L’inizio del 2022 ha visto i bond in forte sofferenza, tanto che ci si domanda ora se non stiamo vivendo di fatto un mercato Orso Obbligazionario.
Il calo vistoso dei prezzi è causato principalmente dalle politiche meno accomodanti adottate dalle Banche Centrali, che, per far fronte ad un’inflazione cresciuta oltre misura, hanno avviato un percorso di rialzo dei tassi d’interesse.
Ecco ad esempio quanto accaduto ai rendimenti sui bond governativi americani in questo inizio anno, saliti tutti, dai minimi precedenti, in modo vistoso:
Le Banche Centrali stanno quindi combattendo ora una battaglia non facile, fra il dover rispondere ad un’impennata inflattiva, con un rialzo dei tassi d’interesse al fine di contenerla, ed il doversi limitare al contempo nell’attuare manovre monetarie eccessivamente restrittive, che potrebbero portare ad una recessione economica.
Certo, l’inflazione ha raggiunto livelli importanti, ed è giusto calmierarla, tuttavia anche un’eventuale rallentamento economico sarebbe un tema altrettanto importante e serio, che causerebbe a sua volta ulteriori problematiche.
La situazione quindi non è facile, parliamo di un equilibrio sottile, sul quale sono chiamate e lavorare le stesse Banche Centrali, e la cui evoluzione scopriremo solo strada facendo.
Fatto sta che proprio questi movimenti hanno portato ad una forte instabilità sul mercato obbligazionario, tanto che lo stesso bond index tedesco è arrivato a perdere il 15%, il maggior drawdown dal suo lancio, avvenuto negli anni ’90:
In America il quadro è altrettanto negativo, e vede l’indice Bloomberg Barclays US Aggregate in calo per più del 9%, dai massimi di agosto 2020, la correzione più lunga e profonda a cui abbiamo assistito, andando indietro fino al 1996:
Se da una parte quindi i prezzi scendono, dall’altra l’asset obbligazionaria sta tornando ad essere un asset class investibile, anche in ottica di rendimento prospettato, visto che lo stesso ammontare dei bond in circolazione a rendimento negativo è sceso drasticamente, ai livelli minimi dal 2015. Stiamo quindi tornando pian piano alla normalità:
La soluzione, come sempre, sta nella corretta pianificazione di portafoglio.
All’interno di un contesto d’incertezza, che riguarda quindi l’immediato futuro, può essere che i bond continuino ora a soffrire, così come che l’economia finisca in recessione, e i bond diventino esattamente il post ideale in cui avere i nostri soldi (piuttosto che sull’azionario e altri asset di rischio). Ragioniamo quindi sempre per profilo di rischio e arco temporale d’investimento, tenendo a mente che, per chi volesse abbandonare ora l’universo bond per sposare l’equity, un cattivo anno per l’obbligazionario è solo una cattiva settimana per l’azionario.
Chi volesse approfondire ulteriormente gli argomenti in evidenza, può contattarmi per un consulto.