27/05/2025 - Banca Mediolanum S.p.A.: Fascicolo di Bilancio (Banca Mediolanum Resoconto Intermedio di Gestione al 31marzo2025)

[X]
Fascicolo di bilancio (banca mediolanum resoconto intermedio di gestione al 31marzo2025)

Gruppo Mediolanum

RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2025

Banca Mediolanum S.p.A.

Capogruppo del Gruppo Bancario Mediolanum iscritto all'Albo dei Gruppi Bancari

Banca iscritta all'Albo delle Banche - Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia ed al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi

Capitale sociale euro 600.697.053,40 i. v. - Codice Fiscale - Iscr. Registro Imprese di Milano n. 02124090164 - P. IVA 10540610960 del Gruppo IVA Banca Mediolanum

Sede Legale

Palazzo Meucci - Via Ennio Doris 20079 Basiglio (MI) - T +39 02 9049 1

1 | Gruppo Mediolanum Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2025

bancamediolanum@pec.mediolanum.it Bancamediolanum.it



INDICE



CARICHE SOCIALI 3

STRUTTURA DEL GRUPPO 4

HIGHLIGHTS CONSOLIDATI 5

PROFILO DEL GRUPPO 14

RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE DEL GRUPPO MEDIOLANUM 19

ANDAMENTO DELLA GESTIONE 20

ANDAMENTO DELLA CAPOGRUPPO E DELLE SOCIETÀ CONTROLLATE 54

ALTRE INFORMAZIONI 56

PROSPETTI CONTABILI CONSOLIDATI 60

NOTE ILLUSTRATIVE 67

INFORMAZIONI SUI PRINCIPALI AGGREGATI DI STATO PATRIMONIALE 75

INFORMAZIONI SUI PRINCIPALI AGGREGATI DI CONTO ECONOMICO 80

DICHIARAZIONE DEL DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI 86

GLOSSARIO 88

CARICHE SOCIALI



Giovanni Pirovano

Presidente

Massimo Antonio Doris

Amministratore Delegato

Annalisa Sara Doris

Vice Presidente

Anna Gervasoni

Consigliere

Francesco Maria Frasca

Consigliere

Giovanni Lo Storto

Consigliere

Paolo Gibello Ribatto

Consigliere

Francesca Reich

Consigliere

Patrizia Giangualano

Consigliere

Roberta Pierantoni

Consigliere

Carlo Vivaldi

Consigliere

Giovanna Luisa Maria Redaelli

Consigliere

Giacinto Gaetano Sarubbi

Consigliere

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE



Francesco Schiavone Panni

Presidente

del Collegio Sindacale

Igor Garzesi

Teresa Naddeo

Sindaco Effettivo

Gian Piero Sala

Sindaco Effettivo

Luca Maria Rovere

Angelo Lietti

PricewaterhouseCoopers S.p.A.

SOCIETÀ DI REVISIONE

DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI SOCIETARI

SEGRETARIO DEL CONSIGLIO

DIRETTORE GENERALE

COLLEGIO SINDACALE



STRUTTURA DEL GRUPPO



100%

100%

(*) la società August Lenz S Co. AG in liquidazione non fa più parte del Gruppo Bancario Mediolanum.

Mediolanum Gestión S.G.I.I.C., S.A.

(Società Spagnola)

Mediolanum Pensiones S.A., S.G.F.P.

(Società Spagnola)

August Lenz S Co. AG - IN LIQUIDAZIONE, già Bankhaus August Lenz S Co. (Società tedesca) (*)

Fibanc SA

(Società Spagnola)

PI Servizi S.p.A.

Banco Mediolanum S.A. (Società Spagnola)

Flowe S.p.A. Società Benefit

Mediolanum International Funds Ltd (Società Irlandese)

Mediolanum International Life Designated Activity Company (Società Irlandese)

Prexta S.p.A.

Mediolanum Gestione Fondi SGR S.p.A.

Mediolanum Assicurazioni S.p.A.

Mediolanum Vita S.p.A.

Mediolanum Fiduciaria S.p.A.

Mediolanum Comunicazione S.p.A.

Capogruppo Gruppo Assicurativo

Capogruppo Gruppo Bancario e Conglomerato Finanziario



‌HIGHLIGHTS CONSOLIDATI



I Principali risultati del Gruppo Mediolanum alla chiusura del primo trimestre 2025

L'ANDAMENTO ECONOMICO

Il Gruppo Mediolanum chiude il periodo al 31 marzo 2025 con un utile netto pari a 243,3 milioni di euro rispetto a 220,5 milioni di euro del periodo di confronto.

Il margine operativo del periodo in esame diminuisce del -1,4% rispetto al 31 marzo 2024; nel dettaglio il margine di contribuzione diminuisce di -8,9 milioni di euro; tale riduzione è da ascrivere in massima parte alla contrazione del margine di interesse per -40,0 milioni di euro rispetto al periodo di confronto sia in funzione del negativo andamento dei tassi di interesse che di maggiori costi derivanti da iniziative promozionali, le commissioni nette invece crescono per +25,8 milioni di euro rispetto al periodo di confronto per effetto dell'incremento delle masse medie in gestione mentre il totale costi diminuiscono per +5,0 milioni di euro.

Nel periodo si registrano effetti di mercato positivi per 26,7 milioni di euro riconducibili sia alla crescita delle commissioni di performance per +9,6 milioni di euro che all'incremento dei profitti/perdite netti da investimenti al fair value per +17,2 milioni di euro rispetto al 31 marzo 2024.

Le spese generali e amministrative del periodo si incrementano del 5,3% e si attestano a -185,4 milioni di euro (31 marzo 2024: -176,1 milioni di euro) principalmente per maggiori costi operativi di funzionamento.

Le voci contributi e fondi di garanzia ordinari e straordinari registrano un decremento di +27,1 milioni di euro rispetto al trimestre a confronto.

I contributi ordinari registrano un minor costo di 17,5 milioni di euro rispetto al periodo di confronto ed accolgono principalmente lo stanziamento del contributo al Fondo di Garanzia Vita per -4,1 milioni di euro, il periodo di confronto comprendeva invece sia l'ultima tranche del DGS per -17,6 milioni di euro che il primo stanziamento al Fondo di Garanzia Vita per -4,3 milioni di euro.

I contributi straordinari risultano anch'essi in diminuzione per +9,7 milioni di euro; il periodo di confronto comprendeva principalmente lo stanziamento per il salvataggio di istituti bancari in difficoltà per -10,2 milioni di euro che si è concluso con il versamento dell'ultima tranche nel 2024.

DATI ECONOMICI CONSOLIDATI

Principali voci del conto economico consolidato riclassificato

31/03/2025
31/03/2024

Euro/Milioni

Altre

Proventi netti

Rettifiche di

di cui Contributi e Fondi di

Commissioni Commissioni

commissioni

Margine

da altri

valore nette Altri proventi

Garanzia

Effetti

Effetti

1.800

attive

passive rete

passive

d'interesse

investimenti

su crediti

e oneri Totale Costi

ordinari

mercato

straordinari Imposte Risultato netto

546,1

488,

0

180,0220,

0

2

43,3 220,5

2,1

0,6 0,3

52,0 25,3

(42,9)(38,6

)

(0,3)

(1,4) (8,8)

(4,6) (22,1

)

(1,1)(10,8)

(77,0)

(1

86,9)(158,9)

(2

16,0) (221,

0)

(8

6,7)

1.300

800

300

(200)

(700)

Le commissioni attive: dettaglio per natura

31/03/2025
31/03/2024

Euro/Milioni

Commissioni di sottoscrizione fondi

Commissioni di gestione

Commissioni su servizi di investimento

Risultato gestione assicurativa

Commissioni e ricavi da servizi bancari

Commissioni diverse

0 100 200 300 400

16,9

13,0

303,3

66,9

60,1

56,4

48,0

48,5

51,2

13,8

12,5

343,6

I costi: dettaglio per natura

31/03/2025
31/03/2024

Euro/Milioni

(

(176,1)

(4,6)

(22,1)

(7,7)

(9,0)

(18,2)

(13,7)

0

Spese amministrative

Contributi e Fondi di Garanzia ordinari

Ammortamenti

Accantonamenti netti per rischi e oneri

(50)

(100)

(150)

(200)

185,4)

Gli effetti mercato: dettaglio per natura

31/03/2025
31/03/2024

Euro/Milioni

29,6

12,8

(20) 30

Commissioni di performance

PSL netti da investimenti al fair value

(4,3)

39,2

DATI PATRIMONIO E RACCOLTA NETTA AMMINISTRATO E GESTITO

Il Patrimonio Amministrato e Gestito

31/03/2025
31/12/2024

Euro/Milioni

0 25.000 50.000 75.000 100.000 125.000 150.000

Totale Patrimonio Amministrato e gestito

Italia

Spagna

Germania

140.300,1

1

126.498,6

125.092,1

13.445,6

13.026,4

355,9

374,5

38.493,0

La Raccolta Netta Amministrato e Gestito

31/03/2025
31/03/2024

3.064,3

3.063,1

2.765,9

704,8

306,2

Euro/Milioni

(500) 500 1.500 2.500 3.500 4.500

Totale Raccolta Netta Amministrato e Gestito

Italia

Spagna

Germania

(2,8)

(7,8)

3.765,2

I CLIENTI

L'andamento della Base Clienti

Unità/migliaia

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500

1.964

1.698

266



Clienti totali del Gruppo (*)

Banca Mediolanum (ITA)

Banco Mediolanum (SPA)

(*) Totale Clienti di Banca e Banco Mediolanum

Il Patrimonio medio per Cliente1

1.385K Clienti Bancarizzati di cui 68% Prima Banca di cui 39% Unica Banca

Patrimonio medio per Cliente

Euro/Migliaia

100,0

90,0

74,8

70,1

72,7

66,4

73,4

84,1

84,4

91,8

91,4

77,8

79,2

80,8

80,6

90,0

80,0

70,0

60,0

50,0

40,0

30,0

20,0

dic-12 dic-13 dic-14 dic-15 dic-16 dic-17 dic-18 dic-19 dic-20 dic-21 dic-22 dic-23 dic-24 mar-25

‌1 Clienti primi intestatari di conto corrente di Banca Mediolanum

INDICI REGOLAMENTARI DI PATRIMONIALIZZAZIONE2

Coefficienti patrimoniali consolidati al 31 marzo 2025

COMMON EQUITY

TIER 1

TOTAL CAPITAL RATIO

22,5%

22,5%

22,5%



Evoluzione del Common Equity Tier 1 Ratio

VALORI ESPRESSI IN %

30

28

26

21,9

22,3

22,5

20,0

20,4

20,9

20,6

19,2

19,5



24

22

20

18

16

14

12

10

23,7

dic-16 dic-17 dic-18 dic-19 dic-20 dic-21 dic-22 dic-23 dic-24 mar-25

Altri indici regolamentari di patrimonializzazione e liquidità

31/03/2025

31/12/2024

MREL TREA

24,5%

25,9%

Leverage Ratio 2

7,8%

7,8%

Liquidity Coverage Ratio

464,6%

386,6%

‌2 I valori indicati potrebbero essere oggetto di aggiornamento in fase di segnalazione agli organi di Vigilanza, a tal riguardo si segnala che a far data dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo framework normativo bancario denominato Basilea IV, che introduce numerose novità in tema di vigilanza prudenziale. Inoltre, l'art. 24 del Reg.EU 2024/3117 stabilisce che la scadenza di invio, di taluni template segnaletici (tra cui il Corep Own Fund) per la sola competenza al 31 marzo 2025, è posticipata al 30 giugno rispetto alla ordinaria scadenza del 12 maggio.

Adeguatezza patrimoniale del Conglomerato Finanziario3

Euro/milioni

31/03/2025

31/12/2024

Conglomerato finanziario a prevalenza bancaria

Mezzi patrimoniali

4.242

4.189

Requisiti patrimoniali bancari

1.759

1.628

Requisiti patrimoniali assicurativi

1.513

1.592

Eccedenza (deficit) patrimoniale

970

969

Evoluzione dell'Eccedenza patrimoniale del Conglomerato Finanziario3

Conglomerato finanziario a prevalenza bancaria

1.500

1.350

1.200

1.050

900

750

600

450

300

150

-

969 970

714

581

611

602

437

396

459

325

237

dic-15 dic-16 dic-17 dic-18 dic-19 dic-20 dic-21 dic-22 dic-23 dic-24 mar-25

‌3 Si precisa che l'adeguatezza patrimoniale al 31 marzo 2025 è stata calcolata secondo i limiti di capitalizzazione ad esito del periodico processo di revisione e di valutazione prudenziale (SREP) comunicati da Banca Centrale Europea. I requisiti assicurativi sono relativi all'ultima segnalazione trimestrale (31 dicembre 2024) del Gruppo Assicurativo Mediolanum inviata all'Organo di Vigilanza. I valori indicati potrebbero essere oggetto di aggiornamento in fase di segnalazione agli organi di Vigilanza, a tal riguardo si segnala che a far data dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore il nuovo framework normativo bancario denominato Basilea IV, che introduce numerose novità in tema di vigilanza prudenziale. Inoltre, l'art. 24 del Reg.EU 2024/3117 stabilisce che la scadenza di invio, di taluni template segnaletici (tra cui il Corep Own Fund) per la sola competenza al 31 marzo 2025, è posticipata al 30 giugno rispetto alla ordinaria scadenza del 12 maggio.

ALTRI INDICATORI

Informazioni sul titolo azionario

31/03/2025

31/12/2024

Numero azioni ordinarie (unità)

745.370.391

745.278.391

Quotazione alla fine del periodo (euro)

14,87

11,49

Capitalizzazione di borsa (milioni di euro)

11.084

8.563

Patrimonio netto (milioni di euro)

4.361

4.026

Utile per azione

Euro

31/03/2025

31/03/2024

Utile base per azione (basic EPS)

0,330

0,297

Utile diluito per azione (diluited EPS)

0,326

0,296

Indicatori del credito

31/03/2025

31/12/2024

Gross NPL

1,45%

1,47%

Net NPL

0,77%

0,79%

Cost of risk*

0,13%

0,18%

*Dato annualizzato ove necessario

Indicatori di costo

31/03/2025

31/12/2024 31/03/2024

Cost/Income ratio

38,4%

39,0% 39,3%

Acquisition costs/Gross Commission income Ratio

34,2%

34.1% 32,7%

Struttura operativa

Unità

31/03/2025

31/12/2024 31/03/2024

Organico puntuale

3.871

3.825 3.702

Numero dei consulenti finanziari

6.491

6.415 6.233

Per le definizioni utilizzate nella presente sintesi dei risultati si rimanda alla sezione Glossario in calce al documento.

‌PROFILO DEL GRUPPO



PROFILO DEL GRUPPO



Vision, Mission

Vision

Crediamo in un mondo migliore, costruito ogni giorno per le persone e per il pianeta. Crediamo nel rapporto umano e in una relazione profonda, improntata alla libertà.

Crediamo che la nostra visione consapevole e positiva del mondo e della vita faccia davvero la differenza.

Mission

Costruire con le persone relazioni di profonda conoscenza, che durano nel tempo,

fondate su lealtà, fedeltà e trasparenza. Dedicare una consulenza personalizzata unica, con soluzioni efficaci che coprono tutto l'arco della vita delle persone. Agire in modo innovativo e sostenibile per il benessere della persona, delle famiglie e della collettività.

i nostri valori

Non c'è valore più grande della LIBERTA'

È il valore con il quale Mediolanum ha cambiato l'idea stessa di banca. La libertà di una relazione sincera e vera con le persone.

È sentirsi davvero liberi di poter raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni.



La persona è al centro

Il rapporto umano è il fondamento di ogni persona che lavora in Mediolanum.

Costruire una RELAZIONE ci aiuta a comprendere i progetti della persona, accompagnarla nella gestione dei suoi risparmi e nel raggiungimento del suo benessere. Diventare un riferimento personale nel tempo significa crescere insieme.



RESPONSABILITA' Siamo persone per le persone

Abbiamo piena consapevolezza del ruolo sociale che rivestiamo.

Sappiamo agire con eticità e trasparenza, anche con decisioni controcorrente.

Ci impegniamo nella solidarietà e in progetti di educazione e di sviluppo, con interventi tangibili e ad alto impatto sociale.



Crediamo nel costante Miglioramento

Anticipiamo e rispondiamo alle esigenze delle persone, forti della nostra storia e delle nostre radici.

Sviluppiamo soluzioni innovative per favorire comportamenti sostenibili nell'interesse della collettività.

L'INNOVAZIONE SOSTENIBILE è il nostro impegno.



La POSITIVITA' è rendere possibile quello che sembra impossibile

Alla base di questa filosofia di vita e di business c'è la conoscenza acquisita, la nostra esperienza e la certezza del nostro operato.

È restare sempre fedeli a questo valore e trasferire questo spirito alle persone. È essere capaci di cogliere opportunità dove nessuno le vede.



Modello di Business Commerciale del Gruppo Mediolanum

Il modello di business commerciale di Banca Mediolanum è costruito per soddisfare le esigenze estrinseche e intrinseche di ciascun Cliente. Il cliente, grazie ai numerosi canali di comunicazione, può scegliere come "usare" la "sua" banca, decidendo i tempi e le modalità di relazione che di volta in volta preferisce. Banca Mediolanum offre in modo semplice e facilmente accessibile prodotti e servizi che rispondono alle esigenze delle persone e delle famiglie, le quali sono il target di riferimento principale.

Attraverso i Family Banker®, iscritti all'Albo unico dei consulenti finanziari, Banca Mediolanum offre ai suoi Clienti assistenza nella gestione del risparmio e consulenza in materia di investimenti, in abbinamento ai prodotti e ai servizi offerti dalla banca stessa. Banca Mediolanum non vende semplicemente prodotti, ma offre soluzioni. Questo principio permette di operare nelle diverse aree di business dei servizi finanziari, con la competenza e la flessibilità necessarie per meglio rispondere ai costanti mutamenti economici, fiscali, finanziari e normativi. La strategia d'investimento è frutto di un attento studio dei mercati mondiali e di elevate competenze che Mediolanum ha sviluppato nella gestione del risparmio, con il risultato di contenere i rischi di concentrazione degli investimenti.

La Banca costruita intorno al cliente

Modello integrato di Business - Banca Mediolanum

BANCA

FONDI DI INVESTIMENTO

ASSICURAZIONI

APP MOBILE

4.616

B.MED VOCE

SITO WEB

CLIENTE

SPORTELLI CONVENZIONATI

BANKING CENTER

4.859

FAMILY BANKER



19 | Gruppo Mediolanum Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2025

‌RELAZIONE INTERMEDIA SULLA GESTIONE DEL GRUPPO MEDIOLANUM



ANDAMENTO DELLA GESTIONE



Relazione intermedia sulla gestione del Gruppo Mediolanum al 31 marzo 2025

Il Gruppo Mediolanum chiude il periodo al 31 marzo 2025 con un utile netto pari a 243,3 milioni di euro rispetto a 220,5 milioni di euro del periodo di confronto.

