Ci eravamo lasciati con la preoccupazione di come si sarebbero comportati i mercati durante l’estate, affascinati dalle parole degli esperti catastrofisti che indicavano come imminente un crollo verticale degli indici azionari, per loro saliti troppo per potere dare ancora soddisfazioni. Erano gli stessi che, in piena pandemia, come esperti veggenti pronosticavano anni bui per l’umanità, invitando gli investitori a vendere i propri asset, anche se in perdita, pur di rimanere fermi e liquidi.
Oggi la condizione non è mutata di molto, visto che abbondano le preoccupazioni per le nuove varianti Covid, con il pericolo di una ripresa inflattiva strutturale globalizzata, prodromica di un inevitabile intervento anticipato di tapering da parte delle banche centrali, volto a raffreddare l’economia e in grado di innescare un futuro crollo dei mercati globali. Eppure, ancora una volta, tutte le previsioni sono state smentite. Gli unici motivi di negatività hanno interessato i mercati emergenti, in particolare quello cinese, cresciuto comunque quando l’occidente era in piena pandemia.
Durante le vacanze ho pensato molto a tutti coloro che parlando con me nei mesi scorsi, avevano cercato di mettermi di cattivo umore indicandomi indici ormai troppo alti per potere crescere ancora, quale fattore determinante per non investire. E più pensavo a quelle parole densamente intrise di disfattismo e pesantemente avvinghiate all’errato pensiero che quello non fosse il momento giusto per investire, più emergeva dalle profondità della mia mente il titolo dell’editoriale con cui ci eravamo lasciati nel numero 29 di Focus Investitore che recitava “QUANDO IL MERCATO COLLASSA NON SI VENDE MA SI COMPRA!”. Non mi stancherò mai di ripetere che per investire ci vuole pazienza e non tempismo: io non ho mai voluto essere complice del fallimento di coloro che vivono costantemente il loro essere investitori, alla ricerca della conferma dell’utopia che racconta di come sia sempre possibile uscire ai massimi per rientrare sui minimi. E mentre loro aspettano ancora il momento giusto per rientrare, il mercato si prende la giusta rivincita continuando a crescere. Solo un folle può non comprendere che comprare in momenti di ribasso è più conveniente che comprare quando il mercato cresce, ma anche che un buon affare non cancella un affare migliore. Per questo, seguendo alcune semplici regole, è sempre il momento di investire, rispettando i propri bisogni presenti e futuri, senza farsi imporre regole da chi dice di conoscere i futuro.
Ed ancora, come si può credere che i prezzi del mercato azionario di oggi siano possano essere più bassi rispetto a quelli che saranno tra 10 anni? Il tempo è un nostro prezioso alleato che ci aiuta a ridurre la volatilità solo se lo sappiamo rispettare. In verità quando non si investe è perché si vive nella paura che il mercato prima o poi cessi di crescere e l’economia si ribelli all’uomo, creando scenari distopici. Fatevene una ragione voi che non credete: i mercati azionari salgono sempre nel tempo. Sempre. Per questo comprare sui ribassi è sempre conveniente. Sempre.
Li immagino tutti quei catastrofisti pronti a rivendicare la paternità del prossimo inevitabile ribasso, salvo poi vederli ancora attendere prima di rientrare poiché per loro non è mai il momento giusto per farlo. Intanto mi permetto di dare un consiglio a tutti coloro che attendono il prossimo ribasso: il mercato tornerà poi a crescere come ha sempre fatto, superando e battendo i limiti cui si era adagiato, quindi siate pronti ad approfittarne. Mentre voi ribassisti e catastrofisti aspettate con presunzione il momento giusto per rientrare (o per uscire!!!), pensate alle opportunità che avete già perso per non avere seguito il consiglio di chi ha sempre scelto il tempo e non il tempismo, come alleato per ottenere risultati!