Finanza comportamentale: 7 bias cognitivi a cui prestare attenzione
[ indietro ]1. L'esempio dell’effetto gregge
2. Avversione alla perdita, una costante per gli investitori
Altri 5 bias della finanza comportamentale che influenzano i nostri investimenti
Nell’analisi della teoria della finanza comportamentale – di cui abbiamo parlato in questo articolo – abbiamo visto quanto il ruolo della psicologia e dei pregiudizi possa fare la differenza anche in campo finanziario.
Rimane fondamentale quindi sapersi muovere nel campo degli investimenti anche grazie alla guida di un consulente finanziario, che ci possa aiutare a evitare alcuni errori, a volte davvero dispendiosi.
Sono diversi, infatti, i bias cognitivi che possono influenzare il nostro giudizio. Più impariamo a riconoscerli e a diventarne consapevoli, più saremo in grado di ponderare le nostre decisioni.
1. L'esempio dell’effetto gregge
Una teoria ormai abbastanza conosciuta in ambito psicologico-sociale è quella dell’effetto gregge, secondo cui: “in situazioni di confusione, i gruppi umani si comportano esattamente come le greggi: tendono a seguire le persone davanti a loro, in particolare se sembrano sapere dove andare” (fonte: Consiglio Nazionale delle Ricerche).
Un esempio pratico di questa teoria è stato sotto gli occhi di tutti nell’ultimo periodo. Con la crisi finanziaria provocata dalla pandemia, infatti, molti investitori si sono lasciati prendere dal panico e hanno venduto in massa le azioni dei loro portafogli.
In seguito, grazie a una situazione economica più favorevole, i mercati hanno recuperato parte del terreno perduto.
Se questi investitori fossero stati consapevoli di questa teoria e avessero ponderato maggiormente le loro decisioni, non avrebbero perso molto meno e non avrebbero venduto immediatamente i loro titoli finanziari a prezzi stracciati.
Un modo che, secondo gli studi, si rivela efficace per contrastare l’effetto gregge è quello di investire in fondi aperti che utilizzano criteri ESG. Questi infatti grazie alla loro eterogeneità aiutano a rendere i mercati finanziari [inner] più stabili.
2. Avversione alla perdita, una costante per gli investitori
È interessante notare come l'effetto gregge, nel caso delle crisi finanziarie, si sommi in modo esplosivo a un'altra tipica inclinazione psicologica, ovvero l'avversione alla perdita, propria anche degli investitori.
Si calcola che il “dolore” nel perdere dei soldi sia superiore di quasi tre volte al piacere di guadagnarne. È la stessa ragione che, in certi casi, spinge anche a non scommettere su imprese promettenti, proprio per il timore di provare dispiacere qualora si vedesse andare in fumo l'investimento. Eppure, da un punto di vista razionale, dovrebbe essere doloroso allo stesso modo considerare le occasioni perdute.
Se dieci anni fa qualcuno avesse investito circa 100 dollari per comprare un'azione Amazon, oggi si troverebbe con un capitale trenta volte superiore. Quasi nessuno però metterebbe sullo stesso piano questo mancato guadagno con il guadagno e la perdita di un capitale equivalente.
Esiste una naturale propensione degli individui ad attribuire maggior valore alle perdite piuttosto che ai guadagni. A seguito di un esperimento condotto dall’economista Matteo Motterlini, in occasione del Festival della Mente 2008, è emerso che circa l'80% degli intervistati risponde quasi sempre che preferirebbe guadagnare subito 5 euro, anziché tirare una moneta e, sulla base del risultato, vincere o meno 10 euro. L'idea di perdere 5 euro spinge a non tentare nemmeno di guadagnarne 10.
Altri 5 bias della finanza comportamentale che influenzano i nostri investimenti
La finanza comportamentale spiega come gli operatori economici e i risparmiatori prendano spesso delle decisioni in modo del tutto irrazionale. Ciò non significa che queste decisioni siano prese in modo imprevedibile, anzi, esistono dei modelli teorici precisi, basati sull'osservazione dei comportamenti, che permettono di formulare alcune importanti costanti.
Dopo aver approfondito l’effetto gregge e l’avversione alla perdita, vediamo quali sono altri bias tipici della finanza comportamentale:
- Ancoraggio: questa euristica condiziona la scelta sulla base di un certo parametro, per esempio l'avversione al superamento di una certa soglia di spesa di denaro o il contenuto della prima informazione che abbiamo ricevuto. In genere, parametri ai quali viene attribuita un'importanza maggiore rispetto ad altri, senza un fondamento preciso.
- Bias di attribuzione: distorsione interpretativa che tende ad attribuire alcuni avvenimenti in modo netto o a fattori esclusivamente ambientali o sostanziali, ma sulla base dei soli nostri pregiudizi. Se, per esempio, un'azienda che ci suscita interesse va male in borsa, potremmo attribuire il risultato al semplice ciclo negativo del mercato. Se su quell'azienda nutriamo dei pregiudizi, crederemo che il calo delle sue azioni sia dovuto alla scarsa qualità dell'azienda.
- Illusione del controllo: sensazione di poter controllare quello che ci accade solo perché accade a noi. È il classico caso di alcuni atteggiamenti sprezzanti nei confronti di comportamenti rischiosi. Lo stesso principio ci spinge a credere che, per quanto rischioso, un investimento andrà bene perché siamo proprio noi a condurlo. In questo caso attribuiamo un valore maggiore alla nostra esperienza rispetto a quella degli altri, ma anche a ciò che già si conosce. Un classico errore dovuto alla troppa fiducia in sé stessi è la mancanza di diversificazione.
- Teoria del prospetto: la constatazione del fatto che pur a parità di razionalità nella scelta alcune condizioni esterne possano influenzare la decisione. Che io investa su un titolo con la probabilità del 75% di guadagnare equivale al fatto che io investa sullo stesso titolo con la probabilità di non guadagnare o perdere del denaro nel 25% dei casi. Eppure, sulla base della diversa formulazione della questione, l'atteggiamento di adesione (più o meno favorevole) cambia.
- Valore atteso: un valore che non corrisponde a un obiettivo razionale, ma al valore dettato dalle proprie aspettative. Può naturalmente essere fuorviante nella valutazione del successo o del fallimento di un investimento se non viene calcolato tenendo conto di tutti i fattori di cui realmente disponiamo.
Questi sono solo alcuni dei bias cognitivi che possono influenzarci inconsapevolmente ogni giorno. E in un settore, come quello finanziario, in cui è essenziale saper valutare i rischi, la scelta migliore è quella di affidarsi a chi può studiare le tue esigenze e farti investire in modo sicuro.
Scopri i migliori consulenti votati dai lettori di Money Controller: https://www.moneycontroller.it/migliori-consulenti-finanziari
Per approfondire, ti invitiamo a leggere anche: