Vorrei raccontarvi oggi una cosa, a mio parere, molto triste. Negli ultimi anni anche in Italia è diventato famoso il signor Ray Dalio, grazie alla pubblicazione di libri in cui offre consigli a tutti su come vivere serenamente con gli altri e alla divulgazione di modelli di asset-allocation come “All-Seasons-Portfolio”, insomma, un personaggio che negli Stati Uniti e recentemente anche in Italia è apparso come un “benefattore dell’umanità”, con numerose apparizioni televisive.
Il signor Ray Dalio, però, ha costruito le sue fortune come gestore di fondi hedge, cioè fondi in cui il gestore gode di ampia delega e rivolti a clienti particolarmente facoltosi. Bridgewater Associates di Ray Dalio è il più grande fondo hedge del mondo e dispone quindi di enormi masse di denaro da mettere in campo.
Accade quindi che il “mitico” gestore e il suo staff non riescano minimamente a comprendere le implicazioni dello sviluppo del coronavirus in Cina fino alla fine di febbraio, determinando di fatto una perdita attorno al 20% per i clienti da inizio 2020. E questo per sua stessa ammissione, partendo dal presupposto che le notizie diffuse in merito in questi giorni siano veritiere.
Quando però in Italia inizia la crisi sanitaria a fine febbraio, il signor Ray Dalio decide di speculare massicciamente su una crisi certa di economia reale in Italia e in Europa. Uno studente di economia al primo anno, dopo i primi 10 minuti della prima ora di macroeconomia, è in grado di capire che un elemento esogeno, di qualsiasi tipo, che determini una chiusura di molti rami dell’attività reale dell’economia di tutti i giorni, determinerà una caduta verticale degli utili delle aziende coinvolte, quindi delle quotazioni azionarie. Il signor Ray Dalio decide allora, come lui stesso racconta in una intervista dei giorni scorsi, di tappare i buchi nei suoi fondi gettando una cifra enorme in operazioni short (quindi speculando al ribasso) su alcuni titoli di società italiane ed europee. In una situazione di normalità le operazioni short hanno una loro logica e di per sé non sono negative ma utili ad esempio per le coperture di posizioni long ma se fatte con importi enormi concentrando il fuoco su società essenziali per l’economia di un paese, in un momento di grave crisi, il risultato non può essere che quello di fare enormi guadagni speculando su una disgrazia collettiva. Se realizzate “naked” cioè senza controparte di titoli equivalenti da proteggere, sono solo speculazione al ribasso. In più, la progressione del virus determina un incremento della crisi con una progressione che permette agli speculatori di decidere come programmare man mano l’attacco, rendendo molto facile il loro guadagno.
Questo tipo di finanza è una finanza che non ci piace, una finanza fine a se stessa e non utile al sistema economico e il sistema economico non sono solo le società ma anche le famiglie, e anche in questo caso si torna alle basi del funzionamento dell’economia: le imprese investono in sviluppo, offrono lavoro, beni e servizi alle famiglie, le famiglie utilizzano i redditi da lavoro per comprare beni e servizi e per risparmiare e far arrivare nuove risorse alle imprese, la finanza deve facilitare questo circuito dell’economia reale traendo un corretto guadagno per la sua attività. Se questo circuito dell’economia reale si interrompe anche solo in parte, per un periodo prolungato di tempo, i danni sono notevoli e colpiscono tutti.
Se invece una parte della finanza ricerca costantemente il profitto oltre ogni opportunità coerente che viene offerta dal mercato dell’economia reale, e beneficia di un vantaggio notevole in termini di operatività e di conoscenza tecnica, il distacco sarà traumatico e lo stiamo vedendo in questi giorni.
Quindi, signor Ray Dalio, se oggi lei è diventato ancora più ricco grazie alla speculazione contro le società italiane ed europee e se lei è riuscito ad evitare le perdite dovute fondamentalmente in una prima fase alla sua incapacità di comprendere la realtà in tutte le sue complesse sfaccettature (e qui intendo parlare dell’ecologia e della possibilità che nel mondo si sviluppino pandemie, come da anni previsto dagli scienziati), ricordi ciò che si studia nella prima ora di macroeconomia: il mondo in cui viviamo è uno solo e il circuito dell’economia reale è sempre più globalizzato, chi contribuisce a danneggiarlo da un lato, anche se lontano geograficamente, non è immune e i danni sono per tutti.
Ciò che sta accadendo in questi giorni rimarrà scritto sui libri di scuola come un evento epocale: gran parte del castello di carta della finanza mondiale crolla in pochi giorni per effetto di fattori reali concomitanti, parte dei quali assolutamente prevedibili anche se poco probabili. Non è un Cigno Nero e il Prof. Nassim Taleb con la sua recente intervista, di fatto evidenzia come in molti abbiano letto i suoi scritti ma pochi li abbiano capiti davvero.
Un problema ulteriore, in questa fase critica per il lavoro e la vita di tutti noi, è dato dal fatto che i risparmi delle famiglie sono prevalentemente allocati in base ad un sistema di distribuzione di prodotti finanziari pre-assemblati (PRIIPs) basato su commissioni elevate e provvigioni ai venditori: i risparmi devono sempre essere investiti in strumenti che prelevano giornalmente le commissioni. Devono sempre essere investiti altrimenti non ci sono commissioni da prelevare quindi non ci sono ricavi per i distributori.
Il signor Ray Dalio è uno di quelli che dicevano “cash is trash” cioè che la liquidità in conto è immondizia, però è evidente che chi avesse messo tutti i suoi risparmi da inizio anno in conto corrente sia oggi la persona con le maggiori possibilità di decidere come investire consapevolmente, a fronte della situazione assolutamente modificata rispetto a quella degli ultimi 50 anni.
Ma se tutti i risparmiatori italiani avessero oggi i loro risparmi in conto corrente, il sistema delle commissioni e delle retrocessioni andrebbe in crisi.
Negli Stati Uniti il problema è forse un poco meno evidente per alcuni risparmiatori dal momento in cui la consulenza finanziaria indipendente è ampiamente utilizzata da alcuni anni.
La consulenza finanziaria indipendente, basandosi su una parcella pagata dal cliente direttamente al consulente per ricevere consigli in assenza di conflitto di interesse, si può permettere, in determinate situazioni, di consigliare al cliente di avere molta liquidità qualora dovesse risultare la soluzione migliore.
In questa fase, ritengo utile una impostazione prevalentemente difensiva, realizzata con strumenti poco complicati e basso o nullo ricorso a derivati o a strumenti che ne fanno largo uso.
È compito del consulente riuscire a “far passare” il messaggio corretto: difendere significa prima di tutto evitare di subire ulteriori colpi che potrebbero arrivare inaspettatamente da direzioni impensate, per avere risorse sufficienti con cui pianificare una successiva fase della ripresa.
Occorre essere molto realisti: la ripresa potrebbe non essere vicina e dipende molto dalla durata e dalla portata della chiusura dell’economia reale; non occorre spiegare quanto la ricerca scientifica possa essere la soluzione principale, anche se non l’unica soluzione a lungo termine.
Il mondo è sopravvissuto all’epidemia di “influenza spagnola” di cento anni fa pur senza le risorse e l’apporto sanitario scientifico su cui possiamo oggi contare. Quindi oggi di fatto siamo messi molto meglio, non ce ne rendiamo conto perché è tutto accaduto in un lampo, pensate solo quanto sia un mese rispetto all’arco di tempo che ha permesso di passare da Lucy a noi.
Un aspetto evidente del crollo dei mercati di questi giorni è che il ricorso massiccio in tutto il mondo (in particolare negli USA) a strategie passive di investimento (tramite fondi indice ed ETF) può determinare perdite elevate anche di asset e di strumenti validissimi svenduti in modo indiscriminato.
Giusto per fare un esempio, e NON è ovviamente un consiglio agli investimenti specifico, la quotazione di Gilead Sciences è diminuita negli ultimi giorni nonostante sia una delle aziende leader mondiali in prima linea nella produzione di un farmaco che sembra aiutare i trattamenti per i malati di COVID-19.
La quotazione di Gilead è diminuita anche perché il titolo è parte di molti indici americani e mondiali, quindi vendendo strumenti come ETF e fondi indice, automaticamente viene venduto anche il titolo Gilead.
La categoria degli ETF è molto variegata, si tratta di strumenti passivi che vanno utilizzati costruendo strategie utili in base al proprio profilo di rischio e ai propri obiettivi.
Detenere ETF in portafoglio resta una scelta valida, si tratta di scegliere quelli più interessanti in questa fase.
Va posta anche molta attenzione alla qualità della componente obbligazionaria, non tutte le obbligazioni sono sicure solo perché c’è scritto “obbligazione” lo stesso vale per i PRIIPs (fondi, ETF, polizze, gestioni ecc.) che le contengono.
Oggi è importante il ricorso ad un consulente finanziario autonomo o a una SCF, che possono effettuare un check-up degli strumenti in essere e valutare in base all’adeguatezza, quali scelte realizzare per ciascun cliente per offrire da un lato protezione massima, dall’altro la possibilità di un recupero grazie ad un’attenta analisi della mutata situazione dell’economia reale, dato che alcune società e alcuni settori trarranno beneficio e cresceranno ulteriormente in futuro, altre società e altri settori ne usciranno fortemente danneggiati e ridimensionati.
Molti consulenti finanziari autonomi sono già da tempo strutturati per lavorare in smart-working con i clienti e molti intermediari offrono soluzioni operative a distanza, in altre parole è possibile fare consulenza anche in questa situazione.
Avere un consulente finanziario autonomo, cioè veramente indipendente, che opera in team con altri professionisti, con una visione ampia, reattivo ai cambiamenti e assolutamente non vincolato a logiche di business che impongono modelli di investimento non adeguati alla realtà è un valido supporto per la protezione e la pianificazione del proprio futuro.
Il mondo è già cambiato e la velocità del cambiamento è stata eccezionale. Talmente veloce che molti famosi gestori internazionali hanno ampiamente dimostrato la loro incapacità di vivere la realtà e se non sono in grado di comprendere le interrelazioni del mondo reale con il mondo della finanza, mi chiedo che senso abbia continuare ad affidare loro i propri soldi e parte della propria vita.
Siamo ancora in tempo per riprogrammare gli investimenti in chiave difensiva con una speranza molto forte di tornare a vivere nel mondo reale, quindi alcune scelte specifiche per una piccola parte del patrimonio si possono già considerare, pur con tutte le cautele. In linea di massima avere oggi un 2-3% del totale sui mercati azionari non è sbagliato, scegliendo le azioni e i settori più promettenti che saranno protagonisti dell’economia del nuovo mondo che risorgerà una volta superata l’emergenza sanitaria.
Il cambio di paradigma è fondamentale a tutti i livelli.