Un pensiero comune che associa una grande fetta di persone è quello di riuscire ad accumulare quanti più soldi possibili sul proprio conto corrente al fine di avere una serenità futura. Questo è un trend in forte ascesa, che ha portato a registrare un aumento di liquidità in conto corrente del +12% negli ultimi due anni. Questa tendenza è stata accentuata anche dal periodo di incertezza che stiamo vivendo che porta sempre più risparmiatori ad evitare i mercati finanziari al fine di non correre troppi rischi. Tutto ciò si traduce come un effetto boomerang, che in un periodo di alta inflazione amplifica l’effetto erosione del potere di acquisto del proprio patrimonio.
Perché accantonare liquidità in conto non è la scelta migliore?
Parcheggiare somme di denaro in conto corrente non è la scelta più giusta. Osserviamo quali sono le cause che ci conducono ad affermare con certezza questa tesi
Rendimento nullo:
Il denaro fermo in conto non genera né interessi né rendimenti. Inoltre nel tempo non possiamo beneficiare di una rivalutazione del denaro anzi più che un beneficio possiamo ricevere un danno a discapito del potere d’acquisto.
Imposta di bollo:
L’ imposta di bollo è dovuta per tutti i depositi che presentano una giacenza media superiore a 5000 euro e costa al cliente 34,20 euro all’anno. Gli investimenti finanziari di contro pagano un’ imposta pari allo 0,2%.
Prelievo forzoso:
Tutti ricordiamo il prelievo del 6 per mille applicato nel 1992 dal governo Amato al fine di ripianare la situazione di bilancio dello stato italiano. Inoltre non sono da escludere anche probabili futuri prelievi forzosi da parte dello stato. Basti considerare che in questo scenario il governo sta applicando varie manovre per contenere il debito pubblico, ma se non saranno sufficienti potrà aprirsi la possibilità di un prelievo sui conti correnti.
Inflazione:
Il 2022 è un anno in cui si è registrato un livello medio di inflazione che non si vedeva da almeno un paio di decenni. L’ inflazione in questo contesto storico è una minaccia che ritroviamo tutti i giorni; dalla spesa al supermercato al pagamento delle bollette.
Ad oggi anche l’oro bene rifugio per eccellenza non protegge gli investitori. Infatti il suo suo prezzo ha toccato il minimo storico dall’ agosto 2020. Questo accade principalmente perché l’oro in un momento di rialzo dei tassi non genera reddito cosi da renderlo meno appetibile. Infatti gli investitori in uno scenario come questo possono ottenere rendimenti maggiori attraverso strumenti di stampo obbligazionario.
Spese Varie:
Tra queste riportiamo le spese di tenuta conto, l’invio del cartaceo e tutti gli altri servizi che il cliente paga. Infatti se consideriamo un conto che in media ha un costo di 5 euro al mese, solo di spese tenuta conto il cliente a fine anno pagherà 60 euro che graveranno direttamente sul suo patrimonio. Se a queste aggiungiamo cartaceo, bancomat e carta di credito la spesa sarà sicuramente più elevata.
Quali soluzioni?
Considerato lo scenario economico attuale, la scelta migliore sarebbe quella di confrontarsi con un consulente finanziario che sappia ascoltare le esigenze e i bisogni del cliente. Ad oggi il mercato offre strumenti con bassissimo rischio che possono coprire o addirittura neutralizzare l’effetto inflazione mantenendo al tempo stesso l’investitore lontano da troppi rischi.
Nel caso foste interessati sono disponibile per un appuntamento al fine di ricercare lo strumento adatto alla gestione del vostro patrimonio.