Il 2019 ha visto superare tutte le più ottimistiche aspettative con le performance di tutti gli indici in fortissima crescita, e molte delle previsioni fatte che auspicavano che i problemi commerciali, economici, e politici mettessero i listini in crisi sono state smentite. Ma i recenti sviluppi del Covid-19 hanno determinato la borsa è entrata in una spirale di vendite. Ma cosa ci aspetta e cosa dovremmo fare?
Lo S&P 500 ha perso il 12% in sei sedute. Le Borse europee hanno già bruciato oltre 350 miliardi di euro. Le stime parziali sull'impatto del Coronavirus sul nostro Paese parlano di una perdita di PIL fra 1 e 3 punti percentuali, da 9 a 27 miliardi di euro.
Sembra di essere tornati alla crisi della Lehman Brothers del 2008. Il Coronavirus oscura i risultati annuali delle società che sono oggi obbligate a comunicare circa il suo impatto. Le stime della crescita mondiale per il 2020 saranno riviste al ribasso (intorno al 3%) e l'impatto sugli utili delle società sarà visibile e significativo a seconda del settore. Il ribasso dei mercati azionari non è quindi incoerente, anche se appare violento e leggermente in ritardo. In effetti tutti ci eravamo chiesti come mai i mercati stessero completamente ignorando l’evoluzione dell’epidemia del Covid-19 in Cina. Possiamo dire che la scorsa settimana ne hanno preso coscienza repentinamente. Sappiamo che i mercati reagiscono sempre sulla base di forti onde emotive, però gli impatti sulla crescita economica sono ancora di difficile valutazione, il problema potrebbe risolversi o portare a una recessione.
Nel primo mese dell’anno il mercato aveva puntato su un contenimento del virus nell’area asiatica, sperando in una rapida gestione della crisi epidemica in corso. Tuttavia, i vari focolai Italiani e nel resto del mondo hanno fatto da trigger per i sell off che ci sono stati. I mercati hanno preso atto del fatto che l’epidemia non è circoscrivibile e questo porterà sicuramente ad un rallentamento dell’economia globale. Paragonata a quella del 2008, questa non è una crisi del credito ma piuttosto è scatenata dall’incertezza e dagli impatti economici che il virus avrà sull’economia globale. Ma dove potrebbe dirigersi il mercato nelle prossime settimane? Sicuramente bisogna valutare con molta cautela i rimbalzi del mercato, agendo con razionalità e mantenendo un portafoglio equilibrato e ben diversificato. Non bisogna vendere in un mercato in forte discesa perché porterebbe a danni irreversibili. Ma dove ci sono profonde correzioni ci sono anche grosse opportunità che vanno colte. Le banche centrali sicuramente supporteranno i mercati con la liquidità, ma una crisi prolungata porterà sicuramente a una riduzione della produttività mondiale. Ma come possiamo reagire e difenderci dall’ attuale scenario? Puntando su prodotti obbligazionari globali e fondi flessibili per mitigare l’eventuale discesa del mercato. Mantenendo una gestione tattica e disciplinata del portafoglio in attesa di vedere gli sviluppi futuri del Covid-19, senza cedere all’emotività. Bisogna mantenere la calma e la cautela, cambiando l’assetto strategico dove necessario e lavorando continuamente quello tattico.
Oltre a questo, infatti, occorrerà tenere in considerazione i profitti aziendali, il ruolo del dollaro, i rapporti con la Cina e il resto dell’Asia, nonché le incertezze a livello politico negli Stati Uniti dove a fine anno ci saranno le nuove elezioni presidenziali, che potrebbero portare a degli enormi cambiamenti a livello di politica estera e alla possibilità di un ulteriore sviluppo o frenata globale. Tutte queste variabili sono unite tra di loro in un delicatissimo equilibrio che non rende del tutto chiare le prospettive per il 2020. Quindi è meglio essere cauti e dopo un 2019 giocato in attacco, il 2020 andrebbe quindi giocato in difesa con la possibilità di giocare in contrattacco se si dovesse presentare l’occasione giusta.