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Small cap, utilities e altri trainano le borse USA più del tech

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 03.10.2024

Cambio della guardia sui mercati americani: se si guarda alle performance del terzo trimestre (Q3), i titoli tech e le large cap lasciano il posto ai titoli “value” e alle small cap.   Una rotazione nel mercato azionario USA Sul “Wall Street Journal” (WSJ) Karen Langley fa notare come sui mercati USA sembra sia avvenuto un cambiamento a partire dalla seconda metà del 2024. Nella prima metà di quest’anno, le aziende tecnologiche avevano trainato le borse, con risultati eccellenti, pur nel contesto di una politica monetaria restrittiva. Ora che la Federal Reserve di Jerome Powell ha tagliato i tassi di 50 punti base, la situazione sembra capovolta: le aziende tech subiscono correzioni al ribasso o crescono poco, mentre altri settori guadagnano terreno. Titoli difensivi in crescita e le spese delle big tech legate all’IA Nel terzo trimestre – come si vede in un grafico elaborato dal WSJ – i segmenti di mercato che hanno ottenuto i risultati migliori sono stati i seguenti: le utilities, il mercato immobiliare, il segmento industriale e quello finanziario. I tech invece sono rimasti indietro, anche perché sono sorti alcuni dubbi: come spiega a Langley Jim Polk, head of equity investments di Homestead Advisers, sempre più investitori si chiedono come faranno le grandi aziende tech a mantenere gli utili a fronte delle enormi spese nel comparto dell’intelligenza artificiale. Il taglio dei tassi e le small cap Come si legge ancora sul WSJ, la prospettiva di un taglio dei tassi e in seguito l’effettiva diminuzione degli stessi ha favorito alcune zone del mercato rimaste finora in ombra: in particolare ha favorito – come si diceva – alcuni settori classificabili come “value”, ma anche la piccola capitalizzazione (le “small cap”, che di solito sono le più avvantaggiate da una diminuzione dei costi del credito). Il rischio di un deterioramento dell’economia e di una possibile recessione Il mercato USA sarà ora trainato dai titoli “value” e dalle small cap allo stesso modo in cui nella prima metà dell’anno è stato trainato dai titoli tech? Come scrive Karen Langley si tratta di uno scenario possibile, ma che deve fare i conti col deterioramento dell’economia e con l’ulteriore rischio che l’economia vada in recessione. In tal caso, la crescita dei mercati potrebbe incappare in un ostacolo difficile da aggirare. Ti potrebbero interessare anche: Quali sono i principali stili di gestione di un portafoglio? Growth e value

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Volatilità: proteggersi anche negli investimenti in obbligazioni

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  • Obbligazioni - investimenti obbligaz
Scritto il 02.10.2024

I recenti tagli ai tassi di interesse sono osservati dagli investitori in obbligazioni, che approntano perciò delle strategie in vista delle prossime possibili traiettorie del mercato obbligazionario. I tagli dei tassi e i bond Punto di svolta della politica monetaria: anche la Federal Reserve (Fed) di Jerome Powell ha tagliato i tassi di interesse, in particolare li ha tagliati di 50 punti base. Ora che sia la Banca centrale europea sia la Fed hanno avviato una fase di tagli ai tassi, molti investitori obbligazionari si chiedono quale sia la strategia migliore da mettere a punto. Scadenze, curve dei rendimenti e duration Mauro Valle, head of fixed income di Generali AM (Generali Investments), ritiene che i maggiori vantaggi dovrebbero riguardare le medie e brevi scadenze. Allo stesso tempo, è probabile per Valle che la curva dei rendimenti sarà sempre meno invertita, con un calo maggiore proprio per le brevi e medie scadenze. Lo head of fixed income di Generali AM ricorda a tale proposito l’importanza di considerare la variabile della duration. Mitigare i rischi anche per le obbligazioni Non solo: la strategia di portafoglio di Valle prende in considerazione sia la correlazione inversa tra le azioni e le obbligazioni, sia la duration anche in funzione della mitigazione del rischio relativo all’allargamento degli spread creditizi: i titoli più rischiosi, infatti, tendono a vedere aumentare i loro rendimenti (o perché offrono tassi più alti in sede di emissione, o perché scambiati al di sotto della pari) proprio in ragione dell’aumento della loro rischiosità in un periodo di volatilità. Titoli di qualità e investment-grade In una situazione di volatilità e di rischi potenzialmente crescenti, la strategia di General AM di cui parla Valle consiste nel limitare i rischi non riducendo il credito, ma selezionando soprattutto dei titoli di qualità come i corporate bond investment-grade. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono e come funzionano le obbligazioni?

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Oro ai massimi, ma notevoli anche argento e aziende estrattive

Scritto il 01.10.2024

Il prezzo dell’oro continua a crescere, battendo un record dopo l’altro. Questo grande successo del metallo giallo però non è ancora stato del tutto prezzato in alcuni ambiti di mercato. Nel frattempo, anche l’argento sta attraversando una fase di rialzi. Alcuni fattori che spiegano la crescita dei prezzi dell’oro Quali sono i fattori che hanno spinto così in alto finora il prezzo dell’oro? Come spiega Sissi Bellomo sul “Sole 24 Ore” si va dai massicci acquisti delle banche centrali (ad esempio dalla Cina) all’attuale taglio dei tassi di interesse da parte prima della Banca centrale europea e, in seguito, della Federal Reserve. Un’altra ragione sta nel “momentum” stesso dell’oro, che spinge molti investitori a puntare sul metallo prezioso. Azioni aurifere minerarie in sconto rispetto ai record dell’oro Come si legge in un articolo comparso sul portale “Lamiafinanza.it”, la crescita del valore dell’oro non si è ancora tradotta in un rialzo dei prezzi dei titoli minerari auriferi delle medesime proporzioni. Scotiabank, ad esempio, ritiene che il prezzo di quelle azioni sia in media scontato del 23% se confrontato con il prezzo da record dell’oro. Gli investimenti nel metallo giallo potrebbero crescere anche in Occidente Come si può leggere ancora su “Lamiafinanza.it”, non si può escludere che anche gli investitori dei Paesi occidentali tornino a investire nell’oro a fronte della crescente incertezza sulle traiettorie delle economie statunitensi ed europee. In questo caso, gli investitori potrebbero cercare un’esposizione per quanto riguarda il metallo prezioso, sia acquistando oro fisico, sia ricorrendo ad acquisto di quote di fondi passivi, oppure ancora investendo nelle azioni minerarie aurifere. Una fase di rialzi notevoli anche per l’argento Oltre all’oro, anche l’argento sta attraversando una fase di crescita che, in percentuale, è persino maggiore di quella dell’oro. Come fa notare Jinjoo Lee sul “Wall Street Journal”, l’argento non è cercato dagli investitori soltanto perché è considerato un metallo prezioso: l’argento oggi può contare anche una domanda crescente in ragione dei suoi impieghi industriali, come nel caso dei pannelli solari: stando ai dati del Silver Institute, proprio dal settore dei pannelli solari la domanda di argento è cresciuta del 158% dal 2019 al 2023 (dati confermati, spiega Lee, anche da una ricerca di Citi). Ti potrebbero interessare anche: Che cosa si intende per bene rifugio in un investimento finanziario?

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Investire nelle borse da record con un portafoglio bilanciato

Scritto il 30.09.2024

Negli ultimi mesi, i mercati hanno abituato gli investitori a una serie di record. Ma quanto è prudente investire in un momento di record borsistici? Non si rischia di vedere scendere ben presto il valore dei titoli appena acquistati? Investire nei record di borsa è meno rischioso di quel che si può pensare Sul “Corriere della Sera”, Gabriele Petrucciani riporta a tale proposito alcune considerazioni di Mark Haefele, chief investment officer di Ubs global wealth management. Il manager fa notare che lo storico mostra che investire nell’intorno dei massimi di borsa è meno rischioso di quanto si potrebbe pensare. Se è vero che in almeno due casi, cioè nel 2000 e nel 2007, comprare in prossimità dei massimi si è poi rivelato, per così dire, un errore, in altri casi è andata diversamente. Meglio non sopravvalutare il market timing Secondo Haefele, non investire nei mercati anche se hanno raggiunto i loro massimi non tiene il conto del rischio di perdere nel frattempo delle opportunità: chi non investe nei mercati ai massimi infatti lo fa tipicamente per aspettare che le azioni raggiungano un livello di sconto interessante. Ma ciò può portare, appunto, ad affidarsi a una strategia di market timing, che si basa sul difficile  esercizio di previsione della traiettoria dei prezzi dei titoli di mercato; un esercizio, secondo Haefele, “sopravvalutato” nella sua efficacia. Limitare i rischi con un portafoglio bilanciato Ciò non significa che investire nei mercati da record non comporti dei rischi. Sicché non stupisce che lo chief investment officer di Ubs global wealth management parli di una strategia di investimento bilanciata, ossia di un portafoglio nel quale l’allocazione è distribuita per il 60% in azioni e per il 40% in obbligazioni; nello scenario prospettato da Haefele, una siffatta allocazione (segnatamente 60% in large cap USA e 40% in Treasuries) porta a ridurre i rischi di perdita: perdite superiori al 20% si verificano infatti solo nel 5% dei casi. Lo sconto sui titoli azionari europei Nel frattempo, come si legge nell’articolo di Petrucciani, altre opportunità sembra si aprano per gli investitori: da una parte ci sono i tagli ai tassi di interesse, mentre dall’altra parte ci sono gli sconti sui titoli azionari europei; questo livello di prezzo, sensibilmente diverso rispetto agli USA, spiega Oliver Girakhou, portfolio manager di Robeco, è oggi un elemento di forza delle azioni europee. Ti potrebbero interessare anche: Cos’è il portafoglio di investimento e come crearne uno

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Scopri se il tuo portafoglio corre il rischio di concentrazione

Scritto il 27.09.2024

Investire in un unico asset o in un insieme di asset tra loro particolarmente correlati espone gli investitori a un rischio preciso: il rischio di concentrazione. Che cos’è il rischio di concentrazione Il rischio di concentrazione è un rischio tipico dell’ambito finanziario che riguarda qualunque tipo di investitore: se un investitore investe il suo capitale in un singolo asset o in un gruppo di asset tra loro strettamente correlati, il rischio che corre è quello di esporre il proprio capitale all’andamento di un singolo asset o di un gruppo di asset; in questo caso, il rischio è proporzionale all’esposizione all’asset (o al gruppo di asset) e alla loro rischiosità. La concentrazione in una asset class, in un settore produttivo o in un Paese Si rischia dunque la concentrazione qualora si investa in un singolo titolo azionario, ma anche, per fare un altro esempio, in una serie di immobili della stessa natura (residenziale, per es.), e concentrati nel medesimo territorio; la concentrazione, dunque, come si legge nella pagina della statunitese “National Credit Union Administration”, può riguardare anche una asset class, così come un settore produttivo, oppure un Paese (più in generale, il rischio è di una concentrazione a livello regionale). La diversificazione come modo per contrastare il rischio di concentrazione Per evitare di concentrare il proprio capitale in un unico asset, o in una unica asset class, oppure nello stesso Paese o nel medesimo settore produttivo. Come scrive Christian Tavasci, Esperto in investimenti del centro di consulenza svizzero VZ VermögensZentrum, il rischio di concentrazione si può evitare mediante una accurata diversificazione del portafoglio. In altre parole, questo rischio si evita distribuendo i rischi su asset tra loro poco o punto correlati. La tolleranza al rischio è diversa per ciascun investitore Non bisogna dimenticare che non esiste un livello ottimale di rischio in assoluto: ciascun investitore ha infatti un proprio personale livello di rischio, che va messo in relazione ai propri obbiettivi di investimento (tempistiche comprese). Ma adeguare i propri investimenti a questi parametri, tra cui il rischio, è un’operazione che può rivelarsi anche molto complessa. Ecco perché, spesso, una soluzione è rivolgersi a un consulente finanziario. Ti potrebbero interessare anche Perché è utile diversificare gli investimenti? Dal glossario: Correlazione titoli finanziari

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Come investo per prepararmi alla pensione?

Scritto il 26.09.2024

L’inflazione erode i risparmi più o meno lentamente, sicché potrebbe capitare a molti di raggiungere la pensione con un reddito inferiore alle proprie aspettative economiche. Per evitare questo, una delle soluzioni può essere investire nel corso della vita lavorativa. Su “La Repubblica” Luigi dell’Olio riporta alcuni risultati di una ricerca condotta da MoneyFarm in materia di investimenti rivolti alla previdenza integrativa. Investire in un immobile Investire in un immobile è per molti una garanzia: permette di non dovere pagare un affitto e rappresenta per molti un investimento a suo modo sicuro dove immobilizzare il proprio capitale. Tuttavia, come sottolinea MoneyFarm, non vanno sottolineati alcuni problemi: ad esempio, si tratta di un investimento mediamente illiquido, nel senso che per poterlo capitalizzare è necessario trovare un acquirente. Inoltre, vanno considerate tutte le eventuali spese: sia da quelle legate all’acquisizione (mutuo, passaggio di proprietà), sia alla manutenzione. Mettere a reddito un immobile Un modo per ottenere un rendimento è di mettere in affitto l’immobile. I rischi, in questo caso, sono di morosità nei pagamenti, oppure di non trovare affittuari. Mettere a reddito un immobile, a conti fatti, e tenendo conto di questi rischi, secondo MoneyFarm potrebbe essere un modo per proteggere il proprio patrimonio dall’inflazione. Ma a patto di riuscire ad aggiornare il canone di affitto sulla base dell’inflazione. Lo stesso vale nel caso della vendita: anche in quel caso, chi vende l’immobile dovrebbe cercare di ottenere una rivalutazione in linea con l’inflazione. Titoli di Stato C’è poi la possibilità, come si prosegue a leggere nell’articolo di dell’Olio, di investire nei titoli di Stato. Si tratta spesso di prodotti che offrono rendimenti interessanti. Sono altresì caratterizzati mediamente da un rischio basso e godono di vantaggi fiscali. La scelta naturalmente è vasta e andrebbe sempre fatta tenendo conto della propria attitudine al rischio e ai propri obbiettivi di investimento. Fondi pensione Infine, ci sono i fondi pensione, che sono strumenti appositamente pensati per accumulare un certo patrimonio da affiancare ai redditi nel corso della pensione. Anche in questo caso, è necessario però valutare la propria personale propensione al rischio, nonché necessariamente anche i propri obbiettivi di investimento. Farsi affiancare nella scelta da un consulente finanziario può essere un modo per superare i dubbi legittimi che accompagnano questa come le altre scelte di investimento. Ti potrebbero interessare anche: Cos’è la pensione integrativa e la previdenza complementare?

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Trump vs. Harris: come preparare il portafoglio alla sfida elettorale

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 25.09.2024

Le elezioni statunitensi USA sono un avvenimento che non solo si avvicina sempre di più, ma che è tenuto in considerazione anche dagli analisti finanziari e dagli investitori professionisti. La sfida tra Donald Trump e Kamala Harris Si avvicinano sempre di più le elezioni presidenziali statunitensi: a sfidarsi saranno il candidato per il Partito repubblicano, Donald Trump, e la candidata del Partito democratico, Kamala Harris. L’esito di queste elezioni potrebbe avere un impatto anche sui mercati finanziari. Ecco perché alcuni analisti e gestori stanno valutando i diversi scenari che si presenteranno dopo le elezioni di ottobre. Alcune delle considerazioni di questi esperti sono state riportate sul “Corriere della Sera” in un articolo di Pieremilio Gadda. In caso di vittoria di Trump Come spiega Marco Piersimoni, senior investment manager di Pictet am, un’eventuale rielezione di Trump potrebbe volere dire un taglio alle imposte e una generale deregolamentazione di alcuni mercati, con particolare vantaggio, spiega, per i settori bancari, energetico e farmaceutico. Altre misure, come la stretta sulle immigrazioni, così come l’aumento dei dazi, significherebbero invece una spinta inflazionistica. Dal punto di vista dei titoli di Stato, i Treasuries potrebbero vedere crescere i loro tassi, dacché le promesse elettorali di Trump prevedono un marcato ricorso alla spesa pubblica.   E i bitcoin? Inoltre, alla luce delle recenti dichiarazioni in favore dei bitcoin, spiega in questo caso Marco Vailati, responsabile ricerca e investimenti di Cassa Lombarda, è possibile che il prezzo della criptovaluta (ed eventualmente anche di altre altcoin) si spinga in alto. E se Kamala Harris diventasse la nuova presidente degli Stati Uniti? Una vittoria di Kamala Harris, spiega Piersimoni, potrebbe essere accolta in un primo momento un po’ meno caldamente dei mercati, giacché i democratici prevedono maggiori tassazioni per i più abbienti, comprese le grandi aziende. Meno invece – si prosegue a leggere nell’articolo di Gadda – dovrebbero risentirne i titoli di Stato USA, dal momento che il deficit previsto è inferiore. Sono però previste delle spese per migliorare i servizi legati alla salute. Inoltre, spiega Vailati, non va sottovalutato il favore maggiore che i democratici accordano alle questioni ambientali e green. Una vittoria a metà: due scenari Finora, gli scenari prospettati riguardano una vittoria completa di uno dei due schieramenti. Nel caso di una vittoria senza una maggioranza (lo scenario più probabile, per Vailati) al Congresso, le cose sarebbero un po’ diverse: Trump ad esempio, spiega Piersimoni, difficilmente riuscirebbe a fare approvare un taglio delle tasse; dal canto suo, in caso di una vittoria senza una maggioranza al Congresso, Harris non potrebbe segnare una vera discontinuità dall’attuale amministrazione Biden. Ti potrebbero interessare anche: Prospettive di investimento con il taglio dei tassi Fed e BCE

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Materie prime: anche il caffè tra le star per l'aumento dei prezzi

Scritto il 24.09.2024

Tra le materie prime, anche il caffè ha visto crescere il proprio prezzo in modo significativo; ne scrive sul “Sole 24 Ore” Maria Teresa Manuelli. L’incremento dei prezzi del caffè Scrive Manuelli che l’associazione di consumatori italiana Assoutenti prevede che quest’anno il prezzo del caffè varietà robusta incrementi del 68%. Non è una questione dappoco per l’Unione Europea, che è la prima importatrice al mondo di caffè verde. Come si legge nell’articolo di Manuelli, l’UE pesa per il 34% del mercato globale. La varietà più importata in Europa è l’arabica (due terzi sul totale circa), seguita dalla varietà di caffè robusta (un terzo sul totale circa). Cresciuti a marzo i prezzi della varietà sia arabica sia robusta Veniamo ora ad altri dati sempre riportati nell’articolo del “Sole 24 Ore” di Maria Teresa Manuelli; questi dati sono stati segnatamente messi a disposizione da Areté, compagnia internazionale di agrifood intelligence, sul mercato finanziario The Ice. A marzo del 2024, dunque, la varietà di caffè robusta aveva registrato un incremento del 27%, mentre la varietà di caffè arabica non meno del 36%. Che cosa c’è dietro l’incremento di valore della materia prima? Ma che cosa sta facendo crescere così tanto il prezzo del caffè? I fattori in questo senso sono più di uno. Si comincia dai timori legati all’andamento del clima. Si prosegue poi con dinamiche del mercato stesso: la produzione dell’Indonesia, ad esempio, ha avuto un crollo produttivo del 20%, in parte però compensato dalle forti esportazioni brasiliane. A tutto ciò si aggiungono i costi maggiori dei trasporti, in ragione della situazione di tensione del Mar Rosso. Infine – ma forse si potrebbe proseguire – spiega Manuelli ci sono delle ragioni imputabili sia all’inflazione sia alla speculazione. Cattivi raccolti legati al clima e diminuzione delle scorte Sempre nel medesimo articolo del “Sole 24 Ore”, Filippo Roda, analista senior di Areté, spiega che se è vero che il prezzo negli ultimi mesi è stato alimentato dalla speculazione, è altrettanto vero che sul medio termine i prezzi potrebbero restare sostenuti da un deficit dell’offerta: gli eventi climatici, infatti, non minacciano solo il prossimo raccolto, ma hanno già fatto sì che (a causa dei raccolti meno ricchi degli ultimi anni) le scorte di caffè siano diminuite. Ti potrebbero interessare anche: Come funzionano gli investimenti nelle materie prime?

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Prospettive di investimento con il taglio dei tassi Fed e BCE

Scritto il 23.09.2024

Federal Reserve e Banca Centrale Europea sono ormai entrate in una fase di taglio ai tassi di interesse. A fronte di queste decisioni da parte delle banche centrali, ora molti investitori professionisti si domandano quale sia la strategia migliore da mettere a punto per i prossimi mesi. Dollaro, tassi, economia USA Con un taglio ai tassi di interesse di 50 punti base, la Fed di Jerome Powell ha avviato una fase di ribasso dei tassi di interesse. Una delle conseguenze in questo senso è stata l’ulteriore discesa del valore del dollaro. Su “Affari&Finanza” (“La Repubblica”), vengono menzionate a questo proposito alcune considerazioni di Luigi  Stefano Gianti, analista di Swissquote. La traiettoria del dollaro è finora stata determinata dalle aspettative legate a) al taglio dei tassi, b) all’andamento dell’economia USA. Equity: chi beneficia, di solito, di tassi più bassi? Ancora su “Affari&Finanza” (“La Repubblica”), Luigi dell’Olio traccia alcune considerazioni a partire dall’attuale fase di discesa dei tassi di interesse: minori costi di finanziamento tendono a favorire il segmento equity del mercato, scrive, in particolare società come le utilities o le aziende tecnologiche, contraddistinte (di solito) da una marcata leva finanziaria. Ma anche le aziende small-cap sono tipicamente favorite da una diminuzione del costo del denaro. Prospettive da qui alla fine dell’anno Nel corso della trasmissione “SpeechBox” Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte, ha parlato di alcune prospettive per i prossimi mesi: un drenaggio di liquidità (con prese di profitto) fino a ottobre, e poi una fase relativamente positiva per i mercati azionari per novembre e dicembre. Le elezioni americane, spiega Cesarano, restano un elemento di incertezza per i mercati; ma il loro esito dovrebbe influire, per il manager, solo nel breve termine (“la liquidità abbondante – spiega – dovrebbe favorire un buon fine anno per i mercati”). E le obbligazioni? Dal punto di vista delle obbligazioni, quando i tassi di abbassano, tendenzialmente accade che le obbligazioni circolanti accrescono il loro valore, giacché le nuove emissioni offrono dei tassi di interesse inferiori. Cesarano ritiene che, nel breve termine, la mole di nuove emissioni dovrebbe, almeno nel brevissimo termine, fare alzare i tassi; nel corso dei prossimi mesi, però, spiega lo Chief Global Strategist di Intermonte, i tassi (soprattutto quelli a medio e lungo termine) dovrebbero cominciare ad abbassarsi. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono i tassi d’interesse? Qual è il ruolo delle banche centrali?

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Il prezzo dell'oro è pronto a stupire ancora gli investitori?

Scritto il 20.09.2024

L’oro è un bene rifugio che, negli ultimi anni, ha conosciuto un grande successo tra gli investitori e, soprattutto, dal punto di vista del prezzo. Come potrebbe proseguire nei prossimi mesi la traiettoria del prezzo del metallo prezioso? La funzione di bene rifugio dell’oro Passano le settimane e l’oro continua a vedere crescere il proprio valore. Come spiega anche Vitaliano D’angerio nel corso della trasmissione “Market Mover” (“Il Sole 24 Ore”) sono soprattutto dei fattori di rischio quelli che spingo gli investitori a investire nel bene rifugio: dalla variazione dei tassi di interesse ai rischi geopolitici. Ad esempio, spiega D’angerio, qualora Trump vincesse le elezioni statunitense di novembre, la sua amministrazione potrebbe inasprire il conflitto commerciale con la Cina. Prospettive sul prezzo dell’oro Ma fino a dove potrebbe arrivare il prezzo dell’oro? Naturalmente, è impossibile fare delle previsioni esatte. Nondimeno, la banca d’affari Goldman Sachs vede come possibile target di prezzo i 2.700 dollari nella prima metà del 2025. FONDS Professionell, invece, riporta a tale proposito le previsioni di DZ Bank Research, che non esclude che il metallo giallo possa addirittura raggiungere nel 2025 il prezzo di 2.800 dollari l’oncia. La domanda di oro da parte delle banche centrali di Cina e India Come spiega Thomas Kulp, analista di DZ Bank, uno dei fattori che ha contribuito di più a fare crescere il prezzo dell’oro sono i massicci acquisti da parte di alcune banche centrali, segnatamente le banche di India e Cina. Il volume degli acquisti di oro compiuti tra il 2018 e il 2023 dalle banche centrali di Cina e India è pari a 650 tonnellate. Questa fame di oro si spiega anche con la volontà di emanciparsi dal dollaro come moneta rifugio. Il caso della Polonia Ma Kulp ricorda che anche Paesi non interessati alla strategia dei Brics stanno compiendo acquisti di oro mediante le proprie banche centrali. A tale proposito Kulp menziona il caso della Polonia, dalla cui Banca Nazionale, nel luglio del 2024, proveniva la maggiore richiesta di oro. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa si intende per bene rifugio in un investimento finanziario?

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Tutto su ETF e mercati emergenti

Scritto il 19.09.2024

Mercati emergenti ed ETF: quali sono alcune delle prospettive per gli investitori che optano per acquistare quote di un fondo che riproduce un indice di mercato dei Paesi emergenti? Superare i rischi dei fondi passivi con i fondi attivi? Una delle opzioni per investire nei mercati emergenti è acquistare quote di fondi ETF. Questi investimenti, tuttavia, non sono esenti da rischi. Come spiega Valerio Baselli su “Morningstar”, si dice che uno dei modi per superare, almeno in parte, questi rischi sia affidarsi alla gestione attiva, cioè sottoscrivere quote di un fondo attivo. Nondimeno, sulla base dei dati raccolti dagli analisti di Morningstar, prosegue Baselli, emerge che le cose non stanno così. Gli ETF sovraperformano rispetto alla gestione attiva nei mercati emergenti Come afferma infatti la responsabile ricerca sulle strategie passive di Morningstar, Monika Calay, meno della metà dei fondi attivi che operano sui mercati emergenti riescono a fare meglio degli indici di mercato. Una delle ragioni fondamentali che spiega lo svantaggio dei fondi attivi – spiega ancora Calay – sta negli elevati costi di gestione dei fondi attivi, rispetto ai costi (pur presenti, ma più contenuti) dei fondi passivi. La sottoperformance dei Paesi emergenti rispetto ai Paesi (cosiddetti) più sviluppati Ma qual è la traiettoria dei mercati emergenti negli ultimi anni? Come spiega Sara Silano – sempre su “Morningstar” –, sebbene sia in crescita, l’andamento dei mercati emergenti non tiene il passo con i cosiddetti Paesi più sviluppati. A pesare sul risultato dell’indice in questione sono i risultati poco brillanti della Cina (il cui peso, nell’indice, è del 20%). In generale, nella prima metà del 2024, questi mercati sono stati contrassegnati da un calo di interesse da parte degli investitori, con deflussi netti, fatto salvo il mercato indiano che, anzi, ha visto crescere gli investimenti netti. Nuovi equilibri e rischi di concentrazione Del resto, come sottolinea Fernando Luque (Morningstar), molti fondi hanno cominciato a dare un peso all’India persino maggiori che alla Cina. Senza trascurare l’importanza di Paesi come Taiwan o il Brasile. Certo è vero, prosegue Baselli, che uno dei rischi di chi investe negli indici di mercato è proprio il rischio di concentrazione, segnatamente il rischio di investire in indici concentrati su un numero ridotto di Paesi. Anche la scelta dei fondi passivi, spiega Baselli, l’aspetto della diversificazione è fondamentale per attenuare i rischi.    Ti potrebbero interessare anche: Cosa sono gli ETF e come funzionano

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Silver economy, un mercato per investire su più mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 18.09.2024

La “silver generation”, composta da coloro che hanno superato i 65 anni, diventa sempre più cospicua: si sviluppa pertanto un intero settore socio-economico legato a questa fascia della popolazione e ai suoi bisogni. Il crescente peso demografico della silver generation Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la percentuale degli ultrasessantenni sulla popolazione mondiale passerà dal 12% registrato nel 2015 al 22% nel 2050. Questo fenomeno è ancora più marcato in alcune aree del mondo, come ad esempio l’Europa: le proiezioni dell’Unione Europea indicano che la percentuale di chi ha più di 55 anni passerà dal 20% del 2019 al 33,6% nel 2050. Nuove abitudini per gli anziani di oggi Intervistato da Financialounge (nel corso della trasmissione “Stay Live”) Frank Di Crocco, Ad interim Head of Italy Distribution Invesco, riprende alcune considerazioni del “Longevity Report” della società: la prima considerazione è che gli anziani, oggi, sono sempre più attivi socialmente, dalle attività culturali, ai viaggi, allo sport; la loro condizione di vita e, soprattutto, l’allungamento delle loro prospettive di vita porta molti alla necessità di dovere programmare il loro futuro, anche dal punto di vista economico e finanziario. La trasversalità della silver economy Una delle parole chiave emerse nell’intervista è “trasversalità”: la silver economy tocca più ambiti, che vanno dalla medicina alla tecnologia, ma anche il segmento immobiliare, contrassegnato, come spiega Di Crocco, dal cosiddetto “senior housing”, un sistema abitativo (diffuso soprattutto in Giappone, spiega il manager) pensato per anziani ancora attivi e integrato con i servizi pensati per quella fascia di età. La necessità di fare fruttare il patrimonio accumulato Si vive insomma, in media, sempre in migliore salute e sempre più a lungo. Ne consegue, spiega Di Crocco, che a cambiare sono (come si diceva) anche le esigenze finanziarie: il patrimonio accumulato grazie al lavoro potrebbe non essere sufficiente per mantenere gli stessi standard di vita del periodo lavorativo e a soddisfare le nuove esigenze di chi entra a fare parte della nuova silver generation; la soluzione, in questo senso, spiega il manager, è fare fruttare finanziariamente quel patrimonio. Ti potrebbero interessare anche: Risparmiare per la pensione: cominciare con le piccole cifre Pensione integrativa: la miopia degli investitori e il ruolo della consulenza

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