A gennaio sono scattati i nuovi coefficienti di trasformazione in rendita per le pensioni, dal 1996 ad oggi la stima è che i vari "ritocchi" abbiano portato ad una diminuzione del 15% dell'assegno pubblico. Ma partiamo dalle basi, cosa sono i coefficienti di trasformazione?
Partiamo col dire che questi coefficienti influenzano solo le pensioni (o quote delle stesse) calcolate con il metodo contributivo, quindi nello specifico :
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I lavoratori con contribuzione versata a partire dal 1° gennaio 1996 i quali, com'è noto, hanno tutto l'assegno determinato con il sistema di calcolo contributivo;
I lavoratori in possesso di contribuzione alla data del 31.12.1995 i quali hanno l'applicazione del sistema contributivo limitata alle sole anzianità maturate successivamente al 1° gennaio 2012 (se in possesso di almeno 18 anni di contributi al 31.12.1995) oppure al 1° gennaio 1996;
I lavoratori che optano per la liquidazione della pensione con il calcolo contributivo ai sensi dell'articolo 1, co. 23 della legge 335/1995.
I coefficienti di trasformazione sono dei valori che servono a trasformare in pensione annua il montante accumulato dal lavoratore nel corso della sua vita lavorativa (montante contributivo). Si tratta di parametri che variano in base all'età anagrafica alla quale il lavoratore richiede la pensione. In particolare gli stessi crescono al crescere dell'età alla quale il lavoratore andrà in pensione, questo perchè sono legati alla speranza di vita dello stesso, più a lungo il lavoratore prenderà la pensione più è alto il rischio che andrà ad utilizzare l'intero montante. Il principio, infatti, alla base del sistema contributivo è che più tardi si andrà in pensione maggiore sarà l'importo dell'assegno che potrà essere ottenuto perchè minore sarà la durata della vita (potenziale) del beneficiario.
I coefficienti di trasformazione sono utilizzati anche nelle forme di previdenza privatizzate (come ad esempio le casse professionali e l'Enasarco) per la determinazione delle pensioni contributive o delle quote di pensione contributive. Il meccanismo alla base è il medesimo anche se i singoli valori sono leggermente differenti da quelli applicati dall'Inps. Il loro adeguamento di riflesso porta ovviamente anche all'adeguamento dei coefficienti dei vari prodotti previdenziali.
Ad esempio, se un lavoratore ha accumulato un montante di 100mila euro, e il coefficiente di trasformazione della età corrispondente alla sua pensione fosse 5,60%, questo vorrebbe dire che la pensione lorda annua ammonterebbe a 5600 euro. Con lo specchietto seguente vediamo come i nuovi
coefficienti di trasformazione impatteranno sulle pensioni :

Per ottenere la stessa pensione un 30enne o un 40enne sarebbero costretti ad integrare la stessa con dei versamenti alla previdenza complementare come illustrato accanto (elaborazione Progetica tratta da Milano Finanza):

Ecco perchè una buona pianificazione può aiutarci durante la vita lavorativa a costruire un tenore di vita adeguato ai nostri progetti pensionistici, un consulente previdenziale può affiancarci nel percorso adeguando le nostre aspettative ai cambiamenti che man mano ci saranno nel mondo del lavoro, della previdenza oltre che alle nostre nuove possibili esigenze.
Se vuoi saperne di più non esitare a contattarmi.