Citando Nick Murray: "Si sceglie un consulente non perchè gestisca i nostri soldi, ma perchè gestisca noi".
Il suo ruolo, quindi, non si traduce tanto nella protezione dai rischi di mercato, se non indirettamente, quanto nella difesa dal nostro vero nemico: noi stessi. Certo, c'è anche chi riesce a dominare le proprie pulsioni, tanto frenetiche lungo il Bull Market, quanto emotive nel corso del Bear Market, ma chi ne resta coinvolto, è bene che cerchi chi lo aiuti a mantenere il controllo.
La parte decisionale resta quindi un mattone fondamentale del processo d'investimento, eppure come scegliere il giusto consulente finanziario?
Se ci fermiamo al "Quanto ha performato nell'ultimo anno", difficilmente troveremo la giusta persona a cui affidarci. Per quanto componente certamente importante, il rendimento resta una conseguenza del processo, piuttosto che il suo fine.
Chi ad esempio da inizio anno avesse investito 100% azionario energetico sarebbe un valido consulente finanziario a cui delegare la gestione dei nostri risparmi?
Chiediamo piuttosto quale processo adotta, che costi applica, e ascoltiamo contemporaneamente le sue domande nei nostri confronti, se fra queste non compaiono quelle relative al nostro potenziale mal di pancia (come reagiremmo ad esempio di fronte ad un Bear Market stile 2008), a quelli che sono i nostri obiettivi, quindi perchè investiamo, e arco temporale d'investimento, facilmente per questa persona siamo solo un numero per il suo budget.
Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto.