
Oggi, meglio una banca o un consulente?
Sempre più oggi traspare, parlando con le persone, l’insoddisfazione sull’evoluzione del rapporto banca – cliente con il Covid. Ma se sia nel periodo di lock-down che nel dopo, molti sono stati gli attestati di stima nei miei confronti da parte dei miei assistiti anche per il solo fatto che in ogni momento sapevano di avere qualcuno al loro fianco, ben diversa è stata la percezione che questi ultimi hanno avuto dai loro sportelli tradizionali tanto che molti clienti si sono sentiti del tutto abbandonati dal loro istituto, non mancando di rimarcarmelo.
Frasi quali “Non mi rispondono neanche al telefono”, “Il telefono risulta sempre occupato” sono le risposte più frequenti che sento quando si tratta l’argomento. Ed oggi con aperture, in generale, sempre meno parziali, diventa più difficile far capire loro perché non si è ancora tornati ad un po’ di normalità.
In realtà questa è e sarà la nuova normalità.
Il Covid non ha fatto altro che accelerare un processo già in atto e spinto ad economie di scala feroci obbligatorie dati i bilanci. Cercherò di spiegarmi meglio. Gli istituti bancari traevano buona parte dei loro utili in passato nel prestare denaro. Il piccolo o grande risparmiatore deteneva cospicue cifre sui conti (cosa che l’incertezza generata dal Covid non ha fatto altro che incrementarli) e la banca prestava i soldi all’imprenditore o a chi semplicemente acquistava casa con un mutuo, a tassi ben superiori di quanto la banca elargiva ai depositanti.
Ma da quando, in tutto il mondo, siamo entrati in un’economia a tassi zero il sistema non regge più e gli istituti bancari si sono trovati nella condizione di dover abbattere i costi con tagli del personale.
Ed alla fine chi paga il conto? Come sempre il cliente fosse solo per il minor servizio che riceve e non parliamo poi della “consulenza”.
Se vorrai invece avere qualcuno che ad un cellulare risponde sempre e che se si farà in quattro per poterti aiutare quando ne avrai bisogno, ricordati di me.