Lo scenario macroeconomico

La conclusione del primo trimestre del 2025 vede stravolta la narrativa che regnava a inizio anno. Le notizie che continuano ad arrivare cambiano le carte in tavola in modo talmente repentino, che spesso i dati relativi ad appena un mese prima vengono superati dai fatti. Se a gennaio ci si aspettava un prosieguo del cosiddetto "Trump Trade", con una sovraperformance dei mercati azionari statunitensi e un dollaro ancora forte, quello che vediamo a fine marzo è il concretizzarsi di una rotazione dagli asset USA principalmente verso l'Europa e la Cina. La rotazione in atto da un lato riflette l'incertezza legata alle politiche dell'amministrazione Trump -soprattutto sul fronte commerciale, con i continui cambi di tono sui dazi, ma anche sul piano economico - e dall'altro beneficia di alcuni catalizzatori che hanno contribuito a riportare l'attenzione su altre regioni del mondo. Pur nel contesto di un'economia USA che partiva da una situazione di forza rispetto al Vecchio Continente, le politiche annunciate dall'amministrazione Trump si sono già tradotte in un parziale indebolimento dei dati "soft", relativi alle prospettive e al sentiment: a marzo, per esempio, l'indice di fiducia dei consumatori USA misurato da Conference Board ha registrato la quarta contrazione mensile consecutiva, e anche l'indice sulle aspettative future ha subito un calo. A marzo, l'indice PMI composito elaborato da SSP Global si è attestato, secondo la stima flash, a 53,5 punti, con un rafforzamento dei servizi e un indebolimento della manifattura, scivolata in territorio di contrazione. Per il momento, i dati "hard" - come ha ricordato il presidente della Fed Jerome Powell -continuano a riflettere un'economia solida, sebbene sia aumentata la probabilità di assistere ad un indebolimento nel prosieguo. Per esempio, la produzione industriale ha registrando solo un leggero calo a marzo (-0,3% su mese), dopo un incremento maggiore del previsto a febbraio (+0,7%). I dati sul mercato del lavoro sul mese di marzo hanno superato le attese in termini di creazione di posti di lavoro (+228 mila rispetto a 140mila, anche se sono stati in parte rivisti al ribasso quelli dei due mesi precedenti) e il tasso di disoccupazione ha registrato un incremento solo marginale (4,2% da 4,1%), accompagnato inoltre da una leggera decelerazione della crescita annua dei salari orari. Sempre a marzo, le vendite al dettaglio hanno segnato un balzo mensile dell'1,4%, in parte riflettendo anche un anticipo delle spese in vista dell'entrata in vigore dei dazi commerciali. In Europa, di contro, le spese militari e il nuovo piano di stimolo fiscale tedesco hanno avuto un impatto positivo sul sentiment, con l'indice ZEW sulle aspettative degli investitori nell'economia tedesca che a marzo è balzato a quota 51,6 dai 26 di febbraio, il livello più alto dal febbraio 2022. Anche il PMI composito di SSP Global ha segnato a marzo la crescita più rapida degli ultimi sette mesi, complice un miglioramento del dato sulla manifattura. Restano invece complessivamente più deboli, nel confronto con gli Stati Uniti, i dati sulla crescita economica effettiva dell'area. In Cina si è tenuta a marzo la sessione annuale delle cosiddette "Due assemblee", da cui sono

emerse la volontà di stimolare i consumi e la conferma del target di crescita del 5% per il 2025. Pechino ha anche annunciato un "piano speciale d'azione" per rilanciare la domanda interna, con interventi sul fronte dell'occupazione (aumento del salario minimo, sostegno all'occupazione e formazione) e dei mercati (sostegno al mercato azionario e altre riforme dei mercati finanziario e immobiliare). Gli ultimi dati macro - vendite al dettaglio, produzione industriale del primo trimestre e PMI manifatturiero di marzo - hanno nel frattempo mostrato segnali positivi. Per ora, negli Stati Uniti, il tema "dazi" sembra esercitare una pressione al rialzo più sulle aspettative di inflazione che sull'inflazione stessa. A marzo, l'indice dei prezzi al consumo per tutti i consumatori urbani (CPI-U) ha registrato un (inatteso) rallentamento: -0,1% su mese (le stime erano per un

+0,1%) e +2,4% su anno, dal +2,8% di febbraio; il dato "core", che esclude alimentari ed energetici, è cresciuto del +0,1% su mese (le attese erano al +0,3%) e del +2,8% su anno (attese al +3,0%). L'indice dei prezzi alla produzione è diminuito rispetto al mese precedente (+2,7% su anno a marzo dal +3,2% di febbraio). Buone notizie sul fronte dell'inflazione dalla zona euro: +2,2% su anno a marzo dal +2,3% di febbraio, con il contributo maggiore all'aumento dei prezzi arrivato dal settore dei servizi. Il dato core scende dal +2,6% di febbraio al 2,4% attuale. A livello UE, l'inflazione annuale è stata pari al +2,7%. In Cina riemergono i sintomi della deflazione: a marzo, l'indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,1% su anno, dopo il -0,7% di febbraio. Come previsto, nel meeting del 18 e 19 marzo la Federal Reserve ha mantenuto i tassi fermi tra il 4,25% e il 4,5%. Stretta tra i rinnovati timori di un indebolimento della crescita e le preoccupazioni sulla ripresa dell'inflazione, la banca centrale ha rivisto al ribasso le previsioni sul PIL (all'1,7%, dal precedente 2,1%, nel 2025) e ritoccato al rialzo quelle sui prezzi (dal 2,5% al 2,7% per quest'anno). Allo stesso tempo, però, il presidente Powell ha affermato che il rischio di recessione non è elevato, mentre sul fronte dei prezzi le aspettative di lungo termine restano ben ancorate. Ha anche rispolverato il termine "transitorio" - che dopo l'autunno del 2021 e la fiammata inflazionistica dell'epoca era diventato quasi un tabù per la banca centrale - parlando del possibile effetto delle tariffe commerciali. In un clima di estrema incertezza, quello di Powell è un delicato gioco di equilibrismo, con i cambiamenti nelle aspettative su crescita e inflazione che, paradossalmente, si bilanciano a vicenda. Restano al momento invariate le attese ufficiali (la mediana dei "DOTS") sulle prossime mosse della Fed, che continuano a indicare due tagli dei tassi entro il 2025. Il mercato si spinge anche oltre, scontando al momento 3 o 4 aggiustamenti al ribasso in corso d'anno, di cui il primo probabilmente a giugno. La linea sembra comunque essere quella di ridurre o, tutt'al più, non alzare il costo del denaro. Intervenendo al Parlamento UE, la presidente Christine Lagarde ha ribadito la determinazione della Banca Centrale Europea a garantire che l'inflazione si stabilizzi in modo sostenibile sull'obiettivo di medio termine del 2%. Viste le attuali condizioni di crescente incertezza, tuttavia, la banca centrale mantiene un approccio "ancorato ai dati", senza impegnarsi su un percorso prestabilito. Nel corso dell'appuntamento del 17 aprile, la BCE ha ridotto i tassi d'interesse di 25 punti base, confermando la direzione intrapresa nelle ultime riunioni. Il mercato continua a prevedere ulteriori 2 o 3 tagli entro fine anno.

I mercati finanziari

Variazione (pb) Rendimento

Mercati obbligazionari 1° trim.

RENDIMENTI GOVERNATIVI

31/03/2025 31/12/2024

Stati Uniti

2 anni

(35,84)

3,88%

4,24%

5 anni

(43,24)

3,95%

4,38%

10 anni

(36,37)

4,21%

4,57%

30 anni

(21,05)

4,57%

4,78%

Germania

2 anni

(3,50)

2,05%

2,08%

5 anni

18,50

2,34%

2,15%

10 anni

37,10

2,74%

2,37%

30 anni

49,30

3,09%

2,60%

Italia

2 anni

(11,40)

2,31%

2,42%

5 anni

1,40

2,88%

2,87%

10 anni

34,50

3,87%

3,52%

30 anni

38,40

4,59%

4,21%

Variazione (pb) Rendimento

Mercati obbligazionari 1° trim.

SPREAD

31/03/2025 31/12/2024

Italia - Germania

2 anni

(7,94)

0,26%

0,34%

10 anni

(2,51)

1,13%

1,15%

Spagna - Germania

2 anni

(1,16)

0,16%

0,17%

10 anni

(5,92)

0,63%

0,69%

SPREAD DI CREDITO

Societari

US IG

14,00

0,94%

0,80%

US HY

60,00

3,47%

2,87%

Euro IG

(4,00)

0,98%

1,02%

Euro HY

25,00

3,34%

3,09%

Emergenti

EM valuta forte 16,00

2,36% 2,20%

Il mercato obbligazionario, nel suo complesso, ha archiviato il trimestre in terreno leggermente positivo (+2,6% l'indice Bloomberg Global Aggregate tra gennaio e marzo, +0,6% nel mese). Diversamente da quanto si era ipotizzato, il rendimento del Treasury USA decennale è sceso nei primi tre mesi dell'anno, mentre è salito quello del Bund tedesco, trascinando con sé anche i BTp e tutti i principali titoli di Stato europei decennali. Nel dettaglio, il rendimento del decennale USA si è attestato a fine marzo al 4,2%, dal 4,6% di fine 2024 (e in linea con i valori di fine febbraio). Se prima dell'insediamento di Trump il mercato si aspettava investimenti pubblici molto consistenti, ora appare più evidente la volontà di ridurre la spesa pubblica: questo ridimensiona le attese di nuove emissioni di titoli di Stato e riduce i timori sui conti pubblici. Inoltre, le preoccupazioni crescenti sulla crescita americana hanno contribuito al calo dei rendimenti su tutte le scadenze, con il decennale sceso sotto il 4% dopo il "Liberation Day". La curva dei rendimenti USA ha nel frattempo proseguito la sua disinversione, complice il calo più marcato dei rendimenti a breve, in anticipazione di maggiori tagli dei tassi da parte della Fed rispetto a quanto atteso a inizio anno. Parallelamente, in Europa, in scia ai timori su un disimpegno militare degli Stati Uniti d'America, la Commissione UE ha presentato un programma per il rafforzamento della difesa comunitaria: ReArm Europe, poi rinominato "Readiness 2030". Il piano prevede prestiti comuni per 150 miliardi di euro, mentre altri 650 miliardi dovrebbero arrivare da investimenti delle singole nazioni. Queste somme - anche se non porteranno all'apertura di una procedura d'infrazione - sono destinate a incrementare il debito: ecco perché i rendimenti governativi sono saliti. Ciò è particolarmente vero per la Germania, dove la riforma appena approvata prevede essenzialmente l'esclusione dal calcolo del freno al debito delle spese militari che superano l'1% del PIL e la creazione di un fondo speciale da 500 miliardi di euro in 10 anni per investimenti in infrastrutture. Il rendimento del Bund decennale è salito dal 2,4% del 28 febbraio al 2,9% del 12 marzo, per poi chiudere il mese al 2,7%. La curva tedesca ha proseguito il movimento di irripidimento, con i rendimenti a medio-lungo termine saliti di più di quelli a breve. I timori sull'impatto economico dei dazi hanno poi fatto ridiscendere il rendimento decennale verso il 2,5% a inizio aprile. Il rialzo dei rendimenti ha riguardato anche i titoli governativi degli altri Paesi europei: un riscontro lo fornisce lo spread tra BTp-Bund, che non ha subito grandi variazioni, confermandosi sui 112 punti base circa. Quanto agli spread creditizi, tanto l'alto rendimento statunitense quanto l'high yield europeo hanno subito un rialzo nell'arco del mese e dell'intero trimestre, in accordo con il clima generale di maggior cautela che, come visto, ha penalizzato l'azionario. Il movimento è stato ulteriormente accentuato a inizio aprile, specie per l'HY USA. In questo contesto, a marzo l'indice obbligazionario emergente in valuta forte appare in calo (positiva, invece, la variazione nel trimestre).

Variazione %

Mercati azionari

1° trim.

Indici Mondiali

MSCI All Country World

(1,69%)

MSCI World

(2,14%)

Indici Statunitensi

Dow Jones I.A.

(1,28%)

SSP 500

(4,59%)

Nasdaq Comp.

(10,42%)

Indici Europei

STOXX Europe 600

5,18%

EURO STOXX

7,37%

FTSE MIB

11,31%

DAX

11,32%

CAC 40

5,55%

AEX

2,30%

IBEX 35

13,29%

SMI

8,60%

FTSE 100

5,01%

Indici Asiatici

NIKKEI 225

(10,72%)

SSP/ASX 200

(3,87%)

CSI 300

(1,21%)

Hang Seng

15,25%

Indici Emergenti

MSCI Emerging Markets (in USD)

2,41%

Nel complesso, i mercati azionari hanno chiuso un trimestre in calo (-1,7% per l'indice mondiale MSCI ACW), con le vendite che hanno accelerato a marzo (-4,2%). A trascinare i listini al ribasso ha contribuito il calo dell'SSP 500 che, in questo primo scorcio d'anno ha sovvertito ogni pronostico, chiudendo il trimestre in calo del -4,6% (-5,8% solo a marzo). Anche il Nasdaq ha sofferto (-10,4% nel trimestre, -8,2% a marzo), complice il ritracciamento dei titoli tech che, partendo da livelli particolarmente elevati, hanno mostrato i cali più importanti (un esempio su tutti è Tesla, che da inizio anno ha segnato un calo del 35% circa). Tanto che Goldman Sachs ha preso le "Magnifiche 7" e le ha prontamente ribattezzate "Malefiche 7". A inizio aprile, inoltre, i mercati hanno reagito negativamente all'annuncio dei dazi reciproci di Trump ("Liberation Day"), con Wall Street colpita dai cali più pesanti. Tuttavia, secondo Trump, le reazioni a caldo, per quanto forti, non rappresentano una preoccupazione per gli Stati Uniti che guardano agli effetti di lungo periodo. A Wall Street sembra dunque in atto una fase di correzione dettata principalmente dall'incertezza legata alle politiche del presidente Trump, che sta portando ad un significativo ridimensionamento delle valutazioni. Specularmente, il trimestre si è rivelato

positivo per l'azionario europeo, che ha ritrovato slancio, specialmente nel settore della difesa, in scia all'aumento della spesa pubblica, che, se da un lato fa presagire un aumento del debito, dall'altro può imprimere una spinta all'economia. L'indice Stoxx Europe 600 è salito del 5,2% nei tre mesi, mentre a marzo ha chiuso in calo del 4,2% (pur limitando le perdite rispetto all'SSP 500), in scia ai rinnovati timori legati ai dazi, che si sono ulteriormente acuiti dopo il 2 aprile. Guardando agli indici nazionali, il trimestre è stato decisamente positivo: il nostro Ftse MIB

+11,3% (-1,6% nel mese); +11,3% il Dax tedesco (-1,7% nel mese); +5,6% il CAC40 francese (-4,0% nel mese);

+13,3% l'IBEX 35 spagnolo (-1,6% nel mese). Infine, in Giappone, il Nikkei ha archiviato il periodo gennaio-marzo con un -10,7% (-4,1% a marzo). Decisamente migliore la performance dell'azionario cinese, con un +14,8% dell'indice MSCI China nel trimestre (+2% a marzo). Sulla parità, tanto nel trimestre (-1,2%) quanto nel mese (-0,1%), l'indice cinese CSI 300, che riflette l'andamento delle borse continentali, con l'impegno del governo per un rilancio dei consumi e i timori sui dazi che si sono bilanciati a vicenda. Guardando ai mercati emergenti, l'indice di riferimento dell'area ha riportato un +2,4% nel trimestre (+0,4% nel mese per il MSCI EM).

Variazione % Livello

Materie Prime

1° trim.

31/03/2025

31/12/2024

Indice Generale Materie Prime

7,74%

106,40

98,76

Petrolio (Brent)

4,13%

77,17

74,11

ORO

19,02%

3.123,57

2.624,50

Variazione % Livello

Valute

1° trim.

31/03/2025

31/12/2024

Eur Usd

4,46%

1,08

1,04

Eur Gbp

1,18%

0,84

0,83

Eur Jpy

(0,35%)

162,21

162,78

L'insieme delle materie prime ha chiuso il trimestre in rialzo (+7,7% nel trimestre e + 2,0% a marzo per l'indice Bloomberg Commodity). Il petrolio ha chiuso il mese su livelli sostanzialmente invariati (circa 74,7 dollari al barile il Brent), in attesa di sviluppi sul "cessate il fuoco" tra Russia e Ucraina, che potrebbe portare a un aumento della disponibilità di petrolio russo nei mercati globali. Il gas naturale si è attestato a fine marzo intorno a 40,5 euro al megawattora, dai 44 euro di fine febbraio. In un contesto di elevata incertezza, l'oro - bene rifugio per eccellenza - ha registrato un deciso aumento nei primi tre mesi dell'anno, arrivando a superare i 3.000 dollari l'oncia per la prima volta nella storia intorno alla metà di marzo: a fine mese, ha oltrepassato anche la soglia del 3.100 dollari. Il divario tra USA ed Europa si riflette sul mercato dei cambi, con l'euro/dollaro che ha compiuto una "giravolta": se fino a poco tempo fa ci si aspettava il raggiungimento della parità, da inizio anno il biglietto verde si è indebolito e il cambio a fine marzo si è attestato a 1,08 dollari, per poi salire verso 1,10 dopo l'annuncio dei dazi reciproci il 2 aprile.

Il mercato bancario4

LA RACCOLTA BANCARIA

Secondo le prime stime del SI-ABI a marzo 2025 la raccolta da clientela del totale delle banche operanti in Italia

- rappresentata dai depositi a clientela residente (depositi in c/c, depositi con durata prestabilita al netto di quelli connessi con operazioni di cessioni di crediti, depositi rimborsabili con preavviso e pronti contro termine; i depositi sono al netto delle operazioni con controparti centrali) e dalle obbligazioni (al netto di quelle riacquistate da banche) - era pari a 2.071,7 miliardi di euro in aumento dell'1,5% rispetto ad un anno prima (+2,1% il mese precedente).

In dettaglio, i depositi da clientela residente (depositi in conto corrente, depositi con durata prestabilita al netto di quelli connessi con operazioni di cessioni di crediti, depositi rimborsabili con preavviso, pronti contro termine al netto delle operazioni con controparti centrali) nello stesso mese si sono attestati a 1.803,2 miliardi e sono aumentati dell'1,2% (+1,5% nel mese precedente).

La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+4,0%; +6,3% nel mese precedente). L'ammontare delle obbligazioni è risultato pari a 268,5 miliardi di euro.

A febbraio 2025, rispetto ad un anno prima, sono risultati in lieve aumento i depositi dall'estero: in dettaglio, quelli delle banche operanti in Italia risultavano pari a 426,6 miliardi di euro, +0,4% rispetto ad un anno prima. La quota dei depositi dall'estero sul totale della raccolta era pari al 15,1% (15,3% un anno prima). Il flusso netto di provvista dall'estero nel periodo compreso fra febbraio 2024 e febbraio 2025 è stato positivo per 1,5 miliardi di euro. A febbraio 2025 la raccolta netta dall'estero (depositi dall'estero meno prestiti sull'estero) è stata pari a 132,5 miliardi di euro (-21,9% la variazione tendenziale). Sul totale degli impieghi sull'interno è risultata pari a 7,9% (10% un anno prima), mentre i prestiti sull'estero - sempre alla stessa data - sono ammontati a 294,1 miliardi di euro. Il rapporto prestiti sull'estero/depositi dall'estero è risultato pari al 68,9% (60,1% un anno prima).

Secondo le prime stime del SI-ABI il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che comprende il rendimento dello stock di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro applicati al comparto delle famiglie e società non finanziarie) si è collocato, a marzo 2025, all'1,05% (1,06% nel mese precedente). In particolare, il tasso sui depositi in euro applicato alle famiglie e società non finanziarie è risultato pari allo 0,79% (0,82% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022) e quello delle obbligazioni al 2,92% (2,81% nel mese precedente). Il tasso sui soli depositi in conto corrente era pari allo 0,38%, tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.

Con riferimento alle nuove operazioni, le stime del SI-ABI indicano che il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che comprende il rendimento dei flussi di depositi in conto corrente, depositi a durata prestabilita, depositi rimborsabili con preavviso, obbligazioni e pronti contro termine in euro applicati al comparto delle famiglie e società non finanziarie) si è collocato, a marzo 2025, al 2,35% (0,61% a giugno 2022, ultimo mese prima dell'inizio dei rialzi dei tassi d'interesse ufficiali). In particolare, il tasso sui depositi con durata prestabilita in euro applicato alle famiglie e società non finanziarie è stimato a 2,54% (0,29% a giugno 2022 con un incremento di 225 punti base). A febbraio tale tasso era il 2,62% in Italia, superiore a quello medio dell'area

4 Fonte: ABI Monthly Outlook - aprile 2025- Sintesi.

dell'euro (2,40%). Il tasso sulle nuove obbligazioni a marzo 2025 è pari al 2,22% (1,31% a giugno 2022 con un incremento di 91 punti base).

