Spesso gli investitori si chiedono se sia opportuno inserire nel portafoglio cripto valute o diamanti, magari spinti dalla sollecitazione di un amico, di un servizio giornalistico o di un esperto di finanza, che suggeriscono come vincenti approcci basati sull’acquisto di qualcosa di non convenzionale o di non conosciuto. Non per questo possono essere considerati a riguardo come degli speculatori. A questo riguardo bisogna sempre tenere ben presente la differenza tra speculare e investire. L’economista Benjamin Graham nel secolo scorso aveva suggerito che per speculazione si può intendere ogni operazione finanziaria che garantisce la relativa sicurezza del capitale investito e un adeguato ritorno; tutto ciò che non rientra in questa definizione di investimento può essere considerata speculazione. Figura perfetta di speculatore è il trader, che prova a trarre un guadagno in conto capitale sfruttando i disallineamenti tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita di un determinato strumento finanziario. Fattore determinante è sempre il tempo, la cui misurazione nel caso dell’investimento avviene per periodi di latenza molto lenti spesso calcolabili in anni, mentre così non è nella speculazione, dove si eseguono operazioni in secondi, minuti, ore, giorni o poche settimane. Nell’investimento il tempo diventa così un ottimo alleato, ponendosi come un fondamentale elemento strategico, necessario per l’ottenimento di risultati attesi in presenza di rischi attenuati. Lo speculatore invece mette a rischio il capitale con l'intenzione di mantenere una posizione solo per un breve periodo prima di uscire: si specula per ottenere guadagni molto elevati in tempi molto limitati. Tuttavia può esserci speculazione anche quando gli strumenti finanziari non vengono usati nel giusto modo. In tal caso il problema è capire se l’investitore ne è consapevole oppure è stato vittima di un terribile malinteso. In questo caso non sarà possibile parlare di investimento e nemmeno di speculazione ma di altro, con possibile rilevanza civile e penale.
PIANIFICARE PER INVESTIRE
Investire e speculare sono quindi operazioni diverse che si svolgono sullo stesso mercato finanziario. Chi partecipa a questo gioco deve sapere che le regole sono diverse e per questo troppo spesso, viene fatta confusione tra speculatore e investitore. Tali contraddizioni comportamentali, che insorgono quasi sempre durante le fasi di mercato negativo, evidenziano come per speculare sia necessario essere consapevoli di ciò che si sta facendo. Un esempio potrà chiarire cosa intendo dire: “Se io avessi saputo che investire significava arrivare a perdere il 30% di quanto investito, di certo non avrei scelto questo momento e avrei aspettato ancora qualche mese”, disse molti anni fa un mio cliente, il quale aveva avuto nel 1999 la sfortuna di entrare sul mercato, pochi mesi prima che si scatenasse la bolla delle dot-com. Infatti mi aveva accusato di non avere previsto quel crollo che aveva travolto l’intero settore finanziario. Tuttavia dalla mia parte c’era la consapevolezza di avere ampiamente spiegato che i ribassi sul mercato sono possibili e non così rari come si crede. Per questo devono sempre essere considerati come eventi possibili, da mettere sempre in conto. La paura aveva fatto dimenticare al cliente che quel suo capitale era stato investito con l’obiettivo di acquistare una seconda casa, sita in una importante località marina. Fattore determinante però era che la spesa per la casa era prevista al momento del suo pensionamento: a quella data mancavano ancora 12 anni. C’era infatti tutto il tempo per rimediare a quel ribasso, essendo l’investimento appena cominciato. In realtà quella che si era presentata come una situazione negativa poteva essere sfruttata come una fantastica opportunità per comprare al ribasso, prima della risalita. Il cliente aveva deciso poi di accettare il suo ruolo di investitore (un rischio, un tempo dato, un rendimento atteso per il raggiungimento di un importante obiettivo), riuscendo così a sfuggire al pericolo di uscire dal mercato nel momento sbagliato. Non eravamo entrati sul mercato per speculare sfruttando le situazioni del momento quanto per pianificare un risultato nel tempo!
LA STORIA E I SUOI INSEGNAMENTI
Sappiamo ormai molto bene che sui mercati finanziari non esistono certezze e le previsioni non hanno la capacità di autorealizzarsi se non con relativa casualità. Nel luglio 2007, dopo la crisi del dot-com durata 2 anni, dopo un periodo di relativa calma con bassa volatilità, sui mercati si scatenò la tempesta perfetta che, partita con la crisi americana dei sub prime, si palesò l’anno successivo con il fallimento di Lehman Brothers. In quei momenti il cliente di cui stiamo parlando, aveva perfettamente compreso il concetto di pianificazione finanziaria e della sua importanza strategica in un investimento, dove le correzioni tattiche servono per aumentare il guadagno, non solo per ridurre le perdite. Ciò fu determinante per il felice esisto del rapporto tra consulente e cliente. Avendo guadagnato abbastanza dopo il rialzo del mercato post crollo del Nasdaq, avevamo cominciato a ridurre il rischio, consapevoli di avere già guadagnato molto. A quel punto eravamo pronti per affrontare quel nuovo periodo di crisi, con la liquidità sufficiente per acquistare sul mercato azioni ed obbligazioni ancora con prezzi scontati, facendo bene attenzione a non perdere di vista l’obiettivo di acquistare la casa al mare in un dato momento, ormai non troppo lontano. L’inevitabile risalita dei mercati cominciò a metà del 2009, molto prima comunque della scadenza del periodo. Anche in questo caso non avevamo speculato ma solo sfruttato i ribassi del momento per trarne profitto!
CONSLUSIONI
La speculazione è di fatto quindi una scommessa il cui esito può essere ampiamente positivo o negativo. Investire è invece qualcosa di molto più ragionato e studiato, soprattutto deve essere voluto e consapevolmente accettato. Se speculo accetto il rischio che la scommessa possa essere anche persa con gravi perdite. Da qui deriva una verità che non può essere discussa: l’investitore o lo speculatore devono essere consapevoli delle scelte che fanno per non trovarsi nella condizione di disconoscere quello che stanno facendo. Per questo il legislatore europeo ha imposto l’uso del questionario Mifid, strumento necessario e fondamentale per fare acquisire consapevolezza sia quando si specula che quando si investe.