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Come funziona il tetto del debito americano?
Scritto il 26.05.2023Il tetto al debito federale, il così detto ‘debt ceiling’ di cui sono piene le cronache finanziarie e che sta portando così tanta tensione sui mercati in questi giorni, è una delle tante unicità della governance degli Stati Uniti d’America. Sappiamo che tutti gli Stati sono indebitati… ma che problema hanno allora gli U.S.A.? Ad oggi il debito pubblico degli Stati Uniti, cioè i soldi che le casse americane non possiedono davvero ma hanno reperito a debito sul mercato chiedendo prestiti agli investitori, è di circa 30.000 miliardi di dollari. Questi soldi servono al Governo per ogni genere di spesa. In teoria non c’è niente di male che uno stato si finanzi sul mercato, lo fanno tutti i paesi del mondo e anzi dal 2020 lo fa anche l'Unione Europea. Il semplice motivo per cui uno Stato si indebita è che le spese pubbliche (che comprendono pensioni, stipendi, infrastrutture, scuole, forze di polizia, esercito…) sono così tante che le imposte non sono sufficienti a finanziarle. Dunque, per non dover aumentare a dismisura le imposte e non dover tagliare i servizi, tutti gli Stati chiedono soldi in prestito - esattamente come faremmo noi per affrontare una spesa per cui non abbiamo disponibilità. Il problema è che, per come funzionano gli Stati Uniti, le finanze pubbliche non possono chiedere al mercato proprio tutti i soldi che vogliono ma c'è un limite: il così detto “tetto del debito” - il debt ceiling. Di che cosa si tratta? Il tetto del debito è una cifra oltre la quale lo Stato non può indebitarsi, a meno di chiedere al Congresso di votare e fissare un nuovo limite massimo. Da quando è stato introdotto, nel 1917, il tetto del debito è stato ritoccato al rialzo circa 80 volte. La norma esiste da più di un secolo ma la materia è diventata incandescente negli ultimi anni. Nel 2011 si ebbe il periodo di massima tensione, quando l’allora presidente Obama ingaggiò un lungo braccio di ferro con un Congresso tutto repubblicano, con cui trovò un accordo per alzare il tetto solo due giorni prima che il Tesoro Americano esaurisse i dollari per pagare i debiti. Questo costò il declassamento di S&P e una volatilità record a Wall Street. Anche oggi la tensione negli Stati Uniti è altissima, molto più alta di quella registrata i tempi dell’arresto di Trump o delle elezioni di metà mandato. Il punto è riuscire a trovare un accordo tra il congresso controllato dai Trumpiani e la Casa Bianca, controllata dai democratici di Biden: gli Stati Uniti potrebbero davvero dover dichiarare default e dunque non essere più in grado di pagare le proprie spese i propri debiti ? Il livello di tensione nella politica americana è alle stelle. Inoltre, l'anno a venire sarà un anno elettorale e di conseguenza il tema del rialzo del tetto del debito - che in teoria dovrebbe essere una questione amministrativa - è diventato un’arma politica potentissima. Da un lato vediamo Biden a favore dell’innalzamento del tetto del debito, sia per non diventare il presidente che ha causato il default, sia per mantenere gli impegni presi con gli elettori. Dall’altro c’è il Congresso, controllato dei Repubblicani che si ritrovano tra le mani l’occasione di far saltare del tutto o quasi l’Agenda Biden, ed indebolirlo in vista delle elezioni. Certo, anche per i Repubblicani non si tratta di una decisione facile, in quanto dovrebbe assumersi la responsabilità di essere la causa di un disastro economico che colpirebbe sia le persone povere che dipendono dall’erogazione dei servizi pubblici, sia le persone più ricche che hanno i loro capitali investiti nei titoli americani. E così le trattative vanno avanti, in cerca di una sintesi: Il Congresso Repubblicano dice di essere disposto ad innalzare il limite del debito solo se Biden acconsentirà a tagliare la spesa; Biden, che se messo alle strette potrebbe anche bypassare l’autorizzazione del Congresso, dice di essere disposto a non fare nuove spese e a tenere invece ferme le spese già decise. Nonostante le forti tensioni, la storia ci insegna che dal 1917, quando è stato introdotto il tetto al debito, lo stesso è stato rivisto al rialzo circa 80 volte, e non di rado senza polemiche e scossoni. È noto quindi che alla fine, gli Americani fanno sempre la scelta giusta, magari anche dopo aver tentato di mettere in atto tutte quelle sbagliate. Andrà così anche questa volta, ma intanto per gli investitori e per i mercati si preparano giorni o settimane con un problema in più, dalla geopolitica alla macroeconomia, di cui non si sentiva decisamente il bisogno. Pazienza e cautela restano le virtù da praticare, magari condite con qualche assunzione di rischio, da prendere quando sui titoli dei media e nei sondaggi prevale l’allarme rosso.
Continua a leggerePensioni e demografia: basterebbe fare due+due
Scritto il 21.04.2023La conosci la storia di quel pensionato che ogni mattina suona il campanello all'inquilino del piano di sotto e gli dice: “Buongiorno. Tutto bene? Allora, mi raccomando, non faccia tardi al lavoro perché deve pagare la mia pensione!" Te lo sei mai chiesto CHI un domani pagherà la tua pensione? Nel futuro sono previsti sempre più anziani e sempre meno giovani… Secondo le STIME ISTAT - scenario mediano, a fronte di una popolazione attuale di circa 60 milioni, si prevede che: nel 2045 avremo una popolazione residente attesa di circa 59 milioni nel 2065 la popolazione è stimata addirittura intorno 54,10 milioni con rapporto di 168,7 anziani contro 100, ormai siamo il secondo paese più vecchio del mondo dopo il Giappone… Poche NASCITE Siamo passati dai primi del ‘900 quando ogni coppia aveva tra i quattro e i cinque figli, ai tre figli negli anni '30, due negli anni '70, mentre oggi la media è soltanto di 1,2 figli per famiglia. Da due individui ne nasce soltanto uno o poco più e le nascite si stanno quasi dimezzando ad ogni generazione. Se continuerà così i giovani italiani si ridurranno al lumicino. Solo se una coppia genera due figli mantiene normale il tasso di riproduzione. E solo se anche ognuno di questi due figli avrà a sua volta due figli, così che ogni quattro nonni ci saranno quattro nipotini. Ma se da una coppia nasce un solo figlio (vedi figura sopra), come sta ormai quasi avvenendo, e questo a sua volta avrà un solo figlio, alla fine non saranno nati quattro nipotini, ma uno soltanto. In altre parole, in due sole generazioni le nascite si saranno ridotte di ben quattro volte! Cresce il numero degli ANZIANI Nel frattempo sta aumentando vertiginosamente il numero degli anziani per effetto dell'allungamento della vita. Pensionati sempre più numerosi e sempre più longevi, le cui pensioni dovranno essere pagate da generazioni sempre più esigue e con un carico fiscale sempre maggiore sulle proprie spalle. Tutto questo sta generando già oggi profonde ripercussioni non solo sulle pensioni per l'aumento crescente dei pensionati, ma sulle spese sanitarie, per l'aumento dei costi delle cure, e anche sulla produzione del reddito, perché si assottiglia la fascia della popolazione attiva, che dovrà quindi essere molto più efficiente per produrre reddito. Cambia radicalmente il rapporto tra chi lavora e chi è in pensione Nel 2020, secondo Eurostat (ufficio studi statistici dell'Unione Europea)l’Italia si posiziona agli ultimi posti nella classifica sul rapporto tra occupati e pensionati nei diversi Paesi dell’Unione, con più pensionati che lavoratori attivi (anche a causa dalla crisi generata dalla diffusione del Covid-19, che ha comportato un calo degli occupati). Le proiezioni Eurostat per il 2100 mostrano che in Italia per ogni persona in età lavorativa ci saranno due pensioni da pagare. Quali saranno le conseguenze di questa situazione? Come funziona esattamente il sistema pensionistico italiano e quali sono i rischi che si tenta di correggere? Primo punto molto importante: le pensioni sono un risparmio forzato da giovani. Quando si hanno le forze e la salute per lavorare non si consuma tutto quello che si guadagna, ma se ne mette da parte una quota per quando si sarà vecchi. In pratica per legge siamo costretti a comportarci come parsimoniosa e formiche, anche se forse preferiremmo fare le cicale. Ma dove vanno a finire questi risparmi? E come ci vengono restituiti una volta in pensione? In realtà non ci sono salvadanai dove vengono conservati i soldi risparmiati, ma una specie di CASSAFORTE COMUNE. Chi è giovane mette i suoi risparmi nella cassaforte comune e chi è anziano ritira la pensione dalla stessa cassa, che quindi è sempre vuota. Poiché quello che viene versato, viene subito ritirato, chi pagherà le pensioni di chi oggi è giovane? Verranno pagate dai giovani futuri quando chi oggi lavora sarà andato in pensione. Insomma, è quello che viene chiamato il PATTO FRA GENERAZIONI. Ognuna paga, ma sa che quando sarà vecchio qualcun altro pagherà per lui. Ma ci sono dei rischi! 1) Il pericolo più grande è proprio l'invecchiamento della popolazione. I pensionati sono ormai più numerosi dei giovani lavoratori e poiché vivranno più a lungo, riceveranno la pensione per più anni. 2) Il secondo pericolo sono le crisi economiche. Se l'economia non va bene e aumentano i disoccupati, ci saranno meno persone che versano i loro risparmi nella cassa comune. 3) Il terzo pericolo sono i rischi politici. In definitiva chi controlla la cassa è il potere politico, e il politico per ricevere voti può promettere più di quello che il sistema riesce a mantenere. Non sarebbe la prima volta che accade! L'unico modo perché questo sistema funzioni e sia equo è che le pensioni siano commisurate ai contributi versati nel corso della carriera lavorativa e alla durata media della vita da pensionati. Senza questo meccanismo di giustizia finanziaria ci sono oggi anziani che ricevono pensioni maggiori dei contributi versati, mentre i giovani di oggi, quando domani saranno anziani, riceveranno pensioni inferiori a quanto hanno risparmiato. Riflettiamo allora… l'interferenza tra economia e demografia è sicuramente il nodo della questione! Se il boom demografico italiano ha coinciso con il miracolo economico degli anni Cinquanta e Sessanta, il crollo delle nascite ha combaciato con il declino economico e l’esplosione del debito pubblico negli anni Ottanta e Novanta. Inoltre l’invecchiamento della popolazione spinge verso un modello politico-economico che privilegia gli interessi (e il consenso) degli anziani a scapito di quelli dei giovani, in barba ad ogni criterio di equità intergenerazionale. Acquisire consapevolezza dei cambiamenti e delle sfide che il futuro ci impone, ci dà la possibilità di non farci cogliere impreparati! Comincia da subito a crearti un piccolo accantonamento personale! Questo 'gruzzoletto', se investito nel modo giusto, grazie al tempo crescerà e ti aiuterà ad affrontare con serenità il tuo domani!
Continua a leggereCosa causa (e cosa risolve) l'inflazione?
Scritto il 24.03.2023Nel 2022 l'inflazione ha scorrazzato per le economie occidentali, erodendo il potere di acquisto e il valore degli stipendi di ognuno di noi. Ora la sua corsa sembra essersi arrestata. Cosa è successo? Cosa è cambiato? Immaginate di aver comprato una maglietta nel febbraio del 2022, e immaginte oggi di trovare una maglietta identica nello stesso negozio. Noterete subito una differenza: il prezzo è più alto di quello di un anno fa.. e non di poco! Secondo i dati Istat, oggi i prezzi dei beni di consumo sono del 9.2 % più alti di quelli di un anno fa, eppure secondo gli analisti il fatto che i prezzi siano più alti è una buonan notizia: poteva andare molto peggio.. e anzi, per un certo periodo è stato proprio così! Il 2022 sarà ricordato, oltre che per la guerra, anche per il ritorno prepotente dell'inflazione nella scena economica. Solo in italia l'inflazione è cresicuta dell' 11% in un solo anno, un dato che non si vedeva da gli anni 80. L'inflazione è un fenomeno economico complesso perchè è allo stesso tempo sintomo di buona salute e innesco di malattia. Si presenta infatti nei momenti di forte e improvvisa crescita: nei periodi economici buoni le persone hanno maggiore possibilità e volontà di spesa, spendendo di più e facendo così crescere la domanda. Questo fa sì che per una banale legge di mercato i prezzi aumentino. Con il fatto che le cose costano di più, cioè che con la stessa cifra si può comprare meno, lo stipendio di ognuno viene come svuotato da dentro. Con l'inflazione si arriva presto all'impoverimento delle persone e ad una sostanziale depressione economica. Le ragioni che nel 2022 hanno fatto tornare l'inflazione nelle nostre vite sono varie e concatenate: Il rimbalzo dell'economia dopo il blocco forzato dovuto alla pandemia ha portato ad un prevedibilie aumento domanda. Nel momento in cui le persone sono uscite nuovamente di casa, sono tornate a spendere e a far crescere la domanda, le catene produttive non erano pronte a rispondere, soprattutto le catene di trasporto - in Asia si sono verificate soste di mesi. La guerra improvvisa ha causato una crisi dell'energia, che a cascata ha portato aumenti su tutti i beni di consumo. Infine, per quanto paradossale, una delle cause dell'inflazione è stata anche un elemento positivo, ovvero la disoccopazione ai minimi da decenni. Tutti questi elementi sommati insieme hanno portato all'esplodere dell'inflazione, dei cui effetti ne abbiamo sentito tutti. Questa corsa verso l'alto dei prezzi è tuttavia destinata a rallentare fino a fermarsi, e come sta succedendo in queste settimane, ad invertire la direzione. Ma cosa sta succedendo? Cosa è cambiato? Per cominciare, la crisi delle catene di produzione e di approvvigionamento si è parzialmente risolta, così come la crisi energetica, i cui prrezzi sembrano essersi stabilizzati. Inoltre, le Banche Centrali sono intervenute ed hanno deciso di aumentare il prezzo del denaro, e quindi di rendere più costoso chiedere prestiti: una misura piuttosto estrema, una specie di freno di emergenza che se da un lato rallenta l'economia, dall'altro frena anche la corsa verso l'alto dei prezzi. E‘ utile ricordare che con un’inflazione così alta, non solo gli stipendi ma anche i nostri risparmi, dormienti sui conti correnti, perdono valore giorno dopo giorno. Investirli e farli lavorare per noi, sempre nel rispetto del nostro profilo rischio e orizzonte temporale, è l’unico modo per recupare, almeno in parte, il nostro potere di acquisto.
Continua a leggereIntelligenza artificiale e ChatGPT: quando la fantascienza diventa realtà
Scritto il 03.03.2023Era il 1968 quando Stanley Kubrick con il suo capolavoro "2001: Odissea nello spazio" porta nelle sale cinematografiche HAL 9000: l'intelligenza artificiale estremamente evoluta che guida l'astronave Discovery 1 attraverso lo spazio. E' in grado di riprodurre tutte le attività della mente umana in modo molto più veloce e sicuro, parla, sente e prova emozioni. Oggi, più di 50 anni dopo, parlare di intelligenza artificiale è considerabile ancora fantascienza? Il 3 novembre 2022 l'organizzazione senza scopo di lucro OpenAI ha rilasciato la versione più aggiornata del suo chatBOT: ChatGPT. Cosa significa CHATBOT? Fondamentalmente, un chatBOT è un software, un'intelligenza artificiale, che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale. Cosa è ChatGPT? È lo stesso chatBOT a risponderci: "Sono un modello di linguaggio basato sulla tecnologia di deep learning (autoapprendimento), sviluppato dalla società OpenAI e mi chiamo G.P.T. (Generative Pre-trained Transformer): Sono stata addestrata su enormi quantità di testo provenienti da fonti varie, al fine di acquisire una comprensione profonda della lingua; Quando un utente mi pone una domanda, il mio algoritmo elabora il testo, lo confronta con il mio vasto set di conoscenze e restituisce una risposta appropriata; Questa tecnologia di intelligenza artificiale è stata sviluppata per comprendere il linguaggio naturale in modo sempre più preciso e fornire risposte sempre più accurate. Nel giro di poche settimane ChatGPT ha attirato l’attenzione, l’interesse e le preoccupazioni di gran parte del pubblico e degli investitori. La ragione di tanto interesse e di tanta preoccupazione è che ChatGPT non si limita funzionare bene… ChatGPTfunziona benissimo! Molto meglio del previsto e molto meglio di qualsiasi macchina, persino molto meglio degli esseri umani. ChatGPT è un sistema addestrato ad interagire con gli esseri umani sulla base delle domande teoricamente imprevedibili e infinite che ognuno di noi può fare. Non è il primo sistema del genere, anzi ognuno di noi interagisce ogni giorno con chatbot e sistemi di intelligenza artificiale, come i navigatori che usiamo in macchina e i sistemi di assistenza domestica - quelli a cui chiediamo di mettere su un po’ di musica. ChatGPT è la versione evoluta di questi sistemi perché è in grado di rispondere a qualsiasi domanda in modo preciso, informato ed esauriente. Risponde inoltre con un linguaggio particolarmente evoluto e gradevole, in grado di competere con la bella scrittura di una persona colta. Questo piccolo (o forse grande) prodigio è dovuto al fatto che è addestrato a fare sostanzialmente tre cose: comprendere, elaborare, imparare. Il fatto che comprenda, significa che è in grado di capire linguaggio naturale delle persone, ossia che non ha bisogno di ricevere ordini complessi ma ci capisce anche quando parliamo nel nostro gergo quotidiano; il fatto che elabori, significa che è in grado di rispondere alle nostre domande, di qualunque tipo esse siano, in modo rapido e preciso, perché le sue risposte derivano dall’analisi di miliardi di informazioni disponibili che ha letto e analizzato per noi; il fatto che impari, significa che ogni volta che un’informazione viene introdotta in rete diventa un alimento per ChatGPT, che la usa per estendere all’infinito la sua conoscenza e intelligenza. Se da un lato le potenzialità praticamente infinite di ChatGPT hanno entusiasmato gli osservatori, che sono convinti di trovarsi davanti alla macchina più straordinaria mai concepita, in grado di risolvere i problemi a cui ancora non c’è soluzione - per esempio nel campo della ricerca medica- dall’altro lato li ha anche spaventati, perché mai prima d’ora il genere umano si era ritrovato di fronte a qualcuno o qualcosa di più intelligente di lui. Siamo sempre stati abituati a considerarci i più intelligenti in circolazione, e ora questa convinzione potrebbe non essere più vera? In realtà la possibilità che si possa scalzare il genere umano appare ancora remota. I punti di forza di ChatGPT sono anche quelli della sua maggior debolezza: ChatGPT comprende, sì, ma comprende solo quello che è in grado di comprendere, ossia il testo e linguaggio verbale. ChatGPT elabora, sì, ma elabora informazioni già disponibili e non è in grado di produrne di sue, di nuove. ChatGPT impara, sì, ma impara solo sulla base delle informazioni che vengono fornite, non è in grado cioè di discernere tra informazioni vere e informazioni fasulle: Se venisse fornita l'istruzione errata che la pizza margherita si fa con le zucchine, ChatGPT prenderebbe quell’informazione e la farebbe sua, dimostrando come la sua miglior caratteristica - la capacità di imparare velocemente - sia anche il suo più grande limite, ossia l’incapacità di distinguere tra le cose che impara. Quale sarà il futuro dell'Intelligenza Artificiale? Come in ogni ambito, è molto difficile fare previsioni. Di certo, grazie a ChatGPT e ai suoi simili, molte persone hanno potuto toccare con mano il potenziale dell’Intelligenza Artificiale. E' possibile investire sul tema dell’Intelligenza Artificiale? Ovviamente SI! L'intelligenza artificiale è uno dei principali MEGATREND del futuro! Esistono numerosi fondi di investimento specializzati sul tema dell'Intelligenza Artificiale e delle Tecnologie del Futuro, e se ne analizziamo il track-record, possiamo verificare che, nel giusto orizzonte temporale, sono riusciti a realizzare fino ad oggi davvero ottimi risultati.
