
Linda Leodari
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Consulente finanziario indipendente
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Profilo professionale
Mi occupo di pianificazione per obiettivi di vita, con analisi previdenziale, assicurativa e gestione personalizzata di investimento del patrimonio finanziario.
Aspetto fondamentale della mia professione è la totale indipendenza e assenza di conflitti di interesse con i miei clienti, i quali rimangono liberi di accettare o rifiutare i miei consigli, mantenendo la gestione del proprio denaro nelle loro mani.
Nel mio servizio accompagno il cliente nella mappatura della sua situazione patrimoniale, individuo gli aspetti critici, se presenti, negli ambiti previdenziale e assicurativo, aiutandolo a focalizzare i propri obiettivi, al fine di impostare al meglio la gestione finanziaria del patrimonio finanziario presente e futuro, per permettergli di raggiungerli.
Sulla base delle informazioni recepite, elaboro per esso un piano finanziario, offrendo uno pratico strumento per simulare l’andamento nel tempo del patrimonio, testando la sostenibilità delle scelte che si vorrebbero fare, dell’eventuale apporto derivante dagli investimenti finanziari o l’impatto di eventi potenzialmente dannosi.
Questa fase progettuale è fondamentale per prendere consapevolezza della propria situazione nella sua globalità, per capire quali siano i suoi punti critici e verificare se gli obiettivi desiderati siano o meno raggiungibili ed eventualmente a quali condizioni.
Definito il piano di fondo, elaboro una proposta di investimento del patrimonio, tarata sugli obiettivi indicati e compatibile con il grado di rischio definito e approvato dal cliente.
La proposta si concretizza attraverso l’uso di diverse tipologie di strumenti, scelti sulla base di una mia strategia di investimento, con attenzione alla loro effettiva efficienza in termini di costo/rendimento e fiscalità.
Monitoro nel tempo il portafoglio investimenti, con proposte di manutenzione periodica quando necessario, offrendo un report annuale illustrante l’andamento del patrimonio in gestione e il suo percorso verso gli obiettivi indicati.
CONSULENZA SPOT
Disponibile anche per singole consulenze negli ambiti:
- previdenza complementare
- tutele assicurative personali
- analisi di efficienza portafogli investimento esistenti
SERVIZI DEDICATI ALLE AZIENDE
I servizi alle aziende sono:
- analisi finanziaria delle condizioni economiche nei rapporti bancari, attraverso la quale individuare eventuali condizioni eccessivamente onerose e penalizzanti per l’impresa, affiancandola, se necessario, nella rinegoziazione.
- soluzioni di gestione efficiente del T.F.R. e della liquidità aziendale.
- corsi di formazione in azienda e per i dipendenti su previdenza complementare e gestione del risparmio.
PRIMO INCONTRO GRATUITO
Il primo incontro conoscitivo è sempre gratuito.
Nel corso di tale incontro sarà illustrata e spiegata l’attività svolta, ascoltate le richieste del cliente e formulato il preventivo per il servizio richiesto.
Le mie principali competenze
I miei credit
- Iscritta all’albo unico dei consulenti finanziari nella sezione dei consulenti finanziari autonomi con delibera OCF n. 1612 del 04/03/2021 VEDI I MIEI ATTESTATI
Le mie ultime attività
3 ERRORI DA EVITARE NELLA GESTIONE DEL PROPRIO RISPARMIO
21.04.2023 / 155 / 5Quali sono gli errori più comuni nelle scelte finanziarie? Quando e quanto le emozioni entrano in gioco? Quale aiuto concreto posso darti per evitarti di incorrere in questi sbagli? L’emotività fa parte dell’essere umano e quindi va a influenzare ogni campo. Infatti, anche nella gestione degli investimenti e delle scelte per realizzare i propri obiettivi finanziari gioca un ruolo importante. Ecco gli errori in cui potresti incappare! ❌ Errore 1: farsi prendere dal panico La non conoscenza del mondo della finanza, per chi vi si approccia per la prima volta, può portare a sentimenti negativi, quali ansia, paura o addirittura panico. Questo può portare a scelte irragionevoli, come la vendita degli strumenti nei momenti di alta volatilità dei mercati finanziari o l'investimento in asset eccessivamente prudenti per perseguire obiettivi con orizzonti temporali molto lunghi, per i quali si potrebbe considerare di esporsi ad un rischio maggiore, proprio per il maggior tempo a disposizione per raggiungerli. Io sono al tuo fianco per darti la giusta prospettiva sugli eventi, per permetterti di comprenderli, e non farti dominare dalle emozioni nelle tue scelte. È fondamentale, infatti che i tuoi investimenti non ti creino ansia o preoccupazione e la loro comprensione gioca in questo un ruolo determinante. Se conosci e comprendi le dinamiche e le motivazioni alla base degli eventi, puoi compiere scelte ragionate. ❌ Errore 2: L’effetto gregge e la FOMO Noi siamo animali sociali e come tali, quando siamo incerti, preferiamo fare scelte già compiute da altri. Questa strategia ci dà l'errata convinzione che se molti hanno fatto una scelta, allora deve essere per forza giusta. Ma una scelta fatta da altri non è detto che sia giusta per noi, per la nostra situazione, per i nostri obiettivi e per la nostra tolleranza al rischio. Spesso, inoltre, si vedono nei mercati periodi di grande euforia, in cui un ambito di investimento sembra assolutamente vincente. Tutti vogliono entrarvi e anche noi non possiamo non esserci! La paura di rimanere esclusi dal grande affare, la cosiddetta FOMO (Fear of missing out) porta molti all'irrazionale scelta di voler entrare a tutti i costi in settori divenuti ormai troppo cari rispetto al loro effettivo valore, proprio a seguito di questa corsa forsennata di molti prima di loro per entrarvi. In questo modo si creano le "bolle" speculative, che quando scoppiano, portano, soprattutto per gli ultimi che vi sono entrati, pesanti cali negli investimenti, a volte difficilmente recuperabili in tempi ragionevoli. Qualcuno di voi ricorda la bolla del settore tecnologico dei primi anni 2000? Ecco questo era un classico esempio di FOMO. ❌ Errore 3: Aspettative di risultati irrealistiche Investire una parte del proprio risparmio può spaventare: si ha il timore di perderlo, dopo che si è faticato a metterlo da parte, o lo si può percepire come “bloccato” per troppi anni. Questo è più che logico, ma può portare a scelte sbagliate, come l'immobilismo, con il parcheggio del risparmio sul conto corrente, o la scelta di strumenti inadatti agli obiettivi ed esigenze personali. Molte persone inoltre non hanno nessuna percezione di quale sia il rapporto tra rischio e rendimento di un portafoglio investimenti e non hanno idea di cosa aspettarsi. Quali rischi ha il proprio portafoglio? Qual è il suo valore di calo massimo? Quali sono le sue potenzialità di resa? Posso spiegarti con chiarezza tutto questo, indicandoti il valore di calo massimo del portafoglio investimenti, che propongo, nel 99% dei casi, così che tu possa comprendere a priori se il suo rischio sia per te sostenibile. Creo il tuo portafoglio a misura delle TUE esigenze e dei TUOI obiettivi, sia vicini che lontani, così che tu possa disporre del tuo denaro nei tempi da te indicati, senza eccessive ripercussioni nella parte di investimenti rimanenti. ? Non sempre è facile scegliere la strada giusta, anche quando siamo consapevoli e abbiamo le idee chiare. Le emozioni fanno parte della nostra natura e possono essere sempre in agguato, anche in chi si giudica sempre lucido e razionale. Con me al tuo fianco, lavorando esclusivamente nel TUO INTERESSE, ti aiuto ad evitare queste trappole mentali, a mantenere un controllo consapevole razionale rispetto ai tuoi investimenti e la barra dritta verso i tuoi obiettivi di vita. ? Contattami e scopri come posso aiutarti a compiere le scelte migliori.
Leggi il mio postLe sirene su internet e il falso mito dei guadagni facili
31.03.2023 / 79 / 4Oggi ti racconto la storia di Luigi, imprenditore abituato a muovere grandi masse di denaro che col tempo sono sfumate perché ammaliato dalle suadenti sirene che popolano Internet. Ha sempre avuto un’alta propensione al rischio grazie alla quale ha sperimentato varie tipologie di investimenti: ha investito in aziende poi rivelatisi imbrogli e sparite, in miniere d’oro e di pietre preziose, ha usufruito di dubbi servizi di trading su criptovalute, accumulando negli anni una serie di disavventure e importanti perdite economiche. Si è poi rivolto a me per aiutarlo a pianificare al meglio l’uso delle risorse rimanenti. Amara è stata però la sua sorpresa quando si è reso conto che i rendimenti possibili attraverso un regolare investimento di medio lungo termine nei mercati finanziari, con strumenti quotati e facilmente liquidabili, sarebbero stati decisamente inferiori a quelli da lui ottenuti un tempo con l’attività lavorativa. Ma soprattutto sono infimi rispetto a quanto proposto da sedicenti servizi di consulenza che ha trovato in internet. Luigi ha condiviso con me alcune delle proposte ricevute, di cui cito ad esempio un piano di accumulo in fondi comuni d’investimento con guadagni “certi” del 10% annuo, o un portafogli con rendimenti “assicurati” di oltre il 25% annuo. Pensi che Luigi sia stato ingenuo nel considerare queste proposte? Non è il solo a farsi ammaliare da “consulenti” improvvisati che propongono ricette per guadagni mirabolanti, magari senza autorizzazione, né controlli e soprattutto senza conoscere le persone a cui si rivolgono, la loro situazione finanziaria e il grado di rischio sopportabile. L’idea di guadagnare molto in poco tempo piace a tutti. Ma non esistono scorciatoie, né pasti gratis in finanza. Proprio per questo è fondamentale affidarsi a veri consulenti, di cui è possibile verificare le credenziali. Dal punto di vista della regolamentazione, il consulente finanziario autonomo è soggetto alla vigilanza dell’OCF, organismo presso il quale è tenuto l’Albo Unico dei consulenti finanziari sezione autonomi, al quale è iscritto anche il mio studio. Il rapporto tra consulente e cliente deve essere di fiducia, trasparente, sincero e obiettivo. Contattami per una call conoscitiva
Leggi il mio postPREVIDENZA COMPLEMENTARE Quali opzioni possibili?
12.12.2022 / 965 / 7Sempre più spesso si sente parlare di previdenza complementare e della necessità di costruirsi un patrimonio da poter convertire in rendita, al fine di integrare la pensione pubblica, che negli anni sarà sempre più esigua. Ma quanto esigua? Dipende... Per poter farsene un’idea è opportuno prima di tutto ottenere una sua stima, che per quanto soggetta in futuro a possibili cambiamenti a seguito di variazioni delle norme in vigore, permette di farsi un’idea di cosa ci aspetta. Sulla base dei dati ottenuti si può poi decidere quali scelte intraprendere, anche se in linea di massima si può affermare che con il sistema di calcolo contributivo le generazioni più giovani otterranno una rendita pensionistica decisamente più modesta rispetto al passato. Partendo da questo dato, diventa quindi importante attivare il prima possibile una forma di risparmio da dedicare al sostegno della pensione pubblica e più anni si avranno davanti a sé in questo percorso e più contenuta potrà essere la quota di risparmio annuale da destinare a questo scopo. Quando si pensa a questo tema viene subito alla mente lo strumento del fondo pensione. Ma è l’unica scelta percorribile o ve ne sono altre? In realtà il sostegno alla pensione pubblica può essere generato in diversi modi. In questo articolo non parlerò delle caratteristiche e del funzionamento dei fondi pensione o di come scegliere quello più idoneo alla propria situazione. La mia è piuttosto una riflessione sui pro e contro di ognuna delle opzioni considerate. A titolo di esempio un’alternativa al fondo pensione può essere il piano di accumulo personale, con cui investire nei mercati finanziari, o, per un proprietario di immobili, la rendita derivante dalla loro locazione. Ognuno di queste soluzioni