I portafogli statici più efficienti, il Permanent Portfolio di Harry Browne, l’All Weather di Ray Dalio, il Golden Butterfly, prevedono tutti la presenza di una certa percentuale di Oro o, per motivi che saranno chiari più avanti, prevedono la presenza di una percentuale di Oro proporzionata alla parte destinata all’Equity.
Perché?
Da Dicembre 1969 a Dicembre 2020, l’indice S&P500 TR, dividendi inclusi, ha avuto una performance nominale in dollari del 18099%, che corrisponde ad un CAGR del 10.74%, l’Oro del 5296%, con un CAGR dell’8.13%.
Detto in maniera diversa, un investimento di 10.000$ sull’indice azionario americano effettuato alla fine del 1969 vale, alla fine del 2020, circa 1.810.000$, quello effettuato sull’Oro circa 530.000$.
E se tenessimo conto dell’inflazione?
La performance reale dell’S&P500 TR sarebbe stata del 2517.09%, che corrisponde ad un CAGR del 6.61%, la performance reale dell’Oro sarebbe stata del 678.40%, con un CAGR del 4.11%.
L'andamento reale dell’S&P500 ha avuto due periodi particolarmente critici.
Tra il 1972 ed il 1974, anni in cui si sviluppa la prima grande accelerazione dell’inflazione, perde oltre il 50% del suo valore, che recupera solo nel corso del 1985.
Tra il 1999 ed il 2008, anni dell’esplosione della bolla tecnologica, prima, e della crisi dei subprime, poi, perde oltre il 45% del suo valore, che recupera solo nel corso del 2013.
In entrambi i casi l’underwaterperiodè durato circa 13 anni.
L’andamento reale dell’Oro, di contro, ha avuto una fiammata rialzista proprio durante gli anni in cui l’inflazione era fuori controllo e, a fine 2020, è ancora lontano dai massimi.
Ma allora che senso ha avere oro in portafoglio?
Harry Browne e Ray Dalio hanno speso in oppiacei più di quanto speso in hamburger?
Se estrapoliamo solo la parte destinata all’Equity e all’Oro, notiamo che il Permanent Portfolio attribuisce lo stesso peso alle due componenti (50 e 50), l’All Weather attribuisce all’Equity un peso dell’80% (e quindi un peso del 20% all’Oro), il Golden Butterfly un peso del 67% (e quindi un peso del 33% all’Oro).
Aggiungiamo al precedente grafico l’andamento reale (al netto dell’inflazione) di un portafoglio composto per il 70% dall’S&P500 TR e per il 30% dall’Oro
Magicamente il profilo rischio/rendimento dell’Equity migliora sensibilmente.
La performance reale del Mix è del 3091%, con un CAGR del 7.03%.
Del primo periodo nero dell’S&P500 TR, quello relativo agli anni 1972-1974 recuperato solo nel 1985, non c’è più traccia.
Durante la crisi del 2000-2002 il Mix perde circa il 28% contro il 43% dell’S&P TR, ma recupera velocemente i suoi massimi già nel corso del 2006.
Durante la crisi “subprime” il Mix perde circa il 28% contro il 41% dell’S&P TR, ma recupera i suoi massimi solo 2 anni dopo.
Per dirla con le parole di Fulvio Marchese, l’Oro non si inserisce in un portafoglio perché sale.
L’Oro è una preziosa asset strategica essenzialmente per tre motivi.
Ha una correlazione negativa con il mercato azionario e, se opportunamente abbinata, ne migliora il profilo rischio-rendimento.
E’ molto resiliente in periodi di forte inflazione o, meglio, nei periodi di tassi reali negativi.
Protegge efficacemente durante i ciclici periodi di crisi del sistema finanziario.
Gli investitori possono anche non saperlo, i consulenti e gli intermediari no.