L'approccio professionale agli investimenti determina come naturale conseguenza una ampia diversificazione degli investimenti nei portafogli dei risparmiatori, tale diversificazione si realizza non solo nel peso da attribuire alle singole classi di investimento (azioni, obbligazioni, materie prime, ecc) ma anche nella scelta delle aree geografiche di provenienza degli emittenti che conseguentemente sono denominati nelle valute del paese di elezione.
Le diverse valute nazionali, per effetto delle correlazioni inverse e dirette fra le diverse monete possono rappresentare elementi di bilanciamento dei portafogli, ma anche elementi capaci di amplificare o smorzare (se non di annullare del tutto) le performance di un portafoglio.
Va sottolineato, che l'investitore, pur apprezzando il valore della diversificazione, ha un proprio territorio di appartenenza e una propia moneta di elezione alla quale fa naturalmente riferimento nei propi investimenti.
Così per un investitore dell'unione europea è naturale valutare i propi investimenti convertendo tutti i propi attivi in euro, mentre per uno statunitense la valutazione va fatta in riferimento ai controvalori in dollari americani.
Va da se, che la capacità di saper tenere in giusta considerazione il valore del tasso di cambio attuale e quello storico determina la corretta comprensione da parte del risparmiatore del risultato delle propie scelte di investimento e sopratutto permette una valutazione prospettica delle dinamiche economiche.
Per migliorare la comprensione, facciamo alcuni esempi per capire come “l'effetto cambio” alcune volte distorce la corretta percezione degli investimenti.
Dall'inizio dell'anno ad oggi (4 agosto 2020) l'indice DJ Industrial della borsa Americana ha realizzato una performance di -6,45%, non brillante, ma tutto sommato non un pessimo risultato se pensiamo all'impatto devastante sull'economia mondiale del covid 19, tuttavia questo è il valore dell'indice americano e quindi espresso in dollari USA.
Lo stesso investimento per un investitore dell'area Euro, un italiano per esempio, ha prodotto una performance di -11% e ciò per effetto della svalutazione del dollaro USA sull'euro nello stesso periodo (pari ad oggi al 4,66%) che per l'investitore europeo ha rappresentato una perdita di valore dei beni espressi in dollari americani in portafoglio.
Questo tipo di “deformazione cognitiva” è molto più diffusa di quanto crediamo e troppo spesso tendiamo a sottovalutarla, prendiamo per esempio il prezzo delle materie prime che per convenzione sono definite da indici espressi in dollari americani.
Il petrolio “Brent” negli ultimi 5 anni ha visto molto oscillare il proprio prezzo realizzando a fine periodo un calo del 12,55%, per un europeo il calo del prezzo però è stato del 20% circa visto che nello stesso periodo l'euro si è rafforzato di circa l'8%, mentre per un britannico, per effetto delle oscillazioni della sterlina, nello stesso periodo il prezzo del petrolio è aumentato del 7% circa !
Allontanandoci dalle valute principali le oscillazioni dei cambi possono risultare ancora più determinanti nel risultato degli investimenti e oggi visto i risicati tassi offerti dal mercato obbligazionario (che ricordiamo rappresenta circa il 70% dell'asset di investimento dell'investitore nazionale) è più che mai importante tenere in considerazione questa variabile.
Come può l'investitore medio evitare che la componente cambio infici in maniera considerevole o comprometta il rendimento del proprio portafoglio ?
L'investitore deve prendere coscienza del problema mettendo in campo le corrette contromisure e trattandosi di argomenti specifici, in prima istanza è bene farsi aiutare da professionisti del settore.
Nell'ambito delle specifiche scelte di investimento possiamo distinguere 2 principali azioni :
1- Se si possiedono titoli denominati in valute diverse dalla propia, devono essere valutate le correlazioni storiche fra valute di investimento e la propia valuta di riferimento in modo da poter determinare, stimandola, l'ampiezza delle possibili variazioni dei cambi .
Una volta fatto ciò si possono acquistare sul mercato strumenti che permettano di “compensare” le oscillazioni dei cambi .
Fra gli strumenti più noti segnalo gli ETF certificates o le opzioni su cambi, che però sono strumenti da selezionare con l'aiuto di esperti.
2- Una valida alternativa offerta dal mercato degli strumenti finanziari è rappresentata dai fondi di investimenti “Hedgiati” , si tratta di fondi di investimento che pur investendo in titoli espressi in varie valute, prevedono al loro interno la “copertura” del cambio nella valuta del sottoscrittore (eur per gli italiani) .
Tale copertura altro non è che la neutralizzazione dell'effetto cambio sul portafoglio, per cui se per esempio il fondo acquista azioni Inglesi, e è coperto dal rischio cambio Eur /Sterlina , il sottoscrittore in euro seguirà il valore assoluto dei titoli, senza l'effetto cambio.
In questo modo l'investitore può trovare uno stesso fondo che investa in azioni USA denominato per esempio in $ o uno “Hedgiato “ per l'investitore europeo che non vuole correre il richio/ opportunità cambio, denominato in Euro.
Di seguito riporto il grafico di 2 ETF che replicano il prezzo dell'oro da inizio anno e negli ultimi 3 mesi. Uno è in dollari (Wisdom) e l'altro in euro (Hedgiato) Xtrakers.