presenta aspetti positivi e negativi, che vanno valutati prima di effettuare una scelta. Inizio dalla situazione del proprietario di immobili. Naturalmente questa non è una condizione comune a tutti, in quanto appunto non tutti possono disporne. Non è tuttavia inusuale il caso in cui ci si trovi ad aver ereditato l’abitazione dei propri genitori o di qualche parente, che quindi potrebbe essere poi affittata, generando un’entrata periodica. La scelta di destinare l’immobile a tale scopo può comunque comportare delle problematiche che una persona non desidera o non si sente in grado di gestire, come inquilini morosi, o che provocano danni all’immobile e difficilmente sfrattabili, o periodi sfitti in cui non si riesce a locare l’immobile o situazioni in cui sorge la necessità imprevista di manutenzioni o riparazioni con costi considerevoli. Questa opzione è agevolata comunque se nel tempo gli immobili sono stati ben tenuti. In caso contrario, ci si troverebbe ad affrontare importanti spese di ristrutturazione per poterli affittare e se non si disponesse di fondi sufficienti per farlo, ci si ritroverebbe ad un’età magari già troppo avanzata per poter fare altre scelte per creare un sostegno alla pensione pubblica. Un fondo pensione o un piano di accumulo con investimenti personali, possibilmente avviati già agli inizi della propria attività lavorativa, sono possibilità alternative. Ma quale delle due è la migliore? Anche qui dipende. Il fondo pensione offre diversi benefici che il piano di accumulo personale non ha, ma sono benefici non rivolti a tutte le categorie di lavoratori e in alcuni casi esso risulta essere meno conveniente del piano di accumulo. Il fondo pensione offre la possibilità ai lavoratori dipendenti di ottenere un contributo dal proprio datore di lavoro (la cui misura è stabilita dal contratto collettivo nazionale o da un accordo aziendale), a fronte del versamento di un proprio contributo. Inoltre ai lavoratori dipendenti permette la deducibilità dai redditi assoggettati ad IRPEF dei contributi volontari, compreso il contributo del datore di lavoro e da questo deriva un beneficio importante. L’erogazione del capitale o della rendita pensionistica ottenuti inoltre vengono assoggettati ad una tassazione di favore, con un ulteriore importante risparmio fiscale. Per lavoratori autonomi, che non dispongono del contributo del datore di lavoro e non hanno la possibilità di dedurre i contributi volontari, come ad esempio chi oggi opera in regime forfettario, la convenienza del fondo pensione rispetto ad un piano di accumulo per investimenti personali viene meno, anche se di poco. In una simulazione effettuata ho posto a confronto il montante finale ottenuto da un fondo pensione con quello di un piano di accumulo personale, ipotizzando rendimento uguale e medesimo numero di anni di permanenza nella posizione. In essa ho previsto tutte le agevolazioni riservate agli aderenti ai fondi pensione e ho considerato che i rendimenti ottenuti dal fondo pensione sono tassati ogni anno (ad oggi la tassazione è prevista al 20% o al 12,50% se rendimento deriva da titoli di stato), mentre quelli del piano di accumulo personale, privo di qualsiasi agevolazione, lo sono solo al momento della loro liquidazione e nella misura ad oggi vigente del 26% o 12,50% per i rendimenti da titoli di stato. Da questa analisi è risultato che, per i lavoratori che non possono dedurre i contributi volontari, il capitale finale ottenuto con il piano di accumulo personale, al netto della tassazione, è più elevato di quello derivante dal fondo pensione, anche se di pochi punti percentuali. Situazione che si ribalta invece per chi può beneficiare della deducibilità dei contributi versati, per il quale risulta più interessante la scelta del fondo pensione, con la convenienza ulteriormente accresciuta qualora sia presente il contributo datoriale. Ma quali sono gli altri aspetti da considerare per il fondo pensione e per il piano di accumulo personale? La scelta del fondo pensione implica il vincolo di quanto versato fino al pensionamento. Esso è una forma di risparmio destinata a creare un sostegno alla pensione e per garantire ciò