Cos’è la pensione integrativa e la previdenza complementare?
[ indietro ]La pensione integrativa è una forma di risparmio a integrazione della pensione obbligatoria erogata dall’INPS. Ciò significa che il risparmiatore grazie a un investimento aggiuntivo durante la sua vita lavorativa può garantirsi una maggiore rendita pensionistica mensile. Questa forma di risparmio nasce da esigenze sociali e anagrafiche precise, come l’aumento dell’età media della popolazione e il numero di anni di durata del periodo di vita durante la pensione, che l’Istat ha calcolato attestarsi su una media di vent’anni. Una delle conseguenze più notevoli dei cambiamenti in atto sarà che le pensioni obbligatorie che riusciranno a superare la metà dell’ultimo stipendio percepito saranno la minoranza. La pensione integrativa viene di norma erogata da imprese di assicurazione private, il cui patrimonio deve però sempre restare separato per legge da quello gestito. I due strumenti più diffusi e conosciuti con cui è possibile godere di una pensione integrativa sono i Piani Individuali Pensionistici (PIP) e i fondi pensione.
Un Piano Individuale Pensionistico è uno strumento assicurativo che consiste in versamenti periodici e fiscalmente agevolati finalizzati alla costituzione di una pensione integrativa. Come suggerisce il nome, l’adesione al piano è strettamene individuale. I versamenti sono periodici, possono essere detratti in modo automatico dalla busta paga, così come possono essere sempre modificato nel limite di quanto stabilito in sede di sottoscrizione. Gli strumenti che garantiscono di più la trasparenza sono due: la “Scheda dei costi” e le “Informazioni chiave per l’aderente”. I PIP offrono, infatti, linee di investimento tra loro diverse: garantite, obbligazionarie, bilanciate, azionarie, ecc… Queste devono essere scelte sulla base della propensione al rischio del sottoscrittore. Sul sito in rete della COVIP (Commissione di Vigilanza sui fondi pensione) sono presenti alcuni utili strumenti per valutare i rischi e i rendimenti dei PIP, come l’Indicatore sintetico dei costi delle linee di investimento e il Comparatore dei costi delle forme pensionistiche.
I fondi pensioni sono degli ulteriori strumenti previdenziali forniti da imprese assicurative private. Questi fondi si dividono in due macro-categorie: i fondi pensioni aperti e quelli chiusi, questi ultimi di norma detti negoziali o preesistenti, oppure ancora di categoria.
Un fondo pensione aperto prevede una serie di iscritti ognuno dei quali detenga un conto pensionistico individuale, nel quale confluiscono i corrispondenti versamenti. La gestione dei versamenti è condotta da una banca o un’impresa di investimento autorizzata, la quale ha lo scopo di reinvestire nel mercato i capitali messi a disposizione. Una buona gestione dei versamenti permette, infatti, di ottenere rendimenti che nel tempo sono in grado di accrescere il capitale e distribuire utili. Gli utili dipendono da diversi fattori: dall’importo complessivo dei contributi versati, dalla durata del periodo di contribuzione, dai costi sostenuti e dal reinvestimento dei capitali sui mercati. Come nel caso dei PIP, è possibile variare la quota dei versamenti periodici, così come scegliere la linea di investimento che meglio si accorda alla propria propensione. E allo stesso modo, COVIP mette a disposizione degli strumenti per valutarne l’onerosità sulla base del rischio.
Il fondo pensione negoziale, a differenza di quello aperto, è una forma di risparmio pertinente soltanto ad alcune categorie professionali. Lo stesso vale per i fondi pensione preesistenti. Il termine “preesistente”, in questo caso, è usato dato che questi fondi risultavano già istituiti nel momento in cui il sistema di previdenza complementare è stato disciplinato. Sono il risultato, infatti, di contrattazioni collettive a livello nazionale. Il meccanismo di reinvestimento del capitale versato dai contribuenti è analogo ai fondi pensione aperti: viene affidato a operatori autorizzati, i quali lo reinvestono sui mercati finanziari, in immobili o polizze assicurative. Le regole di trasparenza che disciplinano i fondi pensione aperti sono le medesime anche per i fondi preesistenti.
Sia i PIP che tutti fondi pensione, del resto, sono strumenti di previdenza integrativa contraddistinti da tratti comuni. Innanzitutto, i rendimenti sono calcolati sulla base di diversi elementi: il capitale versato, l’anzianità della sottoscrizione, i costi di gestione e il rendimento dei reinvestimenti sui mercati finanziari. Come si è detto, il versamento può essere detratto in busta paga, ma il lavoratore ha anche la possibilità di destinare il TFR maturato in azienda come capitale aggiuntivo. Al momento del pensionamento, inoltre, è possibile decidere se ricevere fino al 50% della somma versata o prevedere che si distribuisca il rendimento mensilmente, aggiuntivo alla pensione obbligatoria. Esistono poi casi in cui è possibile ricevere parte delle quote versate in anticipo: spese sanitarie, spese immobiliari o motivi familiari e personali sulla base di quote definite (non oltre il 30% del capitale). In altri casi più gravi, invece, è possibile il riscatto anche di tutto il capitale versato, come l’insorgenza di invalidità o una disoccupazione oltre i 12 mesi. In questi casi, viene applicata una tassazione, la cui aliquota varia a seconda dei casi. Questi strumenti di risparmio hanno inoltre la caratteristica di essere reversibili, cioè la caratteristica di poter essere destinati ai familiari, al coniuge o a beneficiari espressamente designati.