Leggendo articoli sulla stampa e ascoltando i media nazionali, quasi sempre l’attenzione è rivolta agli aspetti economici e di finanza del nostro paese.
Se siete investitori o risparmiatori italiani, sarebbe opportuno invece avere una visione a più ampio raggio, sia perché l’economia e la finanza sono globali, sia perché molti investimenti che avete in corso sono oggi certamente più legati a ciò che accade negli Stati Uniti e nel resto del mondo rispetto a quanto forse sareste portati a credere.
Se siete un dipendente di azienda metalmeccanica con adesione al principale fondo pensione di categoria italiano, se avete acquistato un fondo bilanciato o flessibile con nome italiano tramite le principali banche o in posta, se avete sottoscritto una polizza vita con il vostro agente assicurativo di fiducia, molto facilmente gran parte dei vostri soldi è investita in azioni, titoli di stato e obbligazioni statunitensi.
Quindi potrebbe servirvi maggiormente avere un quadro complessivo ben dettagliato del vostro patrimonio, in base a dove e come risulta effettivamente investito e in particolare un parere sulla situazione economica e politica negli Stati Uniti d’America.
Ho trovato molto utile ed interessante un articolo del 26 marzo 2020 scritto dal Prof. Nassim Nicholas Taleb con la collaborazione del Dr. Mark Spitznagel (gestore di hedge fund di Universa Investments che ha ottenuto performances spettacolari nel corso del mese di marzo 2020 grazie alle strategie basate sulla gestione dei tail-risks)
Come richiesto dagli autori, riporto l’articolo esattamente come è stato scritto senza nemmeno cambiare una virgola.
Di seguito una mia traduzione per chi mastica poco l’inglese.
Socialismo aziendale: il governo sta salvando investitori e managers, non voi
Il governo degli Stati Uniti sta mettendo in atto misure per salvare le compagnie aeree, la Boeing e società simili colpite. Mentre insistiamo chiaramente sul fatto che queste società debbano essere salvate, potrebbero esserci problemi etici, economici e strutturali associati ai dettagli dell'esecuzione. È un dato di fatto, se studi la storia dei salvataggi, esso ci sarà.
I salvataggi del 2008-2009 hanno salvato le banche (ma soprattutto i banchieri), grazie all'operato da parte del Segretario del Tesoro di allora Timothy Geithner che ha combattuto per i dirigenti delle banche sia contro il Congresso sia con alcuni altri membri dell'amministrazione Obama. I banchieri che hanno perso più soldi di quanti ne abbiano mai guadagnati nella storia del settore bancario, hanno ricevuto il più grande gruppo di bonus nella storia del settore bancario meno di due anni dopo, nel 2010. E, sospettosamente, solo pochi anni dopo, Geithner ha ricevuto una posizione ben pagata nel settore finanziario.
Quello era un palese caso di socialismo aziendale e una ricompensa per un settore i cui dirigenti sono fermati dal contribuente. L'asimmetria (rischio morale o “moral-hazard”) e ciò che chiamiamo opzionalità per i banchieri può essere espressa come segue: i capi e i banchieri vincono, chi viene dopo e il contribuente perdono. Inoltre, questo non tiene in considerazione che la politica del “quantitative-easing” è andata a gonfiare i valori delle attività e aumentare la disuguaglianza a beneficio dei super ricchi. Ricordiamo che i salvataggi vengono realizzati stampando denaro, che deflaziona effettivamente i salari della classe media in relazione a valori patrimoniali come ad esempio gli appartamenti super lussuosi a New York City.
Nel grafico vengono messi in relazione i Profitti e le Perdite (P/L): per la maggior parte del tempo ci possono essere “piccoli ritorni stabili” con inaspettate perdite notevoli a causa di “qualche evento molto sfortunato e del tutto inatteso, chiamato “Cigno Nero”, per il quale chiediamo scusa profondamente, ma veniamo in ogni caso scusati poiché nessuno poteva predire queste cose”
Il comunemente noto “trade di Bob Rubin”: mantenere i profitti e trasferire le perdite ai contribuenti. Prende il nome da Bob Rubin che ha incassato 120 milioni di dollari da Citi ma ha affermato l’incertezza degli eventi e ha mantenuto così i bonus precedenti. Questo incoraggia chiunque a non essere mai assicurato per tali eventualità poiché il governo si farà carico del conto finale.