impone regole ben precise che limitano le possibilità di poter chiedere liberamente delle anticipazioni. Vi sono condizioni e limiti prestabiliti per poterlo fare, che tuttavia possono scoraggiare chi si avvicina a questo strumento. Altro limite imposto dal fondo pensione è che se, alla conclusione del periodo di cumulo, il montante finale supera un determinato valore, almeno il 50% del suo ammontare deve essere convertito in rendita vitalizia. (ciò accade quando la rendita derivante dalla conversione del 70% del montante totale, incluse le anticipazioni, è superiore al 50% dell'assegno sociale INPS). Superata la soglia di questo valore accumulato quindi non si ha più la libertà di scelta tra incassare il montante o convertirlo tutto o in parte in rendita. (Va detto che comunque questo limite può tuttavia essere aggirato aderendo a due fondi pensione, così da mantenere in ognuno il patrimonio accumulato sotto il valore di soglia). Anche se l’imposizione di convertire almeno metà del montante accumulato in rendita può non piacere, va tenuto presente che questa rendita è vitalizia, ovvero viene erogata per tutta la vita del soggetto, anche con garanzie aggiuntive, come la reversibilità ad un altro soggetto in caso di decesso, o l’aumento di valore in caso di non autosufficienza, o la certezza di erogazione di un valore più elevato per un numero predeterminato di anni. La rendita, tuttavia, ha dei costi piuttosto importanti che vanno a ridurne il valore: Questi costi sono dati sia dal premio pagato per il rischio dovuto alle compagnie assicurative per garantire a vita il suo pagamento, sia dai costi da esse applicati per l’erogazione e per la copertura delle garanzie che si è eventualmente richiesto di aggiungere. Il piano di accumulo al contrario è libero da vincoli (se investito in strumenti facilmente liquidabili) e in qualsiasi momento disponibile. In esso, inoltre, vi è la scelta diretta degli strumenti di investimento, cosa non possibile nel fondo pensione, in cui l’aderente sceglie può solo scegliere la linea di investimento. Se da un lato ciò offre massima libertà di scelta, dall’altro espone ad una maggiore responsabilità e al rischio di vanificare nel tempo i propri scopi, in quanto si può essere tentati ad utilizzare in anticipo questi risparmi. Nel periodo di accumulo inoltre può accadere che, per diversi motivi (per paura dei periodi negativi dei mercati o per esigenze personali) si sospendano i versamenti, o li si riducano, fino ad abbandonare il progetto, mettendo in discussione anche le scelte di investimento fatte. Alla conclusione del periodo di accumulo, il capitale ottenuto potrà essere utilizzato a sostegno della pensione pubblica, considerando però che una volta consumato non si avranno da questo canale ulteriori risorse. Naturalmente esiste la possibilità di acquistare con esso una polizza assicurativa, erogante una rendita vitalizia, che, seppur costosa, permetterebbe anche di liberarsi dall’impegno di dover ancora occuparsi della gestione del capitale. Qui però si tratterebbe di una scelta, non di un’imposizione. A onor del vero, l’acquisto individuale di una polizza di questo tipo potrebbe essere più oneroso della polizza proposta da un fondo pensione, che in teoria ha una maggiore forza di contrattazione delle condizioni economiche, data dalla massa di aderenti molto ampia. Va tenuto presente infine che un buon piano di accumulo dovrebbe essere impostato con un’ottica temporale allineata al numero di anni mancanti al pensionamento, scegliendo strumenti efficienti, calibrati per creare un portafoglio con un livello di rischio adeguato alla propria situazione. Anche la scelta di un intermediario con cui mettere in pratica il piano è importante, al fine di contenere il più possibile i costi operativi. Per fare ciò, se si è in grado, si può fare da sé, oppure ci si può avvalere della consulenza di professionisti. I consulenti finanziari autonomi possono essere una guida importante nell’affrontare al meglio queste scelte, offrendo una consulenza libera da conflitti di interesse e operando unicamente al servizio del propri clienti.
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