Dal 2022 i rischi climatici entreranno a pieno titolo negli stress test delle banche europee.
Lo ha confermato la Banca centrale europea, lo scorso 27 novembre, in occasione della pubblicazione del testo definitivo della “Guide on climate-related and environmental risks”.
La guida spiega come la Bce si aspetta che le banche gestiscano in modo prudente e divulghino in modo trasparente tali rischi in base alle attuali regole prudenziali.
Il documento è stato pubblicato al termine di una consultazione pubblica sui rischi ambientali che si è conclusa lo scorso 25 settembre ed ha ricevuto oltre 50 commenti da parte di una vasta platea di stakeholder, diventando così immediatamente applicabile.
Francoforte ha anche delineato i prossimi passaggi che vedranno un’iniziale richiesta alle banche di condurre, nel 2021, un’autovalutazione alla luce delle aspettative di vigilanza delineate nella guida e di elaborare piani d’azione su tale base.
La Banca centrale effettuerà un esame completo delle autovalutazioni nel 2022 le metterà in discussione nel dialogo con le autorità di vigilanza nazionali competenti ed in seguito, inserirà i rischi legati al clima nei prossimi stress test programmati, appunto, nel 2022.
Nel report “ECB report on institutions’ climate-related and environmental risk disclosures” pubblicato insieme al testo della Guida sui rischi climatici, la Bce rileva un ritardo, da parte delle banche, nella comunicazione dei rischi climatici e ambientali.
Sebbene vi sia stato un certo miglioramento rispetto all’anno precedente, le banche devono compiere sforzi significativi per supportare meglio le loro dichiarazioni di disclosure con informazioni quantitative e qualitative rilevanti. Nella seconda metà del 2021 la Bce intende individuare le lacune rimanenti e discuterne con le banche. Questo è quanto emerso nel report.
Sebbene quanto dichiarato da ECB, cozzi apertamente con quanto avviene, almeno per ora oltre oceano, staremo infatti a vedere con molta attenzione, quanto la prossima poltrona presidenziale sarà sensibilizzate al tema, Trump, uscito sconfitto, ha denunciato brogli e manipolazioni a favore del democratico Biden.
L’onda blu democratica non si è materializzata tuttavia, ed il mercato ha accolto con entusiasmo il “gridlock”.
Una legislatura divisa infatti, diminuisce la probabilità che il nuovo pacchetto di stimolo sia di ampie dimensioni, ed al contempo rappresenta una vittoria per le società tecnologiche che hanno visto allontanarsi lo spettro di una maggiore tassazione e regolamentazione.
Da noi in Europa, invece l’UE deve gestire la presa di posizione di Polonia e Ungheria che stanno ostacolando l’approvazione del bilancio comunitario dei prossimi sette anni. Il tema contestato riguarda il nuovo meccanismo approvato dall’UE che lega ogni erogazione di fondi ai paesi membri al rispetto dello stato di diritto.
I mercati festeggiano i risultati in fase 3 di Pfizer, Moderna e Astrazeneca: i tre vaccini mostranoun’efficacia superiore rispetto alle attese.
Il recentissimo via libera da parte degli enti preposti (FDA e EMA) alla commercializzazione e all’utilizzo del vaccino, che sarà comunque prodotto su larga scala solamente nel 2021, è stato distribuito ed iniziato ad essere inoculato ai primi soggetti.
Intanto la situazione sanitaria continua a peggiorare e le misure di contenimento rallentano a fatica l’avanzata del virus, soprattutto in virtù di quella che è stata definita, in attesa di ulteriori e più approfondite verifiche, la variante a seguito della mutazione che si è identificata nel Regno Unito, dove continua la never ending saga Brexit, tra dichiarazioni che indicano il prossimo raggiungimento di un accordo e strappi che fanno pensare a un’uscita della Gran Bretagna senza alcuna firma: un mancato accordo, a questo punto, non sarebbe da escludere. Sul tavolo dei negoziati sono ancora aperti almeno tre temi spinosi: i diritti di pesca, gli aiuti di Stato e chi sarà l’arbitro di futuri contenziosi tra UK e UE.
Come si dice, “in the other side of the lake”, tra le prime nomine da parte del nuovo Presidente viene accolta con entusiasmo quella di Janet Yellen a segretario del tesoro.
Questo ed gli altri eventi statunitensi, non hanno portato movimenti significativi a livello di curva, per quanto sembra affermarsi una lenta tendenza allo “steepening”, almeno negli Stati Uniti.
Il comparto obbligazione d’oltre oceano infatti, mantiene un approccio prudente al rischio tasso ed il mercato del credito sembra ben sostenuto da una abbondante liquidità ancora in cerca di allocazione, nonostante le valutazioni meno attrattive.
Certo, nonostante i diffusi rialzi nel mercato azionario, c’è da chiedersi quanto ancora possa durare questo trend positivo. Ed allora, a prevenire eventuali storni o peggio trend discendenti non ci siamo altre che noi, investitori e consulenti, che con la nostra, medesima capacità di saper interpretare i movimenti, riusciamo insieme a identificare quei programmi che potranno mettere insieme le vostre esigenze, con le nostre capacità professionali.