Sul mercato secondario dei titoli di Stato, il Rendistato si è collocato, a marzo 2025, al 3,29%, in aumento di 21 punti base rispetto al mese precedente e in calo di 20 punti base rispetto al valore di un anno prima (3,48%). A febbraio, il rendimento lordo sul mercato secondario dei CCT è risultato pari a 3,82% (3,83% il mese precedente e 4,94% un anno prima). Con riferimento ai BTP, il rendimento medio è risultato pari a 3,28% (3,37% il mese precedente; 3,63% un anno prima). Il rendimento medio lordo annualizzato dei BOT, infine, si è collocato a 2,31% (2,45% nel mese precedente; 3,64% un anno prima).

IMPIEGHI BANCARI

Sulla base di prime stime del SI-ABI il totale prestiti a residenti in Italia (settore privato più Amministrazioni pubbliche al netto dei pronti contro termine con controparti centrali) a marzo 2025 si è collocato a 1.644,8 miliardi di euro, con una variazione annua pari a -0,1% (-0,4% nel mese precedente), calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni (ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).

I prestiti a residenti in Italia al settore privato sono risultati, nello stesso mese, pari a 1.412 miliardi di euro in crescita dello 0,2% rispetto ad un anno prima.

I prestiti a famiglie e società non finanziarie erano pari a 1.272 miliardi di euro stabili su base annua11 (-0,6% nel mese precedente). Il calo dei volumi di credito è coerente con il rallentamento della crescita economica che mantiene bassa la domanda di prestiti.

DIFFERENZIALI FRA I TASSI

Con riferimento ai flussi, il margine calcolato come differenza tra i tassi attivi e passivi sulle nuove operazioni, con famiglie e società non finanziarie, a marzo 2025, in Italia risulta pari a 189 punti base (143 punti a giugno 2022, prima del rialzo dei tassi di interesse ufficiali).

Il differenziale fra tasso medio dell'attivo fruttifero denominato in euro nei confronti di famiglie e società non finanziarie e il tasso medio sulla raccolta in euro da clientela (rappresentata da famiglie e società non finanziarie), nello stesso mese, si è posizionato a 2,52 punti percentuali in Italia (2,57 nel mese precedente).

Il margine sui prestiti concessi alle famiglie dalle banche nei principali paesi europei (calcolato come differenza tra i tassi di interesse sui nuovi prestiti e un tasso medio ponderato di nuovi depositi delle famiglie e società non finanziarie) è risultato, a febbraio 2025, pari a 56 punti base in Italia, un valore inferiore agli 116 punti della Germania, ai 71 punti della Spagna e superiore ai 31 punti della Francia.

CREDITI DETERIORATI

A febbraio 2025 i crediti deteriorati netti (cioè l'insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti a 30,2 miliardi di euro, dai 32,1 miliardi di euro di settembre 2024 (30,5 miliardi di euro a dicembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi di euro raggiunti nel 2015, sono in calo di 166 miliardi di euro.

A febbraio 2025 i crediti deteriorati netti rappresentano l'1,46% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l'1,54% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015).

PORTAFOGLIO TITOLI

Sulla base di prime stime del SI-ABI a marzo 2025, il totale dei titoli nel portafoglio delle banche operanti in Italia è risultato pari a 555 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto al mese precedente (554,4 miliardi di euro).

Secondo i dati ufficiali di Banca d'Italia, aggiornati a febbraio 2025, il valore dei titoli di Stato nei bilanci bancari era pari a 373,9 miliardi di euro, corrispondente al 67,4% del portafoglio complessivo.

TASSI DI INTERESSE ARMONIZZATI IN ITALIA E NELL'AREA EURO

Gli ultimi dati disponibili relativi ai tassi di interesse applicati nell'area dell'euro, indicano che il tasso sui nuovi crediti bancari di importo fino ad un milione di euro concessi alle società non finanziarie era pari al 4,32% a febbraio 2025 (4,36% il mese precedente; 5,42% un anno prima), un valore che si confronta con il 4,60% rilevato in Italia (4,66% nel mese precedente; 5,81% un anno prima).

I tassi applicati sulle nuove operazioni di prestito di ammontare superiore ad un milione di euro erogati alle società non finanziarie sono risultati, nello stesso mese, pari al 3,84% nella media dell'area dell'euro (4,04% nel mese precedente; 4,90% un anno prima), mentre in Italia era pari al 3,65% (3,86% nel mese precedente; 5,00% un anno prima).

Nello stesso mese, infine, il tasso sui conti correnti attivi e prestiti rotativi alle famiglie si è posizionato al 7,74% nell'area dell'euro (7,80% nel mese precedente e 8,19% un anno prima) e al 5,35 % in Italia (5,49% nel mese precedente; 6,37% un anno prima).

Il mercato assicurativo

PREMI VITA5

Nel mese di febbraio la nuova produzione di polizze vita individuali raccolta in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extra-U.E., comprensiva dei premi unici aggiuntivi, è stata pari a € 9,1 miliardi, ancora in significativo aumento rispetto all'analogo mese del 2024 (+21,5%), quando il volume di nuovi affari registrava a sua volta un incremento annuo dell'11,8%. Nei primi due mesi del 2025 i nuovi premi vita emessi sono stati pari a € 16,4 miliardi, il 18,8% in più rispetto all'analogo periodo del 2024, quando si osservava una crescita annua dell'11,2%.

Nel mese di febbraio il 72% delle imprese, rappresentative del 77% del mercato in termini di premi, ha registrato una raccolta superiore a quella dello stesso mese del 2024 e il 54% delle imprese (per una quota premi pari al 63%) ha ottenuto un risultato migliore rispetto alla variazione media registrata da tutte le imprese italiane ed extra-U.E. (+21,5%).

‌5 Fonte: ANIA Trend - Nuova produzione vita - dati relativi al 28 febbraio 2025

Considerando anche i nuovi premi vita del campione delle rappresentanze di imprese U.E., pari a € 935 milioni, in aumento dell'8,3% rispetto al corrispondente mese del 2024, i nuovi affari vita complessivi nel mese di febbraio sono stati pari a € 10,0 miliardi (+20,2%) mentre da inizio anno hanno raggiunto € 18,0 miliardi, il 17,7% in più rispetto ai primi due mesi dell'anno precedente.

Relativamente ai premi distinti per ramo, nel mese di febbraio, con riferimento alle imprese italiane ed extra U.E., il volume di nuovi premi di ramo I afferenti a polizze individuali è stato pari a € 5,8 miliardi (quasi i due terzi dell'intera nuova produzione vita), in aumento dell'1,6% rispetto all'analogo mese del 2024; di tale importo, il 36% proviene da nuovi premi investiti in gestioni separate di prodotti multiramo (polizze combinazione di una componente di ramo I e di una di ramo III), volume in crescita del 68,0% rispetto all'analogo mese del 2024. Tenuto conto anche del mese di gennaio, i premi complessivi di ramo I sono ammontati a € 10,8 miliardi, l'1,0% in meno rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente (quando si registrava invece una variazione pari a +13,3%).

