Questa settimana volevo parlare di pianificazione finanziaria e ho trovato su YouTube un video di Julio Velasco, vincente allenatore della nazionale italiana di pallavolo, che tra le altre cose pronunciava una frase che volevo sottoporre alla vostra attenzione: "VINCERE ... VOGLIONO VINCERE TUTTI, POCHI SONO DISPOSTI A FARE TUTTO QUELLO CHE CI VUOLE PER VINCERE". Così, dopo averla scoperta, mi sono posto una domanda: siamo davvero sicuri che gli italiani vogliano davvero vincere nella gestione del loro denaro, facendo tutto quello che serve, oppure cercano solo scorciatoie pur sapendo che così non vinceranno mai?
Già sappiamo che una buona pianificazione finanziaria necessita di un rigoroso processo di investimento, che non può prescindere da alcuni fondamentali elementi di partenza. Tra questi volevo evidenziare la necessaria esplicitazione degli obiettivi dell'investimento, la quantificazione del tempo a disposizione e la scelta del rischio implicito sopportabile. Troppo spesso nella costruzione di un portafoglio, per colpa della fretta o per l’imprudente necessità di passare senza approfondire dalle parole ai fatti, si saltano alcuni passaggi fondamentali, che possono impattare negativamente sulla capacità di un portafoglio di raggiungere gli obiettivi per i quali è stato costruito.
Partiamo da un esempio per spiegare il senso del discorso. Un ipotetico cliente, parlando con un consulente che gli è stato presentato da un amico, risponde alle domande che gli vengono rivolte per capire come mai quel denaro è stato accumulato sul conto: “Voglio sempre tenere una riserva per eventuali imprevisti, gestendo però l'eccesso di surplus con investimenti mirati ma brevi, oltre che accantonare denaro per il mio futuro da pensionato. Non rinuncerei mai alla liquidabilità del denaro investito perché non amo il rischio: ho avuto nel recente passato una brutta esperienza, che mi ha segnato e reso diffidente verso ogni tipo di investimento”. A questo punto rivolgo ai lettori la solita domanda provocatoria: le informazioni ricevute sono sufficienti per la costruzione di un buon portafoglio strategico, mirante al raggiungimento degli obiettivi sommariamente indicati? La risposta è NO, non lo sono affatto!
In realtà gli obiettivi devono sempre essere filtrati mediante la loro esatta esplicitazione e quantificazione, la cui realizzazione deve passare per un tempo dato, che deve sempre essere esplicitato. Qualora mancassero tali quantificazioni, ci troveremmo solo davanti ad una dichiarazione di intenti. E costruire un portafoglio sulla base di semplici desideri non solo è un errore ma è anche pericoloso, poiché sbagliando prodotto si può anche incorrere in perdite. Qualsiasi prodotto è idoneo a impiegare denaro, ma solo quelli giusti lo sono per investirlo!
In verità si passa dai desideri agli obiettivi solo quando si usano parole che rappresentano progetti da realizzare mediante quantità misurabili. Detto questo, provate a confrontare i desideri espressi sopra, con le parole che seguono, espressione di un’analisi più attenta e approfondita: “... e vorrei tenere sempre sul conto almeno 10mila euro per eventuali imprevisti. Il resto invece vorrei investirlo ma senza vincoli sulla liquidabilità. Tra un paio di anni mi serviranno almeno 30mila euro per acquistare un'auto. Altre risorse voglio destinare per il mio futuro pensionistico poiché, vista la mia età e l'attuale normativa, andrò in pensione tra 20 anni con una rendita non molto alta. Il mio obiettivo è quello di riuscire ad accantonare almeno 200 mila euro, per mantenere il mio attuale tenore di vita. Mi piacerebbe poi accumulare almeno 100mila euro per ciascuno dei miei due nipoti per aiutarli negli studi. Loro hanno rispettivamente 6 e 8 anni. Da ultimo, vorrei poi acquistare una casa vacanza per trasferirmi là quando sarò in pensione. Oggi non ho ancora quei 200mila euro che sarebbero necessari. L'avverto però che ho paura del mercato azionario a causa di un investimento sbagliato che mi ha fatto perdere molti soldi nel 2008, quando il mercato azionario è crollato”. Troppe cose? Può essere ma questo riguarda il tema della fattibilità e della capacità reddituale, non quello della possibilità di investire per obiettivi.
È vero, qui stiamo semplificando. Tuttavia l’esplicitazione di variabili di un tempo definito, la quantificazione di un capitale di partenza o finale, l'esternazione di una necessità lontana ma sentita tanto da indicarne una quantità, rendono necessaria la costruzione di un portafoglio multi obiettivo, cioè composto da un insieme di portafogli, ciascuno diretto a risolvere una diversa esigenza chiaramente manifestata. Infatti, non è difficile costruire un portafoglio di portafogli, ciascuno con durate diverse e con rischi diversi per ogni compartimento.
Per questo ora forse risulta più chiara la frase da cui eravamo partiti: tocca a noi investitori voler vincere quando si investe denaro. Ma per farlo bisogna impegnarsi e usare il giusto metodo, seguendo rigorosi processi di investimento, dove rischio, performance e durata, diventano i veri protagonisti della partita se vogliamo davvero giocare per vincere.