L'attività d'investimento è spesso contrarian e contro-intuitiva rispetto alle dinamiche che ci accompagnano nel resto della nostra vita; un calciatore che dimostra una media goal importante, ci porta a pensare che possa continuare a segnare con buona regolarità, essendo migliore degli altri, così come da un manager capace ci si aspetta possa continuare a gestire l'azienda con ottimi risultati. Sul mercato, non esistono regolarità di questo genere.
Il "somaro" dell'aula, come sono state le Materie Prime fino a poco tempo fa, può diventare improvvisamente il primo della classe, ed il Top Performer può diventare il Worst Performer. I cicli di mercato passano, così come le mode (dalla tecnologia negli anni 2000 fino alle Meme Stock dei tempi più recenti), ricordandoci che CV eccezionali sono utili solo in fase di colloquio di assunzione del personale, non in fase d'investimento.
Addirittura, sul mercato uno studioso e professionista può essere battuto da un principiante con la fortuna di trovarsi sullo strumento giusto nel momento giusto, mentre nella vita quotidiana, difficilmente muovendoci randomicamente possiamo ottenere buoni risultati.
Certo, studiare la storia è utile, tuttavia basare esclusivamente le nostre scelte d'investimento sulla base del passato o del breve termine, rischia di far presto o tardi sprofondare le probabilità di successo del nostro piano finanziario.
Laddove, quindi, storicità e intuito non sempre sono validi alleati, i punti su cui possiamo concentrarci come investitori restano:
° Diversificazione fra gli asset
° Contenimento di costi e commissioni
° Approccio passivo nel protocollo adottato (meno scambiamo i titoli, più aumenta la possibilità di guadagnare)
° Adozione di un portafoglio con il corretto profilo rischio/rendimento