In forte aumento, per il secondo mese consecutivo, la raccolta dei nuovi premi di polizze di ramo V che, sommata a quella di gennaio, raggiunge un ammontare pari a € 315 milioni, più che quadruplicato rispetto ai primi due mesi del 2024.

La restante quota della nuova produzione vita, pari al 34% del totale, ha riguardato il ramo III (nella forma esclusiva unit-linked) per € 3,1 miliardi, l'importo mensile più alto di tutto il triennio precedente e, nel dettaglio, l'82,7% in più rispetto a febbraio 2024; il 53% dei nuovi premi di ramo III sono investiti nella componente unit-linked di contratti multiramo, più che raddoppiati rispetto all'analogo mese del 2024. Da gennaio la raccolta del new business di ramo III è stata dunque pari a € 5,3 miliardi, l'86% in più rispetto ai primi due mesi del 2024, quando si registrava un aumento del 6,4%.

Per le polizze di malattia di lunga durata (ramo IV), nei primi due mesi del 2025 si osserva un volume di nuovi premi pari a € 12 milioni e un aumento dell'11,0% rispetto al corrispondente periodo del 2024 mentre i nuovi contributi relativi alla gestione di fondi pensione aperti, con un importo pari a € 26 milioni, sono risultati anch'essi in crescita (+46,3%).

Da gennaio il numero delle nuove polizze/adesioni è stato complessivamente pari a 527 mila, in aumento del 7,1% rispetto all'analogo periodo del 2024.

In riferimento alle diverse tipologie di prodotti commercializzati, si osserva come da inizio anno i nuovi premi/contributi relativi a forme pensionistiche individuali risultino pari a € 263 milioni, il 18,8% in più rispetto all'analogo periodo del 2024; il 10% di tale importo è afferente ai nuovi contributi relativi alla gestione di fondi pensione aperti (ramo VI) mentre la restante quota è rappresentata da PIP, di cui il 55% sottoscritto tramite prodotti multiramo.

Nello stesso periodo la raccolta di nuovi premi attinenti a forme di puro rischio ha raggiunto un importo pari a

€ 178 milioni (di cui il 63% è afferente a polizze non abbinate a mutui o credito al consumo), con un incremento annuo del 12,8%.

I nuovi premi relativi a prodotti multiramo, esclusi quelli previdenziali e i PIR (Piani Individuali di Risparmio), sono stati pari nel mese di febbraio a € 3,7 miliardi, l'87,2% in più rispetto all'analogo mese dell'anno precedente e pari al 39% del totale new business del mese (25% a febbraio 2024), di cui il 56% afferente al ramo I. Da gennaio tali prodotti hanno raggiunto un ammontare pari a € 6,6 miliardi, consolidando all'85,1% la crescita rispetto ai primi due mesi del 2024.

Il volume di nuovi premi afferenti a contratti PIR, intermediati per la maggior parte tramite sportelli bancari e postali di un numero ristretto di compagnie, da inizio anno è stato pari a € 112 milioni (di cui il 70% afferente a prodotti multiramo), con un incremento annuo più che triplicato.

Relativamente ai premi distinti per tipologia di premio e per canale distributivo, sempre con riferimento alle imprese italiane ed extra U.E., da gennaio le polizze a premio unico hanno continuato a costituire la scelta maggiormente utilizzata dai contraenti, per una quota pari al 96% del totale in termini di premi e al 60% in termini di numero di polizze; sempre nello stesso periodo, l'importo medio dei premi unici è stato di € 49.801, mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto il valore medio rispettivamente di € 633 e € 5.199.

Da gennaio la maggior parte della nuova produzione è derivata dalla raccolta effettuata mediante reti bancarie, postali e finanziarie, alle quali afferisce l'85% dei nuovi premi emessi, tre punti percentuali in più rispetto a quella calcolata nel corrispondente periodo del 2024.

PREMI DANNI6

Alla fine del IV trimestre 2024 i premi totali (imprese italiane e rappresentanze) del portafoglio diretto italiano nel settore danni sono stati pari a 48,4 miliardi, in aumento del 7,9% rispetto alla fine del IV trimestre del 2023, quando il settore aveva registrato una crescita del 7,7%. Si è trattato della sedicesima variazione trimestrale positiva consecutiva che ha portato la raccolta premi per la prima volta a sfiorare i 50 miliardi. L'aumento del totale dei premi danni alla fine del 2024 è ascrivibile, in particolare, sia allo sviluppo del settore Non-Auto che ha registrato una variazione positiva del 6,2% sia del settore Auto (+10,5%) per effetto soprattutto della crescita dei premi del ramo Corpi veicoli terrestri (+15,8%) e, in parte, anche dei premi del ramo R.C. Auto (8,8%).

Relativamente alla totalità delle imprese italiane, rappresentanze di imprese UE ed extra UE, i premi rilevati alla fine del IV trimestre 2024 sono stati pari a 48.409 milioni, in aumento del 7,9% rispetto alla fine del IV trimestre del 2023 quando i premi contabilizzati erano stati pari a 44.650 milioni e crescevano del 7,7% su base annua. In particolare, le compagnie nazionali ed extra europee sono cresciute del 7,5% mentre le rappresentanze di imprese europee hanno registrato una crescita più sostenuta e pari a oltre il 10%.

Ha contribuito alla variazione positiva dei premi del 2024:

  • una crescita rilevante nei rami danni diversi dal settore Auto, con premi in aumento del 6,2%, sebbene in leggero calo rispetto alla variazione registrata a fine 2023 (+7,4%);

  • un incremento del 10,5% nel settore Auto, in aumento rispetto al dato registrato a fine del 2023 (+8,0%).

Più specificatamente, nel comparto Auto, alla fine dell'anno appena concluso, si è rilevato un incremento dell'8,8% dei premi del ramo R.C. Auto e si è confermato l'andamento particolarmente positivo (+15,8%) dei premi del ramo Corpi veicoli terrestri. La crescita del ramo R.C. Auto è coerente sia con l'aumento del numero dei veicoli assicurati (si stima che nel 2024 questi siano cresciuti dell'1,7% rispetto al 2023) sia con la crescita del premio medio rilevato da IVASS (sulla base dei dati disponibili a dicembre, l'aumento medio dei premi per l'anno 2024 è stato pari al +6,9%). La crescita del premio medio del ramo R.C. Auto è essenzialmente legata

‌6 Fonte: ANIA Trend - Premi trimestrali danni - dati relativi al IV trimestre 2024.

Disclaimer

Banca Mediolanum S.p.A. ha pubblicato questo contenuto il 27 maggio 2025, ed è responsabile delle informazioni in esso contenute. Distribuito da , senza apportare modifiche o alterazioni, il 27 maggio 2025 alle 18:36 UTC.

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