Due eventi di rilievo nel trimestre appena concluso: a luglio, in UE, è stato approvato il Recovery Fund; ad agosto, negli USA, la Federal Reserve ha annunciato una revisione degli obiettivi di politica monetaria, rendendo accettabile un’inflazione superiore al 2%.
Due annunci che portano anche i tassi USA nella medesima direzione di quelli europei, verso lo zero, o ancora più giù. E questo sarà verosimilmente lo scenario che ci attende per diversi anni. Lo annuncia lo stesso Powell, presidente della Fed, nel suo discorso di settembre: tassi a zero almeno fino al 2023 e forti manovre monetarie di carattere espansionistico. Testuali parole: “non ci interessa se l’inflazione salga per un po’ sopra il 2%, anzi la riteniamo salutare; i nostri obiettivi primari sono la crescita economica e la piena occupazione”.
Ora, prevedere i mercati è sempre impossibile. In questo contesto, però, anche alla luce delle recenti affermazioni da parte dei banchieri centrali, sembra naturale immaginare una loro prevedibile evoluzione: obbligazionario senza rendimenti e azionario con una forte spinta al rialzo. Don’t Fight the Fed, e TINA, restano due moniti attualissimi.
IL TRIMESTRE SUI MERCATI
I mercati azionari hanno continuato il rimbalzo iniziato alla fine di marzo, andando a toccare, almeno per i mercati americani, i massimi storici. Il mese di settembre è stato il primo mese negativo dopo marzo. La correzione è stata anche importante, ma alla luce dei forti rialzi, risulta un ribasso salutare.
Sul lato obbligazionario i rendimenti si sono ulteriormente compressi. Ormai c’è poco da ricevere nel mondo investment grade.
L’oro ha registrato il nuovo record storico assoluto, sopra i 2000 $. I precisi sostengono, a ragione, che “inflation adjusted” il record risalga agli inizi degli anni 80’.
Infine il dollaro, che si è indebolito notevolmente nel trimestre, a seguito di alcuni fattori: rialzo azionario, politiche della Fed ed elezioni imminenti, che creano sempre un po’ di incertezza.
QUALI STRATEGIE PER I PROSSIMI MESI
Per orientarsi sui mercati nel breve, senza cercare di indovinare la direzione degli attivi, ma solo per ribilanciare le posizioni di portafoglio, occorre ragionare su 5 punti:
Il vaccino per il Covid-19: è stato già fatto uno sforzo enorme per arrivare all’approvazione di un vaccino. Basti pensare che per lo sviluppo di un vaccino tradizionale ci vogliono circa 10 anni; in questo caso si riuscirà in 12-18 mesi. Al momento ci sono 4 aziende in fase III, ovvero vicine all’approvazione. A onore di cronaca, in Cina e Russia, stanno già iniettando vaccini, sebbene il processo di approvazione sia stato criticato anche dall’OMS.
Elezioni USA: statisticamente si crea sempre dell’incertezza, seppur di brevissimo periodo. I candidati sono diametralmente opposti ma piacciono entrambi al mercato; sulla Cina la visione è comune tra repubblicani e democratici, non c’è quindi da aspettarsi un calo di tensione tra le due superpotenze in caso di vittoria di Biden.
Don’t fight the Fed: la Federal Reserve è stata chiara e così pure le altre banche centrali. Si continuerà a stampare moneta con tassi bassissimi.
Stagionalità del mercato: il quarto e ultimo trimestre è storicamente molto positivo, anche se ottobre risulta sempre essere un mese di forte volatilità, sia al rialzo che al ribasso.
TINA: l’effetto TINA (there is no alternative) porta a un rialzo dei mercati azionari, non per la qualità delle società e dell’economia, ma perché l’investitore non ha altre alternative di investimento interessanti sotto il profilo rischio-rendimento.
In sintesi possiamo dire che l’incertezza regnerà nel breve periodo sui mercati, così come lo fa sempre: il quarto trimestre storicamente offre buoni rendimenti ma con volatilità elevata.
La ricerca di un vaccino per il Covid-19 e le elezioni americane saranno le fonti di volatilità nel breve periodo, ma le risposte monetarie e politiche a livello globale sono state adeguate e continueranno a premere verso un’unica direzione: inondare di liquidità il sistema per stimolare la crescita economica.
Anche i tassi resteranno bassi per un po’ di tempo. Al momento non ci sono pressioni inflazionistiche che, insieme agli alti livello di debito raggiunti, non lasciano pensare ad un rialzo dei tassi nel breve.
TINA: There Is No Alternative… all’azionario.
COME HANNO PERFORMATO I PRINCIPALI PORTAFOGLI DA INIZIO ANNO
Per un investitore in euro, che volesse utilizzare due semplici indici (MSCI World – Global Aggregate Bond), questi sono i rendimenti da inizio anno al 30/09:
PTF 80/20: -1,2% (+25,6 nel 2019)
PTF 60/40: -0,1% (+20,4)
PTF 40/60: +0,9% (+15,3)
PTF 20/80: +2,0% (+10,1)
Per un investitore in dollari, che volesse seguire i portafogli leggendari anti-previsionali: