La pubblicazione della Relazione 2021 dell’Arbitro delle Controversie Finanziarie, rappresenta un’occasione per valutare l’intero quinquennio di attività, delineando anche il futuro dell’Organismo.
Nella maggioranza dei casi i ricorsi dichiarati ricevibili e ammissibili hanno avuto quale oggetto prevalente, problemi che i ricorrenti riferiscono al servizio di consulenza in materia di investimenti (65,9%); seguono i ricorsi riguardanti la prestazione del servizio di esecuzione di ordini per conto dei clienti (14,1%) e quelli relativi al servizio di collocamento, pari al 6,9% del totale.
Oggetto dei ricorsi
Gli intermediari coinvolti nei procedimenti avviati dinanzi all’ACF nel corso del 2021 sono stati 89, mentre sono in totale 201 gli intermediari destinatari di almeno un ricorso da gennaio 2017 ad oggi, a fronte dei circa 1.200 intermediari autorizzati alla prestazione di servizi d’investimento attualmente aderenti al sistema ACF.
Come rilevabile dalla tabella, si registra una netta prevalenza di ricorsi presentati nei confronti diBanche e più in particolare, i ricorsi presentati nei confronti delle prime 10 Banche (quelle con volumi operativi maggiori) si attesta a circa il 72% del totale, mentre il restante 28% risulta diluito, in percentuali decisamente esigue, tra le restanti 56 banche risultate destinatarie di ricorsi nel 2021.
Gli intermediari coinvolti
Importi richiesti dai ricorrenti ed importi riconosciuti dal Collegio
Quanto alla distribuzione territoriale, in linea con il trend registrato nell’intero quinquennio, l’area di provenienza del maggior numero di ricorsi (42,6%) è stata quella del Nord, seguita dal Sud (38%) e dal Centro (18,6%) del Paese: relativamente alla tipologia di ricorrenti, il 2021 ha confermato i dati degli anni precedenti, dal momento che i ricorsi pervenuti sono stati, pressoché integralmente, inoltrati da persone fisiche (1.541 pari al 97,4%), a fronte del 2,6% (41) inoltrati da persone giuridiche.
Con riguardo, infine, all’età dei ricorrenti, la massima concentrazione dei ricorrenti si colloca nelle tre fasce anagrafiche comprese tra i 45 e i 74 anni (45-54, 55-64, 65-74) che rappresentano, nel complesso, il 69,6% del totale, con una prevalenza dei ricorrenti di età compresa tra i 55 e i 64 anni (25,6%): la percentuale degli over 74 che, attestatasi al 18,5% del totale, risulta tutt’altro che trascurabile.