Lasciare i risparmi in conto corrente oggi è una scelta che oggi costa cara.
Da un anno circa, la liquidità ferma nei conti correnti sta subendo un’inesorabile perdita di valore, con un’inflazione che a marzo ha ampiamente superato il 6% e non accenna, per ora, a rallentare.
Anche le forme più classiche di investimento di molti risparmiatori non li stanno tutelando.
Le emissioni degli ultimi anni di buoni postali e titoli di stato italiani, con tassi di interesse a livelli estremamente bassi, non sono oggi in grado di salvaguardare il valore di quanto vi si è investito.
I conti deposito vincolati, sebbene non siano una vera e propria forma di investimento, ma più un parcheggio di liquidità, a fronte di un vincolo sulla disponibilità del denaro depositato, corrispondono un interesse che, nel migliore dei casi, offre un tasso dell’1% lordo annuo o poco più (0,76% netto), per ridursi notevolmente in caso di deposito senza vincoli.
La scelta di BTP legati all’inflazione italiana (Btp Italia) o all’inflazione europea (BTP€i) potrebbe essere una soluzione, in quanto preservano il valore del capitale nel tempo.
Un aumento dei tassi di interesse, tuttavia, comporta una perdita di valore di questi strumenti, in misura proporzionale alla loro durata e fintanto che non arrivano a scadenza.
Tanto più la durata è lunga e tanto più elevato è il calo del loro valore.
Questo potrebbe essere un bel problema, nel caso vi fosse la necessità di liquidarli prima della loro naturale scadenza o qualora fossero stati acquistati ad un valore superiore a quello di emissione.
Spesso, inoltre, non ci si rende conto che investire solo in strumenti italiani espone al rischio di default del Paese, che sebbene possa sembrare remoto, non va trascurato.
Che fare quindi? Quali sono le alternative? Nel mio prossimo articolo ve lo spiegherò.