Su cosa è meglio investire oggi? Sono mesi che racconto di quello che stiamo vivendo e, interrogato spesso sull'argomento, cerco di trasmettere ottimismo in attesa di quel vaccino che ci riporterà alla nuova normalità, che sono certo non coincide con il ritorno al passato. Prima però di sviluppare il discorso che ho in mente devo fare una premessa. Ciascun investitore ha con il proprio denaro obiettivi da raggiungere ed ha anche una sensibilità al rischio, oltre ad una personale idea di guadagno che dovrebbe tendere a soddisfare le sue aspettative. Per questo motivo bisognerebbe porre fine all’inutile e dannosa abitudine di parlare di prodotti, dando maggiore attenzione ai motivi per i quali quel denaro sarà speso in un momento diverso nel tempo. La scarsa attenzione agli obiettivi è infatti una delle maggiori cause di insoddisfazione dell’investitore. Come dico spesso, “un ottimo callifugo non è efficace per guarire un’otite”: una diagnosi assente o errata è dannosa se porta all'uso di un farmaco sbagliato.
Eppure basterebbe seguire alcune semplici regole per ritrovare la retta via nel campo degli investimenti, evitando errori banali, come le scommesse sul breve per ottenere risultati che si conseguono normalmente nel lungo periodo, oppure addirittura senza avere obiettivi precisi. Anche una sana e robusta diversificazione evita di trovarsi in condizioni negative qualora il denaro servisse prima del tempo stabilito. Tutto ciò richiede che il cliente diventi parte attiva negli investimenti: questo riduce l'asimmetria informativa con l'intermediario che genera errori difficili da correggere. Capitolo a parte meriterebbe poi il controllo del portafoglio nel tempo, attività in molti casi mai suggerita all’investitore ma che è l’unico vero strumento che dia risposte sulla validità delle scelte effettuate.
A questo punto, evidenziate le ragioni della premessa necessaria da cui siamo partiti, rispondere alla curiosità dell’investitore attento non è difficile. Alcuni asset non dovrebbero mai mancare oggi, tanto più nel prossimo futuro, nella costruzione e nella manutenzione tattica di un portafoglio. Anche in questo caso l'elenco non è esaustivo ma solo indicativo di alcune tra le tante opportunità, tenendo primariamente conto che asset deve tenere conto del tempo, delle preferenze e delle caratteristiche di ogni singolo Investitore. Innanzitutto gli italiani sono molto poco investiti sul mercato asiatico, che sarà il vero motore della crescita economica del futuro, partendo da Cina e India, ancorché i loro andamenti siano oggi diversi. Altro elemento irrinunciabile è il mercato azionario Usa, uno dei pochi, anche nella stagione del coronavirus, che ha sempre mantenuto le promesse di rendimento nel tempo. L'Europa è pronta per una prova di forza sui mercati mondiali e l'esperienza Covid ci dirà se saprà sfruttare l'occasione che si è presentata. Per quanto attiene i settori economici suggerisco invece quelli relativi al cambiamento delle abitudini dei consumatori e quelli orientati allo sviluppo di tematiche demografiche (salute ed healthcare, bioingegneria, invecchiamento della popolazione). Non possiamo non porre l'attenzione sulle telecomunicazioni (con una previsione di investimenti nei prossimi 5-7 anni sul 5G di oltre 700 mld). Non dimentichiamoci dello sviluppo del cloud e dei servizi internet (gioco, istruzione, socializzazione, lavoro, consumi). Altre scommesse difficili da perdere sono quelle relative alla 4a rivoluzione industriale (robotica e cibernetica), quelle sull'intelligenza artificiale e sullo sfruttamento dei Big Data. Non possiamo evitare di citare il cambiamento climatico, definito nel 2017 dalla maggioranza dei grandi investitori mondiali (Asset Owner Disclosure Project) come un vero e proprio rischio finanziario da controllare e sul quale è impossibile non investire oggi. Ancora, il passaggio dall'energia fossile a quella green, la domotica che guiderà il futuro dell’urbanizzazione, la mobilità elettrica in tutte le sue declinazioni. Non da ultimo segnalo la sempre maggior attenzione degli investitori alla tutela dei diritti umani, sociali e dei lavoratori, per una diversa distribuzione della ricchezza, per un nuovo e più sostenibile ordine economico e finanziario.
Insomma, i temi per investire non mancano e questa pandemia ha semplicemente accelerato macro trend già esistenti e ben definiti da tempo. Per dirla usando le parole del Prof. Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia 2001 “Il Covid-19 ci ha fatto comprendere più chiaramente l’importanza della pianificazione a lungo termine degli investimenti responsabili sia nel settore pubblico che in quello privato e della creazione di una società con il giusto equilibrio tra mercati, Stato e società civile”. Questo è l'insegnamento che deriva dall’esperienza che stiamo vivendo: a tutti noi, investitori, consulenti e ad ogni stakeholder che partecipa al sistema, spetta il compito fondamentale di non sprecare nulla degli insegnamenti che stiamo ricevendo, per il nostro quotidiano, per il bene del nostro unico pianeta e per quello delle generazioni future.