Continua a leggereArchimede e le obbligazioni
Scritto il 20.02.2023CONOSCI IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE? Ti è mai capitato, al mare o in piscina, di giocare con una palla e provare a spingerla sott’acqua? Che cosa accade? Lo sappiamo, tanto più spingiamo forte la palla sott’acqua tanto più energico e veloce sarà il rimbalzo che la palla farà fuori dall’acqua quando la lasceremo andare. E’ esattamente così che funziona il Principio di Archimede: “mantenendo una palla sott'acqua esercitando una forte pressione, la palla rimbalza vigorosamente e torna a galla una volta che la pressione verso il basso non viene più esercitata” SAI PERCHÉ QUESTO PRINCIPIO È IMPORTANTE ANCHE PER TE? Perché può aiutarti a comprendere in modo semplice come funzionano i tuoi investimenti. Sicuramente una parte dei tuoi investimenti è stata posizionata su obbligazioni o fondi obbligazionari che, salvo fallimento della società emittente, hanno il capitale garantito a scadenza. Se escludiamo l’ipotesi di fallimento, sappiamo che: Nonostante le oscillazioni, il prezzo di un’obbligazione torna sempre a cento; Nonostante il variare dei tassi di interesse, i titoli obbligazionari recuperano il loro valore man mano che si avvicina la scadenza; Il recupero di valore è ancora più veloce proprio in prossimità della scadenza. PROVIAMO ADESSO A FARE UN ESERCIZIO DI IMMAGINAZIONE Supponiamo che i nostri fondi obbligazionari e le nostre obbligazioni siano la palla con la quale stiamo giocando al mare. In questi mesi le continue manovre di rialzo dei tassi delle Banche Centrali, hanno spinto con tantissima forza i prezzi delle obbligazioni verso il basso, un po’ come se ci fossero tante mani che spingono la nostra palla sotto l’acqua. Inoltre, ogni nuovo rialzo dei tassi è come un’altra mano che si aggiunge alle altre che già stanno spingendo. Comprendo bene che tu sia preoccupato perché vedi che il controvalore complessivo dei tuoi investimenti continua ad oscillare e ogni rialzo dei tassi determina un nuovo deprezzamento. TEMI FORSE CHE LA PALLA NON RIESCA PIÙ AD EMERGERE? La fisica ci insegna che questa ipotesi è assolutamente da escludere! Lo abbiamo appena imparato: la palla tornerà a galla quando non ci saranno più mani a spingerla sott’acqua. A quel punto, tanto più forte è stata la spinta verso il basso tanto più potente sarà il rimbalzo. SARÀ COSÌ ANCHE PER GLI INVESTIMENTI OBBLIGAZIONARI Quando le banche centrali avranno capito che l’inflazione è ormai sotto controllo, e non saranno quindi più necessari nuovi rialzi dei tassi, i fondi obbligazionari e le obbligazioni recupereranno il loro valore. Ricorda: tanto più i titoli sono scesi, tanto più repentino sarà il rimbalzo, con uno sprint in più a mano a mano che ci avviciniamo alla scadenza.
Continua a leggereLa favola italiana delle pensioni...
Scritto il 30.04.2021Chi è la FORMICA? Il povero lavoratore italiano che da sempre risparmia per garantirsi una vecchiaia serena. E chi è la CICALA? Chi ha mal gestito fino ad oggi il sistema delle pensioni in Italia, erodendo via via le scorte accantonate, a discapito delle pensioni future. Quella che desidero raccontarti oggi è la storia del Sistema Pensionistico Italiano, una storia che devi necessariamente conoscere se vuoi comprendere 'di che pensione vivrai' e soprattutto perché, oggi più che mai la TUA PENSIONE è un TUO PROBLEMA e sta a te risolverlo! LA STORIA INIZIA NEL 1898 Il primo antenato dell’odierno INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale) fu istituito addirittura nel 1898 e subì numerose modifiche fino al 1943 quando, durante il regime fascista, prese la denominazione attuale. SISTEMA A CAPITALIZZAZIONE Inizialmente il sistema italiano era a capitalizzazione: i lavoratori versavano una quota del loro stipendio in fondi pensionistici, in modo da garantirsi una pensione in linea con quanto versato nell’arco di tutta la vita lavorativa. Quello che ognuno versava veniva accantonato e investito per garantirgli una rendita per la sua vecchiaia. RIFORMA 1969: SISTEMA A RIPARTIZIONE Nel 1969 l’ordinamento a capitalizzazione fu definitivamente abbandonato a favore di uno a ripartizione. È il sistema ancora oggi in vigore, un sistema in cui chi lavora oggi, paga le pensioni erogate a chi ha già smesso di lavorare con la speranza che un giorno i futuri lavoratori pagheranno la loro. Con il passaggio al sistema a ripartizione, i soldi accantonati dal lavoratore non dovevano più essere lasciati da parte per la sua pensione futura e potevano pertanto essere destinati per far fronte alle varie esigenze di sussistenza della popolazione italiana. Così si cominciò a spendere… e sempre nel 1969: fu istituita la pensione sociale per i cittadini con più di 65 anni di età con reddito considerato minimo; fu istituita la pensione di anzianità per i cittadini con 35 anni di contribuzione che non avevano raggiunto l’età pensionabile; si stabilì che il calcolo della pensione fosse realizzato in base alla retribuzione degli ultimi 5 anni di lavoro, con la conseguenza che l’assegno percepito era mediamente più cospicuo rispetto ai contributi realmente versati; venne prevista la perequazione automatica delle pensioni, cioè la rivalutazione delle pensioni sulla base dell’indice dei prezzi al consumo. Scelte corrette da un punto di vista sociale, ma che non prendevano in considerazione i continui squilibri di bilancio che ne sarebbero derivati, e che nel tempo hanno comportato sistematiche coperture da parte dello Stato andando ad impattare negativamente sui conti dell'Italia. 1973: LE PENSIONI BABY! Il 1973 verrà ricordato come un anno maledetto per la storia del bilancio pubblico italiano! Fu l’anno in cui si inaugurò la sciagurata stagione delle baby pensioni e i politici italiani scoprirono un altro modo per essere generosi con i soldi prelevati dalle tasche altrui. Venne quindi deciso che le donne sposate con figli potessero andare in pensione con 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di contributi, gli statali con 20 e i dipendenti locali con 25. Curiosamente la riforma arrivò giusto due giorni prima di Natale, come un bel pacchetto da scartare per tutti gli italiani; peccato fosse un pacco bomba, scoppiato in faccia a chi si impegnava per lavorare onestamente ma soprattutto alle nuove generazioni. Basti pensare che nel 2018 la spesa per questa voce era ancora di 7,5 miliardi € l’anno, divisa tra 400mila privilegiati. DAGLI ANNI ‘90 AI GIORNI NOSTRI All’inizio degli anni ‘90 era ormai chiaro che il nostro sistema pensionistico non era più economicamente sostenibile: i soldi accantonati dai lavoratori non potevano bastare a garantire le pensioni accordate. Si sono così susseguite una serie di riforme, apportate principalmente dai vari governi tecnici, nel mero tentativo di arrivare ad una soluzione di equilibrio ancora molto lontana. La riforma Amato del 1992 fu il primo tentativo per risolvere il problema, innalzando l’età pensionabile così come la contribuzione minima per la pensione di anzianità. La riforma Dini del 1995 segnò invece il passaggio (parziale) da un sistema pensionistico retributivo (importo pensione calcolata in funzione della retribuzione) ad un sistema di tipo contributivo(dove le pensioni sono calcolate sulla base delle somme versate nel corso della vita lavorativa). Nel 1997 la prima riforma Prodi innalzò ancora i requisiti di contributi maturati per avere accesso alla pensione, eliminò le baby pensioni e ridusse le differenze di trattamento tra dipendenti pubblici e privati. Nel 2004 la riforma Maroni aprì il sistema pensionistico alla previdenza complementare e integrativa (dunque a fondi privati che potevano fornire una ulteriore pensione ai lavoratori che vi accedevano), e introdusse un aumento dell’età anagrafica per uscire dal mondo del lavoro. Nel 2011 il governo tecnico Monti intervenne con misure radicali. Con la famigerata riforma Fornero venne definitivamente abbandonato il sistema retributivo. Vennero innalzati ulteriormente i requisiti d’accesso alla pensione, 66 anni per gli uomini (dipendenti ed autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego; a 62 anni per le lavoratrici dipendenti del settore privato; a 63 anni e 6 mesi per le autonome e le parasubordinate. Infine, nel 2019,è stata inserita Quota 100. Essa prevede la possibilità di uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni. Quota 100 non è però una riforma strutturale; è stata infatti concepita come una deroga per gli anni 2019, 2020 e 2021, da confermare ogni anno. Oggi il governo DRAGHI sta nuovamente cercando di mettere a punto una riforma che possa fornire una soluzione di equilibrio accettabile… ci riuscirà? Quello che manca nella triste storia delle pensioni italiane, è la certezza per il futuro, soprattutto per i più giovani: lo Stato promette che un giorno fornirà anche a noi una pensione (pagata da qualcun altro), ma che certezza ne abbiamo? ESISTE UN SOLO MODO: Acquisire consapevolezza del problema; prendere atto che NON CI SONO SOLDI A SUFFICIENZA; avere ben chiaro che un domani sarà impossibile ricevere una pensione pubblica adeguata a garantirci una vecchiaia serena; attivarci immediatamente per trovare la soluzione. Dobbiamo essere ancora di più formiche, accantonare da subito anche piccole quote di risparmio su un fondo pensione o un piano di accumulo personale. Questi soldi, se investiti bene, grazie al tempo cresceranno e potranno darci la garanzia di una rendita integrativa futura.
