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Quale è l’effetto sull’investitore di una cattiva notizia sulle previsioni di andamento dell’economia di un paese? La finanza comportamentale ci dice che tale effetto è davvero prorompente, specie se questa notizia fa temere all’investitore di subire pesanti perdite. E un investitore razionale, quello del modello economico di Markowitz per intenderci, come si comporterebbe in questo caso, venderebbe o comprerebbe? Indipendentemente dalla nostra personale risposta, grazie agli studi della finanza comportamentale, ora sappiamo che l’investitore razionale in natura non esiste, poiché per sua natura è instabile e imprevedibile, lento nelle decisioni e soprattutto nei cambiamenti.
Oggi però, con l’aiuto nella tecnologia, chiunque può diventare irresponsabilmente complice di eventi che possono condizionare l’andamento del mercato, sia in salita che in discesa. L’insieme degli investitori istituzionali, compresi i robot advisors, in aggiunta ai sistemi automatici di protezione del capitale che inconsapevolmente anche noi abbiamo chiesto di attivare sui nostri investimenti, diventano in sostanza parti di un unico grande investitore, che si comporta in modo irrazionale o più semplicemente, in modo conforme al pensiero della massa. Proviamo ad immaginare quindi il mercato mondiale come un insieme di investitori con interessi contrastanti ma, in fondo, comunque uniti dall’unico obiettivo comune che è quello di lucrare profitti, sfruttando le informazioni disponibili, filtrate e utilizzate per generare scelte di investimento, sulla base di umori, desideri e speranze degli stessi investitori. Proprio per sfruttare questi bias comportamentali umani esistono già sul mercato prodotti finanziari, che lavorando con intelligenza artificiale e sfruttando i cosiddetti Big Data, possono comportarsi come si comporterebbe un normale investitore, oppure in modo contrario, grazie ad algoritmi che sovraintendono alle scelte in modo automatico. Questa non è fantascienza ma quello che tutti i giorni accade, in particolare quando vengono diffuse informazioni che possono essere più o meno reali, ma anche talvolta costruite ad arte o mal interpretate. Proviamo dunque ad immaginare le conseguenze sul mercato in caso che tali strumenti si attivino come potrebbe fare la massa in caso di ribasso (vendita) o di rialzo (acquisto), andando a commettere errori strategici, condizionati dalla paura o dalla avidità..
Ne abbiamo avuto recentemente un esempio nel primo semestre dell’anno quando si sono innescate vendite sul mercato globale, pilotate da una errata interpretazione di alcuni indici anticipatori.
Noi abbiamo una sola certezza e cioè, come ci ha spiegato molto bene il lavoro di Jeremy Siegel, che “nel lungo periodo non c’è nulla di più redditizio e sicuro di un investimento ben diversificato in azioni”. Sarà poi una nostra scelta quanto rischio prenderci in termini di tempo e di volatilità.
Infine, per quanto attiene i condizionamenti da parte dei media, suggerirei la soluzione che il premio Nobel per l’economia 2017 Richard Tahler ha dato ad un giornalista che gli chiedeva appunto come lui si comportasse quando sentiva notizie negative. La sua risposta è stata molto diretta e semplice “cambio canale”, come a dire, non mi faccio condizionare.
E noi invece, come ci comportiamo con i nostri investimenti quando ascoltiamo una notizia negativa?
