La caduta di FTX uno dei giganti della finanza di ultima generazione rischia di mettere in crisi l’intero sistema delle criptovalute coinvolgendo oltre 1 milione di investitori, fra istituzionali e retail per una perdita totale di circa 30 miliardi di dollari. Solo qualche mese fa il fondatore del terzo Exchange di criptovalute al mondo, FTX, aveva dichiarato al Financial Times che volendo avrebbe potuto anche acquistare un colosso della finanza tradizionale come Goldman Sachs. La notizia del fallimento di FTX ha creato una certa ansia sui mercati finanziari e in particolar modo a quei settori che sono legati alle crypto. Infatti negli ultimi mesi sono stati molteplici i fallimenti di società impegnate nel settore crypto, i quali potrebbero generare un vero e proprio effetto domino.
Cosa è accaduto prima del fallimento?
Tutto ha preso avvio dal clamoroso fallimento del token Luna, ad aprile, che aveva generato il panico nel mercato e trascinato con sé quattro società, che nel giro di tre mesi hanno dovuto dichiarare bancarotta per insolvenza. Per ironia della sorte, era stato proprio fondatore di FTX in quelle settimane a cercare di tranquillizzare mercati ed investitori, sulla solidità del sistema, proponendosi come garante per gli investitori coinvolti. Inoltre ad inizio novembre Coindesk, aveva espresso dubbi circa la solvibilità di Alameda Research, società controllata da FTX, tanto che la stessa controllante e il suo token FTT sono caduti in una crisi di liquidità. Alla fine FTX è stata costretta a richiedere la protezione dei creditori attraverso il Chapter 11 al fine di gestire l’operatività aziendale.
Cosa è successo dopo la caduta del colosso FTX?
Nelle ore successive alla notizia Bitcoin e Ethereum hanno ceduto il 15 e 24% in un mercato che negli ultimi mesi ha visto performance negative addirittura del 90%. In tutto ciò anche grandi clienti sono stati coinvolti. Esattamente BlackRock e Sequoia si aggiungono ad un altro milione di investitori rimasti a mani vuote dopo il fallimento della società. Inoltre Sequoia in una nota ha chiaramente specificato ai propri clienti la svalutazione a zero di FTX.
D’altronde la stessa FTX negli ultimi mesi era nel mirino della SEC (la società che si occupa del controllo della borsa negli USA), che da tempo chiede al governo e al Congresso una legge che regolamenti un settore, cresciuto a dismisura negli ultimi anni, senza adeguati controlli e regole per garantire investitori e sistema finanziario. Nello scorso marzo il presidente americano Biden ha emanato un ordine esecutivo in cui chiedeva espressamente al Congresso di riunirsi per deliberare sul tema delle regole del settore, che vale più di 2000 miliardi di dollari.
Questa richiesta deriva anche dai molteplici fallimenti, tanto che vari governi lavorano per cercare una soluzione volta a ridurre tutte quelle operazioni ai limiti della legalità messe in atto da tali società. Un esempio è il Regno Unito il quale ha vietato l’operatività di Binance sul suolo britannico a causa di carenza di trasparenza operativa.
Il fallimento di FTX porterà ad una svolta del mercato crypto che non sarà più quello di prima. Tutti ci interroghiamo sul futuro e su quali azioni verranno messe in campo dalle autorità competenti. Con buona probabilità possiamo già anticipare che l’evento di per sé ha condotto ad una perdita di fiducia delle cryptovalute tanto da portate sempre più investitori ad effettuare domande sulla solidità delle aziende operanti nel settore.