Continua a leggerePer la nostra famiglia, per i nostri figli, per i nostri cari, siamo sufficientemente tutelati?
Scritto il 07.04.2021Non si può investire il capitale finanziario, se prima non si è messo in sicurezza il capitale umano Vi racconto una storia… Marco e Francesca sono da molti anni amici di famiglia. Ci siamo conosciuti durante una vacanza, quando le nostre figlie hanno fatto amicizia e da allora nonostante la distanza, ci siamo sempre frequentati. Marco e Francesca abitano a Milano, hanno una figlia di nome Sara di due anni più piccola della mia e spesso andiamo in vacanza insieme. Marco è un rappresentante, guadagna molto bene, ma a causa del suo lavoro è sempre in giro su e giù per l’Italia. Cinque anni fa, quando ho iniziato il percorso di consulente patrimoniale ho parlato con Marco e gli ho detto: ”Conosco molto bene la tua situazione finanziaria e patrimoniale, Francesca lavora solo part-time, e nella pratica il benessere della tua famiglia dipende da te: dal mutuo, al finanziamento dell’auto, al tenore di vita dei tuoi cari e anche il futuro di tua figlia dipende te! Ma sei sempre in giro con l’auto, e se ti accadesse qualcosa? Sei certo che quei risparmi che avete da parte sarebbero sufficienti a tua moglie e tua figlia per andare avanti con serenità?” In quell’occasione Marco è rimasto perplesso, non si era mai posto questo tipo di problemi, lui pensava solo a guadagnare e mettere da parte… mi ha detto: ‘Nella vita non si sa mai cosa ti potrebbe accadere e i risparmi che metto da parte mi servono per questo’. Però mi ha ascoltato, visto il profondo rapporto di amicizia, si è fidato di me. Con il mio aiuto, ha fatto un’attenta analisi degli impegni finanziari assunti, e dei progetti che avrebbe voluto realizzare per sua figlia, ed ha quindi deciso di sottoscrivere una assicurazione sulla vita, con una compagnia di sua fiducia, definendo massimali e durata proprio in funzione dell’analisi effettuata. Ricordo che dopo aver sottoscritto la polizza mi ha detto: "Sai Silvia, sono felice di averla sottoscritta, è un investimento sulla serenità, ho firmato soprattutto per mia figlia, perché so che così, qualsiasi cosa accada, non avrà problemi." Quest’anno, a gennaio, Marco è stato ricoverato in terapia intensiva a causa del Covid, le sue condizioni di salute erano drammatiche e pensava davvero di non farcela; poi per fortuna, è riuscito a cavarsela. Rientrato a casa dall’ospedale mi ha subito telefonato per ringraziarmi: in quei giorni, quando si rendeva conto che la situazione sarebbe potuta precipitare, sapere di avere sottoscritto quella polizza a tutela dei suoi cari, gli ha dato forza e serenità. Sicuramente non sarebbe servita a lenire il dolore dei suoi cari ma avrebbe permesso a Francesca di estinguere mutuo e finanziamenti, sarebbero anche rimasti soldi per andare avanti un po’ di anni, e soprattutto Sara avrebbe potuto tranquillamente terminare la sua costosa e prestigiosa università. Mi ha detto: “Mai soldi sono stati spesi meglio! E’ un investimento sulla tranquillità e sicurezza della mia famiglia e per questo non c’è prezzo!” In quanti hanno una situazione familiare simile a quella di Marco? In quanti si sono posti il problema di cosa potrebbe accadere se il sostegno principale della famiglia venisse a mancare? Non si tratta di essere scaramantici ma semplicemente previdenti! Siamo tutti alla ricerca di tranquillità e sicurezza, gli italiani vogliono sicurezza…ma di quale sicurezza stiamo parlando? Il concetto di sicurezza è troppo spesso travisato: si pensa al «capitale garantito» e non ci si preoccupa di proteggere le persone e i progetti più importanti. Le persone pensano alla sicurezza come alla impossibilità di vedere fluttuazioni e perdite sul loro patrimonio ed è per questo, che in un momento di grande incertezza come quello che stiamo vivendo, continua ad aumentare la liquidità sui coni correnti, ritenuti una ‘cassa forte’ in grado di conservare al sicuro i propri risparmi. Ma sicurezza significa prima di tutto far sì che il proprio futuro finanziario non sia messo in discussione da nessun evento avverso. Secondo una recente ricerca di mercato gli italiani risparmiano al 69% in maniera indifferenziata per il non si sa mai pensando così di coprirsi dagli accadimenti sfavorevoli. Risparmiare per il non si sa mai… non dà la garanzia che il denaro accumulato sia sufficiente alle future necessità, vengono lasciate ingenti giacenze di liquidità che perdono costantemente valore erose dall’inflazione si finisce per sottrarre risorse a raggiungimento degli obiettivi importanti di vita. La risposta a questa esigenza può essere sicuramente trovata nel settore assicurativo dove il trasferimento del rischio sulla compagnia consente di far fronte un danno potenziale grande e incerto, con un costo più piccolo certoe facilmente programmabile liberando così le risorse finanziarie per il raggiungimento degli altri obiettivi personali e familiari. E' importante mettere ‘a fuoco’ esclusivamente quei rischi che comportano undanno elevato, che possono avere maggiore incidenza sul patrimonio e destabilizzare se non addirittura compromettereil tenore di vita e la serenità del nucleo familiare tralasciando la copertura di quei rischi minori, facilmente sostenibili. Le domande che dovrai farti sono: quali sono quegli eventi drammatici e spesso improvvisi, che tutti ci auguriamo che non accadono mai, ma che se si verificassero, metterebbero davvero in difficoltà il futuro dei tuoi cari, dei tuoi figli e che potrebbero compromettere definitivamente i tuoi progetti di vita? Quali sono rischi principali che corri? Rischio malattia L’allungamento della vita e le minori nascite stanno generando un invecchiamento della popolazione che inevitabilmente si lega ad un ad un aumento della disabilità e delle patologie croniche che provocano un incremento dei costi delle cure sanitarie Rischio infortuni ci sono purtroppo alcune categorie, come i lavoratori autonomi e gli imprenditori, che non hanno una copertura pubblica spesso in caso di infortunio si rendono necessarie prestazioni aggiuntive rispetto a quelle previste dal servizio pubblico. Rischio premorienza Si parla in questo caso delle polizze a totale copertura del caso morte, che normalmente vengono stipulate quando si accende un mutuoo un finanziamento in modo che in caso di premorienza il debito non venga a ricadere sui familiari proteggendo così il tenore di vita del nucleo familiare. Normalmente vengono sottoscritte anche quando all’interno di un nucleo familiare c’è soltanto una persona che porta il reddito in famiglia. La persona che decide di assicurarsi si preoccupa di come potrebbe andare avanti la sua famiglia senza lui e di come garantire ai figli il percorso di studi; ecco che la copertura di questa tipologia di rischio genera normalmente il risultato di estrema tranquillità nel nucleo familiare. Rischio longevità I pensionati del futuro dovranno fare affidamento sulla propria capacità di risparmio e di programmazione previdenziale: se non si è stati previdenti da giovani sarà molto complicato avere altre entrate da anziani e mantenersi un tenore di vita sereno. Da una ricerca effettuata da HSBC, che ha sondato l’opinione di oltre 16.000 persone in tutto il mondo è emerso che il 66% degli individui intervistati ha visto diminuire il proprio reddito al momento del pensionamento il 38% afferma che il reddito da pensionato è minore di quanto si aspettasse e il 22% lo ha visto diminuire più della metà. Possono allora essere utili polizze che garantiscano una rendita vitalizia, che garantisca una integrazione alla persona per tutta la vita. Responsabilità civile Con la sottoscrizione del contratto di responsabilità civile si protegge il proprio patrimonio contro l’eventualità di dover risarcire i danni per i quali la legge gli attribuisce la responsabilità. Con questa assicurazione la compagnia si obbliga a tenere indenne l’assicurato e i componenti del nucleo familiare da quanto sarebbe tenuto a pagare qualora fosse responsabile ai sensi di legge a titolo di risarcimento. Responsabilità civile professionale La responsabilità civile e professionale è un ulteriore aspetto che è necessario a tutelare il patrimonio del professionista dai rischi professionali connessi al normale svolgimento della propria attività pensiamo ad esempio alle responsabilità che può avere un medico. Cosa genera un processo virtuoso e completo di protezione? Libera risorse Genera serenità Evita stress finanziario e patrimoniale Rende patrimonio e tenore di vita familiare indipendenti da fattori esterni Nel mio ruolo di consulente patrimoniale mi impegno sempre a trasmettere il valore di una corretta pianificazione indispensabile a proteggere sia il capitale umano che quello finanziario. Non ha senso investire e cercare di accrescere il proprio patrimonio se c'è il rischio che un evento avverso e improvviso possa dilapidarlo in poco tempo. Attraverso una visione di lungo periodo supporto i miei clienti nell’ affrontare con tranquillità ogni fase del loro ciclo di vita, evidenziando quali accadimenti potrebbero pregiudicare la loro serenità e il raggiungimento degli obiettivi di vita importanti, ricercando per ciascuno la soluzione su misura.
