“Mi raccomando, mi interessano solo investimenti sicuri dove sia esclusa la possibilità di perdere in conto capitale. Piuttosto che correre questo rischio preferisco tenere il denaro sul conto corrente...”. Questa è la premessa con la quale mi ha salutato un potenziale cliente incontrato un paio di settimane fa. La citazione mi è utile per spiegare che spesso parlare di investimenti sicuri, può portare a fraintendimenti nel rapporto tra consulente e cliente. Quando parlano di sicurezza alcuni investitori intendono la certezza di ottenere rendimenti qualunque siano le condizioni di mercato, mentre per altri significa non accettare di vedere scendere il capitale investito. In entrambi i casi comunque, oggi ci troviamo davanti alla impossibilità di soddisfare questa richiesta. Il fatto stesso di tenere denaro liquido sul conto corrente non produce una semplice mancanza di rendimento ma una perdita inflattiva quantificabile intorno al 3%.
Il risultato degli andamenti degli investimenti obbligazionari degli ultimi anni, dovrebbero essere sufficienti per convincere anche gli investitori più scettici e legati all’esperienza del passato, che i tempi del rischio zero sono definitivamente tramontati. La realtà dei mercati è sempre stata più complessa di quanto potesse apparire e, oggi più di ieri, i rendimenti sono irraggiungibili se non ci si espone al rischio di mercato. Non accettare la prospettiva che il capitale investito possa scendere sotto il livello di partenza, porta molti investitori a ricercare prodotti di investimento troppo prudenti. Questo si traduce invece nella certezza di una perdita in conto capitale. Avere un atteggiamento eccessivamente prudente porta a subire l’inflazione. La famosa frase “... allora tengo il mio capitale sul conto così almeno non perdo”, è da considerarsi ormai fuori moda e oltremodo impossibile da certificare, proprio a causa di quel rischio poco considerato che è l’inflazione.
A meno che non ci si nasconda dietro il valore nominale del capitale investito, che mantiene solo fittiziamente la quantità numerica ma non quella reale, mi sento di provocare gli investitori più timorosi con una domanda:
“quale è la differenza tra decidere scientemente di perdere in termini reali una quota del proprio capitale, rispetto al comportamento di chi, per ottenere un risultato positivo, si espone al rischio di mercato?”. La differenza sta proprio nel comportamento di chi persegue comunque un obiettivo, sapendo che potrebbe perdere denaro e chi invece ha rinunciato al guadagno, accettando di perdere inconsciamente senza combattere! Naturalmente qui stiamo parlando di un atteggiamento puramente speculativo, non legato cioè all’uso del tempo per la gestione del capitale. Ma se solo si gestissero i propri obiettivi finanziari in funzione del tempo, sarebbe addirittura possibile ricercare rendimenti che possano non solo combattere la svalutazione inflattiva, ma anche perseguire il raggiungimento di interessanti guadagni sul capitale investito, naturalmente tutto in funzione del proprio grado di sopportazione di quel rischio chiamato volatilità.
Va da sé che se ho la necessità di impiegare quel denaro nel breve, quella perdita inflattiva sarà accettabile e messa in preventivo, proprio perché non ci sono alternative. Ma solo in questo caso conviene tenere il denaro liquido sul conto. Ma se il tempo a disposizione è maggiore, vale la pena di impegnarsi nella ricerca di protezione del capitale dall’inflazione, attraverso la ricerca di un maggiore rendimento. E non esiste miglior socio del tempo per ridurre il rischio! Per chi invece non volesse togliersi il mantello dell’investitore timoroso scegliendo comunque prodotti a cosiddetto rischio zero, adottando cioè un atteggiamento troppo prudente o conservativo, vedrà con certezza ridursi le opportunità di rendimento addirittura perdendo in conto capitale.
A tutti questi investitori suggerisco invece di leggere la parola rischio in un modo nuovo, non come possibilità di perdere, ma piuttosto come opportunità di guadagno. In tutti questi casi è necessario che l’investitore timoroso prenda sempre più consapevolezza che sono proprio quelle oscillazioni che tanto fanno paura, che generano le migliori opportunità di guadagno.