Se viene salvato, è un bene comune
In primo luogo, non dobbiamo confondere le compagnie aeree come società fisica con la struttura finanziaria coinvolta. Né dovremmo confondere il destino dei dipendenti delle compagnie aeree con la disoccupazione dei nostri concittadini, che può essere compensata direttamente piuttosto che indirettamente tramite gli avanzi di sussidi aziendali. Dovremmo imparare dall'episodio di Geithner che salvare le persone in base ai loro bisogni non è lo stesso che salvare le società in base al nostro bisogno di loro.
Salvare una compagnia aerea, quindi, non dovrebbe equivalere a sovvenzionare i suoi azionisti e managers altamente remunerati e promuovere ulteriori rischi morali nella società. E questo poichè il fatto stesso che stiamo salvando le compagnie aeree indica il loro ruolo di utilità. E se come tali sono necessari per la società, allora perché ai loro dirigenti vengono riservate delle alternative? I dipendenti pubblici beneficiano di un bonus? La stessa argomentazione deve anche essere avanzata, per estensione, contro il salvataggio indiretto di pool di capitali, come hedge fund e strategie di investimento infinite, che sono così tanto esposti in tali attività; non hanno una strategia di riduzione del rischio onesta, se non quella di un qualificato affidamento naif ai salvataggi o di ciò che viene chiamato nel settore "government put".
In secondo luogo, queste corporazioni stanno facendo azioni lobbistiche per i salvataggi, che alla fine otterranno grazie alla pressione che possono esercitare sul governo attraverso le unità di lobby. E il piccolo ristorante all'angolo? La guida turistica indipendente? Il personal trainer? Il professionista del massaggio? Il barbiere? Il venditore di hot-dog che vive di turisti vicino al Met Museum? Questi gruppi non possono permettersi lobbisti e saranno ignorati.
Buffers e non debito
In terzo luogo, come abbiamo avvertito dal 2006, le aziende hanno bisogno di buffers (protezioni sotto forma di cuscinetti di riserva di qualche tipo, N.d.T.) per far fronte all'incertezza, non debito (un buffer inverso), ma buffers. Madre natura ci ha dato due reni quando abbiamo bisogno effettivamente di una parte di uno singolo. Perché? A causa dell’imprevisto. Non è necessario prevedere eventi avversi specifici per sapere che un buffer è qualcosa di cui non si può fare a meno. Il che ci porta al problema del riacquisto. Perché dovremmo spendere soldi dei contribuenti per salvare società che hanno speso i loro soldi (e spesso addirittura presi in prestito per generare quei soldi) per acquistare le loro stesse azioni (così il CEO ottiene l'opzione) invece di costruire un buffer per i giorni difficili? Tali salvataggi puniscono coloro che hanno agito in modo conservativo e li danneggiano a lungo termine, favorendo lo stolto e il cercatore di rendite.
Non è un cigno nero
Inoltre, alcune persone affermano che la pandemia è un "cigno nero", quindi qualcosa di inaspettato, quindi non averlo messo in conto sarebbe scusabile. Il libro che citano comunemente è “The Black Swan” (scritto da uno di noi). Se avessero letto quel libro, avrebbero imparato che una simile pandemia globale veniva esplicitamente presentata lì come un cigno bianco: qualcosa che alla fine avrebbe avuto luogo con grande certezza. Una pandemia così acuta è inevitabile, ed è il risultato della struttura del mondo moderno; e le sue conseguenze economiche risulterebbero aggravate a causa della maggiore connettività e ottimizzazione eccessiva. È un dato di fatto, il governo di Singapore, che abbiamo consigliato in passato, era preparato per tale eventualità con un piano preciso già dal 2010.