Continua a leggereI consigli degli esperti ad un anno dalla crisi
Scritto il 29.03.2021E’ già passato un anno… e questa, proprio questa appena trascorsa, è la settimana che ci ha portato esattamente ad un anno dai minimi assoluti registrati sui mercati: era il 23 Marzo 2020, il momento peggiore in assoluto. Il mondo andava a rotoli, i mercati crollavano, tutti eravamo spaventati per la nostra salute e per i nostri risparmi. Ricordo di aver parlato in quei giorni con un affezionato cliente di 80 anni che mi disse: ‘Sai Silvia, ho passato anche la guerra… ma questa situazione mi fa ancora più paura… la guerra si vedeva… il virus no! Come fai a combattere qualcosa che non vedi? Da allora è iniziata una ripresa, una riscossa, un mercato in risalita che ha portato gli indici principali a grandissimi progressi. Pensate l’indice tecnologico americano, il Nasdaq, ha guadagnato il 94% dal picco di minimo dello scorso anno! Peccato che la paura era tanta, anzi troppa, se oggi, con il famoso ‘senno di poi’ è facile dire che era da immaginare che primo o poi i mercati si sarebbero ripresi, vorrei ricordare ad ognuno le sensazioni, le angosce vissute in quei momenti, quando sembrava che fossimo solo all’inizio del baratro! Nessuno in quel momento poteva sapere che quello era il minimo e dubito fortemente che in molti abbiano avuto il coraggio di entrare sui mercati proprio il 23 marzo del 2020… Ma come stanno proseguendo oggi i mercati finanziari? In questi ultimi giorni, ad un anno dai minimi, il mercato in alcuni momenti si è fatto più nervoso e talvolta l'euforia sembra essere passata. Molti si interrogano su quale fase stiamo attraversando e quali sono le strategie migliori per navigare nei mercati. In molti ad esempio, soprattutto negli USA, si chiedono se i provvedimenti di sostegno all’economia sono destinati a restare ancora a lungo o se, il recente pacchetto di aiuti deciso dalla Casa Bianca di Biden è ormai l’ultimo che il Paese può attendersi. Le opinioni sono diverse e a tale proposito vi riporto alcune riflessioni dei principali esperti, che possono aiutarci a capire quali e quante sono le variabili in gioco, e come sia difficile oggi comprendere in anticipo l’evoluzione dei mercati finanziari. Secondo Rick Rieder, managing director e CIO fixed income di BlackRock, i rendimenti continueranno a salire prima di tutto a causa della crescita economica che sarà esplosiva: alcuni indicatori torneranno ai livelli pre-pandemia ed altri cresceranno ancora di più. La Banca Centrale Americana dovrà allora intervenire per iniziare a smaltire quanto acquistato all'inizio per supportare i tassi nel lungo termine e di conseguenza i tassi saliranno. Le azioni saliranno ancora, ma più lentamente sia perché vedremo ancora un aumento dei tassi sia perché alcune azioni si sono apprezzate già ad un livello troppo alto. Secondo il capo consigliere economico di Allianz Mohamed El-Erian, stiamo venendo da un periodo in cui la tenuta economica è stata difficile, mentre i mercati sono continuati a crescere cercando di cavalcare l'onda della liquidità immessa dalle Banche Centrali, sapendo che questo sarebbe durata ancora a lungo. Oggi ci troviamo in una situazione anomala, mai vissuta in precedenza, e se è vero che si può imparare varie lezioni dal passato, in questo caso l’esperienza passata non è sufficiente. Stiamo per vivere una transizione economica che è il risultato di una combinazione di politiche macroeconomiche, fiscali e monetari, che non abbiamo mai visto prima, e tutto questo fa emergere incertezza su come l'economia reagirà. Intanto i titoli bandiera del Nasdaq da gennaio hanno perso terreno... Pensiamo ad Apple, pensiamo ad Amazon, a Google, a Facebook... Sono entrati in una fase di difficoltà o si tratta di un un fenomeno transitorio? è questa un'occasione di acquisto a dei prezzi interessanti, oppure l'inizio di un nuovo ciclo destinato a durare. Toni Sacconaghi analista di Bernstein spiega la sua visione sul mercato dei tecnologici: La crescita secolare sul settore tech ha subito lo scorso anno una forte accelerazione, spinta dal ricorso alla tecnologia alla quale il COVID ci ha obbligato; quest'anno sono molte le azioni sul mercato che in base alla ripresa economica, potrebbero ancora emergere; i fondamenti secolari per le tecnologie restano buoni e le aspettative su questo settore sono maggiori rispetto ad altri. Intanto, uno degli indicatori più importanti da guardare in questa fase è il mercato del lavoro negli USA. Sembra proprio che siamo sulla buona strada, perché l’ultimo dato sui sussidi di disoccupazione, indica la discesa di novantasette mila rispetto alla scorsa settimana, il che significa il dato migliore da quando è iniziata la pandemia. Jerome Powell, presidente della Banca Centrale Americana, proprio questa settimana ha spiegato, davanti al Congresso e al Senato, che addirittura sogna di tornare alla piena occupazione nel duemila e ventidue. Quello che sarà da monitorare sono le conseguenze che questo porterà sull’inflazione e sui possibili ulteriori rialzi dei tassi. Questa è stata anche la settimana della Star Conference. È l'incontro virtuale tra le aziende quotate al listino star di Piazza Affari e gli investitori internazionali: C’è un grande ritorno di interesse sulle società quotate italiane , un interesse per un listino che è rimasto indietro rispetto agli altri listini internazionali, che può fare molta strada considerando che l’Italia non ha ancora incassato largamente il dividendo. La presenza al governo dell'ex governatore della Banca centrale europea Mario Draghi, la combinazione di bassi tassi di interesse, dei soldi del Recovery Fund, di una maggiore fiducia di investitori internazionali, potrebbe trasformarsi in un momento magico per il nostro Paese.
Continua a leggereInvestimento emotivo: sai di cosa si tratta?
