Leggo spesso articoli su finanza e mercati e sono puntuale nell’analisi degli Outlook che buona parte delle Società di Gestione mi inviano con cadenza periodica; vado poi con piacere ai road show di importanti case d’investimento. E poi convegni, saloni e fiere, per tenersi sempre aggiornati, dove spesso mi trovo a dovere interpretare grafici sul passato o sul presente, che qualcuno vuole vendere come anticipazione sicura sul futuro. Tutto ci è innegabilmente affascinante poiché ritengo che la preparazione, la conoscenza e la formazione siano elementi fondamentali in un mondo, dove i più generosi considerano i promotori finanziari furbi venditori. Partendo dal presupposto che di furbi ce ne sono in ogni categoria, così come di ogni categoria fanno parte ottimi professionisti, volevo esternare una mia riflessione sulla costruzione di un portafoglio sulla base dei vaticini. Non credo nelle figure dei Guru i quali, essendo umani, sbagliano poco ma quando sbagliano, lo fanno alla grande; allo stesso modo non credo nelle previsioni.
Credo però nella bravura e nella sensibilità di alcuni gestori, quando sostenuta dalla competenza, dall'onestà intellettuale e dalla scienza applicata. Detto ciò la cosa migliore è quella quindi di costruire un portafoglio che contenga una buona diversificazione strategica (valutaria, geografica, settoriale, ecc.), con un buon orizzonte temporale, cioè coerente con il livello di rischio per noi accettabile, supportato da prodotti di ottima qualità e performance: è poi assolutamente indispensabile fare in modo che i prodotti selezionati mantengano nel tempo le loro qualità, per i quali sono stati scelti, attraverso un sistema di allarmi che ci avvertano quando qualcosa non funziona più a dovere, in modo da correggere la direzione quando sia necessario. Il più è fatto dunque cominciamo a navigare nel mare degli investimenti, poiché le tempeste saranno sempre inevitabili e spesso imprevedibili.