L’andamento dei prezzi al consumo, che è stato del 10,1% su base annua nel gennaio scorso, pur essendo in leggera diminuzione, continua a impoverire salari, stipendi e risparmi. L’inflazione attesa per il 2023 è pari al 5,2% per l’indice generale e del 3,2% la componente di fondo, cioè quella depurata dai beni energetici. Sono questi i livelli che si avrebbero a fine anno se, per i prossimi mesi, nei listini dei prezzi sui quali l’inflazione viene calcolata, vi fossero variazioni mensili nulle. Il nuovo Btp Italia, della durata quinquennale, è diretto, come altre offerte in passato, ai singoli risparmiatori e alle famiglie. E si presenta come una sorta di prodotto-simbolo nella nuova strategia, peraltro annunciata anche dalla stessa premier, Giorgia Meloni, di aumentare l’italianità del debito, già comunque per tre quarti domestico. La finalità è quella di proteggerci meglio dall’inflazione anche perché una copertura completa sembrerebbe una promessa troppo azzardata.
Caratteristiche Btp Italia
Il Btp Italia di marzo avrà durata di cinque anni e prevede un premio di fedeltà dell’8 per mille per chi lo terrà in portafoglio fino al 2028. Capitale garantito, cedole semestrali e tassazione agevolata al 12,5 per cento. L’inflazione di riferimento è quella dell’indice Foi, calcolato sui prezzi al consumo per operai e impiegati al netto dei tabacchi.
Nei Btp Italia la protezione del potere d’acquisto del capitale investito è affidata a un meccanismo apparentemente semplice. Alla fine di ciascun semestre, si calcola la variazione dell’indice dei prezzi nello stesso arco di tempo e quando essa è positiva, viene aggiunta nella stessa misura alla cedola in pagamento ed al capitale nominale investito, ( da precisare che il livello d’indice FOI preso a riferimento è quello di due mesi antecedenti allo stacco cedola)
Il Btp Italia del prossimo marzo pagherà la prima cedola a settembre. Se in questo periodo l’indice dei prezzi sarà aumentato, il risparmiatore riceverà una cedola fissa a cui si aggiunge una parte variabile data dalla crescita dell’indice nel periodo di riferimento.
Invece nel caso in cui nel semestre successivo l’indice dei prezzi dovesse restare fermo, quel risparmiatore dovrà accontentarsi della cedola nominale prevista, senza alcuna maggiorazione sul capitale.
Conviene investire in BTP Italia?
Trattandosi di titoli indicizzati all'inflazione e con una garanzia di rimborso certo dell''importo nominale, i rischi nell'investire in tali obbligazioni sono minimi, se non pressoché nulli, tuttavia, i rendimenti connessi e derivanti da tale investimento, potrebbero essere relativamente bassi in caso di coincidenza con livello di indice Foi preso a riferimento.
Il titolo è indicizzato all'inflazione e i suoi rendimenti aumentano all'aumentare dell'inflazione, ciò significa anche che decrescono al diminuire dell'inflazione e, stando alle proiezioni e stime comunitarie e della BCE, entro il 2025, i livelli d’ inflazione potrebbero tornare nell'ordine del 3%, con conseguente calo dei rendimenti connessi a questo tipo di BTP.
Pertanto, da una parte può essere conveniente in caso di inflazione costante nel tempo dall’altro però potrà essere meno conveniente rispetto ad altri titoli presenti sul mercato che hanno tasso fisso nel caso in cui si venisse a definire uno scenario ad inflazione decrescente. Secondo una mia analisi il titolo merita di essere inserito all’interno del portfolio, cercando però di affiancarlo a titoli di stato e corporate con tasso fisso rilevante.