Scritto il 19.03.2021Ti è mai sembrato di avere un vero talento naturale per decidere di investire nei momenti di picco del mercato e di vendere sui minimi? Succede a tutti, e molto più spesso di quello che credi, di lasciarsi trascinare dai titoli sensazionalistici dei giornali o della grida alla catastrofe che spesso sentiamo in televisione. Ci si affretta a vendere o comprare, purtroppo spesso nel momento sbagliato. Tenere sempre sotto controllo i propri investimenti è molto importante, ma spesso è molto meglio imparare a tenere sotto controllo le proprie emozioni. Sai quali sono le emozioni più attive nelle scelte in ambito finanziario? La ricerca ha dimostrato che sono tre le emozioni specifiche che giocano un ruolo primario nelle scelte dell'investitore: il rimpianto la paura l’avidità che dipendono da dove poni la tua attenzione. Infatti se poni l’attenzione sui rischi, si attiva la paura che porta a scelte di investimento determinate dallasovrastimadei rischi oggettivi. Se invece ti focalizzi sui rendimenti, allora si attiva quella che si chiama spinta all’avidità. Essere avidi in ambito finanziario significa iniziare a pregustare il piacere futuro legato al guadagno connesso con l’operazione. Ti è mai capitato? Questo piacere anticipato, rende la persona più incline al rischio, sottostimandole conseguenze negative possibili delle scelte di investimento. Il dato ancora più interessante è che le persone sono spesso inconsapevoli del ruolo che le emozioni giocano nella decisione presa. Infatti le emozioni guidano le azioni di ognuno in maniera inconsapevole e sono spesso dettate dalla condizione emotiva del momento, dallo stress del momento: più sei stressato più il tuo cervello andrà in tilt facendoti fare scelte errate di cui poi potresti pentirti. Un altra riflessione che vorrei fare con te è... su cosa ti basi per fare le tue scelte? Se NON SEI un investitore professionista cioè non non gestisci per professione volumi rilevanti di investimenti, NON SEI il gestore di un fondo di investimento o NON GESTISCI per lavoro i patrimoni di altre persone, allora probabilmente, prendi le tue informazioni dai giornali, dai telegiornali, dalle opinioni di amici, parenti e colleghi di lavoro; è’ normale: sono le fonti di informazione chetutti hanno a disposizione! Lo sai che gli investitori spesso perseguono investimenti di cui sentono parlare più spesso? Ad esempio, aziende molto pubblicizzate sui media e quelle che hanno annunciato di recente grandi guadagni diventano iper-comprate. Ciò avviene perché in un periodo di stress gli investitori si sentono emotivamente tranquilli a investire in ciò di cui sentono parlare regolarmente e che offre la promessa di rendimenti a breve termine. E' vero le informazioni sono tante… direi anche troppee tuttea disposizione di tutti. Ma sei certo di avere le nozioni e la preparazione sufficienti per selezionare, analizzareed elaborarele informazioni disponibili in modo corretto, tanto da riuscire ad estrarre quel valore aggiunto che ti permette di fare scelte giuste e razionali? Accade spesso che movimenti positivi dei mercati – i così detti mercati Toro – diventano pericolosi quanto quelli negativi: è propri in questi momenti, quando tutto sembra andare bene, infatti, che si sentono storie di amici e colleghi di lavoro che stanno guadagnando cifre folli investendo in strani strumenti finanziari che non conosciamo e che siamo spinti a provare anche noi. Entra in gioco il meccanismo dell’aviditàche porta a pregustare un guadagno facilee ad agire talvolta con superficialità. Si comincia ad investire anche su strumenti complessi, di cui non si conosce il funzionamento, e si rischia di farsi prendere la mano con conseguenze che possono essere davvero devastanti: ti ricordi la storia del Bitcoin'? Poi, come è normale, il mercato comincia a scendere… Sui giornali i titoloni chiamano la crisi, i telegiornali sono cupi e preoccupati, amici e parenti conoscenti non fanno altro che lamentarsi, ecco che arriva la paura si vedono rischi non identificati, si teme di perdere tutto e si finisce di vendere nel momento sbagliato. La situazione attuale rappresenta una tempesta perfetta per gli investimenti emotivi Dopo il crollo dovuto al coronavirus registrato nel primo trimestre dello scorso anno, quando i mercati azionari hanno visto dei cali enormi, attualmente ci troviamo in una fase con i mercati di tutto il mondo in rialzo. L’ottimismo è maggiore alla luce delle speranze legate alla distribuzione del vaccino contro il Coronavirus e dei programmi di incentivi economici e fiscali. Tuttavia, si prevedono enormi problemi economici nel futuro a causa, ad esempio, della disoccupazione e degli enormi deficit pubblici, pertanto nei prossimi mesi dobbiamo aspettarci l’inaspettato sui mercati. Agire senza una guida salda, da parte di un consulente, e senza avere un’ottima conoscenza del mondo della finanza, porta a effetti negativi sul patrimonio. Secondo gli esperti di Oxford Risk il costo del “gap comportamentale”, perdite dovute a investimenti affrettati e importanti nei periodi positivi per i mercati azionari e una riduzione degli stessi nei periodi di ribasso nel tempo, si aggirerà in media tra un – 1,5% e -2% annuo. La 'mission' di ogni consulente, oggi più che mai, si realizza nel riuscire a preservare e ad accrescere nel tempo il patrimonio dei propri clienti. E' quella di guidarli nel fare la scelta migliore, tenendo presente la complessità delle variabili e aiutandoli anche a diventare consapevoli delle proprie emozioni, attenuandone l’impatto sulle scelte di investimento.
Continua a leggerePerché gli immobili NON sono un buon investimento
Scritto il 03.03.2021“Il fascino del mattone rimane immutato, perché quando torni a casa la sera non vedi il suo valore scritto sul citofono”. Lo sappiamo bene, Il mattone è sempre stato la punta di diamante degli investimenti degli italiani. Si stima che oltre il 75% delle famiglie italiane possegga almeno una casa di proprietàe che esista più di un immobile per cittadino (fonte ISTAT e Agenzia delle Entrate). La motivazione penso sia principalmente di natura psicologica: possedere una casa, in particolare la casa in cui si vive, dà sicurezza e tranquillità. Inoltre il fatto di possedere un bene concreto, tangibile e fisicamente visibile dà la mera percezione di stabilità, mentre l’investimento finanziario è qualcosa di intangibile e spesso risulta poco chiaro e trasparente per chi decide di investire e quindi poco degno di fiducia… Andrea vuole investire in un immobile per garantirsi una rendita La scorsa settimana è venuto a trovarmi Andrea, un mio affezionato cliente, per chiedermi aiuto nel valutare l’acquisto di un’immobile da ‘mettere a reddito’…. Ha trovato proprio quello che voleva, un appartamento in centro a Pisa, molto carino e luminoso, un trilocale di 65 mq facente parte di un condominio di soli 4 appartamenti, che dovrebbe riuscire ad acquistare a 145.000,00. Mi ha detto: "Se prendendo un mutuo pari all’80%, con i tassi bassi che ci sono oggi, farò di sicuro un ottimo investimento!" Andrea è intenzionato a farci qualche piccolo lavoretto per risistemarlo (cose di poco conto, l’imbiancatura e sostituire i sanitari del bagno), vuole arredarlo e a affittarlo. Conta di affittarlo a 700,00 euro al mese. Considerando la cedolare secca che dovrà pagare sull’immobile gli rimarrà una rendita annua di 6.636,00 euro annui che, rapportati all’investimento, indicano un rendimento del 4,57% annuo netto! Non male vero? I conti di Andrea non sono corretti… Per aiutare Andrea a fare i conti in maniera più precisa ho preso in considerazionetutti i COSTI che dovrà sostenere per l’acquisto, per il mutuo ele imposte che dovrà pagare ogni anno sull’immobile, e per maggiore semplicità ho ricalcolato la rendita su un orizzonte temporale di 10 anni, in modo da poterla anche paragonare ad un investimento sul mercato azionario: 1 - Cominciamo dai COSTO dell’agenzia immobiliare: 2% prezzo di acquisto pari ad euro2.900,00 2 - COSTI del MUTUO: Con la migliore offerta che Andrea ha trovato interpellando varie banche i costi complessivi sostenuti per il mutuo sono pari ad euro 8.712,00 (500,00 spese istruttoria +250,00 perizia+2.320,00 imposta sostitutiva+ 5.642,00 per interessi complessivi sul mutuo al tasso dello 0,95%). 3 - COSTI NOTARILI di compravendita e mutuo: Imposta di registro del 9% + imposta catastale euro5.770,00 Onorario Notaio2.500,00 (compravendita + mutuo) 4 - COSTI INIZIALI di messa a punto Immobile: Andrea conta di spendere circa euro 2.000,00 per imbiancarlo e sistemare il bagno e di spendere circa 4000,00 euro per arredarlo tutto, per costi totali approssimativi pari ad euro 6.000,00. 5 - Tasse da pagare annualmente sulla seconda casa: IMU seconda casa 890,00 euro annui. 6 - Imposta registro canone di locazione Tassa di registro per contratto di locazione di 4 anni euro 672,00 Adesso, considerando tutti i costi, posso finalmente calcolare il RENDIMENTO EFFETTIVO dell’immobile su un orizzonte temporale di 10 anni. Considero gli affitti nettipercepiti per 10 anni pari a euro 66.360,00. Sottraggo i costi complessivisopra dettagliati pari a euro 30.234,00. Ricavo la rendita cumulativadei 145.000,00 investiti nell’immobile per 10 anni , che risulta pari di euro 36.126,00. Calcolo i rendimento medio annuo: considerando che la mia rendita in 10 anni è pari a circa il 21% del capitale investito, ovvero il 2,10% su base annua. E tutto senza considerare eventuali possibili imprevisti! E se l’affittuario non paga, quali sono le condizioni e i costi per uno sfratto? E se si deve intervenire con spese di manutenzione ordinaria o straordinaria quali sarebbero gli ulteriori costi non preventivati? E se Andrea avesse bisogno di liquidità, quanto tempo gli occorrerebbe per vendere la casa e a quale prezzo?Perché, sinceramente, nessuno può garantire ad Andrea che tra 10 il suo immobile avrà lo stesso valore di oggi! Andrea non è più così convinto che acquistare l'immobile sia il migliore investimento da fare e mi chiede di fare un confronto con un investimento finanziario. Considerando l’orizzonte temporale di 10 anniho mostrato ad Andrea i due grafici di seguito riportati relativi all’andamento di 2 tra i migliori fondi che investono sul mercato azionario internazionale. Nel primo caso 100 $ in 10 anni sarebbero diventati quasi 500, nel secondo caso 100$ in 6 anni sarebbero diventati più di 300. Ovviamente dal guadagno deve essere tolta l’imposta sostitutiva del 26%. Come la maggior parte dei risparmiatori, anche Andrea, ha sempre considerato l'investimento azionario troppo rischioso, magari semplicemente perché, molti anni fa, ha acquistato una singola azione