Oggi troviamo dei mercati molto simili a quelli del mese di luglio. Tutto ciò non sta ad indicare che il periodo estivo è stato un periodo privo di spunti. Durante questi due mesi abbiamo assistito a due differenti fasi di mercato. In una prima fase, in cui c’è stato un recupero dei mercati azionari ed obbligazionari:mediamente del +10 % sull’azionario e con rendimenti in calo di 50-100 punti base nel settore obbligazionario. Invece nella seconda fase si è registrata una forte correzione la quale ha portato le valutazioni azionarie ed obbligazionarie non lontano da quelle registrate ad inizio estate. Durante il mese di luglio si sono accumulati inoltre, timori recessivi a livello globale. In particolare negli USA questi timori, sono stati alimentati tra le altre cose dalla pubblicazione di un PIL negativo per il secondo trimestre consecutivo, cosí da porre le basi per uno scenario da recessione tecnica. D’altro canto in Europa, i timori recessivi sono stati alimentati dall’escalation dei costi energitici.
Nonostante la Federal Reserve e La Banca Centrale Europea abbiano segnalato la volontà di contrastare aggressivamente la fiammata inflazionistica in atto, i mercati finanziari di contro hanno ipotizzato che l’atteso brusco rallentamento dell’economia sarebbe stato sufficiente per far rientrare l’inflazione in breve tempo.
Nei prossimi mesi l’attenzione delle banche centrali sarà orientata su politiche disposte a sacrificare la crescita economica al fine di far rientrare l’inflazione.
Questo dichiarato approccio provocherà sicuramente forte volatilità ed instabilità soprattutto nel mercato azionario e nell’ obbligazionario governativo.
Nel contesto di una ipotetica recessione nel prossimo semestre, è possibile che la traiettoria dei rialzi dei tassi di interesse da parte della BCE possa essere meno aggressiva rispetto a quanto ora prezzato dai mercati.
I mercati azionari, viceversa, restano vulnerabili. La correzione degli indici fin qui osservata è riconducibile prevalentemente a una revisione legata al rialzo dei tassi di interesse. Il deterioramento del contesto macroeconomico rischia di impattare gli utili societari, su cui è lecito ipotizzare nei prossimi mesi, in un contesto di recessione, anche in importanti ribassi. Pertanto ritengo utile consigliare la costruzione e il ribilanciamento dei portafogli con posizionamenti orientati verso un atteggiamento difensivo, attraverso l’ausilio di professionisti del settore che possano indirizzare l’investitore verso le migliori opportunità presenti sul mercato.