Confesso che i paradossi mi hanno sempre intrigato come strumenti per spiegare fenomeni strani. Confesso anche che la modestia del mio Q. I. non mi consente di affrontare grandi temi di logica. Li scomodo solo per dare una chiave di lettura per alcuni eventi, apparentemente inspiegabili, che stanno impattando con i mercati finanziari e l’impiego dei risparmi.
Paradosso dei mercati: perché snobbano eventi potenzialmente pericolosi? In queste settimane abbiamo visto:
- dazi e contro-dazi rimbalzare tra i continenti come le frenetiche palline di un flipper
- armi chimiche dispensate con generosità a ex spie a Londra e povera gente in Siria
- lanci di missili usati come farebbe un arbitro di calcio con i cartellini d’ammonizione.
Nonostante ciò, i mercati stanno recuperando, lentamente ma con una certa costanza, il sonoro ceffone rimediato in febbraio e marzo.
Soluzione: il ciclo economico è ancora in crescita; la salita dei tassi è marginale e, al momento, relegata agli USA; l’inflazione è generalmente modesta e, in alcune zone, addirittura ancora troppo bassa; gli utili aziendali sono in ulteriore crescita (12% circa)
Morale: “Le fasi rialziste sui mercati non muoiono di vecchiaia, nemmeno si accorgono del tempo che passa. Si esauriscono con la fine di una fase di ripresa economica, oppure quando la politica monetaria diventa troppo restrittiva”, ha dichiarato a fine marzo H.J. Naumer (responsabile Allianz G.I. dei mercati dei capitali globali e le ricerche tematiche) Ora, vi sembra che la ripresa economica soffra già di Alzheimer o di demenza senile? A me non risulta sia poi tanto cagionevole anche perché, se è vero che dura da tanto, è altrettanto vero che non ha corso ai ritmi elevati di molti cicli del passato. In conclusione: ripresa economica e tassi bassi, possono ancora andare a braccetto con i mercati pur dovendo mettere in conto qualche bisticcio.
Paradosso dei risparmi: perché un terzo dei risparmi è parcheggiato in liquidità?
Da alcuni anni, il danaro lasciato in conti correnti e investimenti a breve rende niente, o quasi, ed è poco affidabile perché non diversificato. Ciò nonostante, dall’indagine di Banca d’Italia, pubblicata il 12 marzo, emerge che gli impieghi liquidi (contanti-conti correnti-depositi a breve) sono arrivati a un terzo della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane.
Soluzione: l’incerta visione del futuro nata dalla lunga crisi, dal vacillare dei servizi sociali (pensioni-sanità-assistenza) e dalla disoccupazione a due cifre, fanno preferire il materasso all’impiego produttivo del denaro.
Come nel romanzo Comma 22 di Joseph Heller, ambientato nella seconda guerra mondiale, che narra di un reparto dell’aviazione Usa e di un surreale articolo del regolamento che enuncia: “Chi è pazzo può chiedere l’esenzione dalle missioni di guerra ma, chi chiede l’esenzione dalle missioni di guerra, non è pazzo”.
Proprio quando le accresciute esigenze presenti e future richiederebbero di pianificare in modo protetto ed efficiente le risorse economiche familiari, molti risparmiatori le abbandonano ad un destino di inerzia. Così, perfino il risparmio, resterà disoccupato.
Morale: Qualcuno potrebbe obbiettare che tanti non hanno risparmi o non riescono a risparmiare ma, con tutta la comprensione, devo ricordare che qui si parla d’altro. La banca d’Italia certifica che, dall’inizio della crisi, la liquidità accumulata dagli italiani ha superato i 1.300 miliardi di euro. Una montagna di denaro improduttiva per l’economia e per chi l’ha risparmiata.
Nei giorni scorsi, un valente professionista, è venuto a trovarmi su suggerimento di un mio cliente, suo socio di studio. Nell’occasione mi spiegava di aver mantenuto in conto una cifra rilevante perché gli avevano prospettato un incremento annuo solo del 3%. “A quelle condizioni, il gioco non vale la candela” mi ha detto più che convinto.
Allora ho preso la mia vecchia, eroica, calcolatrice tascabile ed ho impostato il calcolo: 100.000€ x (1 + 0,03)^20 Ovvero: centomila euro, investiti al 3% annuo, con reivestimento degli interessi, per venti anni. Quando gli ho mostrato il controvalore pari a 180.611 € mi ha sorriso con benevola sufficienza ed ha sussurrato: “mi scusi, non è possibile, Lei deve aver sbagliato qualche cosa”
Anch’io ho sorriso ed ho risposto, in pieno spirito di servizio: “sono felice di notare che potrò esserle molto utile”
Ho il massimo rispetto per questa persona che, nel suo settore, è un vero genio. . . ma il suo settore, è un altro.
Il terzo paradosso, che non serve spiegare, dice: “l’aspetto peggiore dell’ignoranza (intesa quale mancata o carente conoscenza) è che, chi ignora, non sa di ignorare”
Saluti:
La prossima volta che passo dal Cilento faccio un salto a Velia, depongo qualche fiore in onore di Zenone e poi chiedo al suo glorioso spirito di filosofo della Magna Grecia: “adesso mi spieghi per favore perché Achille, piè veloce, non acchiappa la tartaruga?” Poi le faccio sapere!
Vincenzo Carrano