento è previsto entro la fine dell’anno. In arrivo il fascicolo sanitario elettronico Il Pnrr porta in dote 850 milioni di euro per il nuovo fascino sanitario elettronico. Le nuove linee guida tecniche per l’applicazione uniforme a livello nazionale sono state trasmesse alla Conferenza Stato-Regioni. Il governo prevede di emanare un decreto per stabilire i target regionali da raggiungere per accedere alle risorse. Le regioni faranno le loro osservazioni ma la strada sembra ormai tracciata: interoperabilità e omogeneità dei dati raccolti sono le parole chiave. Secondo molti osservatori l’introduzione del fascicolò elettronico darà una spinta alla telemedicina e a tutte le applicazioni connesse. Primark torna al profit e resta fedele alle sole vendite in negozio Primark torna a vedere i conti in ordine e resta fedele a se stesso: niente vendite on line ma solo nei 400 negozi sparsi per il globo. La pandemia è stata un bagno di sangue, ma il colosso irlandese dell’abbigliamento ha aperto 21 negozi nell’ultimo biennio, alcuni in Italia dove la prossima inaugurazione è prevista a Genova. Nel primo trimestre 2022 i ricavi al dettaglio hanno raggiunto 2,672 milioni di sterline, poco più di 3 milioni di euro con una crescita del 32 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’impegno è di arrivare a 570 store nel 2027 e realizzare collezioni di moda sostenibile e low cost, dove per “sostenibile ” s’intende l’impegno, da parte del colosso irlandese, a realizzare i capi di abbigliamento partendo da materiali riciclati entro il 2030.

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