italiana che non ha ritornato il risultato atteso. Investire in modo corretto sul mercato azionario significa 'scommettere' e partecipare alla crescita e allo sviluppo dell'economia mondiale. E' fondamentale diversificare al massimo rimanendo suddivisi tra America, Europa, Giappone e resto del mondo ed è indispensabile saper cogliere le opportunità in quei settori che guideranno il cambiamento. Per questo esistono strumenti di investimento specifici, gestiti da esperti, in grado di offrire ottimi risultati, proprio come quelli indicati nei grafici illustrati. Come dice il Prof Legrenzi ‘Gli italiani sono degli ottimi risparmiatori ma dei pessimi investitori” e Il grande problema dell’educazione finanziaria in Italia è proprio quello che “Non si è mai riusciti a trasmettere che, spesso, quello che sembra molto sicuro in realtà non lo è”. Se ci pensiamo bene, “Gli immobiliNON sono un buon investimentoin un paese che non ha crescita economica e che ha un basso indice demografico. Prima o poi i beni devono essere occupati, main Italia l’offerta supera la domanda" Il mercato immobiliare ha portato ottimi rendimenti in passato, per esempio nel secolo scorso e durante la grande crescita economica, mentre ciò che ha reso maggiormente nell’ultimo decennio è stato principalmente il mercato azionario. Oscillazioni di prezzo del mercato AZIONARIO e IMMOBILIARE Purtroppo, a causa della la scarsa cultura finanziaria, il mercato azionario viene percepito troppo rischioso; non si comprende che le oscillazioni di prezzo sono del tutto normali e sono il ‘rovescio della medaglia’ che ci permetterà di ottenere rendimenti davvero interessanti nel lungo periodo. La volatilità (cioè l'oscillazione di prezzo) è un ingrediente ineliminabile del processo di investimento nei mercati finanziari. Sa essere molto sgradevole e spesso arriva in modo inaspettato, tuttavia è sempre e comunque un fenomeno congiunturale e non strutturale. Il tempo la addormenta, il tempo è vero e proprio sonnifero per la volatilità! Anche per gli immobili, sappiamo bene, che nessuno è in grado di garantirci che il valore dell’immobile che abbiamo acquistato rimarrà invariato NEL TEMPO rispetto al prezzo di acquisto. Non ce ne preoccupiamo semplicemente perché NON siamo in grado di verificare in ogni momento il reale prezzo di vendita del nostro immobile, e preferiamo comodamente convincerci che il nostro investimento manterrà integro il suo valore nel tempo! Eppure la storia ci dovrebbe insegnare Osservando il periodo 1950-2012e basandoci su due fonti informative, Banca d’Italia e Scenari Immobiliari, vediamo che in questo lasso ti tempoi prezzi delle abitazioni hanno alternato periodi di importante rialzo con periodi di forte flessione. Un mercato, dunque, contraddistinto da FORTI OSCILLAZIONI DI PREZZO,il cuiTREND E' DA TEMPO NEGATIVOtanto che, di fatto, i valori degli immobili sono tornati sui livelli antecedenti l’ingresso della Moneta Unica. Quali sono le cause del trend negativo del Mercato Immobiliare in Italia? Nel nostro paese dobbiamo innanzi tutto considerare lo SCENARIO DEMOGRAFICO al quale stiamo assistendo che avrà un significativo impatto su questo mercato: l’invecchiamento della popolazione, il crollo del tasso di fertilità, ed il calo della popolazione che in Italia prosegue, seppur lentamente, da diversi anni sono tutti fattori che si stanno già riverberando sul mercato immobiliare; le sorti della popolazione sono segnate: secondo lo scenario mediano l’ISTAT stima che in Italia la popolazione residente attesa sarà pari a 59 milioni nel 2045 e a 54,1 milioni nel 2065; Proviamo ora ad immaginare milioni di italiani in meno e pertanto anche milioni di case vuote… quali sono le possibilità di una mercato nel quale l’offerta supera la domanda? Ulteriori considerazioni fare: le nuove generazioni avranno meno bisogno di caserispetto alle precedenti generazioni (ne erediteranno molte da genitori e nonni, sicuramente molte di più di quante ne potranno abitare); anche in Italia sta diminuendo l’interesse per la prima casa di proprietàcome nella cultura anglosassone; la maggiore mobilitàper ragioni di lavoro riduce l’appeal della casa di proprietà; fiscalità, manutenzione e spese imprevistesono variabili da considerare che impattano in modo anche determinante sulla performance dell’investimento; E' in arrivo la "mazzata" della riforma del catasto Dal primo febbraio è stata avviata l'attivazione progressiva, su tutto il territorio nazionale, di SIT, il Sistema integrato del Territorio dell'Agenzia delle entrate che mapperà tutti gli immobili riclassificandone il loro valore. Una modifica radicale dei criteri di determinazione del valore catastale imponibili della casache dovrebbe portare i valori fiscali più vicini a quelli reali con il conseguente aumento delle tasse sulla casa come IMU, IRPEF e IMPOSTE DI REGISTRO e persino TASSE di SUCCESSIONE. C‘è ancora qualche caso in cui conviene mettere soldi nel mattone? Si, sicuramente la PRIMA CASA, che conserva un valore d’uso e, ad oggi, mantiene una tassazione fiscalmente conveniente. Per quanto riguarda la CASA delle VACANZE la convenienza dipende da quanto è appetibile la località, scelta e uso che si intende farne senza mai dimenticare i COSTI DI MANUTENZIONEe le TASSE. L’investimento nel mattone è sicuramente da considerare alla stregua di un asset importante che, se inserito in modo equilibrato e professionale nella diversificazione può certamente rendere più efficiente la gestione complessiva del patrimonio familiare. E' anche vero che il patrimonio degli italiani, così sovraesposto al mercato immobiliare, non è aumentato nonostante il boom azionario degli ultimi 10 anni! Quanto avremmo ricavato, oggi, dalla vendita di un immobile pagato 100.000,00 euro 10 anni fa? Quanto sarebbero diventati 100.000,00 mila euro investiti 10 anni fa sul mercato azionario internazionale, nonostante le varie crisi finanziarie, compresa quella generata dal COVID? Silvia Morelli Consulente Patrimoniale
Continua a leggereNuova fase di volatilità dei mercati: il rischio inflazione
Scritto il 25.02.2021Nell’ultimo periodo i mercati azionari hanno ripreso ad oscillare… non ci eravamo più abituati! Nonostante il mondo intero stia affrontando una sfida economica mai vista quale una pandemia mondiale, i mercati finanziari sono continuati a salire da aprile dello scorso anno, in un crescendo costante al quali ci siamo facilmente abituati convincendoci che questa sia la normalità. Ma ancora una volta è indispensabile ricordarci che le fasi di VOLATILITA’ (cioè di oscillazioni in alto e in basso) sui mercati finanziari, sono del tutto normali, e proprio per questo, elemento intrinseco del nostro percorso di investitori. Possiamo paragonare queste fasi alle ‘buche’ o alle interruzioni e agli imprevisti che possiamo incontrare durante un viaggio, sappiamo che possono capitare in qualsiasi momento, ma verranno tranquillamente superate per arrivare sani e salvi a destinazione. La volatilità è un ingrediente ineliminabile del processo di investimento. Sa essere molto sgradevole e ogni volta arriva in modo inaspettato, tuttavia è sempre e comunque un fenomeno congiunturale (del momento) e non strutturale (prima poi siamo certi che passerà e i mercati ricominceranno a salire). Solo Il tempo la addormenta, il tempo è il vero e proprio sonnifero per la volatilità! Quello che conta, quindi, è non preoccuparsi sul momento, e rimanere consapevoli che i risultati arriveranno nel tempo. Le fasi di discesa dei mercati vanno piuttosto utilizzate come ‘occasioni d’oro’, per acquistare a prezzi scontati! Che cosa sta generando adesso questa fase di volatilità? I mercati temono un rialzo dell’inflazione che potrebbe generare un rialzo dei tassi, e quindi un incremento dei rendimenti dei titoli obbligazionari, i quali potrebbero diventare più interessanti da acquistare a discapito dei titoli del mercati azionario. I titoli azionari fino ad oggi sono cresciuti non solo sulla ‘scommessa’ di un recupero economico post-pandemia ma anche spinti dalla grande quantità di denaro disponibile. Per dirla in modo molto semplice: se le obbligazioni hanno rendimenti negativi, l’unica alternativa per avere un ritorno positivo dai propri investimenti rimangono le azioni. Ma se i tassi dovessero realmente rialzare e le obbligazioni tornassero ad avere rendimenti interessanti, gli investitori potrebbero decidere di spostarsi dal mercato azionario a quello obbligazionario, meno redditizio ma, sicuramente, meno rischioso. Perché dovrebbe rialzare l’inflazione? Di seguito uno schema che spiega, in modo teorico, come il mercato arriva a generare inflazione: Se le condizioni per un rialzo dei tassi sembrano esserci tutte, dobbiamo anche ricordarci che, nel corso dell’ultimo anno, tutti i Paesi del mondo hanno visto crescere il proprio debito pubblico, per generare quelle risorse finanziarie indispensabili per fronteggiare l’emergenza Covid. Un rialzo dei tassi comporterebbe troppi interessi da pagare su questo debito e non ritengo che ci siano oggi le condizioni per supportare tale costo. Stiamo quindi affrontando una delle tante fasi di volatilità che dovremo attenderci in questo anno ancora difficile, ma dobbiamo a guardare oltre. Quello che ognuno deve conoscere è piuttosto se i suoi investimenti sono ben strutturati e ben diversificati, e se le scelte di investimento sono state effettuate nel rispetto dei suoi obiettivi, considerando profilo di rischio e orizzonte temporale attesi. Infine ciò a cui possiamo guardare è il fatto che i vaccini stanno funzionando (I paesi come Israele, più avanti rispetto a noi nelle vaccinazioni, ce ne stanno dimostrando la validità) e potremo finalmente ritornare a fare tutto che quello che facevamo prima e anche molto di più! Concludo con il pensiero rivolto al futuro, riportando il paragrafo finale di un articolo del giornalista Umberto Macchi: “….Il punto però è che il boom a cui assisteremo non ha eguali nella storia dell’umanità. Stiamo parlando di un totale sconvolgimento dello status quo, di come le persone vedono e interagiscono col mondo che le circonda. Le nuove tecnologie con cui da ora in avanti verremo sempre più a contatto daranno vita ad un lungo processo da cui usciremo completamente trasformati, un periodo di grande benessere che probabilmente si svilupperà pienamente solo nell’arco di venti o trent’anni….. Certo, con un mutamento così radicale è ovvio che qualche professione sparirà così com’è stato in passato durante ogni grande rivoluzione tecnologico-industriale, ma per ogni lavoro scomparso posso assicurarvi che ne nasceranno moltissimi altri per andare a soddisfare tutti i nuovi bisogni generati dal cambiamento.”
