Il punto è che un calo della Borsa non ci rende più poveri, se ragioniamo per obiettivi di più lungo termine, per quanto i drawdown di mercato tendano ad innescare meccanismi psicologici ed emotivi che finiscono per complicare il nostro percorso d'investimento.
Ugualmente, rimproverarsi di non aver venduto per tempo è altrettanto deleterio, così come di non aver comprato abbastanza sul ribasso dei prezzi; la natura umana, del resto, è fatta di paura, sogni, speranze e desideri, e per impedirci di seguire il treno dei prezzi, o la massa che spinge per comprare o vendere, ci vuole una notevole forza di volontà ed un impegno considerevole.
Certo, la pratica di ribilanciamento di portafoglio resta utile, sotto vari aspetti, fin tanto che arriva il 2022, per cui una vendita di azionario precedente per acquisti obbligazionari, non ha giovato al percorso o dati particolari soddisfazioni.
Investire è complesso, quindi, ci spinge a prendere delle scelte, in un contesto che vede, "come da ricerca Morningstar, l'investitore medio sottoperformare il mercato dell'1,7% annuo su un periodo di dieci anni. Come mai? Tempismo scadente. La nostra tendenza a prendere decisioni sbagliate è il motivo per cui dobbiamo trovare una filosofia di investimento che funzioni per noi; una sorta di albero a cui legarci quando il canto delle sirene cerca di ammaliarci".
Ancora prima di cercare i prezzi, cerchiamo quindi una giusta logica d'investimento, e aggrappiamoci ben saldi ad essa, quando intorno a noi tutto trema.
Senza metodo, investire resta un navigare a vista, e quando le acque si agitano, finiamo inevitabilmente sott’acqua.
Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto.