In settimana ho ricevuto una mail di un lettore che con molta cortesia, mi invitava a parlare con maggiore enfasi di mercati e di prodotti, in modo da “avere delle indicazioni più precise sulle scelte da effettuare, non solo delle indicazioni generiche sugli errori da evitare o su come diversificare teoricamente un portafoglio. Questo per dare modo a tutti di rendere più fruibili i suoi consigli, un poco troppo teorici”.
Per fare ammenda di questa mia mancanza volevo brevemente ribadire che il mio approccio è quello di parlare di farmaci solo in presenza di una patologia reale, poiché altrimenti si correrebbe il rischio di dare consigli su di un farmaco citato senza una specifica diagnosi. Nella mia esperienza troppe volte ho visto purtroppo inseriti in portafoglio prodotti che nulla avevano a che fare con le reali esigenze, acquistati solo perché qualcuno ne aveva parlato o li aveva consigliati. La colpa di ciò è certamente di chi li consiglia senza un'approfondita analisi delle esigenze, ma non dimentichiamo però che anche l’investitore stesso non può per questo non assumere le proprie responsabilità. Provate per un istante a leggere il bugiardino di una semplice aspirina e poi ditemi l'effetto che vi fa. Spaventati, chiamereste il medico oppure accettereste di assumerla lo stesso senza preoccuparvi degli effetti collaterali? Possibile che non si usi la stessa metodica quando si legge il KIID di un prodotto finanziario, sul quale il rischio, il costo e la durata consigliata dell'investimento sono chiaramente indicati? Eppure troppo spesso è quello che accade, quando al “bugiardino finanziario”, non viene nemmeno posta attenzione.
Tornando alla richiesta iniziale cercherò di indicare qualcosa di più specifico, tenendo però conto che stiamo parlando di un portafoglio che non ha definito informazioni sul grado di rischio accettabile, sul tempo a disposizione e, cosa non secondaria, sulle preferenze dell'ipotetico cliente. Per quanto attiene il mercato azionario privilegerò quello Usa e Cina, che mai dovrebbero mancare in un portafoglio, proprio perché rappresentano le più grandi economie planetarie, attuali e future. Per quanto attiene l’Europa ne userei invece con un leggero sottopeso, per lo meno sino a quando non saranno vaccinati un numero maggiore di cittadini, sufficienti quindi ad innescare una netta ripresa. Tra i paesi emergenti privilegerei di gran lunga l'area asiatica piuttosto di altre zone. Sui settoriali invece il ventaglio delle scommesse è ampiamente aperto quindi mi limiterò ad indicare i miei preferiti: la robotica, la digitalizzazione e la sicurezza informatica, i settori relativi alla demografia, particolarmente farmacologia, bioingegneria e il benessere dell'uomo in generale. Di nuovo indicherò quali settori interessanti quelli relativi alle nuove tecnologie e quelli delle energie rinnovabili, volti allo sviluppo di un'economia circolare. Non tralascerei poi le infrastrutture in generale, da cui dipenderà in gran parte l'accelerazione verso il 5g, oltre a tutto ciò che è legato al turismo che certamente sarà settore in grande ripresa appena la diffusione del virus terminerà. Naturalmente tutto quanto riportato appena sopra dovrà mirare a scelte ad elevato tasso Esg, volte al contenimento del rischio e all'aumento della performance nel tempo.
Più difficile entrare nell’ambito obbligazionario che nasconde pericoli non più evitabili, pur in presenza di rendimenti prossimi allo zero o addirittura negativi. Puntare sui governativi oggi comporta il rischio di non contenere l’inflazione e una sua ripresa, potrebbe costituire invece una vera e propria sconfitta per il capitale investito, soprattutto per duration superiori ai 36 mesi. Nei corporate bond il valore è molto contenuto, con un rischio troppo elevato per le duration lunghe, le prime ad essere impattate da un eventuale rialzo dei tassi a livello globale. Se siamo alla ricerca di valore possiamo certamente parlare delle obbligazioni High Yield globali oppure dei paesi emergenti, con particolare attenzione sempre per i mercati asiatici, Cina in particolare. Anche per le obbligazioni non deve mancare l'attenzione ai fattori Esg che diventano trainanti sia per questioni di rendimento che di volatilità.
Per quanto attiene la gestione della liquidità si possono trovare ottimi prodotti che, a bassa volatilità, consentono di avere rendimenti con segno positivo. Avendo tempo ci si potrebbe orientare anche obbligazioni a scadenza non superiore ai 18-24 mesi, con una volatilità lievemente superiore alla liquidità, in modo da raggiungere rendimenti vicini a quelli del conto deposito, magari con meno vincoli in caso di liquidazione.