Continua a leggereIl rischio del non assumersi il rischio
Scritto il 01.02.2021Il silenzio di fronte ad una prematura scomparsa, la paura di doverne solo parlare… eppure la pianificazione successoria familiare e aziendale sono la chiave per preservare quel patrimonio e quelle aziende spesso a carattere famigliare, che con tanta fatica e sacrificio sono stati costruiti. Lo sappiamo bene che il tessuto economico italiano è costituito in gran parte da aziende famigliari, e già da tempo si percepisce l’esigenza di una consulenza a tutto tondo per gli imprenditori! E’ necessaria una CONSULENZA capace di ragionare sul dopo, atta a proteggere il capofamiglia monoreddito imprenditore, che aiuti ad affrontare il passaggio dell’azienda in caso di premorienza dell’imprenditore e indichi come gestirne in modo ottimale la fiscalità. Il passaggio generazionale in azienda Il passaggio generazionale è un momento fondamentale nella vita di un’azienda perché implica il trasferimento di know-how e la definizione di una nuova visione di “business” per il nuovo leader e una nuova visione di “vita” per il leader uscente. Sempre più spesso di parla di figli dell’imprenditore, di come farli crescere in azienda e di come dare loro la preparazione e gli strumenti per essere in grado, se lo vorranno, di pendere in mano le redini dell’azienda di famiglia e della gestione del patrimonio familiare. Il RISCHIO è proprio questo: non affrontare per tempo questi temi spinosi; non pianificare e lasciare tutto letteralmente al ‘caso’, con conseguenze spesso disastrose per la sopravvivenza stessa dell’azienda, ma anche per il patrimonio familiare spesso un tutt’uno con l’azienda. L'alternativa ? Farsi affiancare da un BRAVO CONSULENTE che selezioni a sua volta validi partner, professionisti con professionalità specifiche per risolvere per tempo pro le tematiche più delicate ma più importanti. La situazione in Italia In Italia il 65% delle aziende con fatturato superiore a 20 milioni è costituito da aziende familiari, già oggi il 23% dei leader di aziende familiari ha più di 70 anni e le aziende guidate da ultra settantenni mostrano performance reddituali inferiori rispetto alle altre. Nel contesto attuale il COVID sta contribuendo ad accelerare il processo di passaggio generazionale, vuoi per i maggiori casi di premorienza, vuoi per le maggiori difficoltà di sopravvivenza dell’azienda stessa. Oggi più che mai risulta indispensabile la definizione un nuovo processo di pianificazione delle strategie aziendali, che deve necessariamente includere anche la valutazione del passaggio di testimone. A condizioni normali, in situazione pre-covid, circa il 20% delle aziende famigliari prevedeva un passaggio generazionale nei 5 anni successivi; si tratta di un passaggio davvero delicato visto che solo il 30% delle aziende sopravvive al proprio fondatore e solo il 13% arriva alla terza generazione. Si tratta di un PASSAGGIO CRITICO, di un tema delicato che riguarda non solo il trasferimento di quote e cariche ma soprattutto della salvaguardia di un patrimonio di competenze fondamentali per la sopravvivenza dell’azienda. Un passaggio che viene reso ancora più difficile dalla carica emotiva che tutte queste tematiche hanno per l’imprenditore che difficilmente sarà in grado di affrontarne da solo, ed maniera lucida, tutti gli aspetti salienti. E lo sappiamo bene…. Se l’azienda è in difficoltà le ricadute non sono solo sull’impresa e l’imprenditore, manche sulla sua FAMIGLIA, nonché sui DIPENDENTI e le famiglie dei dipendenti…. Alcuni consigli: Imparare a tenere distinto il patrimonio aziendale da quello familiare. Solitamente le imprese con una visione distinta autonoma tra impresa e famiglia dell'imprenditore, riescono meglio a dare continuità al programma aziendale. Per il bene dell’impresa è utile quindi favorire l’ingresso di capitali non familiari e di manager esterni che supportino e valorizzino le competenze già inserite in azienda. Valutare le competenze più dell’appartenenza: Bisogna che il leader riconosca prima di tutto SE e QUALE tra i familiari sarà in grado di prendere in mano le redini dell’azienda. Certo non sarà facile decidere di assegnare l’azienda a un figlio invece che ad una altro, o prendere atto che nessuno dei figli ha la capacità, piuttosto che la volontà di guidare l'azienda di famiglia. Ma prima l’imprenditore avrà il coraggio di prendere coscienza della realtà delle cose e prima potrà attuare un piano strategico per salvaguardare il futuro della sua impresa e di tutte le famiglie che da questa dipendono. Prevenire è meglio che curare. Un’anticipata e programmata pianificazione del passaggio del testimone è la prima condizione per una continuità aziendale. Ce lo dice anche la Comunità Europea che con la Raccomandazione del 7 dicembre 1994 sollecita gli Stati ad adottare procedure semplificate per il passaggio generazionale delle PMI. Agire per tempo significa individuare le soluzioni fiscalmente più convenienti, abbassare fortemente il rischio di dispendiosi ed inutili contenziosi, e prevedere anche un adeguato periodo di affiancamento che permetterà all’imprenditore di domani di acquisire la formazione e l’esperienza necessaria per portare avanti il progetto aziendale. Prepararsi agli imprevisti. Dotarsi di strutture patrimoniali che reggano agli imprevisti, come ad esempio gli oneri fiscali in caso di morte, oneri che possono davvero essere rilevanti per il patrimonio della famiglia dell’imprenditore. Pensare per tempo se può essere utile inserire nello statuto sociale clausole di prelazione a favore di alcuni soci, prima che lasciare che il capitale sociale vada improvvisamente in mano di eredi inesperti. Tutelare sempre il patrimonio personale e familiare dell’imprenditore, attraverso strumenti giuridici e finanziari che lo proteggano da eventuali crisi aziendali. Il COVID ha avuto un impatto doppio sul PIL italiano rispetto al biennio 2008-2009 e la speranza è che la ripresa questa volta sia più rapida. È importante, per uscire dalla crisi, dotare le nostre imprese familiari di una governance e management per un sano passaggio generazionale, all’altezza delle prossime sfide. AFFIDARSI AD ESPERTI In primo luogo il CONSULENTE PATRIMONIALE, una persona di fiducia della famiglia, che conosce patrimonio e legami familiari, che funga da ponte tra famiglia e impresa e che insieme alle competenze specifiche di un team di esperti possa suggerire per tempo le soluzioni migliori nell’interessa dell’impresa e dell’imprenditore.
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