In un ecosistema economico finanziario dominato inesorabilmente da tassi zero, se non addirittura negativi, L’ unica plausibile soluzione per sostituire i tanto amati titoli di stato e le loro cedole sono, guarda un po’, le #azioni
Tralasciando il confronto tra il listino azionario italiano e i titoli di stato italiani pubblicato oggi dal Corriere della Sera, e ragionando in ottica di diversificazione globale, il ruolo che storicamente hanno ricoperto i titoli di stato dovrà necessariamente essere affidato al mercato azionario.
Nell’ immagine che segue si evince che il rendimento del titolo di stato con scadenza 2031 non sia nemmeno sufficiente per coprire l’ inflazione.
A seguire invece troviamo una classifica delle prime 50 società al mondo che da 25 anni distribuiscono dividendi crescenti (dati pre pandemia): Su 50 società oltre la metà (26) sono statunitensi. Al secondo posto c’è a sorpresa il Canada che annovera sette aziende in classifica. Giappone e Gran Bretagna sono appaiate al terzo posto con quattro colossi. Seguono Svizzera (3) e Germania (2).
E in questa classifica dell’ Italia non c’è traccia: questo per comprendere che spesso il bias mentale di comprare solo ciò che è domestico sia un grandissimo errore.
A titolo generale quindi, meno debito e più azioni per mantenere adeguatamente il valore dei propri investimenti nel lungo termine e beneficiare di un flusso di cassa ragionevole che ormai nessun titolo di stato è in grado di garantire.
Pianificazione & diversificazione obviously…
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