La Cina continua ad essere al centro dei riflettori globali: è stato il primo Paese a dover affrontare la diffusione della pandemia ma è anche stato il primo che sembra aver vinto la battaglia contro il Covid-19, infatti è attualmente l’unico stato al mondo, COVID free.
Nonostante gli ultimi dati di crescita del PIL del terzo trimestre abbiano deluso le aspettative di mercato, la Cina continua ad avanzare ad un passo sostenuto, evidenziando un tasso di espansione del 4.9% annuo.
In un mondo ancora alle prese con la difficile risoluzione di una pandemia dilagante, le prospettive economiche del gigante cinese rimangono saldamente positive, grazie anche alla ripresa dell’attività industriale, alla normalizzazione dell’operatività nel settore manifatturiero e ai segnali evidenziati da diversi indicatori legati ai consumi.
È ormai frequente sentire di storie sulla capacità del Covid-19 di accelerare alcuni trend strutturali di cui potevamo già individuare dei segnali prima dello scoppio della pandemia. Queste dinamiche stanno già esprimendo tutta la loro forza proprio in Cina.
Da tempo il governo di Pechino si stava adoperando per modificare il modello di sviluppo economico anche in ottica strategica per rispondere alle tensioni commerciali e politiche con Washington, con l’obiettivo dipassare da un sistema trainato dalle esportazioni ad uno focalizzato su innovazione e consumi interni.
La crescita del settore dei consumi al dettaglio in Cina è un fenomeno ampiamente documentato: si tratta infatti di un mercato che negli ultimi 10 anni ha nettamente dimostrato una maggiore vitalità rispetto agli Stati Uniti, con una crescita di circa il 13% su base annua, rispetto ad appena il 4% degli USA.
Con i consumi privati che rappresentano soltanto il 39% del Pil rispetto al 50-60% delle economie sviluppate, le potenzialità di crescita sono particolarmente elevate.
L’impatto delle misure di lockdown a livello di circolazione di merci e persone è stato impressionante, con l’interruzione dei flussi del turismo internazionale. Ma una nuova linfa vitale è stata fornita dal turismo domestico e dai consumi interni: basti pensare che nella tradizionale Golden Week di ottobre, sono stati più di 600 milioni i cinesi che hanno deciso di trascorrere le proprie vacanze in Cina.
E, forse, non è un caso che in questo 2020 il Singles Day in Cina abbia portato ad un forte aumento delle vendite on-line; Alibaba ha ottenuto un nuovo record con vendite complessive per 75 miliardi USD, con unincremento del 26% rispetto all’anno precedente.
Tutte queste dinamiche, ancora una volta, dimostrano come la Cina sia già fortemente proiettata nel futuro post-pandemia.
Ora, tenuto conto che la nuova presidenza americana, sebbene con modalità diverse, oserei dire senza tema di smentita, più educatamente umane, abbia intenzione di continuare la campagna dei dazi doganali nei confronti del primo competitor mondiale, questo non significa che la il quadro debba orientarsi verso una fase più tranquilla. Tutt’altro.
Con l’avvento del 5G, di cui i dragoni ne sono i più diretti produttori, soprattutto con Huawei Technologies, ma considerando che sia allo studio il nuovo sistema ancora più veloce e di facile gestione, il 6G, gli Usa temono una disfatta pressoché totale per tutto il sistema tecnologico che viene ormai impiegato in ogni processo produttivo.
Lettori, nel giro dei prossimi 5 anni, si giocherà il futuro della leadership mondiale a livello essenzialmente economico – finanziario, ma anche a livello militare.
Come anticipare quindi questo inevitabile cambiamento degli scenari?
In che misura ed attraverso quali variabili finanziarie poter sfruttare al meglio, anticipando gli eventi, questo mutamento?
Parliamone insieme...