Daniele Russi

Vai al mio profilo / Se mi conosci votami / Follow me

Consulente finanziario indipendente

Daniele Russi

Contattami

Chiedi un consiglio
Consulenti Finanziari Autonomi Indipendenti
Bergamo, Torino, Roma, Parma, Monza e della Brianza
Fino a € 20MLN
Da 5 anni a 10 anni
Laurea specialistica
41 anni
1051
21/08/2023

Contattami

Chiedi un consiglio

Vai al mio profilo

2 post - 94 letture


Il vero problema dei patrimoni elevati? Non è farli crescere, è proteggerli (e gestirli bene)

  • 33
  • 0
  • Consulenza patrimoniale
Scritto il 20.06.2025

Quando si parla di grandi patrimoni, l’opinione comune immagina solo privilegi: libertà, opportunità, stabilità. Ma chi ha davvero accumulato capitale significativo sa che il vero problema inizia proprio lì. Non si tratta più di “guadagnare di più”, ma di evitare che ciò che si è costruito venga eroso, disperso o compromesso. Ecco i tre problemi più sottovalutati dai grandi patrimoni — e come affrontarli. 1. La complessità cresce con il capitale Con più risorse aumentano anche gli strumenti, le entità coinvolte, la fiscalità da gestire, le implicazioni successorie. Si rischia di avere un patrimonio “polverizzato”, difficile da monitorare e inefficiente da gestire. La soluzione: costruire un sistema di governance patrimoniale che metta ordine tra investimenti, asset immobiliari, liquidità, società, protezioni assicurative e obiettivi familiari. Non serve solo un portafoglio: serve una strategia completa e interconnessa. 2. Protezione: più importante del rendimento Chi possiede molto non ha bisogno di “fare il colpo”, ma di evitare perdite devastanti. Eppure, molti HNWI restano esposti a rischi non necessari: eventi legali, fiscali, sanitari o familiari possono avere impatti milionari. La soluzione: adottare un approccio olistico alla protezione. Polizze per rischi rilevanti (non per quelli trascurabili), strutture giuridiche ben costruite, strategie successorie intelligenti, e un’allocazione pensata per resistere anche nei momenti peggiori. 3. La rendita efficiente (senza distruggere valore) Arriva un momento in cui l’obiettivo non è più accumulare, ma generare reddito. E qui molti cadono nella trappola dei dividendi o degli immobili “a reddito”. Il risultato? Tassazione inefficiente, esposizione illiquida, rischio di concentrarsi troppo. La soluzione: costruire un portafoglio per il decumulo, pensato per bilanciare crescita, stabilità e fiscalità. ETF a distribuzione mirata, gestione attiva dei disinvestimenti, strumenti assicurativi efficienti: la rendita non è un flusso automatico, è una strategia. Il patrimonio è un mezzo, non un fardello La vera libertà arriva quando il patrimonio smette di essere un insieme di preoccupazioni e torna a essere uno strumento per vivere con serenità. Ma questo accade solo con una regia consapevole, indipendente, coerente con i propri obiettivi profondi. E tu, stai facendo davvero il possibile per proteggere ciò che hai costruito?

Continua a leggere

Vuoi una rendita stabile senza pagare il 26% al fisco? Ecco come fare

  • 61
  • 0
  • Previdenza e Pensioni
Scritto il 19.06.2025

Gestire la propria rendita affidandosi ai dividendi è come costruire un orologio di lusso con ingranaggi scoperti: può sembrare affascinante e rassicurante vedere il meccanismo in azione, ma la precisione, la protezione e l’efficienza si perdono nel tempo. Lo stesso accade quando si punta su azioni o fondi che distribuiscono dividendi o cedole: la percezione di una rendita “naturale” nasconde inefficienze strutturali e costi invisibili. Ecco perché è cruciale comprendere la vera natura della rendita finanziaria. Il problema: rendita da dividendi o da accumulo? Molti investitori HNWI e UHNWI desiderano generare una rendita regolare dal proprio patrimonio. La via più intuitiva è quella di acquistare titoli che distribuiscono dividendi o obbligazioni con cedole costanti. Apparentemente, una soluzione elegante. In realtà, un’impostazione rigida e fiscalmente penalizzante. La tassazione italiana prevede infatti che i dividendi e le cedole siano tassati al 26% sull’intero importo ricevuto, immediatamente e senza possibilità di differimento. In altre parole, ogni euro ricevuto viene decurtato, anche se non hai realmente bisogno di quella liquidità. L’inefficienza nascosta: rigidità, tasse e minore controllo Hai mai calcolato quanto stai realmente pagando in tasse sulla tua rendita? E soprattutto: hai mai pensato che potresti ottenere lo stesso risultato in modo più efficiente? Quando costruisci una rendita vendendo quote di ETF ad accumulo, paghi le imposte solo sulla quota di plusvalenza realizzata, e solo nel momento in cui decidi di prelevare. Questo ti consente un controllo molto più fine sul flusso di cassa, una maggiore ottimizzazione fiscale e, soprattutto, l’eliminazione del vincolo di affidarti a strumenti che distribuiscono proventi periodici. Immagina di dover incassare 100.000 euro l’anno. Se derivano da dividendi, pagherai 26.000 euro in tasse a prescindere. Se li ottieni vendendo quote con un incremento medio del 30%, pagherai imposta solo su 30.000 euro (quindi circa 7.800 euro). Una differenza che su scala pluriennale fa la differenza tra una rendita sostenibile e una erosa dal fisco. La soluzione: progettare la rendita, non subirla Costruire una strategia orientata alla rendita non significa cercare titoli che distribuiscono “cedole comode”, ma pianificare in modo attivo e scientifico il disinvestimento parziale del portafoglio. Questo approccio consente: Maggiore controllo sui tempi e sulle imposte. Ottimizzazione fiscale attraverso il differimento delle plusvalenze. Maggiore diversificazione, non essendo vincolati a titoli con dividendi elevati. Coerenza con un’asset allocation globale e strategica. Pro tip pratico ETF ad accumulo: prediligi strumenti che reinvestono automaticamente i proventi. Questo ti permette di massimizzare la capitalizzazione composta e di scegliere tu quando convertire parte del patrimonio in liquidità. Prelievo periodico strategico: imposta un piano di disinvestimento parziale annuale o trimestrale in base ai tuoi reali bisogni, vendendo quote in modo da ottimizzare la tassazione. Monitoraggio del costo fiscale: verifica annualmente quanto stai pagando in imposte da rendita. Spesso, è il vero costo occulto di molte strategie “difensive”. Una riflessione finale Dai un’occhiata ai tuoi flussi da dividendi o cedole e chiediti: quanto ti costa davvero questa rendita? E se potessi ottenerla in modo più efficiente, senza rinunciare alla stabilità, ma con maggiore controllo e minori imposte? Se vuoi approfondire come ottimizzare la tua strategia di rendita in ottica patrimoniale e fiscale, possiamo valutare insieme il percorso più adatto al tuo profilo. Contattami per una consulenza gratuita, sarò felice di aiutarti.

Continua a leggere
Condividi